Marco Mendoza – Push It to the Limit
Il 04/10/2022, di Fabio Magliano.
Quando si nomina Marco Mendoza, la mente non può che galoppare iniziando a sciorinare una lista sconfinata di grandi band che, negli anni, hanno avuto l’onore di avere ai propri servigi il basso di questo straordinario musicista. Thin Lizzy, David Coverdale, Whitesnake, The Dead Daisies, John Sykes, Bill Ward, Dolores O’Riordan, Journey…prima di fermarsi per evitare l’effetto “lista della spesa” ma che bastano per fotografare lo spessore dell’artista di San Diego. Che, parallelamente, ha saputo costruirsi anche una discreta carriera solista, con il quarto lavoro a suo nome ‘New Direction’ uscito solo qualche settimana fa. Un disco particolare realizzato in collaborazione con il “nuovo Mutt Lange” Soren Andersen con il quale aveva già lavorato nel 2017 al tempo di ‘Viva La Rock’, un solido duo al quale si sono uniti Tommy Gentry (Gun) alla chitarra e Morten Hellborn (Electric Guitars) e Allan Tschicaja (Pretty Maids) alla batteria per dar vita a un disco dalle mille sfumature e pregno di quella passione che da sempre ci regala Marco quando imbraccia il suo basso.
Marco, dopo la vastissima serie di importanti collaborazioni che ti hanno visto coinvolto nel corso degli anni, per la quarta volta ti cimenti con una fatica in solitaria. Come ti trovi in questa, per te, insolita dimensione?
“(Marco Mendoza) Devo dire molto bene, anche perchè giunto al quarto disco posso affermare di avere iniziato a prenderci la mano! Sicuramente lavorare da solo piuttosto che in gruppo è qualcosa che mi piace molto ma allo stesso tempo mi impegna molto di più del solito, però alla fine la ricompensa, credimi, è grande. Così come posso affermare che questa esperienza ti porta ad una crescita interiore ancora maggiore, e questa è la cosa che per me conta di più”
Considerando la tua ricchissima carriera, dove trovi ancora gli stimoli e l’energia per creare sempre qualcosa di nuovo?
“Nell’amore per quello che faccio. Quando ami la musica in un modo così viscerale, non ne hai mai abbastanza. Poi la vita di un musicista va ad ondate, quando sei in tour butti tutto te stesso nell’attività live, poi quando questa si ferma ti concentri sulla scrittura. Non nego che ho provato in passato a prendermi una pausa, ma non ci sono mai riuscito, la musica è troppo eccitante per me. Ho bisogno di fare sempre qualcosa di nuovo per stare bene, posso tranquillamente affermare che sono musico-dipendente”.
Quale è la “nuova direzione” che vuoi intraprendere con questo lavoro?
“‘New Direction’ è solo il messaggio che voglio lanciare nel testo della title track. Più che un messaggio, a ben pensarci, è un invito a pensare…Vedi, è indubbio che ci stiamo trovando in un momento molto difficile per tutta l’umanità, un periodo buio nel quale è davvero difficile trovare spiragli di luce. Beh, l’invito è quello di provare a cercare altre opzioni di pensiero, altri stili di vita, altri modi di comportarci con noi stessi e con gli altri…cambiare radicalmente prospettiva, per trovare una via di uscita da questo schifo”
Come affermato prima, sei un musicista super impegnato. Quando hai trovato il tempo di incidere un disco solista?
“L’ho trovato nel corso del tempo, rosicchiando spazio agli altri progetti. La lavorazione del disco è iniziata a settembre del 2019, poi abbiamo fatto qualcosa nel 2020 e abbiamo completato il tutto nel 2021 ma posso dire che la scrittura principale, circa l’85-90% dell’album l’ho fatta nel 2019”.
Quale pensi sia la cosa più preziosa che ti è rimasta dalla lavorazione di ‘New Direction’?
“Probabilmente la consapevolezza che, per raggiungere il risultato sperato, devi essere sempre concentrato sull’obiettivo e implacabile, e non rinunciare mai ad andare avanti. La lavorazione del disco è stata fortemente influenzata dalla pandemia, nonostante tutto non abbiamo mai smesso di credere di riuscire a realizzare ciò che ci eravamo prefissati, e nonostante tutto questo casino siamo riusciti a portare a termine il lavoro”
Un messaggio che potrebbe benissimo riflettersi in ‘Take It To The Limit’, uno dei pezzi forti del disco…
“Si, potremmo vederla così. Questa canzone è un’esortazione a vivere la vita al massimo, a non sprecare un solo giorno, un’ora, un minuto del tuo tempo. La vita à strana, non sai il destino cosa abbia in serbo per te, siamo su questa terra per un tempo molto breve, e questo tempo dobbiamo cercare di sfruttarlo al meglio”
Come è cambiato il tuo modo di approcciarti alla musica in questi anni?
