Carlo Bellotti (WormHoleDeath Records) – The Spirits of Music Past, Present and Future

Il 22/08/2023, di .

Carlo Bellotti (WormHoleDeath Records) – The Spirits of Music Past, Present and Future

Carlo Bellotti è un nome importantissimo nella scena metal italiana, in primis per avere militato nelle storiche band Necromass e GF93, poi per avere creato l’etichetta WormHoleDeath, tutt’ora in notevole espansione. Carlo è una persona estremamente cordiale e in questa lunga intervista ci ha raccontato della sua musica del passato, di quella del presente e di un impegno extramusicale in cui si è immerso con ammirevole passione. Sono le persone come Carlo che ci insegnano che nulla è scontato, tutto deve essere guadagnato con fatica e talvolta commettendo errori, ma se si possiedono doti non scontate come umiltà e passione si possono raggiungere risultati strabilianti. 
Ciao Carlo, benvenuto a Metal Hammer. Come prima cosa vorrei chiederti come e quando è avvenuto il tuo avvicinamento alla musica metal.
“(Carlo Bellotti) Io credo che il mio approccio alla musica sia avvenuta come avviene un po’ per tutti in giovane età, nel mio caso specifico come musicista e quindi la mia carriera si è sviluppata da quel momento. A undici anni quando ero a scuola c’erano i ragazzi più grandi vestiti con giubbotti di pelle con le toppe dei gruppi più famosi, Pantera, Slayer, Megadeth, e noi più piccoli incuriositi ci siamo avvicinati a loro che ci hanno portati nei negozi di dischi. Ricordo che mi fecero acquistare ‘Reign In Blood’ degli Slayer e subito dopo ‘Legacy’ dei Testament e da quel momento ho iniziato ad ascoltare musica molto pesante, non sono partito dall’Hard Rock melodico degli eighties in stile Europe, Skid Row o gruppi di quel filone, io ho imparato a conoscere il Metal con gruppi che all’epoca mostravano una violenza estrema e infatti il primo concerto che ho visto è stato il ‘Clash Of The Titans’ che comprendeva Slayer, Megadeth, Testament e Suicidal Tendencies. A quel tempo avevo circa quindici anni e poi da lì in poi, ancora con quei ragazzi più grandi, noi molto più impostati e probabilmente più intelligenti di loro, ci siamo trovati coinvolti nella formazione di una band ognuno dedicandosi a uno strumento diverso ed ecco che nel giro di poco tempo si è formato quello che è diventato l’embrione dei Necromass che è stata di fatto la mia prima band”.
Hai quasi anticipato la seconda domanda che voglio porti. Guardando indietro al tuo passato vedo una forte componente Thrash e Death che è stata assorbita nei suoni dei Necromass, anche le commistioni Hardcore/Thrash e in parte anche Nu Metal che ritroviamo poi nei GF93, e ti chiedo quali sono state le principali differenze tra queste due band in cui hai militato e delle quali sei stato fondatore e cosa successivamente ti ha portato a chiudere entrambi quei capitoli importanti della tua vita.
“La differenza tra le due band l’hanno fatta senza dubbio le persone. I Necromass erano un gruppo in cui dovevi costantemente fare attenzione ad ogni singolo passo, eravamo persone che non si incastravano l’una con le altre, ed erano tutti lì soltanto per cercare il successo e la gloria senza impegnarsi a portare avanti qualcosa che fosse un progetto artistico. Di fatto si cercava di farci un nome, di crescere e agganciare contatti per conoscere persone che potessero aiutarci in questa crescita; con i GF93 invece il discorso è completamente differente, eravamo una band vera che è durata purtroppo poco ma con la quale si è vista la differenza nei risultati e nella risposta del pubblico. Abbiamo fatto dischi veri con veri produttori, abbiamo fatto i tour, e aldilà delle vendite i GF93 sono stati un gruppo che a me personalmente ha dato una grandissima soddisfazione sotto il punto di vista proprio del piacere nella composizione dei dischi e del suonare live oltre che al rapporto con le persone, al contrario invece dell’esperienza con i Necromass in cui i rapporti interni non mi piacevano e non mi soddisfacevano. Per quel motivo ho chiuso la questione Necromass e me ne sono andato. Mentre riguardo la fine dei GF93 c’è stato un problema di divergenze musicali che non ci hanno più trovati d’accordo e che hanno sancito la fine naturale della band perché a mio avviso avevamo iniziato a scrivere cose che non erano più interessanti e belle e sono iniziate le discussioni dal punto di vista musicale. In quella situazione prima il bassista ha lasciato, poi io ed è inevitabilmente finito tutto”.

