Trip On, seduti ad ascoltare il sussurro del tramonto
Il 04/11/2024, di Andrea Lami.
I Trip On sono un progetto a due teste nato ormai qualche anno fa che ha dato alla luce un EP d’esordio (qui la nostra recensione) per poi concentrarsi sulla realizzazione di ‘Sunset Whispers’ , un album vero e proprio, con tutte le difficoltà del caso (qui la nostra recensione). Trattandosi di musica strumentale, avvicinabile a colonne sonore abbiamo voluto approfondire il discorso con i due mastermind per capire meglio cosa si cela dietro a queste nove nuove canzoni. Lasciamo la parola a Zac e Macho.
Partiamo dall’inizio in modo che chi non vi conosce, imparerà a farlo insieme a noi. Come è nato questo progetto/band?
“(Macho) La nascita di questo progetto è stata naturale, con Zac abbiamo sempre avuto gusti musicali comuni, aspettavamo solo tempi e modi per allearci. Il nostro credo sia un genere di nicchia, non propriamente un sound mainstream, quindi le persone ci conosceranno spulciando nelle playlist strumentali quando vivranno le nostre stesse vibrazioni e stati d’animo.”
Cosa vi ha spinto a creare musica insieme? Quali sono gli obiettivi che vi siete proposti in sede di composizione di questo album?
“(Macho) La nascita di ‘Flashback’ (il singolo) ci ha fatto capire che era giunto il momento di creare una realtà sonora continuativa, il sound di quel brano ci ha spinto a proseguire per capire cosa veniva fuori. Con ‘Sunset Whispers’ gli obiettivi che ci siamo posti sono stati sostanzialmente tre: dare tutto quello che avevamo in termini di idee, creare un sound che non fosse scontato anche nelle strutture compositive e sviluppare una quantità tale da permettere di racchiudere tutto in un album.”
Come create questo tipo di musica? Cosa vi ispira? Partite da un’idea, un riff, una melodia o altro
“(Zac) Si è esattamente come dici. Le canzoni nascono da dalle melodie che mi arrivano dritte nel cervello quando meno me le aspetto e da li ci ricamo intorno i vari intro, strofe , etc.. ovviamente tutto deve filare alla perfezione.”
Come si è svolta la ricerca del suono per “Sunset Whispers”?
“(Macho) Il sound di questo album è frutto di un approccio maniacale. Per quanto riguarda i synth la creazione dei suoni giusti è durata ore (i synth sono diversi in ogni traccia e magari per creare un unico suono c’è ne sono voluti 9/10 fusi insieme). Zac da parte sua ha impiegato ore per cambiare il sistema sia strutturale che procedurale di registrazione delle chitarre, ed anche gli hardware ed i software impiegati nei mix e nei master sono figli di una cernita a seguito di tentativi durati molto tempo.”
Quali sono le emozioni che si celano nel creare una band e creare musica propria?
“(Macho) L’emozione è unica, non ho mai amato suonare brani di altri artisti. Ho sempre inteso la musica come una mia valvola di sfogo personale, un’attività che svolgo naturalmente senza fatica e senza lo sguardo all’orario. Condividerla con Zac, prima di tutto un grande amico e poi un artista che stimo molto, è motivo di grande orgoglio, forse ancora non ho realizzato a fondo che in un anno e mezzo abbiamo fatto un EP ed un Album insieme, ma le sorprese non sono ancora finite”.
Parliamo ora del nuovo lavoro e dello step che avete fatto in così breve tempo dal primo EP. Come sono nate le canzoni?
“(Zac) A differenza dell’Ep che era un concept album, questo lavoro intitolato ‘Sunset Whispers’ ha nove canzoni, ognuna con la propria storia. Nella composizione mi sono divertito abbinando la mia musica a titoli immaginari e scene di film.”
C’è qualche brano al quale siete più legati?
“(Zac) Le amo tutte allo stesso modo.”
Perché avete scelto ‘Sunset Whispers’ come titolo dell’intero album? Il brano omonimo ‘Sunset Whispers’ rappresenta in qualche modo ciò che l’album contiene?
“(Zac) Ho scelto questo nome perché tornando a casa un tramonto mi aveva totalmente rapito i sensi talmente a fondo che mi sembrava che mi sussurrasse qualcosa nell’orecchio. A tal punto che mi sono immaginato la canzone ma anche da decidere di intitolare il disco in questa maniera.”
Stessa domanda per il brano intitolato ‘Trip On’ che è il nome della band. Anche questo brano intitolato ‘Trip On’ in qualche modo vi rappresenta?
“(Zac) Volevo che nel nuovo disco ci fosse una canzone col nostro nome band , ho chiuso gli occhi , ho acceso la modalità trip e sono andato a cercare nei meandri della mia anima la melodia giusta..il risultato mi soddisfa parecchio.”
Recensendo album strumentali il dubbio che mi viene è sempre lo stesso, ve lo propongo: non avete sentito la mancanza di linee vocali su qualche brano?
“(Macho) Io personalmente sono un grande amante delle belle voci, ma credo che le atmosfere di questi brani nei tempi e nei modi giusti, abbiano un tipo di ascolto molto “onirico”.. passami il termine, in sostanza non comunichiamo con una linea vocale ma con l’atmosfera generata dal collettivo di strumenti.”
In sede di recensione ho riunito le ultime tre tracce in una descrizione unica, per un discorso di aggressività che ho riscontrato. Ho sbagliato?
