The White Buffalo – House of the rising sun
Il 30/04/2020, di Federica Sarra.
L’ultima volta che ho avuto il piacere di chiacchierare con Jake Smith, in arte The White Buffalo, era in procinto di deliziare la nostra penisola con una serie di date dal vivo. Si parlava dell’incredibile accoglienza e calore del pubblico, cosa che lo lascia sempre stupito. Questa volta, inevitabilmente, la nostra intervista è iniziata con lui che mi faceva domande riguardo al lockdown, alla vita in quarantena… In quel momento anche l’America si stava preparando a un possibile lockdown, il tour programmato di lì a poco era in forse. Entrambi un po’ smarriti, eppure avevamo qualcosa di bellissimo da raccontare: la musica. Come dice Jake “Mi tiene la mente occupata e mi mantiene sempre impegnato”.
Non devo neanche fare la prima domanda…
Questo è un periodo strano sai, per rilasciare interviste, promuovere l’album e cose così, ma cerco di raccontare la mia nuova musica affinché possa essere una distrazione per i miei fan e coloro i quali sono alla ricerca di emozioni sincere. Permettere loro di essere trasportati in luoghi diversi attraverso le mie canzoni.
Sei consapevole del grande impatto emotivo che può avere in questo momento ‘On The Widow’s Walk’?
Non ho mai pensato a quale sarà l’impatto emotivo del mio pubblico, ma mi piace immaginare che i nostri singoli piccoli mondi possano incontrarsi ed entrare in connessione in qualche modo. So che questi sono tempi orribili, bui, mi piacerebbe sapere di aver contribuito a far “sentire” una piccola luce, un calore. Il potere della musica ha sempre un grande impatto nella vita delle persone, è un enorme forza per chi la sa accogliere. Le canzoni riescono come nessun altro mezzo comunicativo ad avvolgerti il cuore. Probabilmente perché non è supportata da immagini, se non quelle prodotte dalla mente di ciascuno di noi.
Come pensi di agire per sopperire agli show cancellati?
Sicuramente cercherò di essere molto più presente sui social, non so ancora se farò una diretta o un Live Streaming. Sicuramente sarà strano senza il calore del pubblico. Non ho idea se attraverso lo streaming si possa creare una connessione con le persone a casa, forse vorrò scoprirlo.
Sai cos’è strano, il silenzio fra un brano e l’altro, all’inizio è spiazzante, sia per noi ascoltatori e soprattutto per voi musicisti, penso…
Dev’essere sicuramente strano non sentire l’energia del pubblico sprigionarsi, liberarsi al termine di un brano. Sei solo tu, da una parte e migliaia di persone dall’altra, che ti guardano senza la possibilità di interagire.
Mi racconti della Jelly Crew?
(ride) La Jelly Crew, questa è carina da raccontarvi. La ‘Jelly Crew’ in questione è formata dal batterista Matt Lynott e dal bassista Christopher Hoffee, autore anche di molti riff di chitarra, e da Shooter Jennings, produttore, presente anche al piano e alle tastiere. Abbiamo passato sette intensi giorni insieme e in totale armonia e trovato tanti spunti creativi lavorando con lo spirito giusto. Un’esperienza davvero fantastica e una crew realmente incredibile!
Perché, come tu stesso hai detto, ti piace aggiungere sempre un po’ di confusione nelle tue canzoni? Intendi in termini di liriche o anche di soluzioni musicali non scontate?
Entrambi (ride)! Come ti dissi la scorsa volta, e non ho cambiato opinione, non è tutto o bianco o nero e mi piace che le sfumature si riflettano nel mio modo di scrivere e concepire la musica. Mi piace creare dei conflitti interiori, che poi sono parte della vita reale di ciascuno di noi.
Mi ha colpito particolarmente il leit-motiv di ‘On The Widow’s Walk’, puoi descriverlo ai nostri lettori?
Stavamo guidando in questa cittadina portuale sulla East Coast e chiesi perché ci fossero dei balconi sui tetti degli edifici. Matt mi spiegò che le mogli dei marinai camminavano avanti e indietro sui tetti, desiderando il ritorno dei loro mariti. Ho trovato in questo un romanticismo così poetico che all’inizio ho pensato di farne un concept album. Poi, mentre scrivevo, sentivo anche l’esigenza di far emergere altri concetti, come la natura ad esempio, che probabilmente non si incastravano bene con l’idea iniziale del concept ma, essendo importanti per me, essendo parte di una storia molto più grande, ho deciso di inserire quei brani nell’album.
Il risultato è un album veramente organico…
Quello che ho cercato di fare con questo album è rappresentare una gamma più ampia di emozioni. Ci sono momenti oscuri, momenti più felici, momenti messi in discussione.
Sai, questa volta ho io un messaggio per te e per tutti i musicisti là fuori!
Dai, dimmi! In genere chiedono a me di inviare messaggi ai fan!
Come dicevi tu all’inizio, la musica ha un potere immenso e in momenti come questo, in cui siamo chiusi in casa, un po’ soli, voi musicisti avete un ruolo veramente importante per noi. Con la vostra musica siete il nostro supporto, la nostra cura.
Ora è tutto così reale e surreale allo stesso tempo, personalmente cercherò di sfruttare questo momento anche per una personale introspezione. Qui siamo isolati da pochi giorni rispetto a voi in Italia e immagino che sia pesante psicologicamente sopportare una quarantena così lunga. Se non ci fosse la musica anche noi musicisti avremmo molta difficoltà nell’elaborazione di quanto accade.
Io ci sono per voi, voi state al sicuro!
‘On The Widow’s Walk’ è disponibile dal 17 aprile su Snakefarm Records (distribuzione Universal), mentre, per quanto riguarda la data italiana di White Buffalo, questa sarà recuperata l’11 dicembre 2020 all’Alcatraz di Milano.