Ektomorf – Through the Dark
Il 02/12/2023, di Fabio Magliano.
Gli ungheresi Ektomorf sono un esempio lampante di tenacia e resilienza. Arroccati attorno alla figura di Zoltàn Farkas, cantante, chitarrista, fondatore nonchè unico superstite di quella band che, nel 1994, ha iniziato a scuotere la scena metal mondiale sull’onda di una serie di lavori davvero notevoli, gli Ektomorf sono passati negli anni attraverso varie vicissitudini, dal cambio di line-up e label a drammi più seri come la depressione che ha colpito Zoltan in seguito alla scomparsa della madre, la pandemia e altri problemi che hanno rallentato il percorso della band, ma che hanno offerto spunti rabbiosi importanti dirottati nel songwriting del nuovo ‘Vivid Black’, un lavoro rancoroso e violento che riporta la band ai fasti del passato. A parlarcene è lo stesso Zoltàn decisamente propenso a mettersi a nudo davanti a noi…
Ciao Zoltàn, benvenuto su Metal Hammer e complimenti per l’ottimo lavoro svolto con ‘Vivid Black’. Come è nato un disco come questo?
“Ciao ragazzi e piacere mio, grazie per avermi ospitato! Questo disco è un concentrato di molte cose differenti che sono state riversate in un unico contesto musicale e lirico. Purtroppo mi sono successe molte cose negative negli ultimi due anni e mezzo. Sono sicuro che per molti di noi sono stati e sono tuttora tempi molto duri e bui. Oltre al dramma del Covid, ho perso mia madre, quindi potete sentire e percepire tutto questo in questo album. Musicalmente sono tornato a ciò che ho fatto all’inizio con questa band molti anni fa. Ma sono sicuro che i nostri fan lo ameranno”.
Quindi il Covid ha avuto una influenza forte sul tuo modo di vivere la musica…
“Sicuramente, proprio come per tutti noi musicisti. Quanto accaduto al tempo del Covid è qualcosa che ti influenza su tutti gli aspetti della vita. Sono contento che sia finita, ma in realtà per me sono state le cose più personali a influenzare le mie canzoni. Le delusioni di alcune persone, conoscere la loro vera personalità e la perdita di mia madre, un’altra cosa oscura ed estremamente pesante che mi ha colpito e mi fa ancora molto male”.
Se guardi indietro alle origini degli Ektomorf, quanto pensi sia cambiato il tuo sound e il tuo modo di vedere la musica?
“Beh, tutti noi cambiamo, ma è un bene, quindi anche le cose che facciamo cambieranno. La mia musica non è mai stata la stessa in tutti gli album che ho scritto e credo che questo sia un bene per non ripetersi continuamente. Questa volta sono tornato in profondità, da dove sono venuto, ma non è più come nel 1995. Ha solo la crudezza e la rabbia della brutalità che avevo allora. È al 100% come allora, l’unica cosa diversa è che questa volta è più pesante e più oscuro che mai. E sono sicuro che coloro che hanno sofferto come me troveranno molti stimoli in ‘Vivid Black'”
Nel corso degli anni avete dovuto affrontare diversi cambi di formazione. Come mai così tanti problemi? Pensi che questo vi abbia in qualche modo frenato?
“Onestamente per me non ha mai avuto importanza e mai l’avrà. Tutti coloro che hanno una band sanno che è come un matrimonio e che il divorzio è una delle opzioni, quindi non è una cosa che sconvolge. Guardate band come i Metallica o gli Slipknot. Sono sulla scena da decenni e hanno affrontato anche loro cambi di line-up, eppure sono ancora lì al loro posto. E come loro tantissime altre band… I fan purtroppo la vedono diversamente ma non è così. Abbiamo cambiato formazione in passato, magari la cambieremo anche in futuro… Non è questo che conta”.
Cosa hai trovato di più impegnativo nella registrazione di ‘Vivid Black’?
“In realtà è stato tutto molto naturale come mai prima d’ora. Negli anni del Covid non riuscivo a scrivere una cazzo di riga. Non c’era niente, non importava cosa provassi, ero bloccato. Ma poi è successo qualcosa e in meno di tre settimane l’ho fatto. È una sensazione fottutamente fantastica, e lo è ancora. Ricordo che mandai i demo a Tue Madsen. Mi disse che quei brani erano i miei migliori di sempre. Ma certo è sempre una sfida, dato che sono un perfezionista e questo rende le cose piuttosto difficili”.
C’è una canzone in questo album alla quale sei particolarmente legato?
