Cristiano Filippini’s Flames Of Heaven – Trova la forza dentro di te
Il 23/12/2020, di Andrea Lami.
L’uscita di ‘The Force Within’ dei Flames Of Heaven di Cristiano Filippini, recensito da noi a questo indirizzo ci regala l’occasione di fare una chiacchierata con Cristiano Filippini, chitarrista, tastierista, compositore, deus ex machina della band, coadiuvato dal batterista Paolo Caridi (Geoff Tate’s Sweet Oblivion, David Ellefson, Reb Beach, Michele Luppi, Hollow Haze, ex Arthemis, ex Killing Touch).
Ciao ragazzi, grazie per il tempo che ci dedicate. Iniziamo subito a parlare del vostro nuovo disco per Limb Music! Cristiano, dopo tre album solisti strumentali, da dove è nata l’idea di tirare su una band per cambiare rotta musicale?
Ciao! Be’, io nasco da teenager come chitarrista hard rock/heavy metal quindi il mio obiettivo è sempre stato quello di voler comporre e produrre questo genere, solo che se non trovi gli elementi giusti sei totalmente bloccato. Comunque, dovevo esprimere in qualche modo la mia creatività, quindi ho pensato che il ruolo di compositore poteva fare al caso mio. Ho composto e prodotto tanta epic symphonic music per orchestra, eseguita in teatro anche diverse volte e in questo lasso di tempo ho avuto finalmente l’occasione di trovare gli elementi adatti a realizzare il mio progetto originale.
Come sono nate le canzoni? Le hai partorite da solo o con l’aiuto dei nuovi membri della band?
Tutto da solo, così come gli arrangiamenti e le orchestrazioni. Naturalmente i ragazzi hanno dato il loro “magic touch” nelle loro parti portandole ai massimi livelli. Io compongo da quando avevo sedici anni, ho scritto diverse migliaia di minuti di musica. Spero solo di avere il tempo in un’intera vita di produrne buona parte.
Paolo Caridi: Io e Cristiano abbiamo lavorato alle pre-produzioni di batteria in modo davvero scrupoloso e curando ogni singolo particolare. Dal groove o fill musicalmente più giusto, alle dinamiche, a quale piatto fosse meglio utilizzare piuttosto che un altro. Io registravo le pre-produzioni nel mio studio, gliele inviavo e telefonicamente ci confrontavamo su tutti gli aspetti. Adoro il confronto e l’analisi approfondita di ogni brano e sono convinto che questo modus operandi nell’economia generale dell’album faccia la differenza.
Parliamo dei testi, di cosa parlano?
Parlano della forza interiore che uno ha nascosta nel suo profondo, pronta a venir fuori nel momento di affrontare tutta l’oscurità che il mondo ci propone. Questo è il filo conduttore, poi ci sono alcuni testi più epici che parlano di lotta fra angeli e demoni, altri invece relativi alle ballad più romantici e introspettivi ma l’atmosfera e il connubio tra musica e testi richiama sempre questo pathos nello stesso modo.
Ci racconti cosa significa la copertina, di che immagine si tratta?
Sono tre Arcangeli o “Battle Angels” che vegliano su una città con le loro spade fiammeggianti. Il significato può essere interpretato in chiave di supremazia delle forze angeliche e benigne sulla sfrontatezza e l’eccessiva mondanità dell’uomo moderno. Oppure gli Angeli rappresentano la parte power metal della band e la città futuristica e moderna con luci abbaglianti magari incarnano la corrente synthwave o AOR anni Ottanta della nostra musica, puoi interpretarla a tuo piacimento.
Dove è nato il nome “Flames Of Heaven”? In teoria le fiamme dovrebbero essere nell’inferno.
Ha due componenti una musicale e una concettuale. Per quanto riguarda quella musicale “Flames” rappresenta la nostra parte power metal a tinte epiche mentre “Heaven” incarna la nostra parte AOR anni Ottanta o Hard Rock. A livello concettuale le Fiamme del Cielo sono quanto di più forte la forza benigna può incarnare. Un’immagine forte, quasi agli antipodi. Se vogliamo parlare in chiave religiosa naturalmente non sono fiamme infernali come quelle della Geenna, o dell’inferno, ma quelle dello Spirito Santo. Se invece vogliamo parlare in chiave laica possono essere le fiamme della vita che emergono dal nostro “cielo interiore”, non voglio imporre una chiave di lettura.
Come avete trovato l’accordo con la Limb Music?
Una volta completato il mix e il mastering o mandato il materiale a varie label e l’offerta di Limb Music mi sembrava la più convincente, avendo scoperto e lanciato tante grandi band (tra cui i Rhapsody), mi sembrava inoltre anche di buon auspicio. Dopo la pandemia, però, e prima di mandare loro il master ho lavorato ancora per ottimizzare il mix e il mastering con Matias Kupiainen e Mika Jussila. Un periodo che è stato decisivo, ha migliorato la produzione di un altro po’, colmando quel gap e quel potenziale nascosto che ancora c’era nel mix e master precedente.
Tecnicamente hai scelto quattro dei musicisti più talentuosi del panorama heavy metal italiano. Ci racconti come li hai conosciuti e cosa ti ha fatto scegliere loro e non altri?
