Qwälen – L’oscurità si fa Arte
Il 12/04/2023, di Stefano Ricco.
In concomitanza con l’uscita del secondo album, abbiamo l’occasione di esporre in un’intervista le opinioni dei Qwälen su come si stia muovendo il genere umano, sul loro ultimo lavoro discografico ma soprattutto sul significato di black metal, rammentandoci come la vera istanza di questo genere consista nello sradicare le convenzioni, anche quelle musicali e culturali, le stesse di cui per anni si è nutrito lo stesso black metal. Facciamo un viaggio nel passato, chiamando alla memoria nomi importanti della scena black metal e non e presentandone di nuovi, fornendo una potenziale guida a chi desideri addentrarsi in una dimensione oscura, quella che tutti noi possediamo ma che pochi riescono a guardare in faccia, e di provare a farlo attraverso il black metal.
Ciao ragazzi, vi do il benvenuto sulla pagina di Metal Hammer Italia. Confesso subito di non aver ancora ascoltato l’album, lo farò senz’altro dopo la nostra intervista: nel frattempo, potreste dirmi cosa aspettarmi dall’ascolto?
“(Samuli) Oscurità, distruzione, velocità, freddezza, carneficina totale. Si tratta di un album che ti attacca letteralmente. È un album crudo, freddo e onesto che riporta ai giorni di gloria dell’inizio del black metal”.
C’è un brano più rappresentativo o qualcuno di cui andiate particolarmente orgogliosi?
“(Ville) Penso che abbiamo fatto un grande lavoro con ‘Lopulta Kaikesta Joutuu Luopumaan’ e ‘Maailma Täyttyy Kuolleista’: sono due brani con una tensione completamente diversa rispetto a quella che emerge dalle altre canzoni del disco, un diverso feeling”.
Siete una band relativamente giovane, al secondo album su Time To Kill Records, ma avete maturato precedenti esperienze: quanto avete portato nella musica dei Qwälen dai vostri trascorsi musicali?
“(Samuli) Ognuno di noi ha un differente background musicale. Io e Ville abbiamo suonato per circa quindici anni nelle stesse band per cui abbiamo portato con noi una storia musicale condivisa e la capacità di un’immediata comprensione reciproca. L’idea principale che proviene dai nostri trascorsi è quella di andare verso l’estremo. Massimo volume, massima pressione sonora e massima distorsione, nonché l’esaurire se stessi sul palco. Lo stesso vale per l’attuale band. I Qwälen hanno bisogno infatti di essere estremi, sia nel suono che nella nostra prestazione: le situazioni live sono estreme per noi, di solito sono completamente esausto dopo aver suonato un set. Immagino che si tratti di un atteggiamento implacabile di fare musica. Tutto ciò che facciamo avviene con totale dedizione. Lo facciamo perché è importante per noi, non ci aspettiamo successo o altro. Questo non significa che non siamo seri, al contrario, siamo assolutamente seri nel fare musica. Siamo molto grati per tutto ciò che sta accadendo ai Qwälen e siamo grati alle persone che credono nella nostra visione”.
“(Eetu) Io ho suonato in gruppi punk e hardcore fin da quando avevo 15 anni per cui la scena musicale in Finlandia mi è molto familiare. È più facile commercializzare musica, vendere dischi e organizzare concerti quando si hanno già amici nella stessa cerchia”.
Cosa intendete per “natura ovina dell’umanità”? Esiste un margine di speranza all’interno di un punto di vista pessimistico sul genere umano e sul futuro stesso della nostra specie?
“(Eetu) Le persone sono avide e indifferenti. Vivono nella loro stessa bolla, fissando solo la punta delle loro scarpe mentre il mondo brucia. A volte vorrei poter essere uno di quegli idioti che non riescono a vedere affatto com’è veramente il mondo. Vanno a lavorare, guardano lo sport in TV e chiudono un occhio davanti ai problemi che affliggono ogni Paese. Non so se possa esserci realmente speranza. C’e qualcosa da guadagnare dalla speranza? L’ingiustizia va affrontata con l’azione, non semplicemente sperando in un domani migliore. Stanno avvenendo molti cambiamenti positivi, ma il processo è talmente lento che non credo che il mondo diventi un posto migliore in breve tempo, al contrario, ci vorrà molto tempo affinché ciò accada”.
Qual è la traduzione della parola Qwälen e quale il significato del titolo dell’album?
