DieHumane – The sound of insanity

Il 17/07/2024, di .

DieHumane – The sound of insanity

I DieHumane sono una band metal d’avanguardia nata agli sgoccioli del 2020 a Glaveston, in Texas, per volere del videomaker Joshua Vargas e del polistrumentista Greg Hilligiest come terapia per sopravvivere al delirio dell’isolamento forzato. Ciò che ne è uscito fuori e che è poi stato convogliato nel disco di debutto ‘The Grotesque’ è un allucinato mix sonoro che va a combinare elementi doom, jazz, industrial, blues e prog, un po’ come se se i Celtic Frost avessero avuto un incidente d’auto con A Perfect Circle, Nine Inch Nails e Type O Negative mentre ascoltavano i Pink Floyd alla radio. Oggi i DieHumane sono tornati con un nuovo EP che vede la partecipazione di personaggi importanti nel mondo del metal come Chuck Billy dei Testament, l’ex Mushroomhead Jeffrey Nothing e il batterista Will Hunt. Troppo ghiotta l’occasione, per lasciarci sfuggire la possibilità di scambiare due parole con Josh Vargas in persona, che con grande disponibilità ci ha condotto alla scoperta della sua affascinante creatura.
La prima domanda è d’obbligo: come sono nati i DieHumane?
“I DieHumane come entità musicale sono nati da me e Greg. Insieme abbiamo registrato musica dal 2012, saltuariamente. All’epoca, nel 2020, avevo appena finito di girare un documentario su una nota band metal, avevo chiuso una relazione di quattro anni e uno dei miei più cari amici e collaboratori nel mondo del cinema e dei video era morto. In quel momento il mondo intero era chiuso e, per evitare di impazzire, ho iniziato a registrare musica. La nostra canzone ‘Crossroads’ è stata la prima ad essere registrata. Da lì in poi tutto si è trasformato in una palla di neve. Ho iniziato a chiedere a Greg di partecipare al progetto e, prima che ce ne accorgessimo, avevamo circa 10 composizioni finite o in lavorazione. Questo ha portato a contattare Garret West per le parti vocali. Una cosa tira l’altra e poi Rick (Hunolt, chitarra ex Exodus Nda) è stato coinvolto, Ulrich Wild, il produttore è stato tirato dentro ed eccoci qui. Il nome deriva da quello che doveva essere il nome originale, ‘Die Humane Conspiracy’, ma abbiamo tolto la parte ‘Conspiracy’. L’obiettivo è sempre stato quello di avere un nome in più lingue, ma che potesse essere interpretato in più modi”.
Quali sono le band che pensi abbiano maggiormente influenzato la tua formazione artistica?
“Personalmente, Trent Reznor, qualsiasi cosa di Tom Warrior, Death Grips, Meshuggah, Tool e Type O Negative. C’è una band chiamata King 810 che ho imparato ad amare molto. Mi piace molto l’album di Kim Dracula. Molti compositori di film, in particolare Thomas Newman e James Newton Howard”.

