Voltax – Hasta el final
Il 03/05/2024, di Carlo Monforte.
Tra le band sudamericane che meritano più di un ascolto, vanno annoverati senza dubbio i messicani Voltax, attivi dal 2006 e arrivati a tagliare con il nuovo ‘Ardentis’ il traguardo dei cinque album in carriera. Una carriera costruita su un heavy metal old school e su un amore viscerale per l’heavy metal classico, quello stesso che viene sprigionato dalle note del nuovo lavoro. Incuriositi abbiamo contattato la band al gran completo, ovvero il cantante Jerry Aguirre, il bassista e tastierista Hector Vera, i chitarristi Diego Magdaleno e Victor Segura e il batterista Andy Rios e insieme a loro abbiamo ripercorso la storia di questa interessante band.
Potete raccontarci come sono nati i Voltax?
“Nel 2006 eravamo affamati (come lo siamo ancora oggi) di creare il nostro “heavy metal” con un’influenza più “classica” in un periodo in cui, qui in Messico, si stavano già consolidando il metal estremo, il power metal e anche il thrash metal. All’epoca, l’intenzione era quella di suonare il nostro materiale e fare registrazioni con le risorse che avevamo, ma fin dall’inizio abbiamo avuto opportunità sempre migliori, soprattutto grazie alla qualità dei nostri spettacoli dal vivo”.
Quali erano le vostre influenze quando avete iniziato a suonare?
“Ogni membro è solitamente diverso e vario, ma una cosa che abbiamo in comune e che è una parte fondamentale di ciò che sono i Voltax, è il gusto per l’heavy metal classico e underground. Insieme ascoltiamo molto rock, dalla psichedelia anni ’60 al metal estremo. Per quanto riguarda l’arte, la letteratura e la filosofia, ogni membro ha le proprie preferenze e i propri gusti, forse in alcuni di noi questi gusti non si distaccano troppo dall’estetica dell’heavy metal, in altri casi possono essere di natura totalmente diversa, c’è chi ama i temi epici, la fantascienza, la grafica macabra o le storie e le biografie di grandi musicisti metal, e c’è chi ama l’arte astratta, la filosofia attuale e la poesia. Naturalmente, tutto questo influenza direttamente o indirettamente la musica e la grafica dei Voltax, come dimostra la copertina di ‘Ardentis’ in cui si riflettono diverse di queste influenze artistiche e ideologiche”.
Quali sono le emozioni che si celano dietro la musica dei Voltax?
“Tanta potenza, tanta energia, vogliamo solo che la nostra musica vi faccia salire a livelli pazzeschi, soprattutto nei nostri concerti dal vivo. Vogliamo diffondere l’amore per l’heavy metal. I nostri testi potrebbero non essere sempre rose e fiori, ma non cerchiamo di abbattere nessuno. Ci piace che ognuno prenda il proprio significato dalle nostre cose, e ogni ritmo, riff, assolo… sono tutti per colpirti dritto nelle sensazioni”.
Potete presentarci il nuovo album ‘Ardentis’?
“E’ il nostro quinto album e il più ambizioso sotto molti aspetti. Abbiamo cambiato completamente il modo di registrare, le tracce sono in spagnolo, cosa che non avevamo mai fatto prima, e musicalmente è il più complesso e il più aggressivo di sempre. Ogni canzone è un portale verso un’altra dimensione, con atmosfere molto diverse per ogni brano”.
Quali sono stati gli obiettivi che vi siete posti quando avete iniziato a lavorare al nuovo disco?
“Innanzitutto superare, sulla base dell’esperienza, la qualità della produzione passata. Nel caso di ‘Ardentis’, l’obiettivo era registrare gli strumenti dal vivo e senza metronomo per ottenere un suono più organico e reale per la band. Di solito registriamo alcune prove e per molto tempo ci è piaciuto il risultato in termini di “feeling”, ma a questo giro volevamo qualcosa che con la registrazione multitraccia non avevamo, così questa volta abbiamo deciso di trovare uno studio con lo spazio e le attrezzature per registrare insieme in modo chiaro e professionale, ed è stato all’ OZ Recording Studios che abbiamo trovato lo spazio ideale per fare cosa avevamo in mente, nonchè una persona perfetta, Osvaldo, un ingegnere e musicista con una vasta esperienza nel meta”l.
‘Ardentis’ è il vostro quinto album. Quanto è cambiata la vostra musica da quando avete iniziato a suonare?
