Hell In The Club – Nostalgia della bella musica
Il 21/09/2020, di Andrea Lami.
Gli Hell In THe Club sono una band in grado di farci cantare, ballare e divertire con le loro sonorità figlie degli anni Ottanta e Novanta provenienti da quel Sunset Boulevard che in tanti abbiamo sognato di percorrere. Con il nuovissimo ‘Hell Of Fame’ quinto album (secondo per Frontiers) compiono un’ulteriore scalino verso la ricerca musicale più raffinata. Quello che era nato come un progetto di due musicisti di due band differenti è oggi una realtà ben consolidata. Ne abbiamo parlato con Andy e Dave
Ciao ragazzi! Benvenuti su Metal Hammer Italia. Parliamo subito del vostro nuovo lavoro, ‘Hell Of Fame’, da noi giudicato Top Album. Ci raccontate come è nato?
Andy: Ciao! Il disco è nato un po’ come tutti gli altri che abbiamo fatto fino ad ora. Di solito lasciamo che le cose vadano da sole una volta iniziato il processo di songwriting. Ognuno di noi tira fuori le proprie idee che ha messo da parte ed inizia a lavorarci su. Prima da solo e poi con gli altri. Senza pensarci molto su tiriamo fuori quello che può essere definito lo scheletro iniziale delle canzoni. Lasciamo che l’istinto trovi le note senza decidere prima che direzione dovrà prendere una o l’altra canzone. Una volta che le canzoni prendono una forma iniziale scarna iniziamo poi a lavorare sugli arrangiamenti divertendoci a provare varie soluzioni che porteranno poi ad avere la versione definitiva dei brani. A volte una canzone può nascere da un riff di chitarra o di basso, altre volte da linee vocali. Dipende. Io personalmente scrivo archivio tutte le idee che mi vengono in mente utilizzando una chitarra acustica e salvando promemoria sul telefono. Alla vecchia, insomma.
Volendo approfondire un po’ il discorso delle canzoni, ci parlate un po’ dei testi? Chi se n’è occupato? Quali sono gli argomenti trattati in questo disco?
Andy: Dei testi ce ne siamo occupati sempre io e Dave sin dal primo disco. In questo disco non c’è nessun filo conduttore ma argomenti diversi. Si parla di esperienze vissute in prima persona o di qualsiasi cosa che ci colpisce o fa riflettere.. che sia reale o una storia, un film, un libro… Io ho scritto ‘Here Today, Gone Tomorrow’, ‘Joker’, ‘Lullaby For An Angel’, ‘Tokyo Lights’ e ‘Lucifer’s Magic’. In ‘Here Today, Gone Tomorrow’ invito a vivere la vita a piene mani, facendo tutto ciò che desideriamo senza paura perché oggi siamo qui ma domani? Intanto mi tocco, eh (ride, ndr.). ‘Joker’ è facilmente intuibile. Ho scritto questo testo dedicandolo a tutti gli attori che hanno magistralmente interpretato la figura del ‘Joker’ nella storia del cinema. Sia io che Dave amiamo il cinema e spesso ci piace citarne personaggi o frasi, dialoghi ecc. L’ho scritto dopo aver visto non il film ‘Joker’ ma il suo trailer. ‘Lullaby For An Angel’ è un testo molto serio dedicato a tutti coloro che hanno perso la vita nelle stragi avvenute in campo musicale come ad esempio il Bataclan di Parigi qualche anno fa. È stato un episodio che mi ha colpito dove un certo tipo di situazione entrava nel nostro mondo, la musica, durante un concerto rock che è una delle cose più lontane che ci sia dalla violenza ma è solo ed esclusivamente un innocente momento dove la gente sogna e si diverte. ‘Tokyo Lights’ è dedicata a chi ama viaggiare e vedere posti e culture diverse.. a chi ha fame di conoscere posti nuovi.. scritta sotto forma di canzone d’amore per una donna che poi non è altro che la città o il luogo stesso. ‘Lucifer’s Magic’ invece ha un doppio significato…parla sia delle tentazioni, sia della musica che noi amiamo tanto. Che spesso viene identificata come musica del diavolo ma che in realtà è solo un qualcosa che ci fa sognare e che ci da forza.
