Therion – Senza giri di parole
Il 21/10/2022, di Federica Sarra.
Può un’intervista trasformarsi in un momento propedeutico? Succede quando l’intervistato, nel nostro caso, Christofer, oltre ad essere un musicista di grande esperienza, ha una chiara visione sullo stato del music business post pandemia ed è super informato su più o meno tutto.
Ad una certo punto, una volta presa confidenza, ci siamo entrambi sentiti più liberi, io con le domande, lui con risposte senza peli sulla lingua. È un excursus su temi molto attuali, dalle forniture di gas, passando per i tour bus arrivando a toccare temi ultra sensibili come il suicidio e la salute mentale. Vi domanderete cosa c’entrino i tour bus e le forniture di gas. Dovrete leggere per scoprire ogni nesso.
Se non siete dei fan appassionati dei Therion ma avete il piacere di osservare lo stato delle cose da un altro punto di vista, e bene, potreste restarne stupiti.
Lo stupore è una di quelle cose di cui c’è una gran necessità, oggi più che mai.
Ovviamente si parla anche di musica…
Prima di tutto, benvenuto su Metal Hammer Italia e grazie per dedicare del tempo ai tuoi fan italiani. Sono curiosa di sapere qualche dettaglio sulla trilogia, arrivati ormai a questo secondo capitolo, possiamo definirla una sorta di tributo, intendo sia al livello personale sia per i vostri fan?
“Non saprei, posso dirti che i tre album raccontano un percorso e ‘Leviathan 3‘ sarà completamente diverso, molto avventuroso. La mia impressione è che ‘Leviathan 2‘, oscuro e malinconico, sarà quello che fra i tre raccoglierà più consensi. Speravo di poterlo pubblicare prima ma la stampa dei vinili è stata ritardata. Pensa che le piccole label possono metterci addirittura 12 mesi, tu consegni il materiale e passi un anno con le braccia incrociate in attesa. È frustante ma del resto capisco che la priorità oggi sia il digitale ma ritengo che il vinile possa rappresentare un bel “income” per le band e le label.”
Parlando del singolo, ‘Marijin Min Nar‘ uscito da poco, ha infuocato non poco i vostri fan… Mi dici se hai una tua personale formula per scrivere pezzi di successo?
“Mah non saprei, riguardo ai commenti sui Social trovo che ci siano una marea di commenti negativi proprio perchè proviamo a fare sempre qualcosa di diverso. Nel corso della nostra carriera come band abbiamo sempre spiazzato i fan con atmosfere sempre diverse, forse è uno dei motivi per i quali i Therion non mai diventati famosissimi. Io dico sempre che se provassimo a trascrivere tutti i commenti a sfavore dal 2001 in poi, arriveremmo alla conclusione che non abbiamo mai fatto un disco di successo (ride). Però alla fine sono i numeri a parlare chiaro. Prendi piattaforme come Spotify ad esempio, prima di ‘Leviathan 1‘ avevamo un tot numero di ascoltatori che sono poi saliti vertiginosamente. In Germania si è piazzato benissimo. Le cose vanno bene!”
Ma ovviamente siamo in momento storico dove tutti hanno parola e in particolar modo sui social le persone si scatenano, ci stiamo lentamente abituando a leggere recensioni di ogni sorta…
“Sai un commento negativo suona più forte di altri cinque positivi. Le recensioni negative attirano sempre di più chi legge. Alla fine si è liberi di acquistare o non acquistare un determinato prodotto che nel mio caso è un album. La cosa che mi piace dello streaming è il fatto di avere in mano una scelta concreta, lo ascolti e se ti piace lo acquisti.”
Dopo un ritorno importante al “caro vecchio vinile”, allo stesso modo possiamo auspicarci anche un ritorno alla carta stampata?
“Per quanto riguarda i vinili assolutamente, io stesso non potrei mai rinunciare alla mia collezione di vinili e cd così come alle riviste degli anni ’90. Pensa che quando mi sono trasferito a Malta, durante il trasloco, ho aperto uno scatolone a caso e ho trovato tutte quelle vecchie riviste, mi sono fermato a rileggerle con un enorme piacere per ore! Mi piace il “vintage” se hai capito cosa intendo. Se fosse per me vivrei negli anni ’90 per sempre. La musica era ancora pagata bene e tutto il sistema viveva in maniera diversa. Non siamo più in quel periodo d’oro ma vorrei comunque guardare ai lati positivi della situazione attuale. Per esempio ora puoi vedere in tempo reale cosa ascoltano le persone, quante volte hanno ascoltato una canzone in particolare, in quale paese, la fascia di età… Può trattarsi di un vantaggio per noi musicisti.”
Mi piace questo tuo approccio ottimista, dimmi di più…
“Guarda l’esempio più eclatante sono i risultati di un album. Le recensioni potranno essere negative o positive ma alla fine sono le persone che decidono. Prima delle piattaforme streaming era tutto molto più lento. Dopo tre mesi l’etichetta discografica è in grado di fornirti una prima ‘impression’ ma è solo dopo un anno che vedi e ricevi i tuoi ‘statements’ e ti rendi realmente conto di come è andata. Adesso sei in grado di valutare molto prima l’andamento di un album, questa è una cosa che mi piace.”
Sai ultimamente ho letto che il prossimo “trend” sarà il ritorno delle audio cassette. Ritieni che possa essere realistico?
