Helltrain/Scheitan – The rock’n’roll devils
Il 28/12/2023, di Fabio Magliano.
Quando, nell’ormai lontano 2004 mi capitò sulla scrivania il disco di debutto degli svedesi Helltrain, ‘Route 666’ la sensazione di avere tra le mani qualcosa di esplosivo fu grande. Il mix di death, punk e rock’n’roll proposto dagli scandinavi era qualcosa di devastante e i presupposti per ipotizzare una carriera luminosa ai “nostri” c’erano tutti. Ed invece la band si perse presto, pubblicò altri due lavori validi qualitativamente ma passati per lo più inosservati nonostante l’interesse di un colosso come la Universal quindi il silenzio. Rotto solo dalla pubblicazione di qualche singolo e dalla tragica notizia della scomparsa del batterista Oscar Karlsson. Quindi il ritorno con un nuovo brano ‘Mischief’, che potrebbe fare da apripista per il quarto album in 21 anni di carriera. Una carriera che procede parallelamente con quella degli Scheitan, progetto del cantante Pierre Törnkvist tornato alla ribalta dopo un lungo silenzio con una cover di Billy Idol per il brano ‘White Wedding’ che dovrebbe anticipare il nuovo album, il primo dopo ‘Nemesis’ del 1999, in uscita la prossima primavera. Insomma, di carne al fuoco ne abbiamo davvero tanta, quindi bando alle ciance e via a questa chiacchierata in perenne bilico tra presente, passato e futuro…
‘Mischief’ è il primo nuovo singolo degli Helltrain dopo cinque anni. Cosa è successo in questo periodo?
“Dopo aver realizzato i due singoli ‘Wolfnight’ e ‘On Your Knees’ nel 2018, credo che ci siamo scontrati con un muro: non siamo mai stati veloci nel pubblicare nuova musica, ma quei due singoli sono stati realizzati per rendere rispetto e omaggio al nostro batterista Oscar Karlsson (già con Defleshed, Sarcasm, Scheitan, The Duskfall…scomparso per un arresto cardiaco nel 2016 Nda). In realtà avevamo anche un altro brano scritto da Oscar che stavamo per finire ma il computer è andato in crash e ci ha tolto l’ultima volontà, credo. A livello personale sono stato attivo con il mio progetto solista Devil’s Force e di recente ho deciso di ridare vita a un altro mio progetto, Scheitan. Ho pubblicato due singoli dei Scheitan in un tempo relativamente breve e sto lavorando a un album che uscirà nella primavera del 2024″.
Uno di questi singoli è la cover di ‘White Wedding’ di Billy Idol. Come mai questa scelta?
“Ho sempre amato la sua musica. E sentivo anche che era una canzone a cui potevo rendere giustizia, non volevo registrare una cover e distruggerla. Billy è un artista unico che si inserisce nell’hard rock, nel punk, nel goth…È un’icona di stile che ha attraversato i confini e ha fatto sì che la scena musicale si unisse maggiormente, quindi mi è sembrato giusto mostrargli un po’ di rispetto e fare questo tributo”.
Come è nata l’idea di resuscitare gli Scheitan?
“Tutto è iniziato con me che scrivevo canzoni, musica con uno stile diverso da quello degli Helltrain. Ho pensato a lungo a come chiamare il “progetto” e ho persino inviato un brano per la distribuzione digitale prima di cambiare idea e decidere di scegliere il nome Scheitan per queste nuove canzoni. Mi sono reso conto che sarebbe stata la cosa perfetta da fare, musicalmente sembra una continuazione di ‘Nemesis’ del 1999, fondamentalmente è solo la voce che secondo me è migliorata rispetto a quello che avrebbe dovuto essere fatto già allora.
Ma quali sono le principali differenze tra il lavoro con Scheitan e quello con gli Helltrain?