Dave: Io mi sono occupato invece di ‘We’ll Never Leave The Castle’, ‘Nostalgia’, ‘Worst Case Scenario’, ‘Last Of An Undying Kind’, ‘No Room In Hell’ e ‘Mr. Grouch’. Come dice Andy nei testi degli Hell In The Club mi piace poter dare sfogo a tutto ciò che solitamente non tratto direttamente con gli Elvenking. Quindi, a parte i sentimenti e i lati del mio essere di cui mi sento di parlare, con gli Hell In The Club vengono fuori tutte le cose che mi influenzano e mi toccano nella vita di tutti i giorni. Ed essendo un grande appassionato di tutto ciò che è oscuro nell’arte, spesso è proprio questa l’impronta che do ai miei testi. ‘Well Never Leave The Castle’ è la mia personale rivisitazione di un romanzo di Shirley Jackson, ‘Abbiamo sempre vissuto nel castello’, una storia cupa e psicologicamente molto forte, che a mio avviso contrasta molto bene con la ‘leggerezza’ e la positività dello strumentale.
‘Nostalgia’ è un chiaro omaggio ai film degli anni Ottanta, sottolineato anche a livello musicale dall’uso di synth e sonorità di quegli anni. Il testo è una continua citazione a film come ‘La Storia Infinita’, ‘Ritorno Al Futuro’, ‘Gremlins’ e mille altri. ‘Worst Case Scenario’ invece è l’esempio di testo molto personale dove esprimo i miei sentimenti. A volte nella vita capita che tutto vada a rotoli, ed è quello di cui parlo in questa song. ‘Last Of An Undying Kind’ è invece un omaggio alla letteratura gotica. Nello specifico si parla di vampiri, inseriti nella classica cornice Londinese di fine Ottocento. La canzone funge anche da metafora, dove ‘Last Of An Undying Kind’ ci sentiamo un po’ anche noi, fan della musica per come eravamo abituati a viverla ‘una volta’ (sì… ci sentiamo sempre più vecchi). ‘Mr. Grouch’ è invece una piccola chicca perché parla del membro più burbero della band, ovvero Picco! Ci scherziamo sempre e quindi è nata così ‘Mr. Grouch’.
Passiamo all’artwork. Chi di voi vuole spiegarci/raccontarci cosa rappresenta la copertina? Sappiamo che è stata realizzata da SoloMacello. Come mai la scelta è ricaduta su di lui?
Dave: Luca è un bravissimo artista ed era da un po’ che desideravo lavorare con lui (ci abbiamo lavorato anche con Elvenking). Credevo fosse l’artista perfetto per rappresentare la nuova cover degli Hell In The Club e così è stato. Questo misto di stile vintage e horror si sposa alla perfezione e la cover di ‘Hell Of Fame’ è azzeccatissima.
Volete farci un esempio di come nasce una canzone di ‘Hell Of Fame’? Avete lavorato alla stessa maniera degli altri dischi o avete cambiato metodologia?
Dave: dal mio personale punto di vista ho vissuto il processo compositivo solamente nell’ultima fase questa volta. Purtroppo sono stato molto impegnato nella realizzazione dell’ultimo disco Elvenking per cui non ho potuto seguire i ragazzi sin da subito. Infatti il mio apporto questa volta è stato più limitato. Ho scritto tre canzoni intere e ho seguito un po’ meno anche la realizzazione delle melodie vocali di cui solitamente mi occupavo nella totalità del disco. Quindi questa è la prima volta effettivamente che alcune canzoni sono state scritte interamente da Andy assieme a Picco per esempio. Comunque le modalità con cui componiamo rimangono sempre le stesse. Quando iniziamo a scrivere, parte un lungo canale di discussione dove ci scambiamo giornalmente idee registrate a PC, opinioni e quant’altro possa aiutarci a raggiungere poi il risultato finale.
C’è una canzone di tutta la vostra discografia alla quale siete più legati?
