Lokurah – Verità distorte
Il 03/05/2023, di Ermes Casagrande.
Dopo i primi due album che hanno gettato le basi per un Metal crudo e diretto, i francesi Lokurah sono tornati con ‘Distorted Truth’, un album di modern metal senza troppi compromessi reso ancora più pesante grazie al devastante muro di suono mixato dallo Studio Fredman da Fredrik Nordström, per i profani “regista” dietro ai lavori di In Flames e At The Gates. A parlarci del nuovo disco è il chitarrista Pierre Jean Toty.
Suonate insieme dal 2003 in un contesto non certo semplice come quello del metal estremo. C’è un segreto per questa longevità?
“(Pierre Jean Toty) Direi: passione, riff e ostinazione”.
Oggi presentate il vostro terzo lavoro ‘Distorted Truth. Volete parlarcene più approfonditamente?
“Questo album è un nuovo capitolo per la band, con alcune aggiunte come le voci pulite o le parti di synth, pur mantenendo il suo background aggressivo. Il mix-mastering (e il reamping delle chitarre) effettuato al Fredman Studio dà all’album la potenza che merita”.
Quali sono le principali differenze tra ‘Distorted Truth’ e i vostri lavori precedenti?
“Beh, la produzione è diversa e questa volta c’è un lavoro più armonico sui riff e sulle voci e spero che questo porti più coerenza all’intero album”.
Quali erano gli obiettivi che vi siete posti quando avete iniziato a lavorare al nuovo disco?
“Mostrare un’evoluzione che rifletta uno spettro musicale più ampio, pur mantenendo il DNA della band”.
Quanto tempo è stato necessario per scrivere e registrare l’album?
“Alcuni anni, ovviamente, perché il nostro secondo album è uscito 10 anni fa. La canzone più vecchia, ‘With The Eyes Of Reality’, è stata scritta nel 2011. Ma da allora si è evoluta molto per adattarsi a questo nuovo stile”.
Pensate che la band segua qualche particolare ideologia e che la predichi attraverso la propria musica?
“Non sentirete nessuna predica o ideologia da parte nostra. Penso che le ideologie siano pigre, stupide e pericolose. Le nostre canzoni parlano di argomenti molto diversi tra loro, come la dipendenza dai social media, la religione, i bambini che hanno problemi con i genitori…”
Ma sono temi figli di situazioni che conoscete personalmente?
“Guarda, tra i testi che ho scritto c’è ‘Broken Ties’, che parla di come i bambini affrontano una vita familiare caotica. Nasce da osservazioni personali nel mio lavoro quotidiano. Anche Alexandre ha scritto i testi di alcune canzoni. Ad esempio, ‘Think twice – murder one’ parla della condizione psichiatrica di una persona che conosce bene. Quindi può essere molto vicino a noi”.
C’è qualche canzone a cui sei molto legato e perché?
“Personalmente, direi “Faith Versus Reason. È una canzone antireligiosa, ovviamente. Le religioni sono state create in tempi molto diversi, in epoche più buie e con meno conoscenze scientifiche. Quindi non possono essere rilevanti oggi, ma sono ancora una minaccia per i diritti umani e per qualsiasi pensiero logico”.
Qual è per voi la “verità distorta”?
“Può essere qualsiasi cosa: la religione, i social media… anche il tuo cervello filtra le cose per il tuo bene”.
Qual è la cosa più preziosa che hai imparato durante la scrittura, la registrazione e la pubblicazione dell’album?
“Per me è stata la sfida di gestire molte cose durante la sessione di registrazione per inviare tutto al Fredman Studio per il mix. Sicuramente ho imparato a essere ancora più concentrato”.
La musica dei Lokurah ha un’evidente base di death metal tradizionale, ma le forme e la struttura non sono stagnanti o “standardizzate”. I Lokurah si sono formati con questa prerogativa musicale in mente?
“All’inizio no, ma mi fa piacere che tu abbia notato le nostre influenze Death-Metal, perché ce ne sono state fin dall’inizio della band! Sono un grande fan di Morbid Angel, Immolation o Revocation, per esempio. Le strutture delle nostre canzoni possono essere più convenzionali rispetto al Death-Metal, ma mi piace molto l’approccio “canzone”. Anche gli Slayer avevano alcuni grandi ritornelli che si potevano ricordare tra le loro cose difficili”.