“Quest’album è come se fosse un blocco unico…le canzoni, il sound, i testi…sono parte di me, della mia carne, del mio sangue, della mia anima…”
A me, invece, ha colpito molto ‘I’m Your Last Hope (The Rope Around Your Neck)”…
“Ti ringrazio…Questa canzone è stata l’ultima che ho scritto per l’album. Stavo suonando a tarda notte e ricordo che stavo guardando su YouTube gli Slaughter To Prevail…non ricordo il titolo della canzone ma era fottutamente pesante, proprio come tutto ciò che fanno. Una band da sballo! In ogni caso, sono sicuro che la canzone era nella mia testa e l’ho tirata fuori la sera stessa, probabilmente in un’ora. Ho accordato la chitarra in A# che si adatta meglio al riff. Una canzone facile e veloce da scrivere, la adoro. Il testo l’ho scritto più tardi in Danimarca, in studio. Sono sempre in ritardo sui testi ma alcune parole dell’introduzione erano già state tirate giù a casa quando ho scritto la canzone. Il testo parla di una persona che odio veramente e che odierò per sempre, questo sentimento non cambierà mai. Uno dei testi più rancorosi che abbia mai scritto”.
Quanta speranza c’è in questo disco? E quanta negatività?
“Speranza… beh, come ho detto prima sono sicuro che coloro che si sentono come me con la loro vita si relazioneranno con questo album e ne trarranno beneficio e forza dalla sua aggressività. Purtroppo c’è molta negatività qui dentro e oscurità, ma questo è il modo in cui mi sento”
Un’altra grande canzone dell’album è ‘Never Be The Same Again’….
“Grazie! Parla di come gli altri possano demolire tutto il buono che c’è in te con la loro spietatezza. Prendono il tuo meglio ma non ti restituiscono nulla. In realtà uccidono tutto ciò che di buono c’è in te, non muori ma cambi in qualcosa di più forte. Non sei più come prima, non puoi più essere come prima. Il tuo io passato è cambiato per sempre”
Che dire infine di ‘The Best Of Me’?
“‘The Best Of Me’ parla di sfruttamento. Quando qualcuno ti toglie tutto, non materialmente ma mentalmente. Usa il meglio di te, il tuo amore, la tua gentilezza… Nulla è abbastanza per questo tipo di sanguisughe. Poi quando sei vuoto e finito ti buttano via. Sto parlando di una donna in questa canzone, ma non è è propriamente una canzone d’amore (Ride, Nda)”.
Secondo Wikipedia, nel corso degli anni sei stato oggetto di alcuni episodi di razzismo. Pensi che questo sia stato più frustrante per te o più stimolante al momento di comporre la sua musica e di riversarvi tutta questa rabbia?
“E’ sempre stato così, la situazione non è cambiata ma non mi importa e non mi è mai interessato scrivere qualcosa a riguardo”.
Qual è la cosa più preziosa che hai imparato durante la scrittura, la registrazione e la pubblicazione di ‘Vivid Black’?
“Che sono passati 28 anni da quando ho iniziato a muovere i primi passi in questo mondo e tutto mi emoziona ancora come allora. Nulla è cambiato. Sto solo facendo questa intervista con te e la sto apprezzando. Ci sono fan là fuori che vogliono ancora ascoltare la mia musica e questo è maledettamente bello. E’ un’emozione che si ripete album dopo album, non sembra possibile e invece è bello riviverlo ogni volta”.
Pensi che la tua dimensione naturale sia in studio o dal vivo?
“Entrambi! Mi piacciono entrambe le cose. Per la parte creativa adoro il lavoro in studio. È incredibile come le canzoni prendano vita. Ma il palco lo adoro, è il luogo in cui celebrare la musica insieme ai fan. Amo e ho bisogno di entrambi”
C’è un tuo concerto che porti ancora nel cuore?
“Se ti riferisci alla mia carriera con gli Ektomorf non riesco a sceglierne uno, ma il With Full Force nel 2007 in Germania è stato pazzesco. Ma anche il 2023 è stato pieno di concerti da urlo”.
Qual è la più grande soddisfazione che ti sei tolto nella tua carriera musicale?
“Beh, posso solo dire, come prima, che ho realizzato i miei sogni. Tra pochi giorni compirò 48 anni e sono grato di essere ancora qui”.
Quali saranno i prossimi passi degli Ektomorf? Cosa dobbiamo aspettarci da loro?
“Sicuramente un tour! Siamo pronti a fare un tour in Europa a marzo, poi i festival e il resto del mondo!”