Esa Holopainen – Una sfida molto personale
Il 17/06/2021, di Federica Sarra.
Quando gli chiedo se avrebbe realizzato l’album senza l’aiuto di Laurenne, Holopainen è franco: “Non credo. Penso che mi sarei semplicemente chiesto cosa avrei dovuto fare per un paio di mesi e nel frattempo avrei giocato alla PlayStation con mio figlio.” Ma facciamo un passo indietro…
Quando hai iniziato a comporre il materiale per ‘Silver Lake’?
È qualcosa che è stato nella mia testa per un bel po’ di tempo… Poi essendo molto impegnato con gli Amorphis, per un po’ non ci ho più pensato. Era come un sogno lontano, ho sempre creduto che un giorno fosse stato bello realizzare un progetto personale, ma quando Nino mi ha chiamato l’anno scorso, la scorsa primavera, quello è stato il vero “kick” per iniziare a lavorare seriamente al disco. Avevo tempo a disposizione e nessuna fretta.
Quando si parla del processo di scrittura delle canzoni, è stato scritto tutto in un lasso di tempo piuttosto breve e recente?
Le prime tre canzoni sono le più vecchie, credo risalgono a circa un paio di anni fa. Di solito quando scrivo musica, è ovvio che scrivo per gli Amorphis. A volte mi capitava di scrivere musica solo per divertimento ma quelle canzoni restavano solo idee conservate in un cassetto. Ed è stato un bene! Tutte e tre le canzoni che avevo, che sono diventate ‘Sentiment’, ‘Ray Of Light’ e ‘Promising Sun’, erano molto diverse l’una dall’altra, molto diverse dal punto di vista musicale. È stato allora che mi è venuta l’idea di chiamare cantanti diversi per ottenere diverse sfumature. Per ‘Ray Of Light’ ho pensato subito a Einar, una canzone perfetta per la sua voce e la sua estensione vocale. ‘Sentiment’ è quasi una canzone folk dei Pink Floyd, e aveva senso invitare Jonas Renkse. Non volevo fare un album strumentale, perché non mi piace ascoltare gli album strumentali fatti dai chitarristi [ride, ndr.]. Volevo canzoni che mi sarebbe piaciuto ascoltare anche da solo.
Hai scelto ospiti di tutto riguardo…
La maggior parte di loro sono amici, miei buoni amici, siamo stati in tour insieme o ci siamo incontrati da qualche parte nel corso degli anni, ma li ho selezionati praticamente solo perché rispetto davvero la genialità artistica di queste persone. Non sono solo amici ma sono i cantanti che davvero rispetto e sono un grande fan della loro musica. Spero davvero che anche a loro piacciano le mie canzoni, almeno così mi hanno detto [ride, ndr.]. Ma non si sa mai!
Hai subito rotto il ghiaccio con il videoclip di ‘Storm’, con Håkan Hemlin. Cosa puoi dire di lui?
Penso che sia il cantante folk più famoso della Scandinavia. È conosciuto da questo duo folk Nordman, ebbero un grande successo negli anni novanta ed erano molto popolari in Finlandia, Svezia e Norvegia. Ma in qualche modo sono svaniti nel corso degli anni. In realtà non so se sono ancora attivi. Abbiamo un amico in comune, un regista di nome Owe Lingvall – che ha realizzato il video di ‘Storm’ – ed è un amico mio e di Nino. Quindi abbiamo chiesto a Owe di chiedere ad Hakan se fosse interessato a fare l’ospite in una canzone di questo tipo di album e Hakan ha deciso rapidamente perché gli piace l’hard rock in generale. È così che siamo entrati in contatto con lui e sono così felice di rendermi conto che la sua voce è ancora perfetta e in gran forma. Quella canzone si è rivelata fantastica e Owe ha aperto la possibilità di girare alle Isole Canarie per girare quel video.
Non scrivi mai testi per Amorphis, quindi questo album è la prima sfida per te?
Sì, è stato come saltare nell’ignoto. Ho scritto alcuni testi su i primi album degli Amorphis, ma non valeva la pena menzionarlo (ride), ma è stata una grande cosa imparare qualcosa anche da te stesso, perché scrivere testi e arrangiarli è stata la cosa più difficile e ho iniziato a rispettare sempre più i cantanti che scrivono i propri testi e li arrangiano. Non è una parte così facile come pensi e ho ricevuto molto aiuto per l’arrangiamento da Nino, il produttore, perché è abituato ad arrangiare i testi e fare le linee vocali. Quindi con quella sezione stavo lavorando abbastanza duramente e a stretto contatto con lui per ottenere un grande risultato. Penso che ‘Storm’ sia un ottimo esempio del fatto che siamo riusciti abbastanza bene in questo.
Appunto! Non sei un po’ “preoccupato” per le reazione dei fan? Insomma, alla fine hai spiazzato tutti!
Per molti versi, ‘Silver Lake’ è un album solista atipico per qualcuno conosciuto principalmente come chitarrista metal, per quanto melodico sia il suo modo di suonare. Il focus è strutturato su canzoni semplici ma potenti con melodie di chitarra calme e atmosferiche. Un ritornello orecchiabile e linee melodiche non potranno essere il male assoluto! Questo è anche il tipo di musica che mi piace ascoltare da solo. Quindi questo era il modo in cui volevo anche avvicinarmi al mio album, e no, non sono preoccupato perché mi sono sentito rilassato in tutte le fasi del disco, so che le persone capiranno i miei stati d’animo e l’urgenza artistica di costruire qualcosa che appartenesse solo a me.