Panzerballett @Festival Rama – Peschiera Del Garda (VR), 22 aprile 2016
Il 23/04/2016, di Angela Volpe.
Foto di Matteo Chiarini
Venerdì 22 Aprile, all’interno del Festival Rama, tenutosi a Peschiera, Verona, i Panzerballett hanno sfoggiato il loro bizzarro e tecnicissimo jazz metal. È difficile descrivere la loro musica a chi non li ha mai sentiti, partiamo col dire che si tratta di musicisti di alto livello tecnico, alcuni polistrumentisti, con alle spalle anni di studi di conservatorio. La band cita come proprie principali fonti di ispirazione Meshuggah, Tribal Tech, Planet X e Mats Morgan. Il quintetto di Monaco esegue gran parte del loro ultimo album “Breaking Brain”, che non poteva avere titolo più azzeccato, infatti, la complessità delle composizioni combinata alla naturalezza con cui vengono eseguite, costituiscono un indecifrabile rebus che lascia attoniti. I suoni sono potenti e puliti, perfettamente equalizzati. I Panzerballett spaziano da raffinatissimi e intricati intermezzi jazz a riff cadenzati e pesanti. Il tutto, come se già non bastasse, alternato a stupefacenti assoli di ciascuno strumento. Sebastian Lanser alla batteria non rappresenta solo la ritmica, è il motore che dirige l’intero spettacolo. Heiko Jung al basso sorprende per il groove oltre che per le abilità tecniche. La chitarra di Joe Doblhofer ha un’impronta prettamente jazzistica con un suono più caldo, mentre quella del fondatore e compositore Jan Zehrfeld ha un sound più secco e heavy. Le due chitarre, con suoni differenti, si incontrano a livello armonico completandosi a vicenda e dando origine a un mix particolare. Non si avverte la mancanza della voce, sostituita egregiamente dal sax di Alexander von Hagke, che occupa la scena al centro del palco. In alcuni momenti, i Panzerballet si immergono in tecnicismi glaciali, la cui freddezza può risultare quasi eccessiva ai non appassionati. Ritroviamo in alcuni pezzi la struttura del progressive anni 70, ispirato a sonorità vintage del progressive/jazz italiano degli Area. Immediatamente dopo, sfociano in riff potenti da capogiro, giustamente accostabili a Meshuggah e Cynic.
A conclusione del concerto, propongono una versione del tema de ‘La pantera rosa’ riarrangiato con la magistrale orchestralità che li contraddistingue e li rende unici nel panorama musicale contemporaneo.