Mayhem – Riti di Passaggio
Il 09/10/2023, di Maurizio Buccella.
Con quest’intervista abbiamo avuto l’onore di intercettare i Mayhem nel corso delle prime date del tour nordamericano con i Cannibal Corpse, che per molti versi rappresenta il contesto ideale per discutere coi precusori del Black Metal della dimensione live immortalata nell’album ‘Daemonic Rites’ in uscita per Century Media il 15 settembre. Il nostro interlocutore è il chitarrista inglese Charles Hedger, in arte Ghul, nei ranghi della storica formazione norvegese da ‘Esoteric Warfare’ del 2014.
Innanzitutto grazie per il tempo che ci dedicate malgrado la quota di impegni on the road. Di fatto quest’intervista vi raggiunge in tour negli USA con Cannibal Corpse e Gorguts, con lo show di Charlotte già sold out più un paio di date aggiunte, così volevo cogliere l’occasione per chiedere del rapporto che avete col pubblico americano
“Andare in tour in Nord America è sempre una grossa opportunità per noi e i live continuano a diventare eventi sempre maggiori in termini di qualità e capienza ogni volta che torniamo. Questo pacchetto coi Cannibal Corpse è davvero qualcosa di speciale. Abbiamo fatto tre date ad oggi, e sono state grandiose, ben oltre un buon inizio. I nostri fan e i loro sono stati davvero accoglienti ed è grandioso vedere questo crossover di platee black e death.
Parliamo di ‘Daemonic Rites’. Come vorresti presentare quest’ultimo live album ai fans
“È davvero in grado di catturare l’esperienza dei concerti dell’ultimo paio d’anni. Rappresenta i Mayhem in un particolare punto della loro carriera, ed è qualcosa di cui siamo molto orgogliosi. Abbiamo passato molto tempo a provare e rifinire la setlist da portare live fino al punto in cui abbiamo sentito che era perfetta così, ed è ciò che abbiamo voluto immortalare con quest’album.“
A confronto con lo strapotere dei gruppi scandinavi sul genere, negli Anni 90, oggi possiamo trovare valide formazioni black in tutto il mondo. Dal momento che siete stati in tour con così tante band, in decadi di attività live, mi sai dire in quali paesi avete ravvisato le scene più produttive di questi ultimi anni?
“Ci sono scene potenti in tutto il mondo. Alcune delle quali di sicuro in Sud America, ma ad essere onesti non si tratta di qualcosa peculiare di determinate nazioni o regioni. Si possono trovare ovunque fans entusiasti o musicisti appassionati.”
Passando in rassegna la discografia dei Mayhem, esclusi i vari bootleg, ci sono 4 live ufficiali su 9 pubblicazioni in totale (6 full lenghts e 3 EPs), dall’iconico ‘Live in Leipzig’ passando per ‘Mediolanum Capta Est’ e ‘Live in Marseille’, ho come l’impressione che sentiate la necessità di cogliere la magia della dimensione live in ogni fase del percorso musicale dei Mayhem, con tutti i relativi cambi di line up. Che mi puoi dire della prevalenza di live album nella produzione dei Mayhem?
“I Mayhem sono prima di tutto e più di tutto una live band. I brani si sviluppano e si evolvono a lungo dopo le versioni in studio e, per una band come questa, catturare l’esperienza live è quasi più importante degli album in studio. Noi esistiamo nel caos e nel rumore e siamo nella forma più viva sul palco.”
La maggior parte della tracklist include pezzi da ‘Daemon’ del 2019 con ‘Voces Ab Alta’ da ‘Atavistic Black Disorder’ più i classici della primissima produzione lasciando fuori tutti gli anni tra le ultime cose con Maniac e i primi lavori con Attila di ritorno dietro al microfono. Ho sempre trovato i lavori dal 2000 al 2014 più atmosferici e cerebrali, tuttavia parimenti coinvolgenti, rispetto a ‘Daemon’ osannato da tanta stampa del settore come il lavoro più vicino al classico ‘De Mysteriis Dom Sathanas’. Ritieni che questi album siano meno adatti al mood feroce delle performance live?
“Abbiamo suonato differenti scalette nell’ultima decade. Molte di esse includevano più materiale dagli Anni 2000 ma quest’ultima setlist lascia fuori alcuni album. Non è stata una scelta cosciente ma solo il modo in cui si è manifestato questo particolare live set in questo particolare periodo.”
State lavorando a del nuovo materiale?
“Si, abbiamo avviato le prime fasi creative per qualcosa di nuovo.”
Nell’EP ‘Atavistic Black Disorder\Kommando’ tutte le tracce sul lato ‘Kommando’ sono cover di classici del Punk. Ci dobbiamo aspettare più influenze hardcore\punk nella produzione futura (Magari come in epoca ‘Deathcrush’)?
“Io penso che ci sarà sempre quell’influenza nei Mayhem, fin nei momenti in cui non è così
evidente. Molti dei riff dei Mayhem sono molto punk. Togli la massiccia produzione black metal, togli l’atmosfera, cambia un po’ la batteria e la puoi sentire con chiarezza.”
Pensi che essere etichettati come Pionieri del Black Metal continui a rappresentare l’attuale identità musicale dei Mayhem?
“Beh. È un etichetta che semplicemente non se ne potrà mai andare via sul serio, perchè descrive ciò che la band ha fatto in un determinato periodo. Ciò che facciamo oggi è soltanto onorare quel retaggio e costruire su di esso con integrità.”
Nell’edizione Purple Vinyl di Life Eternal del 2023 possiamo ascoltare 5 versioni rough mix di brani in seguito pubblicati sul successivo ‘De Mysteriis Dom Sathanas’ con alcune registrazioni di Attila alle prese con differenti tecniche vocali. Ci sono altre perle nere nascoste, in attesa di essere recuperate dall’archivio dei Mayhem?
“Non saprei ma con questa band penso sia molto probabile ci sia roba che tornerà alla luce nel tempo.”
Il miglior modo di salutare i fans italiani è rivelare se vi vedremo in Italia tra fine 2023 e inizio 2024.
“Se tutto va bene vi vedremo il prossimo anno. Non abbiamo ancora piani definiti ma al momento ci stiamo lavorando sopra.”