Methedras – Human Deception
Il 02/08/2023, di Giuseppe Bellobuono.
La band italiana thrash/death metal Methedras torna con una formazione rivitalizzata e un nuovo album ‘Human Deception’, il sesto della loro discografia. Per l’occasione abbiamo fatto alcune domande ad Andrea Bochi, bassista del combo italiano per fare il punto della situazione sul nuovo disco, appena pubblicato, e sulle loro aspettative future.
Ciao ragazzi, è uscito da pochissimo il vostro nuovo album ‘Human Deception’ che vede nella line-up due nuovi elementi. Potete presentarli e presentare anche i Methedras ai nostri lettori?
“Guarda questa formazione è la migliore in assoluto, ho la fortuna di essere affiancato da musicisti eccezionali, maestri nel loro strumento, e incredibili persone da un punto di vista umano. Rex è un amico di vecchia data nonché ex fonico della band, ha fatto molti tour internazionali con noi, il pensare a lui mi è sorto spontaneo dopo la realizzazione dell’ennesimo fallimento con il vecchio cantante, e devo dire che è andato ben oltre le aspettative raggiungendo linee vocali mai nemmeno ipotizzate in precedenza, aumentando portata e apertura dei brani in modo esponenziale. Edo invece lo conosceva Daniele (Colombo, chitarra), dopo l’abbandono del nostro batterista anche per lui è stato come un passaggio obbligato ma naturale, accolto con grande favore, Edo in quattro mesi ha imparato tutte le parti nuove e molte le ha riscritte, aggiungendo un gran tocco di potenza e controllo senza eguali, il lavoro sulla batteria, sia in fase di esecuzione che mixaggio, è stato davvero eccezionale. Daniele invece è con me da più di 10 anni e ha dato moltissimo al progetto, da turnista è arrivato a condividerne insieme a me la visione, musicalmente ne ha preso le redini e ha portato il ns sound ad aprirsi ancor più e a modernizzarsi moltissimo, che è la chiave di lettura principale del nuovo album, sebbene non l’unica”.
Per l’album avete lavorato con Fredrik Nordstrom allo Studio Fredman. Come siete entrati in contatto con lui? Siete contenti del risultato?
“Volevamo uno studio di caratura internazionale per questo album, qualcuno di leggendario che avesse contribuito a plasmare uno dei ns generi preferiti, e allontanandoci stilisticamente sempre più dal thrash della bay area americana (finalmente, non ne potevo più!), l’altra portante dominante rimaneva il death, siccome io e Dani apprezziamo molto di più la corrente melodica nordeuropea rispetto a quella di matrice più classica proveniente da Tampa, il cerchio a quel punto si è chiuso in direzione Svezia, per la precisione Göteborg. Il risultato è incredibile, a detta di tutti quelli che lo hanno ascoltato, a livello di produzione siamo arrivati davvero a livelli molto alti, grazie anche al nuovo approccio e ai nuovi elementi interni ed esterni che fanno parte della band e hanno lavorato alla grande sul nuovo disco, album che consideriamo una vera svolta nella storia della band, per molti fattori concomitanti, tra cui appunto anche la produzione stellata seguita in prima persona da colui che ha inventato il Göteborg sound”.
Come musicisti che ad ogni album aggiungono qualcosa alla loro musica per evolvere il proprio suono e portarlo avanti, quali sono i nuovi elementi che avete introdotto in ‘Human Deception’?
“Diciamo che l’idea era usare come punto di partenza quello che per noi era il meglio del precedente disco, ovvero “The Ventriloquist” uscito nel 2018, e costruire da lì un ulteriore step nella musica della band, andando oltre le semplici linee synth di supporto a mo’ di tappeto di tastiere per intenderci, arrivando ad inserire elementi nuovi come le orchestrazioni che ha curato alla grande Francesco Ferrini, master mind di tutta la melodia targata Fleshgod Apocalypse, e parti elettroniche più malate, più cyber, grazie all’ottimo contributo di Giacomo Gastaldi, un vero maestro del synth analogico. Il sound che ne è venuto fuori è decisamente oscuro, claustrofobico, spiazzante, c’è sempre il nostro marchio di fabbrica, lo senti che è un disco Methedras, ma va decisamente oltre come mai abbiamo osato in passato, prima non ne avevamo le competenze e nemmeno la volontà, ma ora è tutto diverso, con questa formazione possiamo fare davvero qualsiasi cosa, è come raggiugere quel livello di un videogioco che sblocca potenziali inimmaginati, e gli scenari che si stagliano all’orizzonte sono infiniti e tutti avvincenti”.
