Wild Steel, togliamo la maschera all’età dell’acciaio
Il 30/01/2024, di Andrea Lami.
Wild Steel, alias Andrea De Stefanis, cantante e membro fondatore degli Shadows Of Steel nonché cantante prima dei Projecto e successivamente degli Oracle Sun, da diverso tempo ha deciso di mettersi “in proprio” dando il via ad una carriera in solitaria. L’ultimo lavoro, intitolato ‘Age Of Steel’ è un concept album che racconta di un futuro ipotetico, quindi curiosi come non mai ci siamo lasciati trasportare dalle parole dell’autore per approfondire il discorso.
Ciao Wild, ci racconti come è nato questo nuovo album?
“Ciao Andrea, ben ritrovato. È un piacere parlare con te e con i lettori di Metal Hammer. Questo ultimo lavoro è nato dalla collaborazione tra me e Franz Ekhurn, con cui avevo già collaborato agli inizi del 2000 durante le registrazioni di ‘Second Floor’ degli Shadows of Steel, mi contattò nell’ormai lontano 2007 per propormi alcuni brani composti insieme al chitarrista Andrea Rinaldi, mi piacquero molto e decisi di accettare la proposta e completarne la stesura scrivendo le parti vocali ed i testi”.
Siamo curiosi, hai voglia di spiegarci la storia del concept, magari con particolare attenzione nel raccontare che parte di storia stanno raccontando le canzoni?
“Il disco racconta di un lontano futuro dove le macchine hanno preso il sopravvento sull’uomo, di per se la premessa risulta sicuramente banale, in realtà è un contesto in cui si possono inserire al meglio i protagonisti della storia che si vuole raccontare, l’uomo è rappresentato come un androide ormai privo di sentimenti, capace solo di distruggere e uccidere protetto da una armatura d’acciaio, dall’altra parte la donna come simbolo di forza in tutta la sua nuda natura. Analizzando alcuni episodi salienti ho voluto raccontare come uno di questi soldati viene risvegliato dal torpore dei suoi sentimenti annullati dopo l’incontro in battaglia con La Regina di Spade (‘Come Along’). In ‘Queen Of Spades’ è celebrata la superiorità femminile, ad esempio la capacità di proteggere le persone care, il campo di battaglia non è altro che la vita di tutti i giorni. ‘Age of Steel’ è una trasposizione della società odierna, di come la tecnologia stia condizionando la vita di tutti i giorni, i testi sono stati scritti oltre 15 anni fa ma, ora come non mai, questo scenario risulta più che attuale. ‘Live Again’ parla di come la vita, nonostante gli ostacoli e le prove a cui ci sottopone, sia sempre pronta a darci una nuova possibilità di redenzione. ‘Don’t Tell Me’ racconta quanto sia difficile riporre la propria fiducia nel prossimo, di quanto si possa essere prevenuti verso le persone che amiamo per via delle nostre debolezze e insicurezze. ‘Il Nido dell’Angelo’ ci introduce in un contesto ancora più introspettivo ed apre a ‘Restless’ dove è sempre l’uomo a parlare, qui avviene la piena presa di coscienza riguardo ai propri sentimenti e alla paura nell’esternarli. ‘Final Battle’ è l’episodio dove il confronto tra Donna e Uomo raggiunge il climax, quest’ultimo risulta sconfitto, inerme e spogliato della sua armatura ma è solo il preludio ad una rinascita. ‘Away With You’ è il momento in cui i due protagonisti si relazionano mettendo a nudo i reciproci sentimenti mentre ‘Odyssey’ apre la strada a quello che è un futuro di pace”.
In una società futuristica ambientata nel 7707, esistono dragonfly/libellule? La natura è presente o è stata annientata anch’essa?
“La natura ha sempre il sopravvento, a mio avviso non è possibile vivere in mondo fatto solo di ferro e cemento.
