Odium Humani Generis – Cronache del vuoto

Il 10/01/2025, di .

Odium Humani Generis – Cronache del vuoto
Con l’uscita del successore di ‘Przeddzien’ Metal Hammer Italia coglie l’ occasione per scrutare nell’abisso della scena Black polacca, ribollente di miasmi neri, che nelle parole del cantante chitarrista Bialy appare
Iniziamo con il secondo full length. Come presentereste ‘Miedzyczas’ al pubblico italiano?
“Ciao! ‘Międzyczas’ è il nostro nuovo album, la cui uscita è un grande evento per noi! Probabilmente non c’è una grande rivoluzione nella musica che presentiamo, ma ci siamo certamente permessi di utilizzare una più ampia gamma di ispirazioni, ci siamo concentrati sulla naturalezza e sull’autenticità. È ancora black metal polacco, in cui risuonano lontani echi degli anni ’90. È melodico, è deprimente e i testi trattano tematiche personali che non lasciano molto spazio alla speranza. Alcuni ascoltatori ci mettono sullo scaffale accanto a band come Drudkh, Vemod, Mgła, Lifelover. Se questo tipo di black metal ti piace, allora è possibile che tu possa apprezzare anche il nostro materiale.”


Vi ho visti suonare dal vivo a Roma nel settembre 2022, in supporto di Mgla e In Twilight’s Embrace. Secondo me l’intero spettacolo, oltre che devastante, ha dimostrato la buona forma della scena polacca in termini di equilibrio tra tradizione e innovazione. Pensi che la Polonia sarà il prossimo nucleo dell’universo black metal così come lo erano i paesi scandinavi negli anni ’90?
“Un grande concerto, lo ricordiamo molto bene, così come il resto di quel tour! Secondo me, lo è. Il mio punto di vista è certamente fortemente dettato dal fatto che sono polacco, ma anche cercando di essere obiettivo devo dire che la scena polacca è davvero una miniera di band e progetti eccellenti. Partendo dai classici della vecchia scuola degli anni ’90, come Arkona, Sacrilegium, Profanum, Christ Agony (e anche i Pandemonium, il cui bassista suona ora negli OHG), attraverso formazioni come  Kriegsmaschine, Cultes Des Ghoules, Infernal War, Massemord, Witchmaster, Evilfeast, Wędrujący Wiatr, Kres, Furia,  finendo con band che rappresentano un volto più attuale del genere, come Hauntologist, Mānbryne, Blaze of Perdition, Thaw, …e ancora i Furia! L’abbondanza di vari tipi di gruppi all’apice del livello è davvero travolgente qui. Sia la fiamma dell’underground legata ai classici polacchi che le interpretazioni più moderne del genere stanno andando alla grande.”

Il debutto ‘Przeddzien’ è stato pubblicato con l’etichetta italiana Cult of Parthenope, ma il successivo EP ‘Zarzewie’ è stato pubblicato tramite Folter Records. Ora ‘Miedzyczas’ esce con i Malignant Voices. Puoi dirci perché tutti questi cambi di etichette nella discografia degli OHG?
“Avevamo firmato un contratto con i Cult of Parthenope per due album. Il primo è stato pubblicato come previsto, sotto l’egida di quella etichetta.  “Zarzewie” è un EP ma il contratto non prevedeva questo tipo di release. Era un momento in cui dovevamo agire con rapidità a causa del secondo tour con Mgła/In Twilight’s Embrace/Odium Humani Generis. Torture Records dalla Germania ci ha aiutato a ultimare la pubblicazione prima dell’inizio del tour. Soprattutto gli aspetti promozionali sono stati il fattore decisivo nel cambiare l’etichetta uscendo dalla Cult of Parthenope. Ci siamo separati senza problemi o discussioni. L’ultimo album è stato pubblicato da Malignant Voices. Si tratta di una grande e rinomata label, della quale ci sentiamo onorati di far parte. La collaborazione procede senza la minima lamentela e il lavoro dietro alla pubblicazione è stato grandioso.”
Dall’artwork di ‘Preddzien’, passando per il clip di ‘Ulice’, i contenuti visivi degli OHG sono più incentrati su scenari urbani, piuttosto lontani dai classici boschi e rovine del black metal. Pensate che il vostro modo di scrivere musica sia influenzato dai luoghi a cui appartenete?
“Si, già nella fase dell’EP ‘Zarzewie’ la nostra enfasi sul luogo di origine, ossia l’ambiente urbano che ci accompagna ogni giorno, era chiaro. Sicuramente il luogo (in particolare, la città di Łódź) ha un’influenza molto significativa su ciò che accade nella nostra musica e testi. Io la penso ancora così, malgrado quest’influenza non sia in alcun modo enfatizzata nell’ultimo album. Siamo giunti alla conclusione che questo tipo di impostazione visiva si adatti meno alla musica che abbiamo proposto di recente. Tuttavia sì, abbiamo le nostre radici profonde nelle strade di Łódź”

Nella cover art di ‘Miedzyczas’ vediamo un uomo con un serpente intorno al piede e frecce nella schiena in un modo che mi ricorda l’immagine di Adamo bandito dall’Eden. Il testo riflette sugli stessi temi di sofferenza e miseria della condizione umana?
“Non intendevamo riferimenti biblici, ma in linea di principio quest’interpretazione è del tutto appropriata. La copertina mostra un personaggio che è ferito e sotto costante attacco. Nella morsa di eventi che non è in grado di lasciarsi alle spalle. Riflette, deluso dal mondo e da se stesso. È così che sono i testi. Pieni di disperazione, delusione, rassegnazione.”
Ho sentito alcuni echi della New Wave in vari passaggi di ‘Miedzyczas’. Ci sono altre influenze oltre al metal estremo nella vostra fase di composizione?
“Sicuramente sì. I riferimenti ad altri generi non sono molto evidenti nella maggior parte dell’album, ma penso che non avremmo tirato fuori molte idee se non fosse per l’ampio spettro di proposte che ascoltiamo. Eccetto che per un segmento, di cui sospetto tu ti stia riferendo, è difficile parlare di influenze dirette, ma in un certo senso ci siamo concessi una maggiore libertà stilistica nelle composizioni, cosa di cui sono estremamente felice e che considero un altro fattore di autenticità del nostro ultimo album.”
Ultima domanda: ci vediamo in Italia nel prossimo futuro?
“Al momento non ci sono progetti di questo tipo, ma spero davvero che ci siano novità in un prossimo futuro. Ne approfitto per ringraziare The Fall (Michał Stępień) per il mix e il mastering, Mariusz Konieczny per la sessione di registrazione e Emilia Śpiewak per l’artwork dell’album! Grazie per l’intervista.”

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