Patriarchs In Black – The Thrill of It All
Il 15/12/2023, di Fabio Magliano.
Nell’estate del 2022, i Patriarchs in Black debuttano con ‘Reach for the Scars’. Con l’ex batterista dei Type O Negative, attualmente dietro le pelli dei Quiet Riot Johnny Kelly e l’ex chitarrista degli Hades/Non-Fiction Dan Lorenzo, l’album includeva il contributo di diversi vocalist e bassisti ospiti, arrivando a riscuotere sin da subito un certo interesse tra fan e addetti ai lavori. Oggi i Patriarchs In Black tornano con il loro secondo album, ‘My Veneration’, lavoro che vede nuovamente il duo spingersi oltre i confini, con un impressionante ensemble di special guest che contribuiscono al suono unico dell’album. L’elenco dei collaboratori sembra un “who’s who” del mondo del rock e del metal. Si va infatti da Karl Agell (Corrosion of Conformity Blind/Lie Heavy) e Rob Traynor dei Black Water Rising a Mark Sunshine (Riotgod/Unida) passando per John “JD” DeServio (Black Label Society), Dave Neabore (Dog Eat Dog) e Johnny Araya sino ad arrivare alla leggenda dell’hip-hop Darryl DMC dei RUN/DMC. Non potevamo quindi lasciarci scappare l’occasione di scambiare due parole con il riff master Dan Lorenzo.
‘My Veneration’ è il nuovo album dei Patriarchs In Black, un disco impressionante che ha richiesto un duro lavoro ed enormi sacrifici. Come vi sentite oggi che l’album è finalmente uscito?
“(Dan Lorenzo) Grazie per averlo detto e grazie per questa opportunità! Sono felicissimo che sia uscito e sono molto contento delle reazioni che sta ricevendo”.
Quali emozioni stai provando?
“Beh, innanzitutto la sorpresa. Appena uscito ho notato che ricevevamo circa 100 nuovi follower su Spotify ogni giorno. Poi abbiamo iniziato a ricevere centinaia di persone in più al giorno per un certo periodo. Un giorno abbiamo ottenuto 900 follower in più su Spotify mentre io e mia moglie eravamo in CT. È stato scioccante. Orgoglio. Felicità”.
Qual è stata la sfida più difficile ma stimolante che avete affrontato questa volta?
“La musica è un divertimento per me. Se diventa difficile, creo una nuova band! Ho fatto quattro album dei Vessel Of Light in tre anni. Poi è arrivato il Covid e Nathan, il nostro cantante, si è trasferito da Cleveland ad Austin. Questo ha reso le cose difficili, quindi è stato allora che ho fatto i due album dei Cassius King. Ho continuato a scrivere e i ragazzi dei Cassius King mi hanno detto che non riuscivano a stare al passo con i miei ritmi, così ho contattato Johny Kelly per fondare i Patriarchs In Black”.
Anche questa volta avete coinvolto un gran numero di ospiti in questo progetto. Vuoi parlarcene?
“Certo! Quando io e Johnny abbiamo iniziato questo progetto abbiamo dato una canzone a Karl Agell. Mentre lo aspettavamo abbiamo pensato: “Perché non chiediamo a diversi cantanti e bassisti di registrare con noi? “Poi, dopo che Karl ci ha mandato ‘Demon Of Regret’, ho pensato: “Oh, avrei dovuto chiedere a Karl di cantare tutto!”, ma poi gli altri cantanti ci hanno mandato le loro parti e sono stato contento di tutti loro”.
C’è un artista che sei stato particolarmente orgoglioso di avere a bordo?
“Tutti! Sono onorato che così tante persone abbiano voluto contribuire. DMC è una leggenda quindi è il nome più importante”.
E uno con cui avresti voluto lavorare ma non hai potuto?
“Phil Anselmo. A Phil piaceva la mia vecchia band, i Non-Fiction. Mi piacerebbe sentire Phil cantare uno dei miei riff”.
Puoi parlarci di ‘Dead Or Dying’, che considero uno dei pezzi forti di questo disco?
“Beh, come sempre c’è Johnny Kelly alla batteria e io alla chitarra, ovviamente. Karl Agell ha scritto i testi e la melodia, mentre io ho scritto i riff. Il mio amico del New Jersey Dave Neabore è al basso. Non volevo che ci fosse un assolo di chitarra, ma Johnny lo voleva davvero. Sono soddisfatto del mio assolo di wah-wah.”Arriverà il tuo momento – o sei morto o stai morendo”. Un grande testo di Karl. Date un’occhiata alla band di Karl, i Lie Heavy!”.
E che dire di ‘Veneration’?
“Ovviamente DMC è presente in questo pezzo scambiando le voci con Mark Sunshine degli Unida. Poi c’è il mio vecchio bassista degli Hades Anthony Vitti, che ha suonato con gli Hades anni prima che uscisse ‘Resisting Success’, quando eravamo una cover band. Emma Smoler, che io e mia moglie abbiamo conosciuto a Key West, suona il violino”.
Impossibile non citare tra i pezzi forti l’impressionante ‘Lust For Lies’…
“Johnny Araya (fratello di Tom) al basso e Rob Traynor dei Black Water Rising alla voce. Rob ha anche scritto la melodia e il testo e ha anche mixato il brano. JROD ha mixato tutti gli altri brani”.
E la decisione di coverizzare i Black Sabbath e i Kiss?
“Solo per divertimento e perché io e Johnny li amiamo. Ma non sono le uniche band che adoriamo. Il 29 novembre, ad esempio, abbiamo pubblicato in digitale una cover dei Queen con Mark Sunshine alla voce e Anthony Vitti al basso. Inoltre, presto registreremo ‘Rock Bottom’ dei Kiss con Bobby Jensen”.
Quanto tempo ha impiegato per concepire un’opera del genere e quanto tempo è passato dal momento in cui è stata concepita al momento in cui ha visto la luce?
“Beh, ho registrato il basso e la chitarra della title track ‘My Veneration’ il mese prima dell’uscita dell’album ‘Reach For The Scars’, nel luglio del 2022. Tutto il resto l’ho scritto e registrato dall’inverno del 2022 alla primavera del 2023”.
Dal punto di vista musicale, quali sono i riferimenti per questo lavoro?
“Influenze? Io scrivo e basta. La gente dice “Oh, devi amare i Black Sabbath”, ma onestamente amo i vecchi Kiss, gli Aerosmith e i Judas Priest più dei Sabbath. Non “penso” quando scrivo. La musica mi viene in mente e basta”.
Sei è un artista poliedrico che spazia dall’hard rock al metal classico al doom metal. Quale pensi sia la tua vera natura e qual è la dimensione in cui ti senti più a tuo agio?
“Tutto. Non voglio che ogni canzone suoni allo stesso modo. Amo la diversità”.
Pensi che sia possibile in qualche modo promuovere questo lavoro dal vivo?
“Sarebbe divertentissimo, ma difficilissimo far trovare tutti insieme su un palco cantanti diversi che vivono in tutti gli Stati Uniti”.