“(Zac) Ma sai, la musica ognuno la interpreta come vuole se te hai visto questo legame mi può stare anche bene ma sappi che non era voluto”.
Quali sono le principali differenze sonore e compositive tra ‘Sunset Whispers’ e ‘Flashback’?
“(Macho) Le differenze sono molte ma ne elenco solo alcune. ‘Sunset Whispers’ ha un livello di loudness mediamente più basso rispetto a ‘Flashback’, ci siamo tirati fuori dalla guerra dei volumi, abbiamo dato priorità alla qualità del suono. A livello compositivo ci siamo sbizzarriti, si trovano strutture pop, prog, poi vere e proprie colonne sonore che cambiano atmosfera armonica e ritmica.”
Avete scritto di aver raccolto la sfida della stampa relativa ad una maturazione artistica. Secondo voi siete riusciti a vincere questa sfida?
“(Macho) Assolutamente si. Non solo in termini artistici, ma anche personali. Un conto è lavorare ad un EP, ma lavorare ad un album è un lavoro molto più lungo, bisogna scendere a compromessi perché non sempre si ha la stessa visione. Con Zac abbiamo sempre agito nel rispetto l’uno dell’altro, cercando di comprendere il punto di vista altrui in maniera matura e senza discussioni.”
Avete intenzione di promuovere l’album con qualche concerto o party release?
“(Zac) Faremo sicuramente una festa con tutti gli ospiti dell’album per ringraziarli per quello che hanno fatto per noi. Sarebbe bello poter avere la possibilità di esprimere le canzoni dal vivo in versione orchestrale e poter invitare tutte le persone che hanno suonato per noi in studio.”
Ovviamente vi chiediamo se, accantonato questo album, avete già in cantiere qualche bozza di brano che potrà diventare un secondo album?
“(Zac) eh eh tu amico ci vedi lungo..si si, sono già in studio a concepire nuovo materiale per il prossimo disco con nuovi ospiti”
Qual è il ruolo di Zac e quello di Macho all’interno del progetto?
“(Macho) Questa è semplice… scherzi a parte: in quasi tutti i casi Zac è la genesi…l’idea originaria, si parte nella maggioranza dei casi da una sua idea che poi sviluppa con chitarra e basso ed io con l’aggiunta di sintetizzatori, drum machine, ecc. completo la composizione, In seguito mi occupo dei mix e dei master che vengono poi supervisionati da Zac che ha l’orecchio a quel punto più fresco.”
Qual è la ragione che vi ha spinto a collaborare con musicisti esterni alla band?
“(Zac) Ho sempre amato le collaborazioni e dare la possibilità ad amici musicisti di esprimersi sulle mie creazioni. Ho sempre dato a loro carta bianca ed il risultato finale che mi hanno dato è sempre stato azzeccato.”
Qual è il ruolo della collaborazione con altri artisti nell’album ‘Sunset Whispers’?
“(Zac) il ruolo degli Special Guest Star è assolutamente da protagonisti. Senza la loro impronta il risultato non sarebbe stato questo.”
Qual è la caratteristica principale del sound sviluppato dal Trip On?
“(Macho) Direi emotività, è un rollercoaster. Un sound che alterna melodie molto dolci a ritmicità molto violente, come nei momenti delicati della vita in cui si è emotivamente instabili. Si alterna gioia, rabbia, malinconia, orgoglio, senza controllo.”
In che modo i Trip On uniscono la concezione di colonna sonora con la struttura pop?
“(Zac) L’abbinamento è ormai un marchio di fabbrica. Adottando la costruzione pop, che a me sembra essere quella più congeniale per il nostro stile, le canzoni scorrono belle fluide e morbide”
Se doveste registrare una cover, su cosa vi orientereste?
“(Macho) In questo momento non saprei.. anche perché è un momento nella musica mainstream che si fa uso e abuso di campionamenti di vecchi brani, ma pensando ad una canzone che mi ha segnato molto direi ‘The Brazilian’ dei Genesis.
Come è nato il vostro amore per la musica?
“(Zac) Avevo circa 10 anni. Ricordo come se fosse adesso il momento che mi batté fortissimo il cuore. Mi era arrivato all’orecchio una canzone tramite mia sorella che mise la cassetta degli Europe. Quando sentii l’assolo di John Norum di ‘The Final Countdown’ andai completamente fuori di testa. Poi la stessa cosa accadde con Iron Maiden, Megadeth, Sepultura, etc…”
“(Macho) E’ nato in tenera età, ascoltando nei viaggi in macchina con i miei genitori appunto ‘Invisible Touch’ dei Genesis. Adoro i giri armonici di tutte le canzoni di questo album, poi tutti gli album dei Gipsy King, Paco De Lucia, La lista è davvero lunga. ”
Cosa rappresenta per voi la musica? Non vale la risposta ‘tutto’
“(Zac) Per quanto mi riguarda è una ragione di vita. Ho lei in testa dalle prime luci dell’alba a quando vado a dormire cerco di darle uno sviluppo sia come compositore, sia come organizzatore di eventi”.
“(Macho) La musica come già detto per me è una valvola di sfogo personale, è difficile da spiegare… è una cosa che DEVO fare per stare bene, indipendentemente dal fatto che si pubblichi o meno qualcosa. È uno strumento di determinazione, in senso biologico, riferendomi al cambiamento ed alla maturazione a cui la maggior parte di noi è sottoposta, per me è la musica.. altri hanno altri ikigai.”