“(Ville) La parola Qwälen è un mock-up del verbo tedesco “quälen”, che significa “torturare”: mentre suoniamo, siamo sempre praticamente al limite delle nostre capacità fisiche, quindi si tratta di una qualche forma di tortura per noi. Il titolo dell’album ‘Syvä Hiljaisuus’ si traduce in “Fathomless Silence” (“Silenzio Insondabile”, nda), ma Eetu potrebbe essere più bravo a spiegare il significato che si nasconde dietro le parole”.
“(Eetu) Si tratta del silenzio che ti riempie la testa quando stai per sprofondare. L’ultimo momento prima che tutto finisca e resta il silenzio. Nei testi dell’album, l’acqua è un elemento forte, presente in diverse canzoni, quindi il nome dell’album è anche basato sul suo tema”.
Quali altre questioni affrontate nell’album?
“(Eetu) La morte ha un ruolo importante nella narrazione dei testi. Praticamente ogni canzone tratta della morte e della preparazione ad essa. Per morte non intendiamo la morte fisica di una persona, bensì un cambiamento verso qualcos’altro. Moriamo ogni giorno a un certo livello, ma continuiamo a vivere. I brani fanno principalmente riferimento a storie individuali, ma c’è un tema che tiene insieme le canzoni: come detto, la morte è un tema importante per me. Personalmente, la morte è stata una presenza costante nella mia vita e ho perso diverse persone a me care. Tuttavia, i testi dell’album introducono il tema della morte maggiormente in riferimento alla morte dell’umanità: le emozioni delle persone stanno morendo e diventiamo indifferenti alle cose che accadono intorno a noi. L’amore per il prossimo sta scomparendo e la nostra razza si concentra solo sul proprio benessere e sui propri risultati. La terra viene distrutta e le persone soffrono a causa della guerra e della carestia, mentre i ricchi diventano sempre più ricchi. I maiali nei loro completi sono morti dentro e le loro azioni alla fine uccideranno quelli tra noi che cercheranno di reagire. Alla fine non sarebbe più facile arrendersi e unirsi a coloro a cui non importa più nulla degli altri?”
Nella vostra città, Helsinki, esiste una scena black metal? Siete comunque interessati alla questione?
“(Samuli) La nostra città natale è Oulu, nel nord della Finlandia, ma attualmente siamo un po’ sparsi per la Finlandia, quindi le prove con la band al completo avvengono solo poche volte all’anno. Questo, tuttavia, ci si addice abbastanza bene. Ci fidiamo completamente l’uno dell’altro e tutti i membri hanno un’ottima etica del lavoro che consente di prepararsi da soli. Abbiamo famiglie, quindi provare tutti insieme in maniera regolare e continua semplicemente non è più possibile. Tutte le grandi città hanno la loro scena metal, con band più piccole che suonano black metal. Di solito la scena black metal è composta da una manciata di persone che, tra l’altro, partecipano a progetti diversi suonando strumenti diversi o con ruoli diversi. Tuttavia, non sono così informato su cosa stia accadendo nella scena attuale, dato che non facciamo realmente parte di nessuna scena BM in Finlandia: in tutti i casi, poiché siamo apertamente antifascisti, non saremo mai accettati all’interno di quella scena. Ma va bene così. Non abbiamo alcun interesse a interagire con la “vera” scena BM in Finlandia poiché le band accettano valori discutibili o flirtano con ideologie che violano i diritti umani fondamentali. Negli ultimi anni c’è stato un aumento delle band BM finlandesi che dichiarano la loro posizione e sono apertamente antifasciste. È bello vedere che ciò accade in un Paese conosciuto in tutto il mondo per la sua scena BM e per il suono distintivo del suo BM. Visto che il black metal ha a che fare sempre con la rottura dei confini e con l’essere una forza musicale contraria alla stagnazione, sono felice di vedere una ribellione all’interno della scena stessa. Dai un’occhiata ad Aamutähti, Sanguinarium, Frigid Winter e Karhunvartijan Tyhjiö per esempio!”.
Quale significato attribuisci alla musica black metal? Ha il potenziale per risvegliare le coscienze o per trasmettere un messaggio, qualunque esso sia?