“È cambiata molto, ogni album è stato speciale, ha avuto un’atmosfera propria, plasmata da diversi fattori o da ciò che la formazione sentiva al momento della registrazione. Con il tempo, siamo riusciti a evolverci fino al punto in cui possiamo dire di avere la formazione perfetta ora, e questo ci ha aiutato a creare un suono e delle composizioni per ‘Ardentis’ che sono più mature e aggressive. È come se stessimo diventando più pesanti, pur mantenendo il suono caratteristico dei Voltax”.
Dove trovate gli stimoli per continuare a suonare un genere che non è semplice come il metal classico e a comporre dischi?
“Una vera passione che continua a bruciare nei nostri cuori, sempre più luminosa ad ogni album che pubblichiamo”.
Quanto tempo è stato necessario per scrivere e registrare l’album?
“Abbiamo registrato la maggior parte dell’album, batteria, basso e chitarre in un’unica sessione, mentre in un’altra sessione abbiamo registrato voce e tastiere. Si può dire che ‘Ardentis'” sia stato registrato in due giorni, mentre il missaggio e il mastering sono stati affidati a Felix Fung e questo naturalmente ha richiesto più tempo; per esperienza abbiamo imparato che i missaggi fatti in fretta non sono buoni, soprattutto a partire dal nostro terzo album in cui la nostra musica è diventata più “nostra”. Per quanto riguarda il tempo di composizione, abbiamo iniziato diversi mesi prima ad avere idee e riff. Non ricordo quanto tempo, ma sono dell’idea che il tempo per comporre sia sacro e relativo, se forzi il tempo della composizione al tempo delle etichette, del mercato o in generale delle aspettative estranee alla qualità e al valore della musica, forse quella composizione “funziona” e vende anche bene, ma non sarà qualcosa di speciale o trascendente. E con questo voglio dire che una composizione può essere finita in mesi o in poche ore, è una questione di magia e come direbbe Pedro Friedeberg “la magia non è qualcosa di cui parlare” hahaha”.
Come nasce una canzone dei Voltax?
“Iniziamo con una melodia o un riff di chitarra, poi inseriamo gli altri strumenti, elaboriamo la melodia vocale e infine scriviamo i testi, che si ispirano a vari temi… storie reali o di fantasia, esperienze personali o sociali, alcuni film o libri”.
C’è un brano che pensate possa rappresentare a pieno i nuovi Voltax?
“È davvero difficile sceglierne uno solo, tutti abbiamo i nostri preferiti, ma se dovessi scegliere… ‘Lituria Eterna’ è uno dei più importanti. È una vibrazione completamente nuova, totalmente diversa da tutto ciò che abbiamo fatto prima. Quel brano ha dato il via all’intera atmosfera dell’album ‘Ardentis’. E i testi sono come un viaggio attraverso i nostri 18 anni di storia come band”.
Qual è la cosa più preziosa che avete imparato durante la scrittura, la registrazione e la pubblicazione dell’album?
“Che da ‘Ardentis’ in poi continueremo a registrare dal vivo e non strumento per strumento, e naturalmente senza metronomo. Inoltre, con ogni album acquisiamo esperienza in termini non musicali, come i rapporti con le etichette discografiche, la distribuzione, il design e il concetto di prodotto fisico, le alternative di promozione, ecc”.
Come è stato accolto ‘Ardentis’ dalla comunità metal?
“Molto bene, in parte perché abbiamo atmosfere diverse in tutte le canzoni, dallo Speed al Doom Metal, quindi i fan di diversi generi lo apprezzano molto”.
Pensate che ci sia un futuro per i gruppi che fanno metal underground vecchia scuola nel presente?
“Finché sono fedeli a se stessi e onesti con la loro musica, c’è sempre una grande possibilità che un gruppo possa avere un futuro brillante, ma se vogliono solo ripetere le stesse formule che stanno facendo al momento, difficilmente funzionerà a lungo termine”.
Com’è la situazione a livello di scena metal in Messico?
“Riteniamo che sia cresciuta e migliorata negli ultimi anni, ora abbiamo una discreta varietà di festival underground e di festival di massa, e anche un maggior numero di spettacoli di band provenienti dall’estero ogni anno. Ultimamente c’è stata una rinascita di band che suonano tutti i tipi di stili, per lo più con grande qualità”.
Avete in programma qualche tour?
“Faremo un piccolo tour in Messico in estate, e abbiamo anche in programma di visitare gli Stati Uniti, speriamo di poterlo rivelare presto. Dite ai vostri promoter locali di invitare i Voltax nella vostra città!”