Battle Beast – La connessione perfetta
Il 07/09/2022, di Dario Cattaneo.
Certe band sembrano proprio costruite per stare sempre in giro in tour… e i Battle Beast sono proprio una di queste. Energia, positività e voglia di rimboccarsi le maniche sono elementi che trasudano dal DNA della band stessa, la quale si troverà a passare dall’Italia proprio tra pochi giorni, pronta a condividere questa energia col pubblico tricolore. Parliamo di questo e di altre cose con Noora Louhimo, per l’occasione sentita ai microfoni da Dario Cattaneo…
Questa intervista avviene in corrispondenza di una serie di concerti piuttosto lunga… immagino che dopo tutte le cancellazioni che avete subito alle date del tour Europeo per via della pandemia sarete felici di essere di nuovo ‘on the road’!
“All’inizio è sicuramente stato fastidioso cancellare tutti i nostri show e non poter vedere i fan. Però invece di rimanere paralizzati a fissare la sfortuna ci siamo rimboccati le mani e abbiamo lavorato al nuovo album ‘Circus Of Doom’. E’ stata la cosa migliore da fare… e comunque dobbiamo tenere conto che anche i social aiutano: grazie a loro non abbiamo veramente mai perso la vicinanza con i fan”.
E adesso verrete a Milano, a settembre… ricordi particolari dell’Italia o della nostra città?
“Amiamo i fan italiani! Sono veramente pazzi e pieni di passione per la musica! E poi il cibo, il vino e la vostra ospitalità ci hanno in passato davvero rubato il cuore. Non vediamo l’ora di portarvi il nuovo album sul palco e vedervi saltare!”
Un punto di forza della vostra musica è la sua diversità. E’ oramai vostra caratteristica il mixare diversi generi di metal e questo genera album in generale sempre diversi. Questo punto di forza si riflette sul palco? Vi permette di creare momenti diversi nello show in modo da fornire ai fan il piatto più ricco e interessante possibile?
“Hai colto il punto! Vogliamo assolutamente dare un esperienza completa ai presenti qualcosa che non si dimenticheranno mai. Grazie a delle vere e proprie montagne russe di emozioni assisterete a uno show mai cosi pieno di elementi spettacolari”.
Ma quali sono quindi i vostri punti fissi a livello di ispirazione? Anche i vostri ascolti sono così vari o c’è qualche elemento che ritenete più importante?
“Abbiamo molte influenze chiaramente, ma le principali sono Iron Maiden e Judas Priest. Però più o meno tutti abbiamo anche ascoltato molto pop e rock, degli Anni ’80 e anche attuale. Io amo mischiare il rock e il pop con il metal che ci piace tanto, ecco, è questo che crea i Battle Beast attuali. Tra i miei idoli assoluti ci sono Whitney Houston, Janis Joplin, Aretha Franklyn, Ella Fitzgerald, insieme ai vari Dickinson, Halford , Dio e Mercury! E anche altri”.
Trai commenti di un vostro video si leggeva una discussione in cui i fan dicevano che band come la vostra saranno il futuro del metal… bella responsabilità! Come ti senti al riguardo?
“Eh eh eh… diciamo che siamo una grossa parte di questo, insieme ad altre band. In qualche modo risaltiamo per via dei nostri show e del nostro humor, penso sia questo che ci fa notare molto. Incoraggiamo il pubblico a perdere il controllo, a divertirsi con noi e credo che questo aiuti a farci considerare così”.
Come dicevi prima, ‘Circus Of Doom’ è l’album che state portando in tour, un album pieno di pezzi epici e potenti. Ma anche molto teatrali e con un vibe orchestrale che non si può tralasciare. Avete avuto difficoltà a preparare queste canzoni per i palco?
