Mortuary Drape – Attraverso lo specchio

Il 15/11/2023, di .

Mortuary Drape – Attraverso lo specchio

 

Tempo di attraversare lo specchio, per coloro troppo folli per essere considerati coraggiosi. Con il loro primo full length targato Peaceville i Mortuary Drape ci consegnano un’ infida mappa per i mondi oscuri al di là del visibile. Il vocalist Wildness Perversion, ad oggi il solo rimasto della formazione originale, ci guida una notte di sabbia lunga tre decadi, fin dentro le pieghe di questo lavoro, denso di richiami all’ occulto, che è al contempo nuova pelle e vecchie ossa…
Salve, Wild. In primo luogo ci piacerebbe che introducessi questo ‘Black Mirror’ ai lettori di Metal Hammer.
“Dal punto di vista lirico, l’album è incentrato su temi di riti magici, eventi reali e incantesimi che si trovano in un mondo parallelo e che ci legano alle nostre vite passate. Entriamo in questo mondo parallelo attraverso il mezzo del Deja Vu. Il fenomeno per cui immagini e azioni che ci sembra di aver già vissuto riaffiorano nella nostra mente. Il vero mistero è scoprire se appartengono davvero a vite passate o sono, in realtà, premonizioni di ciò che accadrà in seguito…
Consideriamo ‘Black Mirror’ un album più facile da assimilare per l’ascoltatore, mentre per noi è uno dei più difficili in termini di composizione e arrangiamenti. È un’altra tappa del nostro percorso personale, affrontiamo diverse sfumature nel mondo dell’occulto”.
Cos’è lo ‘Specchio Nero’ cui si riferisce il titolo?
“‘Black Mirror’ è il mezzo usato per evocare le precedenti vite. E’ una meditazione molto forte che richiede tempo e tanta forza ma anche una certa serenità interiore. Questo singolare rituale può anche farti vedere svariate cose, come gli spiriti (demoni), richiamare visioni ed aprire porte dimensionali, o creare ipnosi auto suggestiva”.
Benchè siate considerati tra i precursori del black le influenze , già presenti ma in misura minore in ‘Wisdom Vibration Repent’, spaziano dal death old school al doom e all’heavy. Quali considerate i vostri gruppi di riferimento?
“Ascoltiamo diversi generi di metal, dal più classico fino all’estremo Death Metal, cerchiamo di non farci troppo influenzare soprattutto durante i periodi di creazione dei nuovi brani, sappiamo che non è facile perché oggi è sempre più difficile cercare di creare musica originale, rimanendo legati al nostro sound non abbiamo paura di sperimentare e quindi ci buttiamo anche in situazioni dove a volte si deve scartare molto materiale prima di arrivare ad essere convinti che il brano può funzionare, molti arrangiamenti nascono durante le registrazioni, soprattutto la voce non ha mai una linea chiara di quello che sarà e succede che si sperimenta anche durante le sessioni di acquisizione”.
Escludendo l’EP ‘Wisdom Vibration Repent’ del 2020, ‘Black Mirror’ è il primo full length per la Peaceville. Cos’è cambiato per voi dalla firma con la label di Darkthrone e Paradise Lost
“Fondamentalmente nulla, siamo sempre concentrati e non ci facciamo grosse illusioni, siamo Italiani, il paese dove suonare metal non è un lavoro e quindi prendiamo tutto quello che viene senza montarci troppo la testa. Abbiamo avuto un incremento nella visibilità della band e stiamo cercando di pianificare altre situazioni interessanti”.

Hai sempre avuto la passione per tematiche legate all’occultismo?
“Si certo, fin dai primi anni ho praticato insieme ai primissimi fondatori della band e poi o continuato insieme ad altri personaggi anche al di fuori dall’ambito musicale. Il nostro intento era quello di creare una band dove immagine, testi e musica fossero un tutt’uno, non ci dovevano essere dubbi su questo. Le nostre strade per svariati motivi si sono divise e solo io ho portato avanti la band cercando, con molta difficoltà, di mantenere alta la decisione iniziale”.
Nel maggio di quest’anno è venuto a mancare Without Name, primo vocalist dei MD ai tempi del primissimo demo ‘Necromancer’, in cui tu eri dietro le pelli, senza contare la partecipazione su ‘Tolling 13 Knell’ del 2000. Vuoi condividere qui un ricordo degli anni trascorsi insieme?
“Ti ringrazio. Si purtroppo è morto per cause che neanche l’autopsia è riuscita a spiegare. Mi sarebbe piaciuto fare ancora qualcosa insieme anche se lui non suonava più da anni. Purtroppo il tempo passa troppo velocemente, preferisco non riflettere molto su questo ed utilizzare le mie energie sulla composizione di nuovi brani come avrebbe detto e fatto lui, un buon motivo per andare avanti con questo progetto”.
Ho notato che, in campo estremo, gruppi seminali come voi (vedi Necrodeath e Schizo in Italia, ma anche Celtic Frost e Bathory) tendono a sviluppare uno stile personale, spesso più aperto alle influenze di generi limitrofi, rispetto alle band di generazioni successive che, per quanto valide, a volte sono più condizionate dai canoni di riferimento di questo o quel sottogenere. Secondo te perché?
“Credo che se vuoi essere originale e crearti un tuo suono/sound non devi avere limiti, ci sono molte grandi band che rispetto agli album di esordio gli ultimi lavori risultano la copia della copia del già fatto prima, il parere di chi ascolta quasi sempre è negativo. Trovo che sia più ammirevole sperimentare ed osare senza porsi domande ma semplicemente buttare in musica quello che hai dentro”.
Considerati i tuoi trascorsi dietro le pelli partecipi alla scrittura dei brani?
“Il mio percorso all’interno della band parte come batterista poi diventato batterista cantante ed infine solo cantante messaggero. Mi piace strimpellare il basso e molti brani che propongono partono proprio da questo strumento che sento più vicino a me trattandosi di uno strumento ritmico come del resto la batteria, tutto questo mi aiuta perché quando scrivo un riff ho già in mente come potrebbe fare la batteria e posso già proporre un’idea chiara alla band e poi insieme si arrangiano le canzoni fino a quando tutto funziona”.
Cosa pensi dell’attuale scena black in Italia?
“Stanno nascendo alcune nuove band ma ritengo che troppi vogliono fare musica emulando i gruppi che ascoltano, questo va bene ma siamo sempre li, il già sentito, ricordare band che hanno già fatto quello che stai proponendo non fa destare interesse. Oggi l’ascoltatore è molto più esigente e non si accontenta di velocità e pennate a seghetto, serve sentire le note e fare musica valida”.
In chiusura, ci puoi anticipare quali date sono in programma per il 2024?
“Abbiamo già suonato il 27 ottobre al Prague Death Mass IV in Rep. Ceca, suoneremo il 18 novembre al Firenze Metal ed il 30 Dicembre a Milano allo Slaughter insieme ad Opera IX e altre due band. Stiamo organizzando un tour Europeo e Sud Americano, stiamo anche lavorando con gli Stati Uniti per collegare altri concerti quando a Maggio 2024 saremo al Maryland Death Fest”
Grazie e a te la chiusura…
“Un grazie a te per l’intervista, ai lettori dico che il modo più immediato per supportare le band è quello di comprare il merchandise e andare ai concerti. Reflected in the black mirror lies the face of your restless death”.

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