“La differenza principale è ovviamente il fatto che con Scheitan ci sono solo io. Sono l’unico responsabile dei brani e mi piace molto avere il 100% di libertà artistica. Naturalmente è fantastico lavorare ai brani degli Helltrain con mio fratello, e di solito non discutiamo molto su di essi. Penso anche che ci sia un’enorme differenza nell’atmosfera e nello stile: Scheitan è una roba cupa e tenebrosa, mentre Helltrain è un bastardo aggressivo che va a 100 miglia all’ora lungo la strada”.
Puoi darmi il tuo personale parere sui tre album sin qui registrati dagli Scheitan?
“‘Travelling in Ancient Times’ è stato ristampato in vinile l’anno scorso, quindi ho passato un po’ di tempo con l’album di recente e penso che sia invecchiato abbastanza bene. È un discreto disco black metal degli anni ’90, niente di speciale ma nemmeno brutto, l’ultima traccia è quella che spicca ed è uno dei marchi di fabbrica di Scheitan, il suono dark ambient.’Berzerk 2000′ era un disco molto vario, credo che i brani dark gothic siano ancora molto belli, i brani black metal non sono male, ma la produzione è orribile. Questo è stato anche il motivo per cui sono stati pubblicati solo i brani gotich nell’ep digitale ‘Deathgoth’. ‘Nemesis’ era un album che la gente non capiva, “death’n’roll” o meglio “goth’n’roll” non era proprio un termine all’epoca, era un album che suonava come nessun altro quando fu creato. È ancora un po’ unico e penso che suoni ancora bene. Potrei pensare che la produzione avrebbe potuto essere migliore, mi piace di più la produzione dei brani di ‘Deathgoth’, il suono è più importante e le voci suonano meglio.’Nemesis’ avrebbe sicuramente beneficiato di più chitarre downtuned”.
Con gli Helltrain, invece, siete attivi da 21 anni eppure avete registrato solo tre album in studio. Come mai questa scelta?
“Per essere onesti posso affermare che la morte di Oscar ha avuto un impatto importante su tutto questo. Abbiamo fatto un album nel 2004, uno nel 2008 e l’ultimo nel 2012. Avevamo già pronte le canzoni per un altro album e stavamo per entrare in studio nel 2016 quando Oscar è morto. E i quattro anni tra i tre album sono stati pieni di ostacoli. Prima avevamo il contratto con Nuclear Blast e ci sono stati alcuni problemi quando abbiamo realizzato ‘Rock’n’roll Devil’ e ci siamo trovati a dover firmare con JFRC/Universal. In seguito abbiamo avuto gli stessi problemi quando abbiamo lasciato il contratto con la JFRC e abbiamo deciso di metterci in proprio per ‘Death is Coming’. C’è voluto un po’ di tempo per sistemare le cose e trovare delle etichette che si occupassero di rilasciare le licenze. Quindi tutto questo tempo intermedio non è stato davvero una “scelta”, ma piuttosto qualcosa che è venuto fuori con le situazioni della band”.
Avete comunque registrato diversi singoli, e anche questa è una scelta particolare…
“In realtà non si tratta di una “scelta”. Le cose sono andate in questo modo, come ho spiegato prima. La morte di Oscar ha avuto un impatto enorme sul nostro programma di pubblicazione. Non è facile andare avanti quando il tuo migliore amico e colui con cui hai scritto musica fin dall’infanzia non c’è più”.
Pensate che la vostra vera dimensione sia il live e che per questo il lavoro in studio passi in secondo piano?
“Sì, credo che gli Helltrain debbano essere vissuti dal vivo. Anche se non suoniamo spesso dal vivo. Non è che siamo contrari ai concerti, li facciamo volentieri se le circostanze sono giuste. Ma il business musicale oggi è bloccato, le stesse band delle stesse agenzie di booking suonano ogni anno agli stessi festival davanti alle stesse persone. E poiché abbiamo lasciato il giro che conta molto tempo fa, non abbiamo un’etichetta o un agente di booking, siamo più o meno fuori dall’equazione”.
