Voodoo Gods – Filosofia e spiritualismo
Il 21/05/2020, di Dario Cattaneo.
Quando si parla di supergruppi, come lo sono questi Voodoo Gods, viene sempre da pensare di concentrare le domande sui vari membri più o meno famosi facenti parte del progetto… ma per fortuna, quando si ha a che fare con personaggi “strani” ma sicuramente interessanti come Alex Voodoo, il mastermind della formazione floridiana, la conversazione può portare a lidi interessanti e per nulla scontati. Tra visioni nei cimiteri, veleno di serpente e la differenza tra Extreme Metal e Death Metal, il bravo batterista ci ha rivelato una parte nascosta della sua strana personalità. Leggere per credere!
Ciao Alex, è la prima intervista che facciamo ai Voodoo Gods per Metal Hammer Italia… potresti presentare l’idea che sta dietro questa band ai nostri lettori? Un breve riassunto…
“Certo. Parte tutto da una band fondata nel 2001 nei dintorni di Tampa che si chiamava Shrunken Head. La formazione originale era formata da me con Tony Norman e Seth Van De Loo(vocals). Più avanti, nel 2006, cambiammo il nome in Voodoo Gods, e Jack Hiro(chitarra) e Nergal dei Behemoth si unirono alle nostre fila. Nel 2007 fu la vota di Jean Baudin (basso) e David Shankle (assoli) di unirsi al gruppo. La storia poi va avanti al 2014, anno in cui George “Corpsegrinder” Fisher torna a far parte della band, dopo che per breve tempo ai tempi degli Shrunken Head aveva cantato al fianco di Seth come seconda voce. A questo punto si è aggiunto Smolski.. che ha preso il posto di Shankle, che nel frattempo si era allontanato.”
Decisamente un bel macello… ma quindi ora la formazione qual’è? Chi è presente sul disco di imminente uscita?
“Certo: George “Corpsegrinder” Fisher e Seth Van De Loo sono le voci soliste, Victor Smolski chitarra solista, Jacek Hiro chitarra ritmica, Jean Baudin è al basso e infine io faccio batteria e composizione.”
Ecco, la presenza di Smolski è stata una sorpresa per noi… ovviamente lui è noto ai più per i suoi lavori in campo heavy classico, se non addirittura sinfonico/orchestrale… non certo per il death metal diciamo. Si è rivelata però senza dubbio l’ascia giusta per questo lavoro, se mi passi il modo di dire. Hai dovuto faticare per adattare il suo stile più virtuoso al tipo di assoli che volevi per questo disco?
“Diciamo che Victor era noto anche a me per il suoi lavori nel metal classico e per essere un vero “guitar god”… ma qualcosa nel suo stile e nelle suo tonalità mi ha impressionato da sempre. Mi rimaneva in testa. Quando Shankle se ne è andato, ho cominciato a cercare un rimpiazzo e devo dire che cercavo prevalentemente qualcuno che fosse vicino a casa mia, per avere maggior contatto. Quando seppi che si era separato dai Rage, lo contattai, e gli chiesi senza troppi giri di unirsi ai Voodoo Godds. A lui piacque la sfida di cimentarsi con il campo del death metal e accettò. Sono stato fortunato, pochi potevano rimpiazzare Shankle nel suo ruolo, e fortunatamente Victor era proprio uno di questi. Il suo stile si è integrato subito, senza nessuna fatica, anche perché molte delle mie composizioni sono similarmente influenzate dall’heavy classico o dal power. Sono canzoni piuttosto dirette, se noti, e all’interno gli assoli possono variare grandemente, andando a spaziare anche su generi lontani dal death o dal thrash metal che ti aspetteresti. Ho dato a Victor piena libertà su cosa fare degli assoli, posso solo dire che ha capito alla perfezione quale doveva essere il tono e il feeling di quest’album.”
Alla fine sei convinto in un bel giro di collaborazioni per questo gruppo. Secondo te è importante venire a contatto con così tanti artisti diversi per la tua formazione musicale?
“Forse. Per me non so… per i Voodoo Gods è essenziale invece, perché dobbiamo essere in grado di suonare di tutto. È quello che facciamo adesso, non siamo mai stati così versatili. Mi sembra che non ci siano limiti al tipo di musica che possiamo fare, al tipo di sound che possiamo proporre. Tieni conto che nel metal estremo non si può barare: le persone noterebbero che stai provando a fare qualcosa che non rientra nella tua confort zone. Questo se ci pensi è anche il motivo per cui abbiamo due cantanti… Seth e Corpsegrinder hanno approcci diversi, entrambi vitali per i Voodoo Gods! Per questo che un ampio range di collaborazioni è importante per questa band.”