Quali messaggi vorresti trasmettere ai vostri fan attraverso la vostra musica?
“Non c’è un vero messaggio in senso letterale. Il pubblico può interpretare ogni cosa come vuole, in qualsiasi modo si senta in sintonia con lui. L’arte è molto meglio quando è interpretativa. Odio quando qualcosa diventa predicatorio. Su qualsiasi cosa”.
Puoi dirci qualcosa di più sul concetto che sta alla base del nuovo EP e sui suoi elementi tematici?
“Riprende da dove si era interrotto ‘The Grotesque’. Quel disco parla di toccare il fondo, con un piccolo barlume di speranza alla fine. La perdita e il suicidio sono i due temi principali del disco. L’EP inizia a colmare il divario tra questo e il prossimo lavoro, che sarà una continuazione del viaggio iniziato con il primo album”.
Come sono nate le collaborazioni con Chuck Billy e Jeffrey Nothing e come è stato lavorare con loro?
“Rick si è occupato di coinvolgere Chuck Billy e io ho portato Jeffrey Nothing. J-No è un caro amico e una delle persone più meravigliose del pianeta. Erano anni che desideravo lavorare con lui in qualsiasi veste, che si trattasse di musica o di girare un video musicale per lui. Chuck era una voce ospite e ha fatto centro, ma in realtà Jeff ha scritto quella canzone con noi a livello concettuale. Sia lui che Garret hanno scritto testi e melodie ed è venuta fuori una cosa fantastica!”
Com’è stata l’esperienza di avere Will Hunt alla batteria per questo EP? Come ha influenzato il suono complessivo?
“Will è un batterista eccezionale! È stata la scelta perfetta per la direzione che la musica avrebbe preso dopo il nostro primo disco. Sal (Abbruscato, ex Type O Negative, ex Life Of Agony Nda) ha fatto benissimo su ‘The Grotesque’, che era molto più basato sul groove con qualche strana firma temporale qua e là, mentre il nuovo lavoro è molto più astratto e strano. Ci sono molte cose poliritmiche e alcune sono molto più pesanti e arrabbiate rispetto al nostro primo album, roba con la quale Will va a nozze. Incorpora la tecnologia nel suo set di batteria oltre agli elementi acustici. Mentre tutti i ritmi di batteria elettrici/industrial che si sentono nel nostro primo disco erano programmati, nel nuovo lavoro è Will che suona direttamente dal suo kit”.
In che modo il nuovo materiale dell’EP differisce dal vostro precedente album ‘The Grotesque’?
“Continua sicuramente il sound creato nel primo disco, ma con qualche passo evolutivo, ad esempio è molto più pesante in alcune parti. È sicuramente più strano. Oltre al sax, al violino e al pianoforte, che sono sempre presenti nel nostro lavoro, in alcune canzoni c’è il lap/steel. Suona sicuramente più arrabbiato, mentre il primo disco era più incentrato sulla depressione, ma ha ancora tutti i grandi ritornelli e le atmosfere che ci caratterizzano. Il nuovo materiale, a volte, abbraccerà anche l’assurdo un po’ più di quanto abbiamo fatto nel primo disco. Il primo era ‘Sad-Bastard music’ e il prossimo sarà ‘That Sad Bastard Finally Snapped Music’.
Potete condividere qualche retroscena delle sessioni di registrazione del nuovo EP?
“Tutti noi registriamo praticamente dai nostri studi domestici, quindi per me personalmente, è riconducibile a un sacco di fumo d’erba e composizione, con l’occasionale “guardare roba strana su YouTube per catturare un’atmosfera da cui partire”. L’eccezione, finora, è stata che Rick ha registrato il suo assolo per la canzone di J.No a casa mia, in Texas, quando la band è venuta a girare i video musicali del primo disco. È stato divertente”.
Come riuscite a mantenere un equilibrio tra elementi pesanti e astratti nella vostra musica?
“Non facendo mai quello che si ‘dovrebbe’ fare durante il processo di scrittura. Se sembra una formula, viene buttata via. Se qualcosa sembra troppo facile, viene messo al microscopio e scrutato. Oggi nel metal moderno è quasi una regola non scritta che la voce debba essere urlata, mentre noi guardiamo una parte pesante e diciamo ‘Ma se invece facessimo dei falsetti?’. Ci sono molte situazioni e scenari di questo tipo. È importante che la musica rimanga imprevedibile. È questo che mi piace tanto dei Nine Inch Nails. La musica è sempre un viaggio e non sai mai dove ti porterà la canzone. C’è una canzone nell’EP in uscita che è ferocemente pesante e molto poliritmica, ma poi cade immediatamente nel pianoforte e in una voce molto, molto soul, che poi si schianta di nuovo con la pesantezza con un assolo di sassofono psicotico che porta all’assolo di chitarra”.
La pandemia ha influenzato molti artisti. Come ha influenzato la creazione di ‘The Grotesque’ e del vostro EP?
“Come già detto, se non ci fosse stata la pandemia, noi potremmo non esistere. È nato come terapia artistica per affrontare l’isolamento e la morte che c’erano in quel periodo. Nessuna delle canzoni parla della pandemia, ma molti degli effetti successivi della pandemia hanno influenzato direttamente le canzoni”.