“Molto, direi. Ad essere sincero in questo ultimo periodo, anche grazie a quanto accaduto con la pandemia e con la pausa forzata, ho imparato ad apprezzare la musica molto di più, riscoprendo alcuni aspetti della vita del musicista che forse, prima, ero arrivato a dare per scontato. Ho compreso quanto fondamentale sia scegliere accuratamente le persone con le quali fare musica, avere un partner giusto con il quale comporre e suonare è imperativo, è forse l’ingrediente più importante di tutto questo processo”
Sei un punto di riferimento per molti bassisti rock e non solo. Come vedi, oggi, il ruolo del bassista all’interno della band?
“Il ruolo principale del bassista è quello di supportare la canzone, il solista e la ritmica, mantenendo alto il groove e l’adrenalina del pezzo. Questo deve essere la base di tutto. Poi il bassista deve essere bravo a lasciare emergere la propria espressione personale, quello che ha dentro, dando un tocco di speziato al pezzo, slegandosi da un ruolo di semplice “supporto” e diventando protagonista in scena. Il ruolo del bassista non è qualcosa di statico, io stesso sono cambiato molto dopo tanti anni di tour, di registrazioni e di scrittura, quindi è fondamentale non restare immobili ma cercare di evolversi sempre, per il bene proprio e della musica”
Se dovessi dare un consiglio a un giovane musicista che si sta approcciando a questo strumento, cosa gli diresti?
“Di suonare tanto, esercitarsi ogni secondo della giornata, non smettere mai di imparare, non sentirsi mai arrivato e suonare, suonare, suonare, in ogni dimensione. Da solo, con altri musicisti, confrontarsi con stili differenti, esibirsi dal vivo e suonare in studio…ogni cosa è fonte di stimolo, di insegnamento e di crescita musicale e umana”
Ted Nugent, Whitesnake, The Dead Daisies, George Lynch, Thin Lizzy, Black Star Riders, Neal Schon…sono solo alcuni degli artisti con i quali hai avuto modo di collaborare in passato. Hai nuove collaborazioni nel tuo futuro o al momento vuoi dedicarti alla tua attività solista?
“Tutti i nomi che hai citato sono stati un sogno divenuto realtà per me. Quando stai provando cover nel garage di casa con tuo fratello e anni dopo ti trovi sullo stesso palco con quegli stessi artisti ti sembra di vivere un sogno, credimi. Tutti gli artisti che hai citato quando mi hanno chiamato mi hanno sbalordito. ‘Wow, vogliono me, capisci? ME!’. E’ stato qualcosa di incredibile che mi ha reso felice come un bambino. E sono orgoglioso di ogni singola nota ho suonato con loro. Collaborazioni future? Io sono sempre aperto a nuove collaborazioni perchè anche attraverso ad esse si può continuare a crescere e a evolvere il proprio stile. Al momento sono però concentrato sulla promozione del disco solista, ho iniziato ad agosto con un tour europeo, ho suonato tutto il mese di settembre e proseguirò a ottobre attraverso Svezia, Olanda, Spagna, Belgio, Francia, Scozia…credo molto in questo disco e voglio promuoverlo nel miglior modo possibile”.
Per concludere, hai ancora degli sogni da realizzare nella tua vita d’artista o pensi di aver già ottenuto tutto quello che volevi?
“Non ho ottenuto nulla, credimi. Io voglio continuare a migliorare come uomo, come musicista, come bassista e come cantante. Voglio scrivere canzoni sempre migliori perchè quando ti trovi a lavorare con grandi band l’aspetto del songwriting spesso viene delegato ad altri e ora voglio migliorare sotto questo aspetto. Mi sono dedicato alla composizione negli ultimi anni e non nego di rimanere sorpreso a volte da quanto riesco a scrivere. Quindi non mi ritengo arrivato ma ho appena iniziato nel mio percorso, voglio migliorare come songwriter e voglio comporre canzoni in grado ogni volta di sorprendere”.