Donna Cannone – Pronti a esplodere
Il 09/11/2021, di Angela Volpe.
Oggi siamo con Giorgia “Jo” Carteri, chitarrista connazionale prestata alla Svezia, per presentare la band rock di recente formazione, Donna Cannone, la cui formazione vede alla batteria Tilda Nilke Nordlund, che militava con Giorgia nelle Thundermother; Luca D’Andria, già voce e basso dei Cowboy Prostitutes e Bjorn Strid (Soilwork, The Night Flight Orchestra) alla chitarra…
Ciao Giorgia, è un piacere incontrarti di nuovo! Parlaci un po’ della genesi di questo progetto, come vi siete ritrovati a suonare insieme? Vi siete uniti dall’inizio con l’intento di formare una band o è stata un’evoluzione spontanea?
Ciao Angela e tutti i lettori di Metal Hammer Italia! Tutto è iniziato come un gioco, qualcosa di divertente da fare, come dovrebbe essere. Un giorno del 2019 il mio amico Luca, fantastico musicista e cantante, anche lui espatriato come me a Stoccolma, mi chiamò per dirmi che aveva voglia di riprendere in mano il basso, collegarlo all’ampli al massimo volume e suonare qualsiasi cosa, riff, canzone che gli passasse per la testa. Per me Luca è come un fratello maggiore, è una persona schietta, onesta ed entusiasta, come lo sono io.
Quando mi chiese se mi andava di suonare insieme e trovare una sala prove, mi sembrò una cosa divertente e senza pretese quindi chiesi subito a Tilda se le andava di unirsi alla festa e mettersi dietro la batteria. Tilda è una batterista favolosa e anche una bellissima persona. Con lei ho ricordi meravigliosi di tour e concerti insieme in giro per l’Europa con la nostra precedente band. Dai piccoli locali svedesi e ancora più piccoli locali sperduti nell’entroterra spagnolo o in villaggi scozzesi ai palchi dei festival più grandi e famosi d’Europa. Per anni abbiamo condiviso settimane in tour e macinato migliaia di chilometri, e siamo anche diventate migliori amiche. Anche lei non vedeva l’ora di rimettersi a suonare! E poi è stata la volta del mio compagno, Björn, musicista straordinario che non ha bisogno di presentazioni. Probabilmente ispirato dal nostro entusiasmo si presentò alle nostre seconde prove con la sua chitarra Fender felice per una volta di lasciare il posto del cantante a qualcun altro e finalmente imbracciare uno strumento!
Noi quattro iniziammo a suonare insieme e lo spirito era lo stesso di quando eravamo teenagers, quando ci si trovava in sala prove per stare insieme e far baccano. In pochissimo tempo ci siamo trovati con un sacco di bozze di canzoni senza nomi o testi, solo un calderone di riff e assoli geniali e ci siamo accorti che la nostra Musica aveva del potenziale e poteva attrarre un vasto pubblico.
C’erano tutte le premesse per diventare una band anche perché stavamo diventando migliori amici e per me questa è una cosa fondamentale. Ok il talento è importante, ma credo che l’armonia, il rispetto, il senso di fiducia e complicità̀, sono elementi necessari per esprimerlo al meglio. Non mi sono mai sentita così felice, creativa e stimolata nel suonare con qualcuno! L’ispirazione per il nome arrivò subito e preparai di getto il logo.
La Despotz Records (con la quale io e Tilda avevamo già collaborato durante la nostra carriera con Thundermother) mi contattò svariate volte, voleva assolutamente lavorare con noi e dal momento che con loro ci eravamo trovate bene, decidemmo di firmare senza cercare altrove. Dopo qualche mese entrammo nei fantastici SolnaSound Production dove hanno registrato gruppi come Entombed, Wolf, King Diamond, Soilwork di proprietà del nostro amico Simon Johansson.
Dal momento che il mondo era fermo per la questione Covid ce la prendemmo con calma registrando un paio di giorni alla settimana, e a volte qualche weekend, un’ottima occasione per incontrarci e passare del tempo assieme! L’esperienza in studio con Donna Cannone è stata la più bella e professionale di sempre!
Ora il nostro album di debutto è pronto per essere mixato ed è nelle mani di Chris Laney, brillante producer, songwriter e rockstar.
Donna Cannone è un nome singolare per una rock band, in quanto solitamente si prediligono nomi ad effetto in lingua inglese. Come mai questa scelta e non, ad esempio, Cannon Lady?
Quando ho proposto il nome Donna Cannone ai miei compagni di band e ai nostri amici e familiari più stretti è piaciuto all’istante. Credo che il nome in lingua italiana abbia un suono più d’impatto, granitico e originale di Cannon Lady.
Abbiamo fantasticato su questa “donna temeraria esplosiva” che rischia la sua vita per offrire uno show spettacolare, determinata a perseguire il suo sogno di rendere la sua vita unica venendo sparata fuori da un cannone. Rappresenta per noi la volontà di esprimerci senza confini, il grido degli emarginati, l’integrità e il coraggio di inseguire i propri sogni rimanendo fedeli a sé stessi, senza sottomettersi a ingiustizie e paure e anche un po’ la pazzia che ci vuole per farli avverare.