“Si, ma solo perché ci vuole molto tempo e impegno per preparare una produzione dal vivo come la vogliamo noi. Tutto deve essere perfetto. E ovviamente la parte difficile è anche scegliere quali pezzi… abbiamo sempre più cose che vorremmo farvi sentire che tempo per suonarle!”
L’energia che ci mettete, sull’album e negli show è in effetti davvero alta. Da dove proviene tutta questa foga e voglia di mettersi in discussione?
“Da noi! Dal nostro amore per musica e per il fatto di suonarla. Durante uno show però si riceve tanta energia dal pubblico, e quello che facciamo noi è restituirla amplificata. Direi che lo scenario perfetto di un nostro concerto è quando noi e il pubblico diventiamo un unico organismo euforico e ci intratteniamo l’un l’altro. Una connessione perfetta insomma!”
Come fate però a mantenere questa intensità… sempre? Voglio dire, uno può anche essere scazzato, triste, un po’ ammalato… questo influisce?
“No. Non ci separiamo mai dalla gioia di nuova, non importa cosa stia succedendo o sia successo fuori dal palco. Quando siamo li, conta solo la musica e il pubblico.”
Tra l’altro, le cose vanno bene anche a livello di feedback, in diverse grosse città siete headliner, e questo non era così qualche anno fa, anche voi avete cominciato dai concerti da 100 persone… quando avete capito che le cose si stavano facendo grosse?
“E’ una strada tortuosa, ma l’abbiamo percorsa e stiamo continuando a farlo. Alla fine, sembra una banalità, ma il duro lavoro paga sempre. Ci sono stati momenti di merda e eventi frustranti, ma il lavoro continua e siamo andati avanti. Ed eccoci qui. La cose che possono fare i fan per noi è continuarci a supportare sui media, portare loro stessi – e gli amici, e le famiglie – agli show e comprare il merchandise. E continuare a sharare la nostra musica! Far girare la voce!”
Quale sarebbe il vostro tour perfetto? Se riuscite a immaginarne uno…
“Eh, sarebbe un tour di grandi arene in giro per il mondo, con tantissimi elementi visuali, e grandi band di supporto di amici e persone simpatiche. E poi ovviamente una grande crew, degli autobus lussuosi, docce con l’acqua calda, toilette sempre disponibili, connessione internet continua e un gran tour manager. Dimenticato qualcosa?”
Ahahah, rimanendo alla roba che avete a disposizione adesso, cosa non deve mai mancare nel tuo equipaggiamento da tour?
“Beh, ti dirò, niente di speciale, però… voglio che ci siano sempre uova sode. Non riesco proprio a farne a meno. Per il resto, quello che si portano tutti: birra, acqua e cibo.”
Vi abbiamo prima posti nella lista delle band ‘futuro del metal’, ma per le band con cantante donna c’è ancora un po’ di strada da fare. Non lo dico io, lo dicono in molti nell’ambiente. Tu come la vedi? Ti sembra che le female fronted band (che brutto appellativo…) siano ancora poche? Come vivi la tua situazione in questo ambiente?
“Mah, che siano poche non è male, è più facile emergere se c’è meno concorrenza… (ride, ndR). In realtà non vedo un problema in questo ambiente. Anzi, dobbiamo smetterla di separare ‘band con cantante donna’ e ‘band con cantante uomo’, alla fine siamo solo band! Questo avviene solo qui. Se vedi nella scena pop, nessuno si sogna di fare questa differenziazione. Forse dovremmo imparare da questi generi. La musica è di tutti e per tutti, e conta solo la bravura, non il sesso.”
Bella risposta, quindi un bel consiglio che daresti a qualcuno (maschio o femmina) che vuole mettersi sul cammino che hai cominciato tu?
“Impegnatevi! Fate tante prove, di continuo, e migliorate voi stessi e le vostre abilità. Fate del vostro sogno un obbiettivo, capite come raggiungerlo e chiedete aiuto se serve. Non bisogna mai arrendersi! Ci vediamo a Settembre al Legend!”