Selvans – The final chapter

Il 28/01/2025, di .

Selvans – The final chapter

In merito alle influenze che ispirano la propria musica, Luca Del Re, Alter-Ego del progetto Selvans, è solito riferirsi a ciò che crea come ‘Dark Italian Art’, una descrizione comprensiva di tutto ciò che riguarda la sua musica. Di certo le composizioni di Selvans sono complesse, al loro interno si scorgono echi di Folk, Prog, Horror metal, tutto ben amalgamato ad una base Black in cui la voce emerge stentorea per istintività ed approccio teatrale estremamente ispirato. Luca Del Re si racconta a Metal Hammer in occasione della nuova uscita ‘Saturnalia’ che sarà il capitolo finale di una storia lunga un decennio. Lasciamo la parola a Luca e immergiamoci nelle trame del nuovo album.


Benvenuto a Metal Hammer. È un grande piacere incontrarti in occasione della pubblicazione del nuovo album Saturnalia.
“Ti ringrazio”.
Selvans è il nome del Dio etrusco della foresta e dei confini. Perché questa scelta? Ha a che vedere con la tua provenienza geografica?
“E’ un epiteto del Dio delle selve primordiali, Fauno/Pan. Lo scelsi perché è dal sottobosco che nasce questo progetto”.
Nel nuovo ‘Saturnalia’ si ritrova la tipicità del tuo sound: ambientazioni Black Metal, sonorità sinfoniche e orrorifiche, ma anche divagazioni strumentali Prog e un’attitudine esplicitamente Folk; come ti sei approcciato alla composizione dei nuovi brani rispetto al passato e quali sono le principali differenze tra ‘Saturnalia’ e i suoi predecessori?
“Ho composto ogni parte come per i dischi precedenti, per poi arrangiarla con i singoli musicisti a seconda delle loro peculiarità. A differenza dei suoi predecessori, ‘Saturnalia’ vede la centralità delle chitarre (il cui riffing è perlopiù heavy metal). Cantato in italiano, poco screaming, ed intellegibile. Oltre ovviamente a coro ed orchestra”.
Quali sono le tematiche affrontate nelle canzoni di ‘Saturnalia’?
“Orrori, stranezze e suggestioni popolari provenienti dalle varie regioni italiane, alcune tramandate oralmente, altre trascritte”. 
Per la prima volta hai registrato il nuovo disco affiancato a una vera orchestra di sessanta elementi. Alla luce del risultato ottenuto come giudichi questa esperienza?

“E’ stato un lavoro lungo e complesso ma ne è valsa la pena”.
È evidente che nella musica di Selvans si mescolino numerose influenze. C’è qualche artista o un genere musicale che in particolare ti hanno ispirato, sia in passato che alla luce del nuovo disco in uscita a gennaio?
“Ascolto molta musica di diverso genere ed è innegabile che questa mi abbia influenzato, fare una lista di artisti sarebbe inutile e noioso. Sin dall’inizio, sono stato guidato nella composizione da sensazioni, ricordi ed immagini. Di volta in volta, ho inserito sonorità diverse, a seconda dell’atmosfera che volessi creare nel raccontare ognuna di queste storie”.
Il brano ‘Madre Dei Tormenti’ è estremamente teatrale, molto più di altri a mio avviso. Mi ha ricordato una versione estremizzata di Vinicio Capossela. Lo conosci, lo ascolti?
“Non posso dirmi un suo ascoltatore, mi è capitato di ascoltare qualcosa negli anni. Uno dei due contrabbassisti su ‘Saturnalia’, Andrea Lamacchia, ha suonato su diversi album di Capossela”.
Selvans è un tuo progetto, di fatto sei il fondatore di questa creatura musicale. Oltre ai musicisti che ti accompagnano nei live hai mai pensato di coinvolgere attivamente qualcuno nel progetto e diventare così una band a tutti gli effetti?
“Non ne ho mai sentito la necessità”.
Definisci il tuo sound “Dark italian art”. Vuoi spiegarci cosa intendi con questa descrizione?
“L’atmosfera dei miei album è drammatica ed oscura, connotata territorialmente in Italia ed espressa tramite diverse arti: hai citato le molteplici sonorità ma anche l’immaginario degli artwork è qualcosa a cui ho dato da sempre un’importanza centrale”.
Sono trascorsi più di dieci anni dalla fine dei Draugr. Quanto di Selvans era già presente nei Draugr e viceversa quanto dei Draugr è entrato nella musica di Selvans?
“Sono stato uno dei principali compositori di ‘De Ferro Italico’, oltre al fatto che nel mio primo EP ci fossero 4/6 dell’ultima line-up dei Draugr, ma non c’è mai stato altro legame tra i due progetti.
Negli anni, durante alcuni miei show, abbiamo riproposto alcuni brani dei Draugr in memoria di Jonny, con Stolas e Triumphator come ospiti e quest’ultimo sarà ospite con un solo di chitarra su ‘Saturnalia’ ma nient’altro. Ogni tanto mi trovo con Svafnir, Triumphator, Stolas e Wrath, noi 5 – con Jonny – siamo l’unica vera line-up dei Draugr, abbiamo passato anni in cui ci siamo divertiti molto, ma nei dieci successivi ho combinato tanto altro e sarebbe patetico rimanere fossilizzato su roba di quindici anni fa”.
Nelle note inviate dall’etichetta leggo con estremo dispiacere che ‘Saturnalia’ sarà il capitolo finale del progetto Selvans. Perché questa decisione?
“Tutto finisce. ‘Saturnalia’ è la chiusura della trilogia di album iniziata dieci anni fa. Continuare sarebbe stata una forzatura”.
Considerato il fatto che la storia dei Selvans si conclude con il nuovo album quali sono i tuoi progetti per il futuro?

“Per ora posso dirti i miei programmi per il 2025: uno split, una collaborazione transmediale alquanto particolare e qualche concerto di supporto a ‘Saturnalia’”.
Senza esitazione: quali sono i tuoi tre album da isola deserta?
“‘Don’t Break The Oath’ dei Mercyful Fate, ‘Bloody Kisses’ dei Type ‘O Negative, ‘Gutter Ballet’ dei Savatage”.
Quanto è importante per Selvans esibirsi dal vivo?
“Non lo è”.
Avete in programma delle date per promuovere il nuovo album?
“Primo febbraio a Pescara, alla Scum Cave Room e il due maggio a Pinerolo in occasione del Church Of Crow Doom festival III edition. Maggiori info a questo link”
C’è un artista o una band in particolare con cui vorresti esibirti on-stage?
“No, non ho smanie da fan-girl”.
Vuoi aggiungere qualcosa alla nostra chiacchierata?
“Sento di aver detto tutto”.
Grazie per il tempo che hai concesso a Metal Hammer.  A presto!
“Grazie a te!”

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