Alter Bridge + Gojira + Like A Storm @Unipol Arena – Casalecchio di Reno (BO), 09 dicembre 2016
Il 10/12/2016, di Roberto Villani.
Una nutrita presenza di pubblico proveniente da tutta Italia , per uno dei concerti piu’ attesi dal popolo hard rock e mainstream che dir si voglia, tanto per non incanalarci in assurde quanto discutibili barriere stilistiche.
Gli Alter Bridge sulla scia di un album corposo e decisamente azzeccato e di successo come “ The Last Hero” , hanno dato spettacolo all’interno dell’Unipol Arena , gremita come mai era successo prima per la band capitanata dal talentuoso ed affascinante Myles Kennedy, idolo incontrastato di tutto il pubblico femminile presente, assai cospicuo e rumoroso.
Quando la gavetta paga si vede eccome !! Gli Alter Bridge hanno rastrellato il pianeta in lungo ed in largo in dodici anni di carriera, passando dai piccoli e medi club, alle grandi arene del continente, gettando sul piatto sei album che hanno segnato il ritorno in pompa magna dell’hard rock da classifica e lo show di questa sera, ne e’ una chiara ed inconfutabile presa d’atto o chiave di lettura, che dir si voglia.
La band ha passato in rassegna i classici del suo repertorio, a partire da quella “ Addicted To Pain” che ritengo uno dei pezzi hard’n heavy piu’ incisivi e d’impatto ascoltati negli ultimi anni , anche se sono i brani del piu’ recente “ The Last Hero” a catturare la scena di una scaletta particolarmente corposa, a partire dalla devastante “ The Writing On The Wall “, che ha aperto lo show tra il delirio generale, seguita a ruota dal riff avvolgente e tagliente di “ Come To Life “.
Se al fianco di Slash, siamo abituati a vedere un Myles Kennedy quasi dimesso, che tiene il palco con il freno a mano tirato, per non creare imbarazzi al suo capo carismatico, al contrario negli Alter Bridge diventa il fulcro centrale su cui ruota l’intero spettacolo, senza dimenticare i suntuosi break chitarristici di un ispirato Mark Tremonti.
Sempre deliziosa ed acclamatissima la strepitosa ed intensa “ Ghost Of Days Gone By “ dal loro terzo album, come pure “ My Champion”, gioiellino tratto dall’ultimo lavoro, brano cantato all’unisono dal pubblico, orecchiabile, d’impatto, che ti entra dentro senza uscirne piu’ , che anticipa l’apoteosi di “ Show Me A Leader”, in un turbinio di luci, colori e cori ruffiani.
Con l’acustica “ Wonderful Life” in cui Myles Kennedy fa il verso neanche tanto celato alle gesta della Rockstar Eddie Vedder e con “ Blackbird” , si inizia a scavare nella storia della band di Orlando, attraverso quei brani che hanno consacrato gli Alter Bridge uno dei gruppi migliori e di maggior successo del panorama rock internazionale.
Peccato solo sia stato escluso dalla scaletta , un brano di raffinata melodia come “ Cradle To The Grave” , per chi scrive , un potenziale singolo da classifica dell’ultimo “ The Last Hero” , come poi il novanta per cento dei brani eseguiti questa sera , tra cui quella “ Cry Of Achilles” tratta da “ Fortress “ che tanto mi ricorda tanto da vicino la “ Achilles Last Stand” di Zeppeliana memoria, gioiello di straripante valore incastonato in “ Presence”.
Buone le prove dei “ Like A Storm” e, soprattutto, dei Gojjira , che hanno aperto la serata e che hanno sciorinato una prestazione di altissimo livello, suggellata attraverso i brani del recente “ Magma” e, seppur penalizzati da un set di una quarantinLikea di minuti, hanno catturato l’essenza e lo spirito del loro metal progressivo e psichedelico.
Da rivedere e riascoltare in un contesto da headliner, per gustarne appieno le prorompenti e indiscutibili potenzialita’ considerato che di squisita tecnica ne hanno da vendere .