Tenebra – In Nomine Tenebris
Il 30/03/2022, di Alex Ventriglia.
Coriacei nella sostanza, ma dalla mistica intensità, i Tenebra pronti alla rentrée discografica con il clamoroso ‘Moongazer’, nuovissimo secondo album presentato oggi nella sua interezza in assoluta anteprima su Metal Hammer Italia. Il quartetto emiliano, dopo aver arroventato l’inverno prima grazie alla pubblicazione dell’EP ‘What We Do Is Sacred’ (atto di debutto per l’intraprendente label inglese New Heavy Sounds, dopo lo storico, pionieristico ‘Gen Nero’) e poi con un pugno di relative date live in giro per lo Stivale che hanno letteralmente scosso gli appassionati (tutti coloro che amano sonorità color nero pece, e per giunta di altissima qualità, si sono praticamente marchiati a fuoco il nome Tenebra), torna in azione con un nuovo disco che si preannuncia già come una delle rivelazioni dell’anno, sempre licenziato dalla New Heavy Sounds e in uscita il prossimo 29 aprile. Perentori e solenni, abili nel risvegliare le proprie storie, sospese e suggestive, con dalla loro una sezione ritmica chiassosa e istintiva comandata dal drumming di Mesca e da Claudio, bassista tanto devoto a Jack Bruce quanto essenziale nella costruzione del sound Tenebra, la chitarra slabbrata e insidiosa di Emilio a far da collante, mentre svetta, crepuscolare e stentorea, la voce di Silvia, bionda vestale e fulcro ideale e perfetto per dare vita al rituale che, brano dopo brano, si svela in tutta la sua oscura magnificenza.
Bologna, in fondo, non si è mai fatta mancare nulla, figurati se la puoi cogliere impreparata sul fronte musicale. Lei, tra le “capitali” del rock in Italia, sempre all’avanguardia tra suoni e distorsioni varie. Bologna, dotta e grassa sì, ma non più rossa come un tempo, bensì tendente a un fiammante color tenebra…
Ragion per cui non potevamo non approfondire, indagando su questa fenomenale e orgogliosa realtà padana, con un’intervista alla band al gran completo.
Ora lasciate che siano le tenebre, a scender su di voi…
Bazzico nel giro da parecchio tempo ormai, e mi vien da dire che spesso si fa fatica a trovare qualcosa di musicale che ancora sorprende, che all’ascolto riesca a galvanizzare: voi ci state riuscendo, e in maniera brillante, detto così senza tanti giri di parole. Qual è il segreto dei Tenebra?
“(Emilio) Beh, innanzitutto, grazie! Non credo ci sia nessun segreto, banalmente suonare ci rende felici e stare in una band è una cosa appagante sia dal punto di vista creativo che umano. Ecco, direi che i Tenebra sono un gruppo che ascolteremmo, non credo sia una cosa scontata!”.
La provenienza, l’inquieto “mood” padano che si sposa con la ritualità urbana, forte e al tempo stesso evasiva, di una città come Bologna, credo abbia inciso anche questo. Me lo confermi? Voglio dire, da Bologna sono sempre usciti gruppi dalla grande intensità, ma soprattutto di spiccata genialità e avvantaggiati da un estro compositivo fuori dal comune.
“(Mesca) Nonostante la formazione non risieda completamente a Bologna, è vero che questa città, nonostante tutto, sia ancora ricca di stimoli. Io penso, però, che siano molto più significative le esperienze personali e i background di ognuno di noi nella composizione delle canzoni. Ognuno di noi partecipa a un processo comune, ma al contempo porta anche qualcosa di completamente suo ed unico nel suono del gruppo”.
È innegabile che avere in organico una frontgirl dello stile e della bravura di Silvia, la strada si presenta già bella che in discesa… Con la quale dimostrate di incastrarvi perfettamente, nonostante radici musicali differenti visto il vostro background diverso.