La Libellula è il simbolo che ho voluto adottare per questo album e la protagonista ne fa uso come arma nata dalla combinazione di quest’ultima e l’acciaio di una spada”.
C’è qualche canzone a cui sei più legato o che vorresti che il pubblico apprezzasse per qualche specifico motivo?
“Non ho particolari preferenze, ogni volta che scrivo un brano cerco sempre di dargli un senso che per me sia valido, considero agni album per quello che rappresenta nella sua interezza. Come sempre sono solito dare indizi non troppo definiti su ciò che avviene all’interno di ogni brano dando modo a chi ascolta di immergersi in maniera più adeguata nell’ascolto e possa avere una propria interpretazione. Ad esempio questo lavoro contiene molte ballad, ho ricevuto pareri contrastanti a riguardo ma anche molti apprezzamenti”.
Tolto un album tributo ai Crimson Glory, il tuo esordio risale al 2006, sette anni di inattività a livello di composizione di inediti. Cosa hai fatto in tutto questo tempo?
“A partire dalla seconda metà del 2000 ho avuto molta difficoltà organizzative e d’altro canto pochi incentivi da parte dell’industria discografica. Infatti come tu stesso hai sottolineato il mio ultimo lavoro da solista risale appunto al 2006, lo stesso ‘Transcending Glory’ risale al 2011, nel 2013 ho pubblicato ‘Crown of Steel’ con gli Shadows of Steel dopodiché, fatta eccezione per le collaborazioni con Gabriels e il tributo a Ronnie James Dio del 2018, ho dovuto attendere il 2020 prima di pubblicare un nuovo album di inediti, parlo di ‘Machine Man’ degli Oracle Sun. Per questo motivo ‘Age of Steel’ è rimasto nel cassetto per alcuni anni dal suo completamento in attesa di una buona opportunità per essere pubblicato”.
Nell’arco degli anni hai cambiato musicisti. C’è una ragione particolare? Sei una sorta di Malmsteen che chiama a sé chi sai che potrebbe realizzare ciò che hai in testa?
“In pratica il progetto solista di Wild Steel nasce per tutto quello che non rientra nel filone compositivo degli Shadows of Steel e negli anni si è evoluto in maniera da ospitare collaborazioni con musicisti con cui sono in contatto da più o meno anni dando vita a nuovi piani di volta in volta”.
Come hai intenzione di promuovere questo album oltre alle classiche recensioni ed interviste?
“Oltre alla pubblicazione di videoclip il miglior metodo di promozione sono le esibizioni dal vivo”.
Stai pianificando delle date dal vivo? Sarebbe decisamente interessante fare delle date con dei filmati alle vostre spalle che raccontano la storia. Una sorta di esibizione teatrale ma più easy. Dimmi che hai in mente una cosa del genere.
“L’intenzione è quella di proporre alcuni spettacoli dal vivo, compatibilmente con quello che si può organizzare in Italia, al momento non ho un’agenzia di booking, i pochi a cui mi sono rivolto mi hanno chiesto soldi ed ovviamente non è mia intenzione pagare per suonare o per pubblicare i miei album. L’idea di preparare uno show teatrale è interessante e nel corso degli anni è stata valutata più volte, non appena si presenterà la giusta occasione sarà sicuramente un’esperienza molto stimolante”.
Ultima domanda relativa ai tuoi vari progetti e partecipazioni: Shadows Of Steel, Oracle Sun.
“La mia collaborazione con gli Oracle Sun purtroppo si è conclusa a breve distanza dall’uscita dell’album ‘Machine Man’ a causa di problematiche logistiche. Per quanto riguarda gli Shadows of Steel a breve verrà pubblicato ‘Twilight II’ in formato cd con l’aggiunta di materiale inedito non incluso nella versione digitale del 2022. Nel contempo siamo già a buon punto con la stesura di nuovo materiale. Oltre a questo ci sono altre sorprese in fase di completamento, il 2024 sarà un anno ricco di novità, restate sintonizzati”.