E poi c’è ‘La donna cannone’ di De Gregori, una donna emarginata considerata un fenomeno da baraccone dai maligni e superbi, che si lancia fra le stelle “senza ali e senza rete” inseguendo il suo cuore. Una canzone meravigliosa, dolce e potente. Non ti nascondo che abbiamo pensato che sarebbe perfetta in futuro come canzone di chiusura ai nostri concerti in giro per il mondo.
Il vostro primo singolo, prodotto da Despotz Records, è ‘Cross The Line’, dove vi vediamo con un look glam che richiama il logo e ci fa pensare a un concept artistico preciso e curato, che ben si combina alla vivacità e freschezza del brano, è così?
Esatto! Con Donna Cannone abbiamo voluto scostarci dal tipico abbigliamento rock/metal e buttarci su un look glamour e stravagante perché è molto più divertente e richiama l’outfit della nostra eroina showgirl che vola fra le stelle.
Il successivo singolo, ‘Nothing To Do’, e relativo video, è uscito il 13 agosto: cosa puoi raccontarci a riguardo?
‘Nothing To Do’ è una canzone sulla divisione, l’isolamento e la negatività creati dall’uso frenetico dei social media. Un’ispirazione per guardare il mondo reale e per esplorare l’amicizia che potrebbe essere proprio lì, accanto a te. Il video è stato girato ancora una volta dal mitico René U Valdes e i suoi Bravo & Bravo Films al sesto piano di un liceo con una vista spettacolare sulla città di Stoccolma, dove recentemente lavoro come insegnante di italiano per principianti. Ho preparato il copione e tra le comparse e attrici principali ho reclutato alcuni studenti e colleghi. Sono stati bravissimi! Ci siamo divertiti molto a girarlo e si vede!
Si può dire che Donna Cannone abbia mosso i primi passi durante il periodo di emergenza Covid, il che, a mio avviso, è un esempio di tenacia nel dimostrare che i progetti possono concretizzarsi anche nei momenti avversi. Avete già un programma di promozione (anche a livello di tour) o attenderete che la situazione si stabilizzi?
Il nostro album di debutto uscirà all’inizio del 2022 e appena la situazione si stabilizzerà potremo finalmente suonare dal vivo e portare la nostra musica on the road. Al momento confermato il nostro primo concerto al Stockholm Rock Out a dicembre quest’anno con Doro, Michael Monroe, Crashdiet e Crazy Lixx.
Ogni componente del gruppo ha pregresse esperienze nell’ambito musicale e tuttavia Donna Cannone sembra una proposta diversa rispetto alle vostre precedenti band. La sensazione che si ha ascoltando ‘Cross The Line’ è che vi siate divertiti a scriverla e a suonarla. È questo lo spirito di Donna Cannone?
Esattamente così. Cross the line è nata in cinque minuti durante una jam in sala prove mentre aspettavamo Tilda. Björn si era messo per gioco alla batteria e quando lui prende in mano uno strumento è come se venisse risucchiato in un’altra dimensione. È in momenti così che veniamo rapiti da questa energia che si sprigiona e magicamente ci sintonizziamo sulla stessa frequenza dando il via al processo creativo. Io sul momento ho tirato fuori un riff di chitarra, Luca ci è andato dietro rendendolo super groovy e poi quando Tilda si è messa alla batteria Björn ha preso in mano la sua chitarra e all’istante ci ha ricamato un riff fighissimo che si sposava col mio. Il cinquanta percento della canzone era fatta.
Possiamo definire il vostro quartetto italo-svedese, sebbene la proposta musicale nasca sul suolo scandinavo, che offre maggiori possibilità di sviluppo nel settore discografico. La diversa provenienza di origine ha un’influenza sull’approccio alla musica oppure ormai, dopo tanti anni di permanenza all’estero, prevale lo spirito svedese?
Prevale sia lo spirito svedese che quello italiano e c’è pure quello british dal momento che Luca ha militato in alcune band nei suoi, credo circa dieci, anni a Londra prima di trasferirsi in Svezia. Il nostro genere è un melodic Rock’N’Roll, con influenze Pop e Punk e in molte canzoni certe sonorità hanno un tocco malinconico di stampo scandinavo. Mi viene in mente una canzone che ho scritto, dove il testo è un grido di disperazione ma anche una dedica d’amore verso quella palla gialla in cielo che praticamente qui al Nord è assente nei mesi invernali e nonostante siano ben undici anni che vivo qui ancora non riesco ad abituarmi alle quasi venti ore di oscurità. Quindi, in questo caso, prevale forse lo spirito italiano.
Secondo la tua opinione, talento, duro lavoro e fortuna in che percentuale incidono sul successo di un artista o di una band?
50% Coraggio (di buttarsi, di crederci, di cadere, di rialzarsi e di inseguire il proprio sogno ad ogni costo) 20% talento, 20% duro lavoro e umiltà e 10% Fortuna.