Langhe Rock Festival 2016 (Folkstone + Hell in the Club + more) @Piazza San Rocco – Santo Stefano Belbo (CN), 18 giugno 2016
Il 18/06/2016, di Andrea Lami.
Come tutte le cose belle torna anche quest’anno il Langhe Rock Festival a Santo Stefano Belbo (CN). Va innanzitutto ricordato che questa manifestazione è nata solamente cinque anni fa per idea di Paolo “Mr. TNT” Torrielli con l’intento di omaggiare/ricordare un suo amico scomparso. Questo seme d’idea ha trovato subito terreno fertile nel compagno e complice Marco Lazzarini e, con un sacco di lavoro, è germogliato tanto da riuscire a vita a questa manifestazione. Ben conoscendo il clima che si respira in questa giornata, alle 16.00 noi siamo già arrivati. Passano pochi minuti ed inizia a scendere qualche goccia. Vista l’esperienza (bagnata) con i Winery Dogs, siamo pronti al peggio con la muta, pinne e gli occhiali, ma fortunatamente la pioggia si ferma ed il cielo sembra darci un po’ tregua. Partono i soundcheck sul palco-tir che ospita il LRF e senza far passare troppo tempo si inizia con gli ODD, un trio che ci propone musica strumentale. I brani proposti spaziano tra i vari generi ricordando un po’ i Pantera per cattiveria, i Rage Against The Machine ma a ben ascoltare le influenze sono davvero molte e probabilmente il pubblico ne ha scoperte delle altre. Buon inizio. Cambio palco alla velocità della luce ed ecco pronti i BULLET-PROOF, una band proveniente dalla lontanissima Bolzano che ci sparano in faccia il loro thrash metal senza troppi fronzoli. Canzoni tirate, riff violenti che ricordano i migliori Metallica, o Megadeth o Testament. Questo quartetto ci ha preparato un bel set al quale è realmente difficile rimanere indifferenti. La band ha all’attivo un album e sta lavorando alla realizzazione del secondo. Io mi sono segnato il nome, fate voi.
Non c’è assolutamente tempo da perdere, bisogna rispettare la tabella di marcia ed ecco pronti sul palco i DRUNKEN ROLLERS, una band toscana, già attiva da otto anni ma che solo di recente ha pubblicato il primo album “Boogie Generation”. Lorenzo Braus, cantante-chitarrista prende possesso del palco e, complici le canzoni in un attimo si inizia a far festa. Avevo già sentito la band in un altro festival a Prato, quindi è stato molto piacevole ritrovarli. Chi si ferma è perduto ed ecco pronti i BLACKHOLEDREAM, una band formatasi solamente l’anno scorso ma che si sta facendo ascoltare ed apprezzare. La loro proposta gira intorno al Rock Moderno e pur essendo -giustamente- un po’ acerbi ed avendo un po’ troppi riferimenti ad altre band più blasonate, il quintetto fa una buona figura. Entro nel personale per dirvi che il prossimo gruppo è una piacevole scoperta che ho fatto l’anno scorso. Da quel momento mi sono innamorato dei loro suoni, del loro album e quando posso me li vado a vedere per venire travolto dall’energia che riescono a sprigionare. Sto parlando del Mr. RIOT, provenienti da Novara, i quali, con un goccio di fantasia, ci fanno volare indietro negli anni 80 quando l’hard rock melodico la faceva da padrone. Canzoni come “America”, ma anche “Rock’n’Roll” infiammano i presenti di una esibizione piena di adrenalina che vola via. Si prosegue ed è la volta dei milanesi SIXTY MILES AHEAD, visti molte volte su svariati palchi. Le sonorità mescolano hard rock/alternative metal/post grunge strizzando un po’ l’occhio a band come Black Stone Cherry, Alter Bridge e Shinedown. Un’ulteriore conferma per la band ed una nota di merito per il cantante Sandro Casali anche oggi sopra alle righe.
Penultima band in scaletta, co-headliner del festival, salgono sul palco gli HELL IN THE CLUB. Forti delle recentissime date nelle quali hanno letteralmente infiammato i palchi di Geraadsbergen (Belgio) e di Vercelli, la band parte a mille con “Le Cirque Des Horreurs” una canzone che è impossibile non ballare. “Proud”, “On The Road”, “No Appreciation” sono alcuni dei brani che vengono eseguiti e che riscuotono un ottimo successo in termine di divertimento e di risposta da parte del pubblico, letteralmente travolto da queste sonorità. Chiudono un festival riuscito in ogni sua parte i FOLKSTONE una band che ormai è conosciutissima e non solo dagli amanti del folk metal. L’idea di unire hard rock/metal alla musica tradizionale con strumenti a fiato come cornamuse, trombe, arpe, cittern, flauti è risultata vincente e molto apprezzata. Sono molte le manifestazioni di gioia e di divertimento, cantando e ballando su praticamente ogni brano. Ennesima dimostrazione che la band si è ritagliata un posto nel cuore di molti fan con la musica e l’atmosfera che riesce a creare ogni qual volta sale sul palco.
Un festival riuscito in ogni suo aspetto. Se è vero che si può sempre migliorare, possiamo tranquillamente dichiarare che ormai il Langhe Rock Festival è diventato un appuntamento fisso per tante persone che amano sonorità, ma anche per stare tutti insieme. Tra il pubblico è stato bello vedere gente proveniente da qualsiasi parte del nord Italia. C’era tutta la truppa del Babilonia partita da Cervo/Diano Marina, c’erano alcuni degli organizzatori dell’Isola Rock, altro festival che si terrà a breve in provincia di Verona, c’era gente proveniente da Bergamo, Torino, Tortona, Cuneo e tante altre città ancora a dimostrazione del fatto che quando le cose si fanno bene, i risultati arrivano. Ci rivediamo qui, nel 2017, io ho prenotato l’agriturismo.