L’Ultimo Concerto – intervista a Legend Club, Fabrik e The Factory
Il 09/03/2021, di Monica Atzei.
Sabato scorso è andato in streaming “L’Ultimo Concerto”, iniziativa promossa da 130 locali italiani per sensibilizzare, coinvolgere, provocare tutti perché la musica riparta. Oltre 100mila persone si sono collegate ma non si è assistito a un concerto come ci si aspettava, bensì a tanti video registrati di altrettanti musicisti (tra i tanti Lacuna Coil, Destrage, Marlene Kuntz, Manuel Agnelli, Ligabue, ecc.) che hanno aderito, dove si preparavano nei camerini, esternavano il loro momento, salivano sul palco…Tanti piccoli pezzi di un puzzle che sono arrivati come un boomerang aldilà della schermata del pc, dopo questi video il silenzio e una scritta: “Vi aspettavate di vedere un concerto e invece vi siete trovati davanti ad un muro di silenzio. Non vi abbiamo preso in giro. Questa è la situazione in cui ci troviamo. Con questo sapore amaro in gola, vi chiediamo tutto il supporto e la comprensione di cui abbiamo bisogno. Un concerto senza musica non è un concerto. Un live club in silenzio non è un live club”.
Noi di Metal Hammer abbiamo intervistato Fil Puliafito (Legend Club – Milano), Piero Bonetti (Fabrik – Cagliari) e Matteo Baroni (The Factory – Verona) per conoscere e ancora dare voce a questa iniziativa.
Com’ è nata questa cordata di solidarietà tra locali? Da chi è partita l’idea?
Fil Puliafito (Legend Club): È stata una cosa più unica che rara! Per la prima volta, almeno a memoria, tutti i locali d’Italia si sono uniti per una idea comune. È nata tramite KeepOn Live, poi si si sono uniti Assomusica e Arci che hanno scritto a tutti i locali; io come direttore artistico ho aderito subito e poi ho avvisato la proprietà, che ne è stata subito entusiasta. E poi, c’è da ricordare Fulvio De Rosa, grandissimo professionista che ha tirato le fila di tutto, è lui il coordinatore. Questa manifestazione era già stata fatta in Spagna, abbiamo visto che lì ha funzionato e che c’è stato un grosso supporto! Il governo ha stanziato dei fondi e ci siamo detti “cavolo possiamo farlo pure noi!” Della iniziativa spagnola abbiamo messo il link nella pagina dell’ Ultimo Concerto.
Piero Bonetti (Fabrik): L’Ultimo Concerto? è un’iniziativa promossa da KeepOn Live, Arci e Assomusica, con la collaborazione di Live DMA, che vede insieme, per la prima volta, oltre centotrenta live club e circoli sparsi sull’intero territorio italiano. L’iniziativa è nata ispirandosi alla campagna spagnola “El ultimo concierto?”
Matteo Baroni (The Factory): L’idea dell’iniziativa “Ultimo Concerto” è partita dall’associazione di promozione KeepOn Live, sostenuta anche da Assomusica e Arci, ed è nata con l’intenzione di creare una protesta silenziosa che portasse al centro dell’attenzione e del dibattito la condizioni critica che stanno vivendo i live club in questo periodo, e che unisse in un unico coro tutti i Live Club.
Qual è stata la risposta delle band e degli addetti ai lavori nella genesi del progetto?
Fil Puliafito (Legend Club): Le band sono state subito contattate, a chi di loro ha aderito è stato spiegato tutto il “processo” sino in fondo. Capisci che non potevamo spiegare il finale sino a che non avessero accettato, non è stato facile dire loro che era un finale del genere. Abbiamo inviato loro (intendo a tutti gli artisti) una cartella stampa con tutto per riuscire a coordinarci, ci siamo sentiti più volte al giorno. Faccio i miei complimenti a Fulvio De Rosa perché ha davvero coordinato qualcosa di grande, poi ogni band e ogni locale aveva la possibilità di fare quello che voleva o che comunque fosse più congeniale . Da noi i Destrage hanno fatto qualcosa di simpatico e sono stati geniali: il loro manager che “viene fuori” dal cellulare e li rassicura durante le prove dicendo “Tranquilli quando il locale si riempirà il suono sarà migliore”.
Piero Bonetti (Fabrik): Posso rispondere per il Fabrik dicendo che i Marlene Kuntz sono stati, ancora una volta, davvero disponibili e sensibili alla causa. Avendo suonato diverse volte da noi, è stata la prima band alla quale abbiamo pensato di chiedere se fossero interessati a parteciparvi.