Probabilmente avete avuto l’intelligenza di capire che sarebbe stato meglio chiudere quel capitolo artistico in un momento felice prima di arrivare a una deriva che sarebbe stata irrecuperabile e in qualche modo avrebbe rovinato un importante progetto condiviso.
“Sì, anche per non ritrovarsi a infangare il nome della band. Prendi i Necromass, loro hanno continuato ad andare avanti utilizzando quel nome facendo cose che non c’entrano nulla con il progetto originale degli anni in cui ci formammo. Mentre invece con i GF93 abbiamo deciso di chiudere nel momento giusto e rimane così quell’alone di credibilità che il gruppo in primis e di conseguenza noi come musicisti meritavamo. Io penso che siano decisioni difficili, ma quando un gruppo si sfalda e cambiano i musicisti e si porta avanti il nome senza più un membro originale, beh io credo non abbia più motivo di esistere quel progetto, non ha più senso”.
Bene, quindi dopo le due band tu decidi di aprire una tua attività, ed entriamo nello specifico della WormHoleDeath. Come ti è venuta l’idea, la voglia di tuffarti in una nuova avventura che nella realtà dei fatti è diventata un vero lavoro? Come sei arrivato a prendere questa importante decisione di passare dall’altra parte della barricata?
“L’evoluzione è stata naturale. Ti ho detto di come sia finita la mia esperienza da musicista; dopo un periodo di fermo e di inevitabile riflessione ho cominciato a pensare a quelli che potevano essere il mio futuro e la mia posizione nella musica. Ho cominciato ad andare alla fiera a Berlino in cui si incontravano tutti gli addetti ai lavori dell’ambito musicale provenienti da tutto il mondo con etichette indipendenti e major e prendevo appuntamenti e parlavo con le persone anche per formare la mia idea proprio sul futuro che iniziavo a pensare di intraprendere; ho trascorso svariati anni semplicemente a parlare con gli addetti ai lavori per capire quale poteva essere la mia direzione ascoltando chi aveva già una propria esperienza ed ho cercato di carpire informazioni e consigli, ma nel contempo continuavo a fare produzioni in studio. Dopo le esperienze di Necromass e GF93 ho proseguito con la produzione di dischi che ritenevo belli, validi e importanti sotto il profilo artistico, quindi portavo con me questi dischi e li facevo ascoltare alle persone che incontravo a Berlino e nel 2001 ho fatto un incontro con un responsabile della Warner che è rimasto colpito dalla qualità dei miei prodotti, dalla mia attitudine probabilmente, dal fatto che io sapessi perfettamente cosa fosse il publishing e anche la distribuzione digitale che va ricordato in quegli anni non era scontato essere a conoscenza di queste materie se pure strettamente legate alla musica suonata e registrata, soprattutto perché la distribuzione digitale era appena partita su larga scala, per cui lui mi disse che avrebbe ascoltato tutto il mio materiale con la promessa che se fosse stata di suo gradimento mi avrebbe fatto una proposta. Sai io credevo fosse il solito “ti farò sapere” che si sarebbe risolto in un nulla di fatto; invece, dopo una settimana mi arriva una mail in cui mi scrivono che è pronto un biglietto aereo per Amsterdam e sarei dovuto andare in sede perché mi dovevano parlare e lì mi hanno proposto di aprire una società di edizioni amministrata dalla Warner. Avevano apprezzato talmente tanto la mia attitudine e i miei prodotti che avevano deciso di inglobarmi nella loro etichetta di modo che tutto quello che avrei fatto in futuro sarebbe stato edizioni Warner. Questo mi ha dato la possibilità di avere dei fondi economici per proseguire creando dei nuovi prodotti. Fissai quindi un appuntamento con Emiliano Lanzoni della Aural Music che in tempi non sospetti aveva fatto una proposta ai GF93 mai andata in porto a causa dello scioglimento della band, e gli chiesi se potevo aprire un’etichetta sotto Aural Music e lui disse subito di sì e da lì è nata WormHoleDeath. A quel punto avevamo le edizioni, avevamo la Label, contestualmente firmai anche un contratto di distribuzione musicale tramite Orchard che poi è stata assorbita da Sony e mi si è venuta a creare una situazione perfetta sia dal punto di vista legale che musicale, oltre tutti i servizi di distribuzione e accesso alle loro etichette principali. Per il mercato fisico di vinili e cd abbiamo però avuto l’astuzia di lavorare con etichette che puntassero al Metal proprio perché si sa che i cd e i vinili devono avere la giusta collocazione nei negozi che puntino a quel preciso prodotto piuttosto che rischiare una dispersività in un mercato a dir poco sconfinato, soprattutto in un mercato che parla la lingua delle edizioni digitali. Successivamente abbiamo aperto un ufficio in Giappone e recentemente anche negli Stati Uniti, a Los Angeles, con un approccio e un ragionamento molto più ampio dettato da un mercato assolutamente più grande rispetto all’Europa, con un direttore estremamente giovane ed efficiente che ha una visione molto più integrata al tipo di mercato statunitense e americano in genere”.