Passiamo alla musica. Come compositore principale dei Voodoo Gods, quando butti giù un pezzo nuovo, da dove inizi? Una melodia, un riff, un concetto…
“La melodia. C’è sempre la melodia, è la base di tutto. Non ho una vera visione su come devo lavorare, un vero e proprio modo… per me la musica è emozione, è qualcosa che sento e di cui mi cibo. In genere certo di realizzare cosa sento nella mia testa, possiamo dire che sia questo il mio approccio. Messo in termini più pratici, registro una demo di tutto quello che mi passa per la testa, solo con batteria e chitarre. Hiro deve aiutarmi, perché io la chitarra non la so proprio tenere in mano. In genere gli spiego il riff con la bocca, oppure sul pianoforte. A quel punto arrangiamo il riff principale fino a che non mi soddisfa. E questo accade nei VoodooGates Studios qui da me. Hiro poi se ne torna in Polonia, una volta memorizzate tutte le parti ritmiche e se le registra. Jean e Victor ricevono poi la musica registrata fino a quel momento per aggiungerci gli assoli e le linee di basso. Jean ha piena libertà con le linee di basso, non voglio limitarlo finché tiene bene a mente di dover essere pesante e aggressivo! Con Victor ho bisogno di parlare un po’ perché capisca il tono, il vibe,che il pezzo deve avere, ma poi la scrittura è sua. Diciamo che io gli mostro solo il posto dove deve inserire l’assolo e aspetto il risultato.”
Hai forti convinzioni politiche, etiche o religiose? A giudicare dall’inclinazione fortemente spirituale delle tue liriche direi di si… queste tue convinzioni impattano sul tuo modo di fare musica?
“Beh, i temi di cui parlo sono principalmente tre. Il Voodoo e tutto quello che lo riguarda, il modo spirituale e il suo rapporto con la natura e la guerra contro la Cristianità. Sono un forte contestatore della Chiesa, e compongo spesso intorno al quel tema… non pensare però che cerchi di fare proselitismo o che, tutt’altro! È solo la mia maniera di combattere contro le cose che odio e che mi turbano. Ecco, quest’album può essere forse un po’ più incazzato e aggressivo dal punto di vista delle liriche di quanto mi aspettassi, ma diciamo che vive appunto dell’odio genuino che provo contro la chiesa e le sue malefatte. Alla fine comunque non ci limitiamo a questo. Il Voodoo, la Forza che ci da il nome, è rappresentato da tante cose: oscurità, luce, morte, vita e il mondo degli spiriti. Tutto questo è correlato con la Natura, gli Dei, e gli altri elementi dell’universo. Come vedi di argomenti potenziali ne abbiamo tanti…”
In che modo il posto dove vivi o i posti dove hai vissuto influenzano invece il tuo modo di essere un compositore?
“Penso sia successo una volta sola. Qualche anno fa, ho registrato delle percussioni per qualche pezzo ad Haiti e Santo Domingo. Durante uno di quei viaggi, mi sono fatto un overdose di veleno di serpente, e nel resto della giornata ho sentito delle sensazioni strane, una certa presenza. Nel corso della giornata siamo andati a un cimitero, e lì le cose sono andate solo peggio, fino al punto che ho visto un’ombra, un’apparizione nell’acqua. In realtà è stato piuttosto figo , e certi suoni che ho sentito – o credo di aver sentito – in quell’occasione sono finiti su disco. Direi che questo è un caso in cui il posto che ho visitato ha avuto un impatto sulla mia musica!”
Parlando di death metal, oramai questo stile musicale sta per compiere i trentacinque anni da quando i Death, proprio qui in Florida ne definivano i primi canoni… Pensi che questo genere, i suoi valori, siano cambiati da allora? E come fai a mantenere un approccio fresco o originale in un genere di cui oramai così tanto è stato detto in più di tre decadi?
“Difficile risponderti. Il Death metal è una filosofia secondo me, proprio come l’Heavy Metal è uno stile di vita. E i valori di ciò non sono cambiati. Ad essere cambiato è il genere musicale, quello che io chiamo Extreme Metal, e che ovviamente si è evoluto in oltre trent’anni, parallelamente con la tecnologia e gli sforzi dei musicisti. Una cosa però è cambiata: il Death Metal (filosofia) è sempre più legata al concetto di Extreme Metal (genere musicale). Per questo che spesso si parla di uno pensando all’altro…”
Bella risposta, Alex… A questo punto ti chiedo: Pensi di aver composto il tuo album definitivo? O senti di aver ancora molta ispirazione da cogliere in giro per l’universo?
“Non penso a queste cose. Cerco solo di fare del mio meglio su ogni album. La mia ispirazione è la mia vita e le mie emozioni, quindi posso andare avanti per sempre.”