Avete scelto ‘Envy Society’ e ‘Psychotic’ come singoli e video. Di cosa parlano i testi?
“I testi li ha scritti di suo pugno Rex, creando anche tutte le molteplici linee vocali che compongono il cantato, linee davvero eccezionali, sfaccettate, mai scontate, sapevo che era un grande cantante e ottimo paroliere, ma il risultato finale, che abbiamo potuto apprezzare solo una volta in studio visto che alcune idee – soprattutto sui cori – gli sono venute al momento, è andato davvero oltre le aspettative, lasciando tutti a bocca aperta, increduli, estasiati, non abbiamo mai avuto liriche così profonde, mai banali e un cantato spesso difficile, con molti puliti su di ottave, eseguito alla perfezione, Rex con solo dieci brani ha chiuso per sempre in una scatola i cinque dischi precedenti, superandoli in modo brutale, rendendoli piccoli e modesti, non facendoci rimpiangere per nulla il passato anzi, ha portato freschezza, potenza, controllo, melodia, alternanza, è un grandissimo cantante e un’ottima persona, uno che vorresti sicuramente avere al tuo fianco su di un palco. Nello specifico, Envy Society parla della degenerazione a cui la società attuale, tutta focalizzata sui social, sui numeri e sull’apparenza delle cose, ci ha portati, tutti che guardano gli altri con bramosia, invidia, sofferenza, spesso mascherate da finta ammirazione, malcelata adulazione. Mentre Psychotic invece esprime a chiare lettere il disagio di una mente ossessionata dallo sconforto, dalla depressione, dalla frustrazione, dalla tristezza, sentimenti che sfociano nella totale mancanza di identità, nel sentirsi rinnegati a priori da tutti, inutili, confusi, insoddisfatti, fino a diventare completamente pazzi e psicotici, appunto. Questo testo è stato scritto in piena pandemia, periodo nel quale Rex ha sofferto in prima persona la mancanza di lavoro (lavorando nella filiera degli eventi dal vivo) e anche alcune vicissitudini personali molto difficili”.
Perché avete iniziato a suonare death metal o Thrash piuttosto che un altro genere? Quali sono le vostre influenze e che cosa vi ha spinto a diventare una band?
“Domanda antica, decenni fa quando tra fine anni ‘80 e primi anni ‘90 ero un fan sfegatato dei gruppi iconici del periodo, i generi più veloci e cattivi erano il thrash e il death metal, da allora ho sempre coltivato l’idea di fondere questi due archetipi in un’unica rappresentazione musicale, ben amalgamati tra di loro ma nello stesso tempo capaci di aggiungere un segno distintivo, qualcosa di peculiare che rappresentasse solo noi. Inutile dire che ci sono voluti anni per arrivare al punto di farlo discretamente e soprattutto farlo in modo unico, distintivo, tuttora ci stiamo ancora lavorando, album dopo album, aggiungendo anche altre sfumature che nel tempo ci hanno arricchito come ascoltatori e di conseguenza musicisti, devo dire che lo stato dell’arte attuale mi soddisfa molto”.
‘Human deception’ sarà disponibile anche in vinile? Vi piace questo tipo di supporto?
“Sì personalmente lo trovo il mezzo di supporto migliore in assoluto, sebbene non certo il più pratico per ovvi motivi, è una vita che sogno di stampare un nostro album su vinile, facciamo così: tra qualche mese vedremo di pubblicare su questo tipo di supporto una versione limitata e numerata a mano di Human Deception”.
Ho letto che il vostro intento è quello di allargare la vostra audience e attirare l’attenzione di persone che abbiano un’apertura mentale a 360° oltre al genere proposto. Quali sono i vostri ascolti di solito?
“Sì esatto non ci piacciono molto i cliché né tantomeno gli stereotipi da true defender becero, il metal è musica e come tutta la musica deve evolvere, spaziare e trasformarsi, altrimenti saremmo rimasti fermi ai cancelli già secoli fa. Di conseguenza, essendo da sempre una band che professa l’evoluzione stilistica e compositiva a tutti i costi, chiediamo a chi si vuole accostare a noi una certa predisposizione e apertura mentale, se siete alla ricerca dell’old school passate oltre per favore, non facciamo per voi, e non ci interessa assolutamente quella fetta di pubblico, che per fortuna è piccola, basti pensare alla miriade di nuove leve che seguono band spettacolari e moderne come Meshuggah, Gojira, Jinjer, Lorna Shore, Cattle Decapitation, Rivers Of Nihil, ma anche i nostri Destrage e i grandissimi Fleshgod Apocalypse, immensi all’estero e finalmente anche in patria sembrano accorgersi di loro”.