“(Samuli) Il black metal è un genere musicale incentrato sull’artista, sulla sua interiorità: si tratta di introspezione ed espressione dello spazio interiore attraverso temi oscuri. È un genere di musica che trova un significato nell’oscurità interiore e accetta tutto questo tuo fardello come parte di te. Il black metal ha un grande potenziale nel risvegliare le emozioni o connetterti a qualcun altro attraverso l’arte. Gli argomenti possono spesso essere piuttosto scollegati dalla vita quotidiana e riguardano molto la realtà dell’artista: forse un ascoltatore trova un passaggio lirico in cui riconosce anche i suoi propri pensieri, magari un assolo di chitarra può collegarsi ad un’emozione che sta vivendo, un riff può dare a qualcuno la forza di alzare il dito medio davanti all’assurdità della vita e andare avanti, ma non spetta a noi saperlo. Non voglio davvero fare musica con un certo messaggio o con la chiara intenzione di cercare di influenzare l’ascoltatore. Il punto di partenza per tutta l’arte è l’esperienza soggettiva. L’ascoltatore interpreta ogni cosa attraverso i suoi punti di vista e forse questo suscita qualcosa su cui riflettere. Il processo mi permette di avere uno sbocco per la merda all’interno della mia testa”.
Credo che le radici del black metal affondino nel rock and roll. Cosa ponete alla base della vostra musica e quali sono stati i gruppi di riferimento, utili per la vostra crescita musicale?
“(Samuli) Questa è una domanda davvero difficile. Credo che i Finntroll siano stati la prima band ad avermi condotto al metal. Dopo aver ascoltato l’album ‘Nattföd’ non potevo tornare indietro. Poi ho iniziato ad ascoltare metal e roba più pesante. Quindi è arrivato ‘Ride The Lightning’ e il resto della loro discografia, ma i Metallica sono stati importanti solo per un periodo, durante il liceo. Per me i Finntroll sono ancora una delle band metal più importanti. Una volta cresciuto, mentre muovevo i primi passi suonando nelle band, Isis e Neurosis mi hanno fatto impazzire, mostrandomi che la musica può avere molte più idee dietro di sé oltre ai semplici riff o che la pesantezza può significare pesantezza atmosferica o pesantezza lirica. ‘Through Silver In Blood’ dei Neurosis è un disco follemente pesante e molto più opprimente della maggior parte dei dischi black metal in termini di atmosfere e peso. Gli Isis, invece, dipingevano quadri con gli strumenti e non avevo mai sentito niente del genere. Pur non avendo la mentalità per ascoltare post-metal, ma Isis e Neurosis sono sempre rimasti vicini al mio cuore. Per quanto riguarda il black metal, ‘At The Heart Of Winter’ degli Immortal è stato fondamentale per aprirmi al genere. Questo disco non ha bisogno di argomentazioni in quanto è un maestoso capolavoro. ‘The Poisonous Path’ dei Behexen è un album a me ancora molto caro, il legame spirituale della musica e dei membri della band è magico. Le canzoni sono violente, i temi sono incredibilmente affascinanti. L’ultima traccia, ‘Rakkaudesta Saatanaan’, è una perfetta chiusura e riassume le ragioni della musica dei Behexen. Altri dischi black metal per me importanti includono ‘Under A Funeral Moon’ dei Darkthrone, ‘Ad Majorem Satanae Gloriam’ dei Gorgoroth e ‘Infernal Decacence’ degli Spectral Wound”.
“(Ville) Sono “entrato” nel black metal durante la mia adolescenza. In quel periodo Dissection, Emperor e Immortal erano i miei preferiti, e di tanto in tanto torno ancora da loro. Poi mi sono interessato di più all’hardcore e al punk: prima sono arrivati i classici, come Stooges e Black Flag, poi le band moderne e forse più metalliche come i Converge, che hanno avuto un enorme impatto su di me. Sono ancora fortemente dentro all’hardcore-punk. Quando Samuli mi ha chiesto di formare i Qwälen, penso che l’idea fosse quella di fare qualcosa sulla scia di Immortal e Young And In The Way. Non credo che alla fine abbiamo finito per suonare come uno dei due gruppi, quindi siamo riusciti a fare qualcosa di giusto”.
Prima di salutarvi, ringraziandovi per il vostro tempo e in attesa di vedervi in Italia, vi domando se avete qualche titolo metal che portereste ovunque…
“(Samuli) ‘Screaming for Vengeance’ dei Judas Priest, oppure ‘Old Mornings Dawn’ dei Summoning”.
“(Ville) ‘Defenders of the Faith’ di Judas Priest, ‘Rift.Canyon.Dreams’ dei Burning Witch”.