Matteo Baroni (The Factory):Inizialmente, quando uscì il poster-mosaico con le foto degli ingressi dei locali, furono solo alcuni tra i principali live club italiani a partecipare. Nei giorni successivi, dopo le pubblicazioni dei primi comunicati e del manifesto di Ultimo Concerto (https://www.ultimoconcerto.it/manifesto/) si creò una certa curiosità tra gli addetti ai lavori attorno all’iniziativa e in pochi giorni le adesioni aumentarono, inclusa la nostra come The Factory, fino ad arrivare a 130 live club totali in tutta Italia! Abbiamo chiesto anche ad artisti, bands e collaboratori di aiutarci nella condivisione di questa iniziativa lungo tutto il suo percorso e la risposta che abbiamo ricevuto è stata a dir poco straordinaria, a dimostrazione dell’affetto e del supporto di cui gode The Factory, e di questo ne siamo davvero felici, nonostante tutto e nonostante le difficoltà!
In generale la cosa straordinaria di ‘Ultimo Concerto’ è stata quella di unire, per la prima volta, tutti i gestori di locali di musica live per una causa comune, con comunicazioni costanti e incontri settimanali. Per noi di The Factory è un momento straordinario, poiché ci sentiamo parte di un grande movimento unito per una causa comune importantissima per il nostro settore, ahimè spesso dimenticato dalle istituzioni.
Lo streaming è stato seguito da tantissime persone e le reazioni sono state diverse, è stato davvero di grande impatto! Vi aspettavate questo “gran parlare” da chi segue sempre la musica e gli eventi?
Fil Puliafito (Legend Club): Noi ci aspettavamo sicuramente qualche critica, perché tutto sommato stavamo facendo una cosa che poteva lasciare l’amaro in bocca. Non pensavamo così tanto. Però ti devo dire la verità, molti, molti a caldo hanno avuto questa reazione, anche perché in Italia c’è una brutta situazione che è quella di non leggere tutto, avessero letto il video finale, che cosa spiegava, del perché, probabilmente molti non s’incazzavano così. Devo dirti che, molti poi, a freddo, ci hanno ripensato e mi hanno riscritto “Cazzo! Fil, ho sbagliato! Credevo fosse altro ma ho sbagliato e avete fatto una gran cosa!” Quindi molti si stanno ricredendo, alcuni sono rimasti sulle loro posizioni e su quelle sono e su quelle rimangono. Però la mia sensazione, secondo me sono quelli che non vedevano l’ora di poter “scroccare”, passami il termine, l’ennesimo concerto gratis. Perché ti posso garantire che se fosse stato un evento vero, a pagamento, non avremmo avuto tutti quegli accessi. Sai abbiamo avuto più di 100mila contatti, se fosse stato un concerto a pagamento sarebbero stati 35/40 mila credimi.
Piero Bonetti (Fabrik): Ci aspettavamo una grande collaborazione e partecipazione da parte del pubblico, ci aspettavamo anche qualche critica dovuta alla delusione di non vedere il concerto in streaming, ma è stata diciamo una bugia a fin di bene!
Matteo Baroni (The Factory): Ci aspettavamo una reazione forte, ma non così forte! E di questo ne siamo davvero molto felici, perché questo dimostra che l’iniziativa è servita al suo scopo, ovvero quello di riportare al centro del dibattito la situazione dei Live Club in Italia. Alcuni purtroppo hanno scambiato l’iniziativa come una presa in giro per il pubblico, ma non è affatto così, e a questi invito fortemente a seguire tutto il percorso dell’iniziativa nel dettaglio, sia per capirne il senso della sensibilizzazione che si è voluto creare, sia per comprenderne gli obbiettivi.
A tal scopo, per il nostro video pubblicato lo scorso 27 Febbraio, non abbiamo deciso di mettere degli artisti sul palco, ma di fare una cosa più creativa, su idea della vice-presidente del The Factory Carola Capocchia: abbiamo messo dei manichini di cartone in tutte le aree di fruizione del locale (palco, bar, ingresso ecc).