Il vostro album di debutto era pura adrenalina. Quanto è cambiato il tuo modo di vedere la musica in tutto questo tempo?
“Per quanto riguarda gli Helltrain, non credo che il nostro modo di vedere la musica sia cambiato troppo. Gli Helltrain hanno il loro stile e questo non cambierà, abbiamo un mix di black metal, rock’n’roll e punk che suona unico, il nostro suono si potrebbe dire. Ma personalmente mi sono evoluto molto, ho una prospettiva più ampia e guardo al songwriting in modo molto diverso rispetto a vent’anni fa. Ho cercato di imparare molto sulle strutture delle canzoni, sugli accordi e sulle tastiere, sugli arrangiamenti, sulla registrazione e sulla produzione”.
Il vostro sound è un mix perfetto di death, punk e rock’n’roll. Quali sono i vostri punti di riferimento stilistici?
“Sono solito dire che suoniamo come un mix di Motörhead e Misfits mescolati al black metal. Siamo cresciuti con l’heavy metal tradizionale come Twisted Sister, W.A.S.P, Iron Maiden e Mötley Crüe. A metà dell’adolescenza abbiamo scoperto gli Helloween, i Metallica, gli Anthrax e in seguito ci siamo dedicati all’underground e alla scena death e black metal. Ma a parte l’heavy metal, tutti noi avevamo una mente aperta e mentre ci tuffavamo nel death e nel black metal eravamo anche appassionati di punk come i Misfits, i Ramones e il punk svedese come Ebba Grön, Strebers e così via insieme al crust come Driller Killer. Se parliamo di punti di riferimento per la voce, i miei vocalist preferiti quando sono cresciuto erano Udo degli Accept e Mille dei Kreator. Ho sempre voluto scegliere una voce più acuta e urlata, invece del solito grugnito death metal”.
Guardiamo alla vostra carriera: Puoi darmi un giudizio su:
‘Route 666’: “Penso che sia abbastanza fresco e punk, suona bene per essere un album di debutto (non che non avessimo fatto album prima, ma è il primo album degli Helltrain). A posteriori, avremmo dovuto essere presenti al mixdown. Solo il nostro batterista Oscar lo stava mixando insieme a Daniel Bergstrand a Uppsala. Così abbiamo preso alcuni accordi “diplomatici” sul suono. Credo che sia io che mio fratello Patrik avremmo voluto che le melodie emergessero un po’ di più. Ma è stato frenetico, Nuclear Blast era d’accordo con il mix che avevamo fatto qui a Luleå, ma JFRC è intervenuta e voleva concedere la licenza dell’album per il mercato americano e pensava che il mix originale fosse troppo debole. Così abbiamo deciso di remixarlo con Daniel, con tempi molto stretti ma alla fine credo che sia venuto bene”.
‘Rock n’ Roll Devil’: “Sono stato molto soddisfatto di questo disco quando l’abbiamo finito. Ci sono alcune canzoni forti, come la title track e ‘My Little Stars’. Anche dal punto di vista sonoro sono molto soddisfatto, abbiamo registrato la musica a casa in uno studio locale e poi abbiamo registrato le voci e fatto il mix insieme a Daniel nello studio Dug Out di Uppsala. Avevamo molte aspettative per questo album, dato che è stato pubblicato su JFRC/Universal, ma è stato completamente ignorato in Europa, l’album è stato pubblicato solo negli Stati Uniti e questo è avvenuto nel 2008, quando Internet era esploso, quindi le vendite sono state molto scarse”.
‘Death Is Coming’: “Abbiamo realizzato questo album da soli, al 100% fai da te. Dal punto di vista delle tracce credo che sia il nostro miglior lavoro. Forse mi piace di più il suono di ‘RNRD’, ma questo è un dato di fatto. Abbiamo registrato la musica a casa a Luleå e poi siamo andati di nuovo a Uppsala per le voci e il mix finale. Questa volta era presente tutta la band, tutti hanno detto la loro e Daniel mi ha allenato molto bene per la parte vocale. In seguito è stato pubblicato in piccole quantità dall’etichetta underground svedese TPL Records e concesso in licenza per la Russia/Stati Baltici dalla Metalism Records”.