Qual è dal tuo punto di vista e da quello del tuo settore di competenza la maggiore differenza tra il mercato americano e quello europeo?
“In America ci sono dei veri estremi, esistono cose marcatamente geniali e altre che a mio avviso non hanno assolutamente senso, non ci sono vie di mezzo. In Europa c’è invece una qualità garantita che sta nel mezzo tra la genialità e la mancanza di senso con dei picchi sia da una e dall’altra parte, ma credo che la qualità del prodotto in Europa sia più diffusa e se vogliamo molto più “matematica”, passami il termine. Gli europei guardano molto di più alla qualità, all’arte in senso stretto, probabilmente anche per una cultura storica e artistica che in America viene meno e si approccia maggiormente al lato puramente economico”.
Quindi ti approcci nell’immediatezza alla parte artistica piuttosto che a quella economica?
“Certo, quando parlo con un artista o con una band si guarda l’aspetto artistico, mi deve piacere l’artista dal punto di vista della sua proposta musicale ma anche dal lato umano che è imprescindibile per una collaborazione valida e duratura, soltanto in seconda battuta si parla dell’aspetto economico”.
La linea musicale che segui dev’essere necessariamente legata al metal oppure spazi anche in altri ambiti?
“Abbiamo direzionato molto il nostro catalogo, ora prediligiamo il Prog, il Prog Metal e il Prog Rock ovviamente, Hard Rock ricco di Groove, Power Sinfonico e certo Thrash tecnico ma mainstream. Per tutto il resto deve scattare il colpo di fulmine e da lì si può ragionare, l’importante è che nasca l’amore per quel determinato disco, una scintilla con l’artista e con il suo prodotto così che si possa valutare come lavorare e promuovere nel modo giusto quel prodotto, anche se si tratta di un genere meno collocabile come potrebbe essere l’Industrial o l’Hardcore, per farti due esempi”.
Spostiamoci per un attimo dall’argomento musica e parliamo del tuo impegno attivo nell’aiuto agli animali. So che ti dai seriamente da fare per salvare i cani bisognosi di trovare una famiglia, un impegno costante, concreto ed estremamente lodevole dal punto di vista umano. Vuoi raccontarci nello specifico di cosa ti occupi?
“Intanto grazie per avermi posto questa domanda, perché è un argomento che mi sta particolarmente a cuore. Intanto io sono un semplice attivista e utilizzo i miei canali principali per aiutare i cani che si trovano in condizioni terribili, per i casi disperati in particolare, e cerco di aiutarli raccogliendo fondi per la mia pagina Facebook dedicata a loro  https://www.facebook.com/alnw269 che si chiama Animal Liberation News Wire, in cui siamo raggiungibili per chiunque abbia voglia di entrare in contatto con noi aiutandoci con i mezzi a disposizione. Siamo aperti a chiunque abbia voglia e tempo per darci una mano in questo impegno quotidiano. Con un piccolo contributo, una donazione, riusciamo a far girare il più possibile i post sui social e così aumentare la possibilità di aiutare gli animali bisognosi. Anche un solo post in più ci può aiutare. Quando andrò in pensione mi dedicherò a tempo pieno nell’aiuto costante e concreto ai cani, girerò con un furgone e mi darò da fare per essere loro d’aiuto. È un progetto che curerò con il massimo impegno”.
Ora torniamo a parlare di musica e ti chiedo quali sono i tuoi tre dischi da isola deserta, quelli che porteresti con te perché assolutamente non puoi farne a meno.
“Qui ti rispondo con estrema sicurezza. Il primo è ‘Only A Theatre Of Pain’ dei Christian Death, il secondo è ‘Jane Doe’ dei Converge e il terzo è ‘Unknown Pleasures’ dei Joy Division. Se posso aggiungerne un quarto metto ‘Through Silver In Blood’ dei Neurosis”.
Su ‘Only A Theatre Of Pain’ mi trovi d’accordo, un album che ha cambiato la vita a molte persone. Tornando alla WormHoleDeath c’è un artista in particolare con cui vorresti collaborare con il quale per vari motivi non sei ancora riuscito ad entrare in contatto?
“Ci sono stati molti progetti che mi hanno stuzzicato in passato, ma come talvolta accade l’accordo non è andato in porto. Uno in particolare è il progetto Somewhere Off Jazz Street che mi è piaciuto moltissimo. Hanno pubblicato diversi album e uno che ho apprezzato si intitola ‘Becoming Invisible’ uscito nel 2017. Meritano davvero”.

