David Readman – perdere la testa per Medusa
Il 17/10/2022, di Andrea Lami.
David Readman è un cantante che non ha certo bisogno di presentazioni, avendo negli anni prestato la voce a gruppi di assoluto valore come i Pink Cream 69 (andando a raccogliere l’ingombrante testimone da un certo Andi Deris) ma anche Voodoo Circle, Room Experience e Black Eye. Oggi, però, lo ritroviamo in una veste ancora diversa, avendo approfittato dello stop forzato causa covid per lavorare in studio in solitaria e dare così vita a ‘Medusa’ il suo secondo lavoro solista. Un’occasione ghiotta per andare a bussare alla porta del cantante britannico e cercare di scoprire di più riguardo la sua seconda fatica in solitaria.
Ciao David, andiamo subito al sodo e ti chiedo da dove è nata l’idea di fare un secondo album da solista?
“(David Readman) I fan me lo chiedevano da 15 anni. Non ero ancora pronto a fare un album, ma dopo aver avviato il gofundme, ho capito che era arrivato il momento”.
Ci racconti come è nato il titolo ‘Medusa’? Il testo di ‘Madame Medusa’ parla di questo personaggio mitologico raffigurato sulla copertina o c’è anche un altro significato?
“Sì, è vero, la prima canzone ‘Madame Medusa’ è molto legata al personaggio mitologico, ma in un modo molto rock n roll. Ho deciso il titolo perché mi ha sempre affascinato l’idea di una donna con i serpenti nei capelli”.
Come sono nate le canzoni di ‘Medusa’?
“All’inizio è stato molto facile lavorare con Julian Spruitels, con il quale ho scritto molte delle canzoni. È diventato più difficile man mano che il processo andava avanti. Mi ci è voluto circa un anno per realizzare l’album”.
Di cosa parlano i testi delle dieci canzoni contenute in ‘Medusa’?
“I temi trattati sono vari, dalla vita in generale a temi personali molto oscuri come il suicidio”.
Come hai scelto gli ospiti da invitare nel tuo album?
“All’inizio erano solo amici che avevo incontrato nel mio viaggio, ma poi ho persino contattato un bassista su TIKTOK per suonare in un brano. Sono molto aperto al riguardo. A patto che siano in grado di fornire ciò che serve per il brano”.
In cosa differisce ‘Medusa’ dagli album dei Pink Cream 69 o dei Voodoo Circle, a parte una forte dose di tastiere?
“Fondamentalmente nessuno di questi brani sarebbe mai stato inserito in un album dei Voodoo Circle o dei Pink Cream 69. Certo, a volte non sono così distanti, ma in questo album ho potuto fare tutto quello che volevo e questo ha dato i suoi frutti!”
Come hai intenzione di supportare questo album? Avete in programma di pubblicare altri video o di poter uscire e suonare dal vivo?
“Abbiamo in programma di pubblicare un altro lyric video e precisamente sarà fatto per ‘Turned To Black’. Stiamo inoltre valutando alcuni spettacoli dal vivo. Sono molto aperto a tutto”.
Nella tua carriera musicale hai fatto molti concerti e tournée in molti posti, quali sono i ricordi più belli di questa esperienza?
“Sempre il Giappone e l’Australia. L’abbiamo fatto prima che il mondo andasse all’inferno. È stato sicuramente incredibile”.
Hai partecipato, in qualità di ospite, a molti progetti. Ce n’è qualcuno che ti è piaciuto particolarmente?
“In tutta sincerità mi sono piaciute tutte le cose che ho scelto di fare, altrimenti non le avrei fatte. E’ anche vero che tutti facciamo degli errori”.
Due domande ‘fuori tema’ rispetto al tuo album solista: cosa stanno facendo i tuoi gruppi (Pink Cream 69 e Voodoo Circle e Black Eye)?
“I Pink Cream 69 sono impegnati in un nuovo album, mentre per i Black Eyes ho appena sentito parlare di alcuni festival. Io sono prontissimo e non vedo l’ora di partecipare!”
Raccontaci come sei stato scelto per i Pink Cream 69, se conoscevi già la band, che esperienza hai fatto? Trasferirsi dall’Inghilterra alla Germania non deve essere stato facile.
“Ho fatto un’audizione per la band e pochi giorni dopo mi hanno chiesto di entrare nella band. Era il 1994. Sì, è stato sicuramente diverso vivere in Germania in quel periodo. La cosa bella è stata che c’erano un sacco di party. Dopo circa 5 anni ho deciso di rimanere a vivere in Germania”.