DGM – Davanti alla porta girevole

Il 02/01/2025, di .

DGM – Davanti alla porta girevole

I DGM sono una prog metal band italianissima che tutto il mondo musicale ci invidia per quello che riescono ogni volta a regalarci. Con l’uscita del nuovo lavoro intitolato ‘Endless’ la band percorre nuove strade allargando il proprio orizzonte musicale inserendo nuovi strumenti. Ne abbiamo parlato con Mark Basile, cantante della band per capire un po’ meglio quanto queste nuove influenze fanno e faranno parte del percorso della band.

Ciao ragazzi, complimenti per il nuovo lavoro. E’ stato un po’ più difficile del solito l’ascolto ma alla fine ho apprezzato molto il vostro lavoro.
“(Mark Basile) Ci fa molto piacere che tu abbia apprezzato ‘Endless’, è un disco che segna sicuramente un cambiamento, un evoluzione importante per la band, del resto è insito nel termine progressive cercare di sperimentare, travalicare i propri limiti espressivi in qualche modo.”
Partiamo dall’inizio, chi ha proposto di inserire delle parti di flauto/clarinetto?
“Beh è stata una cosa piuttosto semplice in realtà avendo a disposizione Emanuele Casali che è molto di più di un semplice polistrumentista, siamo andati verso quella direzione molto naturalmente, cercando degli echi più 70ies nella nostra musica.”
Come avete pensato a questo nuovo elemento nelle vostre canzoni?
“Come ti dicevo sperimentando assieme cose diverse, abbiamo subito capito che in certi brani la sonorità del flauto, più aggressiva alla Jethro Tull in certi casi,  sia più dolce e melodica in altri, potesse sposare bene il nuovo progetto.”
Quanto questo strumento sarà presente nel prosieguo della vostra discografia?
“Al momento questo credo sia difficile da anticipare, ma di sicuro i nuovi dischi seguiranno un flow molto specifico e quindi cercheremo di assecondare l’ispirazione del momento in maniera molto libera, mantenendo chiaramente il trade mark DGM.”
Siamo di fronte ad un concept album, mi raccontate la storia di cui avete parlato?
“In realtà ‘Endless’ è il nostro primo vero concept sia dal punto di vista musicale che dal punto di vista narrativo, la tematica al centro di questo lavoro è insita nella domanda eterna: “come sarebbe stata la vita se avessi scelto una strada diversa?” La narrazione è fondamentalmente divisa in tre parti: la prima, è un bilancio sulle proprie scelte sulla base attuale delle cose con chiaramente tutto il carico di incertezza che questa riflessione porta; la seconda,  quindi parliamo della parte centrale del disco, guarda al passato con la consapevolezza del senno di poi, immaginando strade diverse da quelle altresì prese una sorta di “sliding doors” empatizzando con l’ascoltatore circa l’angoscia ed il rimpianto che questo processo necessariamente porta a se; la terza parte il finale della storia, da adulto e saggio il nostro personaggio resta comunque tormentato dal percorso tortuoso che la vita è, tornando a temi quali il destino ed il libero arbitrio che si scontrano nelle note finali.”

C’è qualche brano all’interno di questo lavoro al quale siete più affezionati?
“Devo dire che guardare ad ‘Endless’ mi fa sempre pensare ad un unico viaggio, un unico brano che si gusta dall’inizio alla fine, sicuramente ognuno di noi avrà delle preferenze, posso dirti le mie personali, sono sicuramente molto legato a ‘Solitude’ ed a ‘Blank Pages’.”
Trovo che ‘…Of Endless Echoes’ sia il brano più completo e più riuscito dell’intero album, volete dirmi qualcosa di più su questa canzone?
“…Of Endless è sicuramente una suite che racchiude all’interno i motivi compositivi di tutto il disco, sia le parti più acustiche e soft sia quelle più potenti, sia quelle più progressive, se dovessimo ragionare in termini riassuntivi circa il nostro ultimo lavoro potremmo certamente dire che racchiuda e sintetizzi il senso dell’intero lavoro.”
Come avete intenzione di proporre queste canzoni nelle vostre prossime setlist? Prendendo qualche brano si perde la visione dell’insieme della storia…
“Infatti trovare modo di estrapolare degli estratti per il live, nelle setlist giapponesi hanno trovato spazio per ora quattro brani che però racchiudono bene il senso di ‘Endless’.”