Oltre che nel mondo della musica, sei estremamente attivo anche in quello del cinema. Immagino che la cura artistica a livello di video e immagine sia quasi maniacale per te…
“Assolutamente, infatti ho sempre voluto trattare i video musicali più come cortometraggi che non come video veri e propri. Ai tempi di MTV, i video musicali erano in realtà solo spot pubblicitari per gli album, il che per me è una noia mortale. Preferisco trattarli come una rappresentazione visiva della canzone in questione. Non nel senso letterale del termine, ma per far coincidere visivamente il sentimento della canzone con le immagini. Se dipendesse da me, non faremmo mai una ‘jam video’. Sono un grande appassionato di cinema e amo i registi non ortodossi come Jean-Luc Goddard, David Lynch, Harmony Korine e Alejandro Jodorowsky. I nostri video musicali sono l’occasione perfetta per giocare in questo campo. Altre influenze per l’aspetto visivo, che si tratti dei nostri video o dell’artwork degli album, sono Matt Mahurin (in particolare la sua collezione “Tom Waits”) e Nicolas Bruno, che crea opere d’arte dai suoi incubi”.
Come vedete evolversi i DieHumane nei prossimi anni? Avete qualche obiettivo a lungo termine?
“Per quanto riguarda i DieHumane, sappiamo già cosa faremo. Sappiamo dove andremo a finire. Conosciamo i temi che esploreremo in ogni album. Sappiamo come si incastrerà il tutto e sappiamo quando finirà. Non sarà uno di quei progetti “da cavalcare fino a quando le ruote non cederanno” o qualcosa che rimane insieme fino a quando non diventa stantio. C’è un finale pianificato verso il quale tutto si sta sviluppando. DieHumane è molto più un progetto artistico che una band, ma che incorpora molte forme d’arte (audio, visiva, performance) per creare un quadro più ampio. L’unica cosa in sospeso è il numero di persone che parteciperanno al viaggio. Che siano 1.000 o 1.000.000 e qualsiasi altra cosa nel mezzo. A prescindere da ciò, questi numeri non influenzeranno il nostro operato. Ci piacerebbe avere un pubblico il più vasto possibile, ma non a spese dell’arte stessa. Ce n’è tanta là fuori”.
Qual è il momento più memorabile che avete vissuto finora come band?
“Per me personalmente sono quattro i ricordi più importanti: Il primo è guardare Rick scrivere e realizzare l’assolo di chitarra di ‘Stardust Blues’ in una sola ripresa. Il secondo sono le riprese del video musicale di ‘Stardust Blues’. Il terzo è vedere Rick ricevere un articolo enorme sulla rivista Guitar World che lo elogiava per il suo modo di suonare la chitarra al di fuori del thrash. È un chitarrista fenomenale e il fatto che la gente apprezzi il suo lavoro significa molto per lui, quindi vedere che è successo è stato fantastico. Merita che si parli di lui in quel mondo, insieme agli altri grandi. Infine sentire Greg impazzire quando gli ho detto che avremmo fatto una canzone con J.No”.
Che consiglio daresti alle band emergenti che cercano di ritagliarsi la loro nicchia nella scena metal?
“Capire subito se si vuole far parte di quel mondo o se si vuole contribuire a quel mondo. Sono due strade completamente diverse. Per essere parte di qualcosa, devi soddisfare le persone che stanno al cancello. Vedila in questo modo: cercare di farne parte è come andare a una festa in una casa piena di persone che non conosci. Per poter entrare, devi conoscere almeno 1 o 2 persone. E poi, una volta entrati, bisogna impressionare gli altri. Se non lo fai, ti ributtano fuori e quelle poche persone che conoscevi non ti seguiranno. Contribuire a questo mondo è come dire ‘Fanculo a quella festa e a quella casa’ e poi dare fuoco a un’auto in strada davanti a quella festa. Alla fine, questo attirerà l’attenzione della gente che uscirà fuori chiedendosi: ‘Cosa sta facendo questo pazzo figlio di puttana?’. Alcuni potrebbero persino trovarlo più interessante delle stesse, monotone stronzate che si ripetono a quella festa. In ogni caso, vi distinguete dalla massa. Il che è molto più bello. E quando non ve ne frega niente di far parte di quella festa, nessuno avrà mai niente da rinfacciarvi. Perché è qui che inizia la vendita dell’anima”.
In conclusione, il disco sarà promosso anche dal vivo. Cosa devono aspettarsi i vostri fan dai vostri concerti?
“Ci spingeremo il più lontano possibile dal punto di vista visivo, estetico ed energetico. Vogliamo che lo spettacolo dal vivo sia un’estensione dell’arte presente nelle canzoni, nella grafica dell’album e nei video musicali. E ci piacerebbe prendere parte a una crociera metal. Sarebbe divertente suonare una musica così intensa ed emotiva e allo stesso tempo sembrare degli imbranati con camicie hawaiane e cappelli da marinaio”.

Più info:

https://www.facebook.com/diehumane

https://www.instagram.com/diehumane

https://www.youtube.com/@diehumaneofficial

https://open.spotify.com/artist/1DSgRzrFXQ4eZibVa7smnA

https://diehumane.bandcamp.com/album/the-grotesque

https://soundcloud.com/wurmgroup/sets/diehumane-the-grotesque

https://music.apple.com/ca/album/the-grotesque/1660285239

Leggi di più su: DieHumane.