“Ho persino ricevuto delle richieste ma ho detto “NO!”. Assolutamente non voglio neanche ascoltare la musica sulle audio cassette, prima di tutto suonano di merda! I vinili suonano in tutt’altro modo soprattutto se si tratta di una buona registrazione analogica. Mentre quelli più recenti vengono registrati in digitale. Ti prego le cassette no, sarà una delle solite operazioni di marketing! Ma poi dimmi, chi è che ha ancora uno di quegli orribili mangianastri? Secondo me sarà un buco nell’acqua.”
Pensi che sia un qualche aspetto nel fare musica oggi che viene sottovalutato rispetto ai tuoi gloriosi ’90s?
“Forse ti direi le modalità di registrazione di un album. Oggi tanti suoni vengono campionati, la batteria per esempio. Ora utilizziamo anche noi le campionature ma poi in alcuni casi, quando ti ritrovi a vedere una band dal vivo e non suona affatto come sul disco, beh ci resti male. Quando registravamo in analogico, e questo avveniva anche soprattutto negli anni 60, 70 e negli anni ottanta, eravamo tutti lì in studio allo stesso momento, dovevi suonare l’intero brano e riascoltarlo fino a trovarlo perfetto. Con il digitale puoi comodamente registrare da casa e andare in studio solo per il missaggio. Sì, si può fare un disco così e sarà anche molto buono ma secondo me quel feeling spontaneo viene a mancare. Ecco la spontaneità, sì, in qualche modo era più onesto.”
Di norma dopo la pubblicazione di un album ci si aspetta un tour… Puoi descriverci la situazione attuale?
“Noi abbiamo cancellato il nostro tour europeo. Vuoi sapere perché? I costi di un tour post pandemia sono diventati insostenibili per le band.
Ho quasi paura che a causa del programma di risparmio di gas alcuni concerti durante l’inverno possano addirittura essere cancellati. In Germania la situazione si è fatta pesante… Riceve il gas dall’Austria, ci sono stati dei problemi. È dura pensare ad un tour se fossimo costretti a non poter suonare in Germania…”
Ritieni che il razionamento del gas possa rappresentare una sorta di minaccia per gli eventi?
“In un qualche modo temo di sì. In Italia non credo perché le forniture arrivano sia dall’Ucraina sia dall’Austria. Le mie previsioni per questo e per il prossimo inverno non sono rosee. Come ho detto anche in altre interviste, sapevo che anche la situazione post pandemia non sarebbe stata semplice. Immagina tutti quelli che lavoravano come Crew, o si sono trovati dei lavori più stabili o hanno vissuto con i propri risparmi. Quei lavoratori che sono rimasti senza lavoro ora che tutto è ricominciato hanno così tante richieste che non bastano per tutti. Con i Tour Bus la stessa cosa. Molte aziende che durante la pandemia non hanno lavorato sono andate in banca rotta e quelle rimaste non sono sufficienti se tutte le band del pianeta decidono di andare in tour nello stesso periodo…”
In effetti fra Settembre, Ottobre e Novembre registriamo una gran numero di eventi…
“Possono arrivare a farti pagare un Tour Bus tre volte il suo prezzo normale data la richiesta e la poca disponibilità. Secondo te è possibile pagare 63.000€ per un mese? Cazzo me lo compro un tour bus con quella cifra! È folle…”
Sai che non sei il primo che mi parla di “tour bus” in questo periodo? Sembra che stia diventato un problema piuttosto serio
“Ovviamente, noi abbiamo cancellato il tour. Altre band ti daranno delle risposte più diplomatiche. So di una band che ha cancellato il tour negli U.S. menzionando “problemi logistici irrisolvibili”. Tu sai tradotto cosa vuole dire? Che le cifre richieste sono da capogiro, fuori di testa e giustamente la band dice “Non esiste, fottetevi”.”
Spesso ci lamentiamo che le band non suonano da noi o fanno poche date e via dicendo, in realtà non siamo a conoscenza di tanti aspetti da addetti ai lavori…
“Sono contento di averti raccontato una situazione che è diventata pesante. Non se ne parla tanto e credo che tacere sull’argomento non sia la soluzione al problema. Non è nascondendolo che non esiste più!” -Fa una breve pausa riflessiva- “Ti racconto una cosa che non ho detto nelle altre interviste ai media italiani…”
Dai spara!
“È un aneddoto legato al brano ‘Lunar Coloured Fields‘. Te lo racconto affinché tu lo condivida. Quando sei un teenager pensi che in vita tua non incontrerai mai qualcuno che possa suicidarsi o non ci pensi proprio. Un giorno ho realizzato che io ho conosciuto ben sei persone che si sono tolte la vita nel corso degli anni e tantissime persone intorno a me che prendono antidepressivi. La depressione è una malattia seria e ho provato a tradurre tutta la tristezza e la disperazione che ho visto in queste persone in un brano ‘Lunar Coloured Fields‘ per l’appunto, nella parte del “bridge” in special modo. Non ho mai sofferto di depressione ma ho una grande ammirazione per tutte le persone che soffrono di depressione cronica e che ogni giorno si mordono la lingua e vanno avanti con grande difficoltà. Questo vuole essere un mio piccolo e umile tributo a tutti coloro che stanno affrontando questo male oscuro e a quelli che non ce l’hanno fatta. Avevo il desiderio di donare un minimo conforto, facendo sapere che questo pezzo è per loro. Ti devo però sottolineare che sono assolutamente allergico alla pretesa del “ti farò guarire con la musica” o del “salverò il mondo con la mia musica” e cazzate del genere. Semplicemente, questo vuole essere un incoraggiamento.”