Temtris – Divina Folle Libertà
Il 28/08/2023, di Giuseppe Bellobuono.
I Temtris sono una band heavy metal tradizionale australiana di Sydney con un nuovo album in uscita ‘Khaos Divine’, per l’etichetta Wormholedeath, recensito su queste pagine. Abbiamo avuto la possibilità di conoscere meglio la band e di fare quattro chiacchiere con Genevieve Ronda, la front-woman del gruppo.
Ciao Genevieve e benvenuta su Metal Hammer Italia. Come e quando è iniziato questo progetto? Perché “Temtris”? Da dove deriva il vostro nome?
“I Temtris sono nati nel 2003 con l’intenzione di creare una band e un sound che si ispirasse all’heavy metal tradizionale e alle canzoni e alla musica di band come Dio, Iron Maiden e Queensryche, condite con la grinta e il veleno di gruppi come Testament, Kreator e Megadeth… con una potente voce femminile (una cosa rara nella scena metal australiana). La formazione originale comprendeva musicisti provenienti da gruppi black, thrash e power metal per offrire la più ampia gamma di stili metal alle composizioni, inizialmente scritte/arrangiate da Fox (Anthony, il chitarrista).
Il nome Temtris è stato scelto perché la band voleva rappresentare una personificazione femminile del male, o una versione femminile del diavolo se preferite, per il gruppo. Abbiamo esteso l’idea religiosa di Eva e abbiamo deciso che una tale divinità avrebbe incarnato la tentazione, quindi il suo nome sarebbe stato Temtris”.
Quando avete chiamato l’album “Khaos Divine”, avete pensato subito a “Ember” come protagonista? Perché un personaggio femminile?
“Quando abbiamo deciso di realizzare un concept album abbiamo avuto l’idea che il personaggio principale dovesse essere una donna forte. Come le copertine dei nostri album, sulle quali c’è Temtris. Aveva senso raccontare la storia di Ember e del suo percorso di vita. Abbiamo scelto Ember come nome perché volevamo qualcosa che descrivesse la sua forza e la sua individualità. Credo che a tutte le donne piaccia pensare di avere un po’ di forza nascosta in sé e che, quando ne hanno bisogno, possono tirarla fuori e prendere il comando della loro vita”.
C’è un messaggio particolare che le canzoni vogliono dare agli ascoltatori?
“Le canzoni parlano sicuramente di quanto la nostra vita sia sprecata lavorando e non vivendo al meglio. Siamo in qualche modo controllati e stiamo perdendo ogni giorno più libertà. Penso che sia triste la pressione che c’è sulla società oggi, che ci costringe a dedicare così tanto tempo al lavoro e sembra che siamo tutti schiavi del sistema e che le cose stiano diventando sempre più difficili”.
Quali sono i gruppi che hai ascoltato e che ti hanno influenzato di più?
“Quando ho iniziato ad ascoltare musica, mi piacevano voci femminili come Pat Benatar e Annie Lennox. Ma poi sono passata a band più pesanti come Megadeth, Iron Maiden e Helloween. Vocalist come Geoff Tate e Bruce Dickinson hanno davvero catturato la mia attenzione e alla fine hanno definito il mio stile di canto. Mi piace cantare con uno stile vocale potente”…
Quando scrivete i vostri brani, vi aiutate a pensare ad immagini particolari, come se fossero dei piccoli film? O semplicemente le liriche si riferiscono a esperienze reali di vita?
“Questo album è stato sicuramente scritto come una storia, come un film. Negli album precedenti ho scritto canzoni che si rifacevano a esperienze di vita vissuta. Ma mi sono divertita a scrivere questi brani e i testi perché era un modo nuovo di creare qualcosa per me. È stato divertente mettere la storia nelle canzoni ed è stata una sfida farle combaciare in modo che la raccontassero. Non è stato facile con soli 8 brani… ci siamo chiesti se avessimo dovuto scrivere una canzone in più”.
Avete lavorato sulle canzoni come un’unica traccia o le avete divise in sezioni e poi le avete collegate insieme?
“Alcune canzoni sono state scritte partendo da idee di melodia e si sono sviluppate da lì. A volte i chitarristi avevano dei riff da cui iniziare a lavorare. Nadi aveva un bel po’ di musica su cui potevamo basarci. Anthony è molto bravo a collegare i pezzi migliori e a costruire le canzoni. Nicholas si unisce sempre a noi quando componiamo i pezzi per aiutarci a costruire la musica e le parti di batteria. È un lavoro di squadra”.
Quanto è importante l’emozione e l’attitudine nella musica che suonate?
“Scriviamo sempre con un’idea di base su quale suono e quale storia vogliamo che l’album racconti. Di solito i Temtris hanno una direzione in cui vogliamo che la musica vada e noi scriviamo con quella in mente. Vogliamo mettere l’emozione nei nostri album e nella nostra musica prima di tutto. L’attitudine segue la direzione della storia che stiamo raccontando”.
Avete notato quanto sia popolare l’heavy metal tra i giovani di questi tempi? C’è un canale You Tube: NWOTHM che presenta nuove band che suonano come negli anni ’80. Voi venite dall’Australia. In che modo Sidney e i suoi dintorni influenzano la vostra visione dell’Heavy Metal o della NWOTHM?
“L’heavy metal in Australia non sembra essere così seguito come in Europa. Ma quando arrivano grandi band come gli Iron Maiden o mega festival come il Knotfest, gli Headbangers sbucano fuori dal nulla e spesso restiamo scioccati dal fatto che non seguano gli spettacoli locali. Abbiamo sempre avuto una visione personale della nostra musica e di come dovrebbe suonare. Non seguiamo le tendenze, se fosse così farei le death vocals…
I Temtris vogliono creare musica che commuova i nostri fan e ci spingiamo sempre verso nuovi limiti ad ogni album”.
‘The Path’ potrebbe essere un brano del repertorio dei Queensryche. I Temtris si sono superati in questo caso. Puoi dirmi di cosa parla il testo?
“Alcune persone ci hanno detto di aver avuto la stessa impressione per questo pezzo. Il nostro batterista Nicholas aveva scritto le melodie di base e appena ho sentito il brano sapevo esattamente dove portarlo vocalmente e cosa costruirci sopra per realizzarlo. Avevamo bisogno di un brano che raccontasse la perdita del partner di Ember ad un certo punto della storia e questa melodia era perfetta per farlo. Ho lavorato con Anthony per ottenere la struttura finale in modo che potesse avere quello stile vocale che esalta il contenuto emotivo della canzone: lo strazio e la perdita di qualcuno che si ama”.
Quali sono i vostri piani per una tournée, soprattutto per quanto riguarda l’Europa?
“A settembre i Temtris saranno entusiasti di andare in tour nel Regno Unito per una settimana, suonando quattro concerti, e poi di suonare in Europa per due settimane per portarvi un assaggio del nostro spettacolo ‘Khaos Divine’ e le nostre canzoni più popolari degli album precedenti. Abbiamo date prenotate in Belgio, Svizzera e Germania. Siamo molto ansiosi di suonare per il pubblico metal europeo. Il circuito dei festival sembra fantastico e questo è un obiettivo che ci siamo prefissati. Speriamo di andare anche in Giappone l’anno prossimo, visto che abbiamo già stampato due volte in quel paese i nostri ultimi due album”.
C’è qualcosa che vorresti aggiungere per tutti i fan italiani?
“Grazie per il vostro fantastico supporto. Speriamo di vedervi in concerto in futuro. Un saluto a tutti voi da Genevieve e dai Temtris”.