Watching The Abyss – Gli anni 2000 sono più vivi che mai
Il 31/03/2025, di Antonio Rubino.

Oggi siamo qui con i Watching The Abyss, giovanissimi Italiani freschissimi di disco di debutto con lo stesso nome. Noi di Metal Hammer Italia li abbiamo raggiunti per una chiacchiera tra passato, presente e futuro, e qualche digressione su temi abbastanza discussi sui social.
Ciao ragazzi e benvenuti su Metal Hammer Italia! Prima di tutto, per rompere il ghiaccio, volete presentarvi ai nostri lettori?
“Ciao a voi e grazie per questa opportunità. Noi siamo i Watching the Abyss, siamo un gruppo alternative metal formato nel 2018 da 5 ragazzi tra l’Appennino reggiano e Sassuolo. Suoniamo un alternative metal fortemente influenzato dalla scena dei primi anni 2000 e da altri generi come il metalcore e il grunge. Abbiamo appena pubblicato il nostro album, e abbiamo deciso di renderlo un self-titled per esprimere quanto ci riconoscessimo come gruppo all’interno di questo disco.”
Come è nata l’idea per la band? Soprattutto quale è stata la motivazione principale che vi ha spinto a fare musica?
“L’idea della band nasce inizialmente da Federico (cantante) e Alex (bassista), in seguito si sono aggiunti i due chitarristi Mirko e Aldo. Ci conoscevamo tutti da tempo, essendo tutti originari dell’appennino reggiano. In seguito sì è unito a noi ‘Mac’, il nostro batterista. La band nasce perché tutti i membri sentivano l’esigenza di fare musica insieme, uniti dalla passione per la musica e dall’amicizia, così come dalla volontà di poter creare qualcosa che esprimesse la nostra personalità.”
L’amore per il Metalcore e l’Alternative è molto evidente nel vostro sound. Quali sono state principalmente le fonti d’ispirazione?
“Veniamo tutti da generi eterogenei tra di loro ma siamo accomunati dalla passione per il metal alternativo di inizio anni 2000: Slipknot, Korn, Linkin Park e tutti quei gruppi che ci hanno formato musicalmente durante l’adolescenza. Col tempo sono emerse altre fonti di ispirazione provenienti sia dal grunge, soprattutto dagli Alice in Chains, sia da gruppi più moderni come Monuments e Northlane”
Rimanendo in tema, sui Social si nota un certo “astio” nei confronti di queste sonorità. Anche in linea generica, in Italia sono ancora relativamente poche le band che scelgono questi generi. Cosa ne pensate?
“Ogni decennio ha il suo genere di riferimento che culturalmente tende a monopolizzare il gusto del pubblico. Anche nel metal è successo questo quando il nu-metal era il genere di riferimento dei ragazzi 15/20 anni fa, oggi ci sono altri generi che vanno per la maggiore. Detto questo però, il metal in generale riesce sempre a mantenere uno zoccolo duro di ascoltatori e appassionati, e non si estingue mai. Sicuramente tornerà di moda come genere prima o poi, ma non è sicuramente l’opinione pubblica a legittimare o meno un qualsiasi genere musicale, ma piuttosto l’impatto artistico e a livello emozionale che produce sugli appassionati, quindi pensiamo che il metal, in tutti i suoi sottogeneri, non morirà mai e continuerà ad appassionare sempre milioni di persone in tutto il mondo.”
Per quanto riguarda la copertina, quale è il significato dietro essa? E come si collega al contenuto del disco?
“La copertina viene da un’opera di un artista tedesco, Maximilian Prufer, che gentilmente ce l’ha concessa e lo ringraziamo ancora. L’opera si chiama ‘Crow’ e sarebbe un trittico di cui noi abbiamo estratto la una parte, è realizzato tramite “tracce” di mosche intorno a un corvo morto, con resti di piume. E’ un’opera che ci ha colpiti molto, che in un certo senso rappresenta la vita e la morte quasi come un evento ciclico, e poteva ben rappresentare il senso catartico che volevamo esprimere attraverso i nostri pezzi all’interno dell’album.”
Parlando della composizione dei brani, avete un “metodo” di scrittura?
“Privilegiamo una scrittura dei pezzi spontanea e condivisa: tendenzialmente i pezzi nascono quando ci ritroviamo insieme in sala prove, partendo solitamente da un riff di chitarra che andiamo poi a sviluppare in maniera condivisa fino a completare una strumentale che ci soddisfi e che riteniamo adatta a trasmettere qualcosa. Infine lavoriamo sulla parte vocale e sui testi.”
I testi invece come nascono?
“Tendenzialmente Federico scrive una linea vocale sulla quale poi Alex va a scrivere il testo. Il significato del testo viene dettato dalle sensazione che ci suscita la musicalità del brano, le parole devono esprimere quelle immagini che il suono fa emergere in noi.”
Domanda un po’ più generica: se ne parla tantissimo, ed è un argomento abbastanza spinoso. Cosa ne pensate delle I.A. Generative?
“Bisogna vedere la questione da due punti di vista: quella dell’ascoltatore e quella dell’artista. Dal lato dell’ascoltatore, dovrebbe chiedersi quale sia il senso di ascoltare qualcosa che è stato prodotto in maniera fredda e impersonale: non c’è un vero significato dietro, non c’è un messaggio che qualcuno (l’artista) voleva trasmettergli attraverso la sua musica. E’ un mero calcolo statistico basato su tutta la musica sulla quale l’IA è stata addestrata. Dal lato dell’artista, invece, si dovrebbe capire che se non si è in grado di esprimere qualcosa in maniera originale, ma si deve utilizzare un IA per coprire un limite espressivo, probabilmente dovrebbe ripensare ai motivi per cui ha deciso di comporre musica.
E aggiungiamo: dato che l’IA per produrre qualsiasi cosa deve essere addestrata su dei prodotti già esistenti, è giusto che venga addestrata sulla musica prodotta da altri artisti senza che questi possano avere un controllo sulla proprietà intellettuale della propria musica? Già in passato è emerso che gli sviluppatori di IA abbiano violato molte leggi sul copyright.
Questo sembra soltanto un mezzo per eliminare dal mercato la ‘quota’ spettante agli artisti, in un processo che è già iniziato in precedenza tramite la divisione dei profitti effettuata dalle piattaforme di streaming.”
Ultima domanda: Indiscrezioni sul futuro dei Watching The Abyss?
“Stiamo già lavorando su nuova musica che non vediamo l’ora di potervi fare ascoltare, sempre cercando di innovarci e proporre qualcosa di nuovo ed originale. Poi c’è la parte live: abbiamo in programma un live all’Alchemica di Bologna il 24 maggio e altri già in programma, uno molto speciale che annunceremo a breve, l’intenzione è continuare così e portare la nostra musica in ogni luogo possibile, a contatto con il pubblico”