Qual è stata la più grande soddisfazione che hai avuto da quando hai aperto la WormHoleDeath?
“Sicuramente la più grande è stata vedere i miei gruppi in classifica, vedere che un prodotto che hai curato riesce davvero ad emergere. A seguire di certo riuscire a piazzare le band nei tour soprattutto nei grossi festival e le certificazioni dei dischi d’oro che mettono un sigillo importante su un lavoro di squadra impegnativo ma che vede arrivare un risultato reale. Aggiungo anche l’apertura dell’ufficio a Los Angeles con un team di altissimo livello, una grande soddisfazione che ci ha aperto porte che qui in Europa non avremmo mai immaginato di aprire. È stato veramente un colpaccio”.
Se tu potessi tornare indietro rifaresti tutto così come hai fatto o cambieresti qualcosa del tuo passato?
“Penso che cambierei molte cose, ho e abbiamo fatto tantissimi errori che a posteriori non rifarei, errori dettati dall’inesperienza e dalla fretta, e credo che chi afferma di non avere fatto errori nella propria vita stia sicuramente mentendo. L’esperienza si acquisisce nel tempo e certi errori li abbiamo pagati cari, ma è questo il significato di esperienza, si cade e ci si rialza consapevoli degli errori fatti che non si dovranno ripetere. Se perpetui allora sei un demonio per te stesso, altrimenti significa che stai lavorando in buona fede”.
Carlo, a nome di Metal Hammer ti ringrazio infinitamente per il tempo che ci hai dedicato e ti auguro il meglio per il tuo futuro. È stato un grande piacere conoscerti.
“Grazie a Metal Hammer per lo spazio che ha concesso a me e a WormHoleDeath”.

 

 

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