Possiamo dire che, a giudicare dal valore di ‘Route 666’, gli Helltrain avrebbero forse meritato uno spazio maggiore nella scena europea?
“Sì, l’ho sempre pensato, ma ne ho parlato anche in questa intervista. Il successo raramente ha a che fare con la qualità musicale, basta guardare tutte le band di merda che hanno milioni di streaming e suonano in grandi show. Se si trucca abbastanza il maiale, la gente smetterà di notare che è un maiale. Ma onestamente non me ne frega un cazzo”.
Cosa ha funzionato o non ha funzionato secondo te?
“Penso di aver affrontato la maggior parte delle cose. Non è che le cose non abbiano funzionato, abbiamo solo seguito il nostro percorso. Forse ha anche a che fare con il fatto che provengo da una mentalità puramente underground, non ho mai voluto fare musica per compiacere le etichette discografiche”.
Come abbiamo detto, siete in giro da 21 anni. Quali sono, secondo te, i momenti più belli della tua carriera?
“La cosa migliore è stata esibirsi dal vivo davanti a migliaia e migliaia di persone nel centro di Kiev, in Ucraina. Niente potrà mai batterlo. Un altro momento saliente è stato pubblicare ‘RNRD’ con il logo della Universal Records sul retro, non molti artisti, e sicuramente non molti nel nostro genere, riescono ad arrivare a una delle cosiddette “top 5″ etichette del mondo. Non è successo molto dopo, ma credo che sia stata una prova sufficiente del fatto che gli Helltrain sono un gruppo di qualità. Abbiamo anche condiviso un CD compilation con Rammstein, HIM e Bloodhound Gang, il che è stato molto bello”.
Hai qualche rimpianto quando ti guardi indietro?
“Sì e no, perché tutto è stato frutto di scelte deliberate. Ma ovviamente gli Helltrain hanno avuto molte opportunità che, per un motivo o per l’altro, hanno rifiutato. Col senno di poi forse avremmo dovuto tentare tutte quelle cose, come le offerte per i tour ecc. Ma il momento era sempre sbagliato, quando le cose hanno iniziato a muoversi per gli Helltrain i miei figli erano molto piccoli e ho sempre pensato che sarebbe stato irresponsabile mettere una “carriera” nella musica davanti al benessere della mia famiglia. E guardando adesso, i ragazzi sono cresciuti e sono diventati cittadini ben educati della società. Credo di aver fatto le scelte giuste”.
Se guardi al futuro degli Helltrain, lo vedi un nuovo album?
“In realtà abbiamo molto materiale, avevamo già pronte le canzoni per un album quando Oscar è morto, quindi si tratta solo di iniziare a registrare il materiale in modo adeguato. Direi che ci sono versioni demo di circa 8-10 canzoni in attesa di un trattamento professionale”.
Puoi anticiparci qualcosa?
“Posso dire con una certezza del 99% che la nostra prossima uscita sarà il singolo ‘Heartbeat’, che è stato l’ultimo brano scritto da Oscar. Come ho detto prima, c’eravamo quasi quando il computer è andato in crash, ma abbiamo iniziato a rivedere la cosa e sono sicuro che tra un po’ la faremo”.
Per quanto riguarda gli Scheitan, invece?
“In primavera uscirà ‘Songs For The Gothic People’. Mi sto impegnando al massimo e mi sto facendo il mazzo per fare di questo album uno dei migliori album post-rock del 21° secolo. Voglio portare un suono nuovo nel genere del dark rock, o gothic rock come lo chiamano alcuni. Scrivere questo tipo di musica nel 2023 è quanto di più non trendy ci possa essere, ma ho sempre scritto musica che mi piace, non musica che la gente vuole necessariamente ascoltare”.
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