Sono contento di poter rispondere a questa domanda. Marco Pastorino mi ha contattato al tempo del mio primo lavoro sinfonico. Ci siamo sempre tenuti in contatto questi anni fino al momento giusto per iniziare a lavorare seriamente. È un cantante dalle doti strordinarie, ha un range molto esteso e un timbro unico ed estremamente musicale. Vive per la musica, abbiamo condiviso dei giorni insieme a casa sua ottimizzando i testi ed ha un grande fuoco dentro. Il ruolo di chitarrista era fondamentale e dopo aver fatto diverse ricerche ho individuato in Michele (Dr. Viossy Vioni) la persona giusta. Io sono di Pesaro e lui insegnava a Riccione, lui non lo sa ma sono diventato suo allievo soprattutto per farlo entrare nella band.
Come musicista non è neanche catalogabile. Non è un chitarrista, lui è la chitarra. In ambito rock e metal non ha nessun tipo di limite. Ragazzo, inoltre, di una bontà e disponibilità senza eguali. A quel punto assoldato Michele abbiamo fatto valutato dei nomi e poi fatto un check con Paolo Caridi, uno dei migliori batteristi italiani (non per niente ha inciso anche per Geoff Tate e David Ellefson) che ha accettato subito con grande entusiasmo. Un ragazzo speciale con grande voglia e disponibilità. Mancava poi solo il ruolo di bassista e dato l’amicizia che lega lui a Michele e Paolo, oltre a essere ex bandmate abbiamo scelto Giorgio “JT” Terenziani. Uno vero martello di precisione e virtuosismo nel suo strumento, uno degli insegnanti più stimati d’Italia e con un approccio estremamente professionale in ogni aspetto. Oltre a essere un esperto di web marketing.
Paolo: Io e Cris non ci conoscevamo ma avevo ascoltato alcuni dei suoi lavori strumentali. Poi fu lui a contattarmi per propormi di lavorare all’album. Perché mi ha scelto? Non saprei, dovete chiedere a lui! Scherzi a parte sono davvero felice di essere entrato a far parte di questa produzione con un team di serie A.
Michele “Dr. Viossy” Vioni è un fenomeno alla chitarra, come vi siete divisi le parti nell’album? Nei due video si vede che l’assolo inizia con una parte tua e poi una sua. La struttura è simile per ogni canzone?
Ribadisco ancora che Michele è il più grande chitarrista che abbia mai visto dal vivo. Non per niente il suo canale YouTube è il più visto al mondo tra i chitarristi. Fatta questa premessa il mio approccio è stato semplice, ho composto tutte le ritmiche e gli assoli più melodici (dando linee guida a Michele che poi lui ha ottimizzato), mentre lui ha composto interamente tutte le parti più virtuosistiche. Le strutture cambiano da canzone a canzone. Onestamente avendo un chitarrista così nella band devi lasciargli più spazio possibile. L’approccio deve essere questo. Mi piacerebbe coinvolgerlo ancora di più.
Come mai nei video, pur avendo una grande base di tastiere, tu le suoni mai?
Be’, perché io mi reputo un chitarrista in una eventuale sede live. Le tastiere le uso per comporre e per registrare in studio le mie parti. Quindi non potevo splittare questo ruolo visivamente e ho scelto.
Ci sono band nel power symphonic metal alle quali ti ispiri o che semplicemente ascolti?
Io ho iniziato ascoltando rock anni Ottanta (Europe, Survivor, ecc.), per poi passare da Iron Maiden, Metallica, Helloween, Savatage, Virgin Steele, alla seconda ondata power Stratovarius, Gamma Ray, Hammerfall, Rhapsody (Of Fire), Avantasia, Edguy. Onestamente, dopo quel periodo sono tornato ad ascoltare solo cose vecchie anni Ottanta a parte Nightwish e Beast In Black.
Paolo: Personalmente arrivo da un mondo musicale molto differente (basti pensare che tra le mie band preferite in assoluto ci sono TOTO e Rush) però ho avuto un periodo dove ho approfondito il genere Power Metal con band come Stratovarius, Helloween, Vision Divine. E quel periodo è culminato con il mio ingresso nei Killing Touch di Michele Luppi proprio assieme a Giorgio Terenziani e Michele Vioni! Quindi possiamo dire che per me registrare questo album è stato un po’ come un tuffo nel passato.
Ci sono delle canzoni che sono rimaste fuori da questo album e che quindi andranno su un successivo lavoro?
Be’, per i primi tre album tante canzoni sono state già abbozzate e scritte in buona parte. Ho scelto in base a un equilibrio tra aspetto power, ballad, mid-tempo, hard rock, suite epiche. Un mio obiettivo è quello di non annoiare mai l’ascoltatore tenendo alta la qualità e la varietà degli stili, ma sempre in chiave Flames Of Heaven. Come detto prima con migliaia di idee a disposizione devo solo scegliere.
Se vuoi lasciare un saluto e dire qualcosa di particolare ai lettori di Metal Hammer…
Innanzitutto, voglio ringraziare te per l’intervista e la recensione, e mandare un caro saluto ai lettori di Metal Hammer sperando che vogliano dare una chance a questo album e dedicare un’ora del loro tempo per assaporarlo e apprezzarlo! Grazie ancora!
Paolo: Grazie mille a tutti i lettori di Metal Hammer e tutte le persone che ci supportano costantemente. Ordinate/acquistate la vostra copia di ‘The Force Within’, godetevi l’ascolto e fateci sapere che ne pensate! Grazie mille ancora.