Nell’album ci sono degli ospiti speciali: Francesco Ferrini (Fleshgod Apocalypse) per le orchestrazioni in diversi brani e Giacomo Gastaldi ai synth analogici. Il risultato è davvero notevole e cinematico. Se pensate per un attimo alla vostra musica come una colonna sonora di un film, quale sarebbe o quale vi piacerebbe che fosse?
“Bella domanda, l’obiettivo di fondo che ci siamo posti andando a collaborare con musicisti di fama internazionale del calibro di Francesco e Giacomo, era proprio quello di arrivare ad aprirci e arricchirci musicalmente tanto da fondere nel ns sound altre correnti o sottogeneri, infatti si possono chiaramente sentire rimandi al black, al rock, al symphonic, al cyber, il loro apporto è stato fondamentale, da soli non saremmo arrivati, come giustamente dici, a questo livello cinematico, quasi da colonna sonora di un film horror o di fantascienza. Ebbene, per rispondere alla domanda, butto lì tre titoli che mi hanno da sempre stregato e che trovo tutt’oggi ancora molto attuali: Matrix dei fratelli (ora sorelle) Wachowski, Prometheus di Ridley Scott e Inception di Christopher Nolan”.
L’artwork di ‘Human Deception’ ha catturato la mia attenzione. Chi è l’autore? Qual’è il suo significato?
“L’autore dell’artwork si chiama Cameron Gray ed è un artista australiano visionario, poliedrico e molto giovane, ma non per questo meno capace di creare vere e proprie opere d’arte, che sono state esposte in diverse mostre e gallerie di tutto il mondo, arrivando a conseguire anche premi importanti. Lui è di Melbourne e lo abbiamo scoperto online per caso, ci siamo subito innamorati delle sue visioni, cercavamo qualcuno che fosse in grado di mettere su carta le idee che ci balenavano in mente come musicisti, c’era un pezzo che ci piaceva ma era già stato commissionato, allora dopo una veloce chiacchierata gli abbiamo dato due dritte su un concept tipo maschera o volto androide che racchiudesse le principali emozioni umane, gli abbiamo mandato il nuovo album da ascoltare in anteprima, gli è piaciuto molto tanto che gli abbiamo lasciato carta bianca, il risultato è ora visibile agli occhi di tutti, impressionante, cercate Parable Visions, il suo primo libro di opere pubblicato a soli 21 anni”.
Dove sarà possibile trovare il vostro disco. È un’autoproduzione o avete un’etichetta che lo distribuisce?
“A differenza del passato, abbiamo volutamente deciso di produrre e distribuire l’album da soli, fondando la Methedras Recording, vogliamo essere liberi da qualsiasi vincolo contrattuale, e provare ad immergerci in toto nel nuovo modello di business digitale da content creator, in qualità ovviamente di creatori musicali, vedremo questa scelta dove ci porterà, sicuramente le sfide sono molte e non è assolutamente ns intenzione competere con i modelli delle classiche label. Il disco è già in streaming su tutte le principali piattaforme di distribuzione digitale, le copie fisiche si potranno trovare esclusivamente ai ns concerti o contattandoci direttamente, in elegante formato digipak a due pannelli e più avanti anche in vinile serigrafato”.
Ci saranno delle date live a supporto di ‘Human Deception’?
“Sì stiamo attualmente lavorando per concretizzare un tour in Europa Occidentale, fine di quest’anno più probabile inizio del prossimo, anche se in realtà l’abbiamo già presentato dal vivo durante i recenti tour di Europa Orientale, Paesi Baltici e Italia, quest’ultimo in supporto alle amiche Nervosa. Sogno nel cassetto sarebbe poter tornare in Sud America, dove c’è una grande attenzione per i gruppi europei e dove siamo andati molto bene in passato (Brasile 2017), e in Canada, terra di ottime band, molte delle quali di nova generazione, con una audience sempre attenta a proposte moderne e contaminate, e perché no magari riuscire anche a suonare in Scandinavia per la prima volta nella ns carriera, visto che abbiamo prodotto lì il nuovo album… speriamo noi le dita le teniamo sempre incrociate, da 27 anni ormai!”
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