Siete appena andati in Giappone, come sono andate le cose durante il tour?
“E’ sempre meraviglioso tornare nella terra del Sol Levante, per noi è stata la terza volta in carriera, abbiamo riabbracciato vecchi amici, ed incontrato molte nuove persone che ci vedevano per la prima volta, locali pieni di persone, pieni di energia, di gioia per la musica e per la condivisione di questi momenti speciali. Ci torneremmo domani stesso.”
Qual è la cosa più bella del Giappone, sia musicale che non musicale?
“Per quanto riguarda la musica posso dirti che il pubblico giapponese è molto attento a quel che suoniamo ma nello stesso tempo si lascia andare emozionalmente durante i nostri concerti partecipando molto vivamente, per le cose che esulano invece dalla musica posso citarti certamente la cultura giapponese che per gesti, modi, sapori ed usanze si distacca molto dal nostro modo occidentale di vedere la vita e viverla, poi ovviamente siamo tutti fanatici del cibo giapponese, di fumetti, Godzilla, Gundam insomma è veramente bellissimo per noi.”
Cosa si prova a portare la propria musica all’estero?
 “Per quanto ci riguarda è in primis un grande onore sapere che dall’altra parte del mondo letteralmente, ci sono persone che mesi prima della data riempiono il locale ed hanno grande attesa per condividere il live assieme a noi, non è assolutamente una cosa da tutti specie di questi tempi in cui la musica sia fatta di cose che non superino il minuto…noi siamo una band che ha bisogno di tempo per riuscire ad esprimersi musicalmente e creare un legame con le persone, questo noi lo facciamo molto onestamente e riscontrare che questa cosa venga capita profondamente e condivisa dal pubblico è una gioia immensa.”
Avete in programma date in Italia?
“Si certamente le prossime date confermate sono 7 Marzo a Pesaro, 8 Marzo a Bologna, 9 Marzo a Milano, poi avremo modo di partecipare ad Isola Rock il 9 di Maggio, ma il calendario è ancora in aggiornamento quindi seguiranno certamente sviluppi.”
Torniamo alla musica, quali sono le band che vi hanno ispirato ed indirizzato alla carriera musicale?
“Eh sono davvero tante dai Toto, ai Jethro Tull, dai Rush ai Kansas, dagli Yes ai Dream Theater passando per i Symphony X e Malmsteen, ma anche sicuramente i Journey, i Queen ed i Deep Purple…ma davvero solo per citarne alcune.”
Quando create le canzoni, partite da un riff, da un testo o altro?
“Diciamo che essendo tutti e cinque (me compreso) prima di tutto musicisti, partiamo sempre da un substrato musicale che possa essere accattivante per poi sviluppare le linee melodiche ed i testi in seconda battuta.”
In caso di concept album, avete tirato giù la storia e poi l’avete “musicata” oppure avete avuto un altro approccio?
“In realtà per ‘Endless’ le cose si sono mosse devo dire molto di pari passo nel senso che immediatamente la musica ci ha portati a sviluppare questa storia che evidentemente avevamo nelle nostre menti da molto tempo, quindi credo dipenda da questo il legame che questa volta ci sia tra musica e parole.”

Come è stato accolto questo nuovo lavoro dalla stampa e dai fan?
“Devo dire molto bene eravamo sicuramente curiosi di capire come potesse essere accolto questo ulteriore nuovo capitolo della nostra storia, condito da cose magari non presenti in passato oppure presenti in forma davvero embrionale, ma devo dire che ‘Endless’ è stato accolto benissimo e continua a generare consensi in giro per il mondo.”
A vostro parere quali sono le principali differenze tra questo album ed in precedenti?
“Se dovessi proprio risponderti sinceramente la più grande differenza in questo disco appartiene a noi…la vita e la storia ci hanno molto cambiati in questi ultimi anni a partire dal Covid a quello che purtroppo vediamo in questi giorni, chiaramente crescendo e maturando la visione della vita cambia radicalmente e questo credo sia un punto che ci ha legati ancor più profondamente e ci ha mostrato quanto la musica ci aiuti davvero ad affrancarci dalle angosce quotidiane.”
Quali sono i vostri ascolti attuali?
“Sicuramente posso dirti i miei, spazio dagli Intersphere ai The Midnight, da Sunglasses Kid agli Opeth, ripescando dal passato molte perle che in realtà avevo ascoltato con poca attenzione.”
Se doveste registrare una cover, quale sarebbe e perché?
“Bella domanda, diciamo che in passato sono spesso stato io a proporre le “cover improbabili” tipo in ‘Frame’ abbiamo fatto la cover di Angun – ‘Rose In The Wind’, quindi credo che se dovessimo occuparci di qualche cover potrebbe avere senso guardare a qualcosa di estremamente lontano musicalmente da noi, avrebbe per me senso nella misura in cui qualcosa di cosi diverso potesse trovare senso nelle nostre corde, è quello credo il gioco che rende tutto interessante.”
 Qual è la band che vi piacerebbe facesse una cover di un vostro pezzo?
“Oddio che domanda hahahaha, davvero non saprei cosa risponderti però sarebbe interessante che Tori Amos o i Rammstein si occupassero delle nostre canzoni hahaha.”
Come è nato il vostro amore per la musica?
“Diciamo che per me come per Simone ed Emanuele è stata una legacy familiare, nel senso che già in famiglia si è respirato musica sin da piccini, con musicisti nel mio caso ad esempio che mi hanno fatto assaporare la gioia della musica davvero sin dai primi anni d’età.”
Cosa significa la musica per voi?
“Sicuramente la possibilità di avere una pagina bianca su cui annotare i pensieri di una vita, qualcosa che riesce ad esserci vicino sempre cambiando assieme a noi nel tempo, non essendo semplicemente una “valvola di sfogo” bensì essendo il senso stesso di ciò che siamo tradotto in note e suoni.”

   

 

Leggi di più su: DGM.