Blood Opera – …E tu vivrai nel terrore!
Il 07/03/2024, di Fabio Magliano.
Nati nel sangue, concepiti all’inferno e accidentalmente rianimati, i Blood Opera, ensemble horror metal di Toronto, Canada irrompono oggi sulle scene con ‘Songs in the Key of Death”, un’avvincente e tetra discesa nel mondo del gore e della follia. Un inquietante mix tra heavy rock e horror movie, infernale crocevia dove musica e cinema si incontrano, non a caso all’album hanno preso parte attori di celebri horror come Tony Todd (‘Candyman’, ‘Final Destination’, ‘La Notte dei Morti Viventi’ ), Adrienne Barbeau (‘The Fog’, ‘Halloween’), Linnea Quigley (‘The Return of the Living Dead’) e (‘Le Colline Hanno gli Occhi), insieme a colleghi musicisti come Morgan Lander (Kittie) e Maurizio Guarini (Goblin), il tutto con la benedizione del guru George A. Romero. L’immagine gore, i nomi di battaglia ma, soprattutto, la qualità musicale hanno poi fatto il resto, spingendoci ad alzare la cornetta e a contattare Mr. RIP Junk in persona. Ne saremo usciti vivi?
La prima cosa che viene da chiedersi vedendo le vostre foto promozionali è: ma chi siete???
“Siamo RIP Junk, Max Murder, Damien Deathgasm e Muerto McBrain. Insieme siamo i Blood Opera, l’unica band heavy metal di Toronto che suona film horror. Suoniamo “dead metal” in omaggio ai nostri film horror preferiti. Una volta eravamo esseri umani, riportati in vita dalla morte per diventare la Banda dei Morti Viventi. La nostra prima impresa macabra è stata quella di essere l’accompagnamento musicale dal vivo di una produzione teatrale del classico horror degli anni ’80 “Il ritorno dei morti viventi”. Non ha funzionato, ma avevamo ancora voglia di carne, così abbiamo iniziato a scrivere le nostre canzoni e a rendere omaggio ai film che amiamo. Così abbiamo cambiato il nome in Blood Opera”.
Da un punto di vista visivo cosa vi ha influenzato ci pare abbastanza chiaro, mentre da un punto di vista musicale?
“Vogliamo mescolare l’heavy e l’hair metal della vecchia scuola con tutto ciò che è horror e non-morto. Siamo condannati per sempre a scuotere la terra e a suonare in una città vicina a voi! Man mano che le band leggendarie invecchiano e vanno in pensione, ci sarà fame per la next big thing. E noi abbiamo l’appetito per farlo! Band come Dokken, GWAR e The Misfits sono grandi influenze, ma con la sezione ritmica che abbiamo ora, ci sono sicuramente suoni più pesanti e moderni dalla nostra”.
Come nasce una canzone dei Blood Opera?
“Tutto inizia con i riff. Devono essere le fondamenta. Se la canzone è ispirata a un certo film, il titolo del film serve come titolo di lavorazione. Poi entrano in gioco i testi. Li elaboriamo durante le prove e ognuno di noi ci aggiunge il proprio sapore marcio. Ci sforziamo di avere grandi hooks e ritornelli potenti. Fondamentalmente comunque alla base di ogni nostra canzone di deve essere terrore, terrore, rabbia, paura, agonia, nausea, fame apocalittica… tutto il divertimento fantasmatico!”
Tutto questo è finito su ‘Songs in the Key of Death’… volete parlarcene?
“La storia inizia con due giovani metallari che scavano le tombe della band più tosta del mondo, morta tragicamente prima che il loro album di debutto potesse essere pubblicato, la cui unica copia viene sepolta insieme ai corpi della band. Con orrore, liberano la band dei morti viventi, i Blood Opera! A metà del disco, un giornalista aggiorna la situazione dei non morti. La morbosa combriccola sta causando il caos in tutta la città. Mentre l’album finisce, una coppia pensa di essere finalmente al sicuro, che gli zombie siano tutti morti. Max Murder ricorda loro in modo macabro che nessuno è al sicuro! Con queste 13 tracce, l’ascoltatore ha ricevuto la chiave per la sopravvivenza dell’umanità”.
Quali erano gli obiettivi che vi siete posti quando avete iniziato a lavorare al nuovo disco?
“Volevamo rendere ogni canzone la migliore possibile, aggiungendo più groove cruento, melodie orecchiabili, riff marci e tutto ciò che potevamo. Volevamo avere il maggior numero possibile di ospiti speciali e siamo riusciti ad averli tutti tranne uno. Volevamo una produzione di alta qualità, che fosse al servizio di tutti gli strumenti e i suoni, e il risultato è stato ottimo. Il nostro ingegnere Nick Ginn (Schoolhouse Studio) ha fatto un lavoro eccezionale sull’album”.
Quanto ci avete messo per scrivere e registrare il disco?
“Le canzoni sono una raccolta di brani vecchi e nuovi provenienti da tutta la storia della band fino a questo momento. ‘Feeding Frenzy’ e ‘The Gates of Hell’ sono state scritte appositamente per l’album e sono quelle di cui siamo più orgogliosi. Sicuramente accennano alla direzione che continueremo a seguire. Il processo di registrazione è iniziato con demo di pre-produzione autoprodotti nella primavera del 2023 e abbiamo lavorato a tutte le fasi di realizzazione di un album fino a gennaio di quest’anno”.
Avete citato gli ospiti che avete avuto a bordo per il disco. Come sono nate queste collaborazioni?
