In Flames @Teatro Dal Verme, Milano – 27 marzo 2017
Il 29/03/2017, di Blagoja Belchevski.
Tappa milanese per l’ “In Our Room Tour” degli In Flames e quello che era preventivato alla vigilia puntualmente si è realizzato: una serata sorprendente, sotto tutti i punti di vista. Prima fra tutti la location scelta, ovvero il Teatro Dal Verme in centro a Milano, riempito da un migliaio di metalhead pronti a tributare tutto il loro affetto alla band di Gotheborg, immutato nonostante le evoluzioni stilistiche dei nostri attuate negli ultimi anni. Un teatro storico che fa da cornice ad un palco pacchianamente intimo, metà sala prove, metà salotto di casa, con tanto di frigorifero, divano, tavolino, tappeto, lampade, mappamondi e persino un pittore in carne ed ossa intento a realizzare la sua opera in tempo reale. Uno scenario inusuale, nel quale prende posto dapprima un quartetto d’archi che esegue un lungo medley di classici degli In Flames riarrangiati per l’occasione, quindi sale sul palco la band in carne ed ossa, attaccando con ‘Alias’ e tutte le speranze di assistere ad un concerto metal seduti sulle poltroncine di un teatro vanno in fumo. Il metal va vissuto in piedi, che sia suonato in un club sia che si suoni in un teatro, ancor di più se proposto in un concerto così particolare. Perchè gli In Flames ci accolgono come se fossimo nel loro salotto, vanno giù con il loro death melodico sino al classicone ‘Only For The Weak’, interagendo maniacalmente con il pubblico, andandoci a suonare in mezzo, regalando plettri, stringendo mani, scattando foto e sottoponendosi ai selfie di rito, quindi si interrompono e inizia il personale show di Anders Frieden: prima presenta la serata e annuncia che il quadro in via di realizzazione alle sue spalle sarà venduto via ebay e il ricavato devoluto in beneficenza, quindi chiama sul palco un fortunato fan, che avrà la fortuna di interagire direttamente dal palco con la band, accomodandosi sul loro divano, saccheggiando il loro frigo bar, facendo domande al gruppo e assistendo in primissima linea ad un particolare show acustico, perfetto nei suoni, coraggioso nella scelta dei pezzi da riarrrangiare, su tutti la cover di ‘Hurt’ dei Nine Inch Nails. Finiti convenevoli e battute (a detta di molti un po’ troppo prolissi) si torna a picchiare duro, le chitarre acustiche vengono deposte ricomincia l’headbangin’ con le varie ‘Cloud Connected’, ‘The Quet Place’ e la conclusiva ‘Wallflower’ con il quale il gruppo si congeda dal suo pubblico, fermandosi poi con grande umiltà a firmare autografi direttamente dal palco e confermando tutta la sua proverbiale disponibilità. Degna conclusione di una serata da ricordare.
Medley by String Quartet
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Alias
Before I Fall
All for Me
Moonshield
The Jester’s Dance
Only for the Weak
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Set Acustico:
Like Sand
In My Room
Hurt (Nine Inch Nails cover)
Through Oblivion
Dawn of a New Day
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Come Clarity
The Truth
Paralyzed
Cloud Connected
The Quiet Place
The End
Wallflower