In quei cartoni noi ci identifichiamo, perché ci sentiamo colpiti come dei bersagli (la forma dei cartoni rimanda a quella dei manichini perforati nei poligoni). Abbiamo scelto poi di introdurre una frase in apertura che descrive metaforicamente la situazione del nostro settore “Se un albero cade in una foresta e nessuno lo sente, non fa rumore?”, è il silenzio che denuncia anche la campagna nazionale di #UltimoConcerto. Nella versione originale della clip inoltre, diffusa sui nostri canali, si può anche udire la traccia scomposta di ‘Non è finita’, brano inedito de Il Movimento (progetto underground viterbese, ad oggi inattivo). Il nostro video è certamente crudo, angosciante… Ma non volevamo essere gentili e dire “va tutto bene”. Una protesta spietata, che non perde comunque speranza: per noi non finirà.
Con questa “protesta silenziosa della musica” siete riusciti o almeno ci sono buone speranze per arrivare ai piani alti? A chi, quindi si occupa, in Italia della cultura e dell’arte?
Fil Puliafito (Legend Club): Assolutamente sì! Il Ministero della cultura ci ha accordato un incontro a breve, verranno stanziati dei ristori e la realtà dei live club è arrivata a chi di dovere!
Piero Bonetti (Fabrik): Siamo in continuo contatto con KeepOn per ovvi motivi e abbiamo saputo da loro che grazie a questa campagna riusciranno a parlare con il ministro Franceschini che li ha convocati!
Matteo Baroni (The Factory): Tutte le testate giornalistiche nazionali e locali hanno parlato dell’ ‘Ultimo Concerto’ di sabato scorso e delle difficoltà dei live club, e anche alcune TV nazionali. Il primo risultato immediato di questo clamore mediatico, dai social network passando ai giornali e arrivando alle tv nazionali, è che il ministero della cultura ha messo a disposizione 50 milioni a sostegno del comparto della musica dal vivo. Ma ci sono buone speranze anche per il confronto con i piani alti, e a tal proposito abbiamo già fissato un appuntamento, questa settimana, col Ministro della cultura Franceschini per un’audizione.
Ora, aspettando il ‘Prossimo concerto’ avete in mente qualche altra campagna, raccolta fondi o altro?
Fil Puliafito (Legend Club): Noi come Legend Club la raccolta fondi l’abbiamo fatta ed è andata bene, come L’Ultimo Concerto non credo che ci sarà una iniziativa del genere, il nostro unico scopo era farci sentire in alto. Vedremo poi nelle prossime riunioni, c’è tutto un programma che vorremmo portare alle istituzioni e che trovate nel sito ed è molto dettagliato, vi trovate idee e proposte.
Piero Bonetti (Fabrik Cagliari): Per ora no, aspettiamo ovviamente di ricevere i ristori promessi.
Matteo Baroni (The Factory): Attualmente non abbiamo in programma alcuna raccolta fondi, ma a breve partiremo col tesseramento 2021 per contribuire alla sussistenza del The Factory e daremo anche comunicazione sui nostri canali ufficiali di un altro importante progetto che sta nascendo!
Vi ringrazio e se volete potete utilizzare questo spazio per far sentire la vostra voce ai nostri lettori…
Fil Puliafito (Legend Club): Dico che forse bisogna fermarsi e ragionare e capire quello che vogliamo fare. Con L’Ultimo Concerto noi abbiamo voluto fare tutto questo anche per chi si sente preso in giro, di questo passo l’ artista preferito di un fan non lo si vedrà più. Perché molti locali non ci saranno più… Noi quindi, abbiamo voluto fare e dare questo segno forte, questo anche per chi vuole solo la musica e non solo per gli addetti ai lavori, quindi offendersi perché hai utilizzato un’ora della tua serata, perché hai avuto difficoltà a vederlo non va bene perché potrebbero essere sempre meno le occasioni. Se le band si sciolgono o i locali chiudono, tutto questo non ci sarà più. Provate a immaginare, questo bisogna fare. Se stringiamo gli spazi dove facciamo musica, si diventa una sorta di imbuto e tutto passa col contagocce e non è detto che quelle gocce siano il tuo artista preferito. Quindi tu, fan, lo vedrai sempre meno. Pensaci.
Piero Bonetti (Fabrik): Ci rivedremo presto sopra e sotto un palco, ma sempre in sicurezza!
Matteo Baroni (The Factory): Ringraziamo anzitutto tutti quelli che ci hanno supportato e sostenuto, e che continuano a farlo, soprattutto tutte le persone, i musicisti e gli addetti ai lavori che hanno condiviso il nostro evento per ‘Ultimo Concerto’: sappiate che non era una protesta contro di voi, ma un modo per far sentire la nostra voce a chi di dovere, che già sta raccogliendo i suoi primi piccoli frutti! Speriamo di rivederci presto a un concerto VERO sotto un palco a divertici, pogare, urlare e bere birra!