“(Claudio) Già dalla prima volta che provammo con Silvia capimmo immediatamente che lei sarebbe stata il plusvalore della band. Non solo le sue doti come cantante sono impressionanti, ma anche la capacità di scriversi le sue linee melodiche è davvero notevole: c’è sempre gusto ed è sempre per il bene della canzone, senza volontà di strafare o incappare in bolsi protagonismi. Poi sì, è vero, io, Mesca ed Emilio veniamo da una storia legata al punk e al post hardcore, ma siamo tutti e tre appassionati di heavy rock da sempre, ovviamente, e ogni tanto le nostre radici musicali spuntano nei pezzi”.
Un altro punto a favore è la vostra grande dimestichezza con il palcoscenico, essendo proprio quella live la dimensione a voi più congeniale, senza la quale il rito Tenebra non potrebbe compiersi. E a tal proposito, cominciano già ad arrivare diverse date nel vostro carnet…
“(Silvia) Anche per i live non è che ci siano particolari segreti. Ci facciamo trascinare dalla musica e dalle emozioni, è un momento catartico, ma anche liberatorio, nessuna coreografia. Siamo contenti che ci invitino a suonare, ma noi vorremmo suonare ancora di più!”.
Molto intrigante è l’artwork per la copertina di ‘Moongazer’, sembra quasi che si sia schierato con voi una sorte di “tenebroso” San Giorgio, nel rifuggire ancestralmente la luce, dove a farne le spese è il sole “infilzato” dalla lancia, nelle vesti del temuto Drago. Credo sia l’immagine perfetta per rappresentare visualmente l’oscuro impatto musicale ivi contenuto. D’altronde, la dicitura in latino ‘Lux In Tenebris’ è quanto mai emblematica, vero e proprio manifesto dei Tenebra.
“(Silvia) L’illustrazione di copertina è opera di Marcello Crescenzi (riseabove.it), un nostro amico e, onestamente, uno dei più grandi illustratori viventi in Italia. La cosa meravigliosa dello stile di Marcello è la quantità incredibile di influenze che si trovano nel suo lavoro: dall’incisione nordeuropea del Sedicesimo Secolo, fino al lavoro di Vernon Courtlandt Johnson per le grafiche di Powell Peralta skateboards, con tutto quello che c’è nel mezzo. Volevamo una grafica emblematica che rappresentasse la nostra musica: la classicità del tema del cavaliere, la simbologia esoterica, ma anche i colori psichedelici e gli alberi mostruosi sullo sfondo. Siamo molto contenti, pensiamo che la copertina sia davvero un’introduzione molto didascalica al disco”.
All’interno di ‘Moongazer’ ruotano diversi, prestigiosi ospiti, tra cui Gary Lee Conner, chitarrista degli eccezionali Screaming Trees, storica band di Seattle con cui i Tenebra spartiscono diversi punti in comune: faccio questa considerazione anche e soprattutto in virtù della recente, improvvisa scomparsa di Mark Lanegan, che degli Screaming era l’anima vocale. Un pensiero su di lui?
“(Emilio) Gli Screaming Trees, anche se non hanno mai raggiunto le vette di Soundgarden o Nirvana, sono uno dei gruppi più storici e rappresentativi del “Pacific North West Sound”. In loro c’erano tutte le influenze che avrebbero caratterizzato quello che poi sarebbe stato definito “grunge”: il garage, il punk, l’hard rock, ma anche uno sconfinato amore per la melodia e la forma canzone. Mark Lanegan era senza dubbio “lo sciamano” di quella cerimonia, con la sua voce cavernosa e spettrale, la sua perdita è un brutto colpo per la scena rock mondiale. Viene a mancare uno degli interpreti più sinceri e poliedrici che abbiano solcato le scene negli ultimi trent’anni. Ovviamente questa collaborazione è nata ben prima di questi ultimi avvenimenti, ma siamo davvero felici che uno dei nostri miti, Gary Lee Conner, abbia preso parte alle session di ‘Moongazer’, per noi è un vero onore, e poi il suo assolo su ‘Moon Maiden’ è clamoroso!”.