Andy: Difficilissimo rispondere a questa domanda. ovviamente noi amiamo tutte le nostre canzoni presenti sui nostri dischi. Quelle che non amavamo non sono finite sugli album. Quando componi metti una parte di te in ciò che poi la gente andrà ad ascoltare. È un modo come un altro per raccontarsi o condividere una parte di sé. Quindi è inevitabile che si ami un po’ tutto ciò che si scrive. Poi, una volta terminato il lavoro, ascolto dopo ascolto, si capisce quali potranno essere le canzoni più vincenti. Alcune stufano prima di altre oppure quelle che cagavi meno all’inizio diventano le preferite. Ma in generale direi che amiamo tutto ciò che finora abbiamo fatto allo stesso modo. Se ci fai caso a questa domanda tutti gli artisti rispondono in maniera simile. Quindi è una risposta scontata e banale, ma è sincera.
Questo album segna l’ingresso di un nuovo batterista. Mark è stata la scelta più ovvia avendo lui partecipato a diversi vostri live in sostituzione dei titolari. Volete presentarlo ai nostri lettori?
Andy: Esattamente come dici tu era la soluzione più naturale. Mark alla fine era già parte della famiglia ancora prima di entrare in pianta stabile nella band. Aveva già fatto sostituzioni live e suona già con me nei Secret Sphere. Pensa che in realtà Mark è il primo batterista in assoluto degli Hell in The Club sai? All’inizio inizio inizio c’era lui alla batteria.. poi per questioni di impegni dell’epoca non aveva potuto continuare ed era così entrato Fede Pennazzato con cui abbiamo registrato i primi due dischi. Mark è un super batterista quindi non avevamo dubbi che potesse essere perfetto. Reputo Marco Lancs uno dei batteristi migliori che ci sia in Italia, almeno di quelli che conosco io.. Quindi non era facile sostituirlo. Lui ha intrapreso un ottima e meritata carriera con grossi artisti quindi i suoi tanti impegni non permettevano una presenza costante. Con Mark eravamo sicuri di avere un sostituto perfetto che non è da meno a livello di qualità e capacità.
Riascoltando tutti i vostri album, che sensazioni vi danno? C’è qualche ricordo particolare legato a qualche album o qualche canzone?
Andy: Amo ancora oggi ogni nostro disco. A volte credo di essere il fan numero uno della band. Tutti noi amiamo ciò che facciamo con questa band. È una band molto serena. Discutiamo sempre insieme delle cose e c’è molto feeling fra noi. Difficilmente una sola persona decide per tutti negli Hell In The Club. Quello che ci spinge ad andare avanti è l’amore che abbiamo verso ciò che facciamo e la serenità con cui vengono affrontate le cose della band. Non è solo una band ormai, ma una vera e propria famigliola.
Domanda d’obbligo. Siamo appena usciti dal lockdown, con tutte le limitazioni del caso. Come l’avete vissuto?
Andy: Mangiando (ride, ndr.)
Dave: Io onestamente ho approfittato per vivere con più calma un periodo di convalescenza visto che avevo subito da poco un intervento chirurgico abbastanza importante. E poi ho cercato di avere a che fare quanto più possibile con la musica, anche se ti devo dire che a causa della situazione che stavamo vivendo, la creatività era ai minimi storici.
Che programmi avete per promuovere il nuovo lavoro oltre al party release del prossimo 25 settembre, visti anche i problemi e le restrizioni dovute al Coronavirus…
Andy: Al momento facciamo la presentazione del disco. Poi vedremo. Ci sono tante cose in ballo ma bisogna aspettare un attimo l’andamento di questa difficile situazione. Voglio mandare un grande abbraccio a tutti i gestori dei locali, lavoratori del settore musica e a tutti i musicisti come me che al momento faticano a stare a galla. Sperando presto in momenti migliori e di tornare alla bellezza, alla magia e alla serenità dei concerti normali senza limitazioni come qualche mese fa.
Ringraziamo Andy e Dave (al quale auguriamo che la convalescenza sia ormai solo un ricordo) e non ci rimane altro che riascoltarci ancora una volta questo ennesimo bell’album in modo da arrivare preparati al release concerto del 25 settembre.
Ci vediamo su… mi raccomando non dimenticate di prenotare il posto!