“Vogliamo dare ai nostri ascoltatori umani l’esperienza completa del nostro heavy metal da film horror. Quindi pensiamo che se facciamo i fan di queste leggende nelle nostre registrazioni, anche i nostri fan ne saranno entusiasti. Fortunatamente, nell’era di Cameo, possiamo farlo. La voce narrante di Linnea Quigley in ‘Feeding Frenzy’ è stata registrata da noi personalmente alla convention horror 2023 Frightmare in the Falls”.
C’è un ospite che vi rende particolarmente orgogliosi di avere coinvolto nel progetto?
“‘Il Ritorno dei Morti Viventi’ è un film iconico a cui dobbiamo tutti molto, quindi avere a bordo Linnea in una canzone che rende omaggio a quel film è sicuramente un sogno che si avvera. Ci siamo dovuti pizzicare per capire se era vero o se stavamo sognando… ma non troppo forte, potremmo portarci via un po’ di carne”.
Quale è, invece, quello che non siete riusciti a coinvolgere?
“Abbiamo cercato di convincere l’attore di ‘Hellraiser’ Doug ‘Pinhead ‘Bradley a partecipare a ‘A Waste of Good Suffering’, ma purtroppo non era disponibile in quel momento”.
Tornando al disco, c’è una canzone che pensate possa rappresentare a pieno lo spirito dei Blood Opera?
“Per me è la canzone ‘1-800-454-8000/Feeding Frenzy’. È la prima canzone che ho scritto per questa band e sono davvero orgoglioso dei riff. Volevo rendere omaggio ad Angelo Badalamenti e a ‘Twin Peaks’ con l’intro di tastiera. I miei cani Loki e Tyr Wrestling forniscono il suono della carneficina di zombie nella sezione strumentale. È anche fantastico avere Morgan Lander dei Kittie come voce ospite e la voce narrante di Linnea Quigley de ‘Il ritorno dei morti viventi'”.
Personalmente ho apprezzato molto ‘The Gates Of Hell’. Ti va di parlarcene?
“Max Murder ha proposto il ritornello e la strofa, e insieme alla band abbiamo sviluppato il resto della canzone. È stata la prima volta per questa formazione della band. È stato molto soddisfacente aggiungere qualcosa ogni settimana durante le prove, finché non è stata completata. La ciliegina sulla torta di budella è che Maurizio Guarini dei Goblin ha fornito delle tastiere davvero roboanti e terrificanti”.
Che ne dite, invece, di ‘The Ballad of Father Malone’?
“Questo film è basato su ‘The Fog’ di John Carpenter. Presenta il doppiaggio originale della star del film, Adrienne Barbeau. Il seme originale della canzone è nato dal nostro defunto batterista Richard “Dick” Demons. RIo l’ho presa e l’ho trasformata in quello che è oggi. Mostra un lato di noi più doom in stile Black Sabbath, con una sezione strumentale molto ossessionante. Se conoscete il film, sentirete il terrore!”
Un altro brano forte è proprio quella ‘Feeding Frenzy’ che hai citato in precedenza…
“…In origine non doveva essere la canzone d’apertura, ma durante le registrazioni vocali, abbiamo deciso che sarebbe stata l’apertura perfetta per via dell’energia e anche per avere un po’ di narrazione sulle tastiere. La parte di synth l’ho scritta per ultima, perché volevo un inizio unico per la canzone prima del caos. Il riff del ritornello l’ho tenuto nella mia tasca posteriore di carne per molti, molti anni. Il resto della canzone è scaturito da lì. Avevo il titolo e sapevo che volevo che fosse una canzone su di noi, i morti viventi. Max ha preso spunto da questo e ha inventato un testo da paura”.
La copertina rimanda ad alcune locandine di opere di Lucio Fulci. Qual è il vostro rapporto con i suoi film?
“Amiamo l’arte del cinema horror di quell’epoca. Anche gli oggetti di scena e gli effetti, ovviamente, soprattutto lo splatter! ‘Paura nella Città dei Morti Viventi’ è un film classico e poiché vogliamo che le nostre canzoni si sentano come i film da cui sono tratte, cerchiamo di rendere loro omaggio anche visivamente’.
Mi citi i cinque film horror che reputi imprescindibili?
“Per me personalmente ‘L’Esorcista’, ‘Il Ritorno dei Morti Viventi’, ‘La Cosa’, ‘Hellraiser’, e se dovessi aggiungere qualcosa di moderno, direi ‘The Witch'”.
Quando ho posto questa domanda, parecchi anni fa, ai The Haunted, a sorpresa mi citarono ‘Salò o le 120 Giornate di Sodoma’ di Pasolini…
“È un film classico del sottogenere estremo, che ha molto da dire sotto il profilo dello shock. L’ho visto solo una volta, con il doppiaggio inglese. Dovrei assolutamente vedere la versione originale italiana. L’abuso di potere è rilevante oggi come lo era all’epoca in cui è stato girato”.
A sto punto ho quasi paura a chiedervi se avete in programma un’invasione zombie e cosa dobbiamo aspettarci dal vostro show…
“Stiamo prenotando per il resto dell’anno, cercando di espandere lo zombie sprawl in quante più città possibili. Il palco è sempre avvolto dall’orrore. Abbiamo avuto bare, manichini, spruzzi di sangue, attori di scena, fenomeni da baraccone e altro ancora. Il tutto mentre la nostra colonna sonora dell’apocalisse vi martella le orecchie! Vi basti sapere che il nostro van è un carro funebre”.