Partriarchs In Black – Visions of death

Il 19/07/2024, di .

Partriarchs In Black – Visions of death

Neppure il tempo di assimilare l’album ‘My Veneration’ (leggi l’intervista di presentazione QUI) che è nuovamente tempo di parlare dei Patriarchs In Black. La band nata da un’idea del chitarrista Dan Lorenzo, già al comando di Hades e Non-Fiction e del batterista dei Type O Negative Johnny Kelly, sta infatti dimostrando una incredibile prolificità, avendo debuttato appena due anni or sono con ‘Reach For The Scars’, ripetendosi a distanza di dodici mesi con ‘My Veneration’, appunto, e ripresentandosi adesso con il nuovissimo ‘Visioning’ che proprio oggi vede la luce. Un album dal cuore oscuro, che partendo da radici doom si dirama verso gli stili più disperati, andando ad accarezzare il rock’n’roll, il blues, il groove rock e addirittura il rap. Così come nei lavori precedenti, sono numerosi e di spessore gli ospiti che prestano voce e strumenti a questo progetto: si parte da Karl Agell dei Corrosion Of Conformity e si arriva sino a Darrryl DMC McDaniels dei Run DMC passando per Dave Neabore (Dog Eat Dog), Eric Morgan (A Pale Horse Named Death), Mark Sunshine (Riotgod), Jason McMaster (Watchtower), Kyle Thomas (Exhorder) e moltissimi altri ancora. Un progetto che non può non affascinare, per questo abbiamo contattato direttamente Dan Lorenzo compiendo con lui un viaggio che, partendo dai Patriarchs in Black, approda sino agli albori di una carriera pregna di soddisfazioni.
Dan, bentornato sulle pagine di Metal Hammer. Oggi parliamo del nuovo album ‘Visioning’. Come è stato il processo creativo per il vostro nuovo lavoro? 
“Innanzitutto grazie a voi per averci nuovamente ospitato! Posso dire che il processo creativo è stato abbastanza lineare. Tutto è nato o da riff che sento nella mia testa o da qualcosa che ho scritto mentre stavo giocando con la chitarra. Una volta che ho steso una bozza, sono andato alla JROD Productions e ho registrato le mie chitarre su una traccia click. Poi ho mandato tutto a Johnny Kelly. Una volta che Johnny ha finito, la base è stata girata al cantante e al bassista che ho scelto per quello specifico brano, e a loro volta hanno inciso le loro parti”.
Perchè ‘Visioning’?
“Mi sono imbattuto in questa parola online, in una storia che parlava di persone sul letto di morte. Poco prima di morire, molte persone vedono i loro cari, morti da anni, che vengono a confortarli per il loro arrivo ‘dall’altra parte'”.
Addentrandoci  nei brani che compongono questo album, cosa puoi dirci di ‘What Do They Know? (for the champions)’?
“Per questo brano io ho scritto la musica, Mark Sunshine ha scritto il testo che parla di “campioni” come Michael Jordan. Atleti che prosperano sotto pressione. Riescono a escludere il “rumore” e le distrazioni, a concentrarsi e a dominare nella foga del momento”.
Un altro pezzo davvero splendido è ‘Welcome To Hell Again’ sembra intrigante realizzato insieme a DMC. Puoi parlarcene?
“(D.L) Appena ho scritto la musica di ‘Welcome To Hell Again’ sapevo che volevo che Kelly Abe e DMC collaborassero ai testi e alle voci. Avevo appena scritto una canzone con DMC per il suo prossimo album da solista
che ha chiamato ‘TeRIFFic’ e sapevo che c’era il giusto feeling. Lascio però che sia DMC a parlarvi del testo che ha scritto per questa canzone”
“(DMC) In pratica dico che è una scelta vivere all’inferno! A volte siamo noi stessi a creare il nostro inferno. Indipendentemente da quello che succede, possiamo parlare di vita o di morte, di positività o di negatività. Lo spirito che sputo è come vivo la mia vita. Come posso comportarmi. In pratica sto dicendo al diavolo e al male di dare il meglio di sé! Posso gestire qualsiasi cosa mi portino! Mi piace lavorare con i Patriarchs In Black perché sono grandi musicisti e mi piace il contenuto delle loro canzoni. Ci sono molte cose emotive con cui posso relazionarmi.”

