Lethal Technology – The Agony And The Ecstasy
Il 18/04/2023, di Ermes Casagrande.
Gli svizzeri Lethal Technology nascono dalle ceneri dei Seventh Wave sulla spinta del chitarrista Cedric Ferret e si presentano a noi come una creatura in costante evoluzione visto i continui mutamenti della line up, andata via via arricchendosi con gli ingressi del chitarrista Xavier Boscher già con i Misanthrope, della tastierista Ieva Parent e della terza cantante Yu Chen. Forze fresche che vanno a aggiungere ulteriori sfumature ad un sound già di per sè elaborato, giocato su un cantato lirico che si intreccia con parti growl steso su un tappeto che mischia industrial metal, death e progressive. Il tutto è racchiuso in ‘Mechanical Era’, il disco di debutto che ci porta in un mondo futuristico e post-apocalittico dove la coesistenza tra uomini e macchine è complicata e anche il rapporto tra gli esseri umani non è semplice. A presentarcelo è il mastermind Cédric Ferret.
Cèdric, puoi raccontarci come sono nati i Lethal Technology?
“(Cédric Ferret) La band è nata nell’aprile 2017. In seguito allo scioglimento della mia ex band Seventh Wave ho messo un annuncio online ed è così che ho conosciuto Julien, il bassista della band che è stato con noi sino a pochi giorni fa quando ha deciso di lasciare il gruppo. Abbiamo composto alcune canzoni e poi abbiamo trovato le due vocalist Jade e Sofiane e il chitarrista solista Xavier Boscher (ex Misanthrope) sempre tramite annunci online. Recentemente si è unita a noi Yu Chen come terza cantante. Yu ha una timbrica diversa che si completa meravigliosamente con la voce di Sofiane e porta ancora più colore alle parti vocali del gruppo”.
Quanto c’è della tua vecchia band nei Lethal Technology?
“Molto. Nonostante la scissione della mia precedente band, non volevo interrompere il progetto musicale, quindi abbiamo deciso di andare avanti con un nuovo nome. Il concetto della band è quello di non limitarsi a un solo stile, ma di utilizzare gran parte dello spettro offerto dal metal”.
Se dovessi descrivere a chi ancora non vi conosce il sound della tua band, che termini useresti?
“Utilizziamo diversi tipi di metal che mescoliamo insieme. Death metal con voce gutturale e parti in blast beat, industrial metal con suoni di tastiera e parti molto dirette e progressive metal con alcune canzoni più lunghe, la voce lirica di Sofiane e soprattutto gli assoli di Xavier. Non suoniamo come un’altra band che ha uno stile definito, è difficile definire il nostro, ma direi che suoniamo industrial death progressive metal”.
Quali sono le influenze che vi hanno spinto quando avete iniziato a suonare e come sono cambiate nel corso degli anni?
“Le nostre influenze sono rimaste invariate nel corso degli anni. Per quanto riguarda le nostre influenze musicali, ce ne sono molte, ma citerò le principali: Devin Townsend, Strapping Young Lad, Fear Factory, Dying Fetus, Cannibal Corpse, Dream Theater, Genesis e la musica dei videogiochi degli anni ’80 e ’90. Per quanto riguarda l’universo dei Lethal Technology, ci ispiriamo molto ai film e ai videogiochi. Ad esempio Mad Max, Terminator e Fall Out per l’aspetto post-apocalittico, Star Wars per il nostro brano ‘Iron and Ice’ o Robocop per ‘Steel Body'”.
Quali sono le emozioni che si celano dietro la musica di Lethal Technology?
“È un sottile mix tra brutalità e musica più ambient e melodica. Ma c’è anche la volontà di rompere certi codici, soprattutto con le voci. Di solito la voce lirica è posta su parti melodiche e ambient e la voce gutturale su parti brutali. Così ho avuto l’idea di creare un contrappeso posizionando la voce lirica su parti death, che creano un netto contrasto, e abbiamo fatto lo stesso con la voce gutturale posizionandola su parti melodiche. Voglio specificare che non è stato facile trovare una cantante lirica che accettasse di mettere la sua voce su parti estreme, perché non era semplice, ma Sofiane ha fatto un ottimo lavoro. Siamo consapevoli che questo stile vocale non piacerà a tutti, ma eravamo disposti a correre il rischio e ce lo assumiamo”.
Ci parli della lavorazione di ‘Mechanical Era’?
“Abbiamo composto l’album in quattro anni. Durante questo periodo, tutti i musicisti coinvolti hanno dovuto apportare le loro idee alle composizioni. Soprattutto, volevamo prenderci il tempo necessario per pubblicare un album di qualità. La registrazione dell’album è stata effettuata nei due mesi dell’estate 2021, ma poi sono stati il mix e il mastering a richiedere più tempo. Abbiamo lavorato con un amico che era alle prime armi con il suono e poiché non era in grado di fornire un sound in linea con gli standard dell’industria musicale di oggi, abbiamo chiamato un professionista che ha completato l’album nel giugno 2022”.
Nei quattro anni richiesti per la realizzazione del disco quanto ha influito la pandemia?
“La pandemia ha rallentato il processo di scrittura delle canzoni, nonché la registrazione e la pubblicazione dell’album. Credo che rallenterà anche la promozione dell’album sul palco, perché c’è un’enorme richiesta da parte delle sale da concerto. Per quanto riguarda le mie esperienze personali, a 40 anni compro e ascolto ancora i CD perché mi piace avere il materiale fisico tra le mani e non sono un fan di piattaforme come Spotify”.
C’è una canzone del disco al quale sei particolarmente legato?
“È difficile da dire perché ogni canzone è diversa e ha la sua anima. Ma rispondo ‘Iron and Ice’ perché è quella che rappresenta meglio il mix di stili della band”.
Quale è l’insegnamento più importante che hai tratto lavorando a questo disco?
“Più che l’insegnamento, mi è rimato il fatto che nel tempo abbiamo imparato a conoscerci attraverso i nostri diversi modi di lavorare sulle canzoni, il che è molto importante per il futuro. Abbiamo anche imparato che è meglio registrare direttamente con i professionisti, anche se è un po’ più costoso, per ottenere risultati migliori. Per la promozione dell’album siamo stati fregati da un’agenzia di promozione in Francia contro la quale stiamo per sporgere denuncia insieme ad altre due band. Quindi bisogna fare attenzione a chi lavora con te. Abbiamo anche imparato che la promozione di un album è un grosso investimento finanziario che non va trascurato”.
Alla luce dei responsi sin qui ottenuti da ‘Mechanical Era’ è valsa la pena effettuare questo investimento?
“Da un punto di vista della soddisfazione personale direi proprio di si. Per il momento abbiamo ricevuto feedback positivi da vari media in Europa, Sud America e America Centrale, dove una webzine messicana ha citato ‘Mechanical Era’ nella lista degli album dell’anno 2022. E naturalmente non dimentichiamo il nostro pubblico svizzero, che ha apprezzato l’album”.