L’album combina elementi di doom metal classico con suoni moderni. Puoi spiegarci come avete ottenuto questa miscela in canzoni come ‘Whiskey On My Mind’?
“Non mi piace il sapore dell’alcol, ma continuavo a sentire il testo di questa canzone nella mia testa. Frank D è un signore afroamericano di 70 anni che ha una grande voce e mi piace come ha cantato questa canzone… in una sola ripresa!
Per il missaggio e il mastering dell’album vi siete affidati a Jon Cioicari della JROD Productions. Come è stato lavorare con lui?
“Lavoro con “JROD” da anni ed è un grande. Ha un orecchio fenomenale e sono sicuro che presto farà il grande salto perchè è davvero un grande professionista”
In che modo le canzoni di ‘Visioning’ riflettono la vostra crescita ed evoluzione come band rispetto agli album precedenti?
“Pensi che mi sia evoluto musicalmente, Fabio? Penso di scrivere come sempre riff pesanti, stupidi e fottuti!”
Dan, oggi sei molto attivo con i Patriarchs in Black ma alle spalle hai una carriera importante che vorrei ripercorrere insieme a te, a partire dal capitolo Hades con tanto di show di spalla ai Twisted Sister. Cosa ti è rimasto di quell’esperienza?
“Beh, abbiamo aperto per loro nel 1982 quando eravamo una cover band nel New Jersey. All’epoca i Twisted facevano molte cover. Avevano appena pubblicato il loro primo EP. Il locale era pieno. Nel 2010 abbiamo aperto di nuovo per loro in Germania al Bang Your Head Festival. C’è un grande video in alta qualità degli Hades che suonano ‘Rebel Without A Brain’ su YouTube”.
Come musicista ti sei formato alla Paramus High prendendo lezioni di teoria musicale e di ear training. Quanto pensi sia stato importante per te questo percorso didattico?
“Beh, sicuramente ha aiutato il mio orecchio. Ci allenavamo all’ascolto tutti i giorni. Ho imparato cose come il movimento parallelo e il mio orecchio è “cresciuto” in modo esponenziale”.
Nel 2001 dopo un lungo silenzio eravate tornati sulle scene con ‘DamNation’ promosso dal vivo su palcoscenici importanti come quello del Wacken, Keep It True, Bang Your Head… Poi proprio sul più bello la decisione di smettere con i live. Come mai?
“Perchè il mio migliore amico Jimmy Schulman (il bassista originario degli Hades, Nda) è sempre in ritardo! Gli voglio un bene dell’anima, ma io sono molto puntuale ed è difficile coesistere (Ride, Nda). Riguardo a ‘DamNation’, penso che il precedente ‘The Downside’ del 2000 fosse migliore, perchè Ed e Alan (Fuhrman e Tecchio, bassista e cantante Nda) erano al top della loro carriera. In ‘DamNation’ il ritorno di Jimmy lo ha fatto suonare più simile agli Hades originari, mentre avere Ron Lipnicki (Overkill) alla batteria gli ha dato una marcia in più perchè Ron è un batterista straordinario ed è molto divertente lavorare con lui”.

Dagli Hades sei passati ai Non-Fiction. Come hai gestito questa transazione?
“Con gli Hades cercavo di “impressionare”, in mancanza di una parola migliore, Jimmy e Tom (Schulman e Coombs Nda). Con i Non-Fiction ho cercato impressionare solo me stesso”.
Nella tua carriera hai avuto modo anche di prendere parte alla registrazione dell’album natalizio di Jeff The Drunk del The Howard Stern Show. Come sono andate le cose?
“Oh è stato divertente. Jeff era un ospite fisso dello show di Howard Stern e, pensa un po’: è presentato ubriaco! Non è sorprendente, vero? Le cose sono andate così: un giorno ho ricevuto una chiamata dal manager di Jeff che aveva sentito alcuni spot pubblicitari che avevo realizzato per E! Voleva che registrassi un album di Natale per Jeff. Dovevo trovare un batterista in grado di suonare 10 canzoni in una sola ripresa dopo due prove. Ci ho pensato un attimo su e ho chiamato Johnny Milnes. E’ stato divertente, perchè abbiamo fatto una prova insieme e poi subito a chiuderci al Big Blue Meenie”.
Ma è vero che, all’inizio, il tuo sogno non era fare il chitarrista ma il giocatore di baseball? 
“Si, ma se avessi seguito quella strada oggi sarei al verde! Ero molto bravo fino al nono anno, quando mi sono innamorato della chitarra. Non credo che avrei potuto nemmeno arrivare alle minors….. anche se uno dei miei compagni di squadra di allora ci è riuscito”.
Addentrandoci nel privato: ti sei sposato a Roma e hai anche incontrato il Papa. Che ricordi conservi di quel giorno speciale?
“Ricordi fantastici. Amico mio, il segreto della felicità, o uno di essi, è sposare la propria migliore amica. Gina è mia moglie e la mia vita! Roma è una città bellissima, che toglie il fiato. Forse è un po’ troppo sporca, ma questo non toglie che sia una città meravigliosa, con la storia che emerge da ogni suo angolo”.
Guardando indietro alla sua carriera, quali sono i momenti di cui sei più orgoglioso, sia nella musica che nella vita privata?
“Hmmm. Posso dire la realizzazione del nuovo album dei Patriarchs In Black? Ne sono così orgoglioso. Ma anche i lavori fatti con i The Cursed, Non-Fiction, Vessel Of Light… sono tutte esperienze che ricordo con grande orgoglio”.
In chiusura, pensi sarà mai possibile assistere ad uno show dei Patriarchs In Black?
“Impossibile no, ma di sicuro estremamente difficile. Io vivo nel New Jersey, Johnny vive in Texas. In questo progetto abbiamo coinvolto dieci cantanti differenti… direi che si può ragionare su un singolo evento in un grande festival, ma un tour vero e proprio è dannatamente complicato”

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