Bloody Sadism – Sadismo persiano
Il 18/02/2020, di Giuseppe Cassatella.
Probabilmente l’idea della scena metal iraniana che abbiamo in Italia è eccessivamente pessimista, immaginiamo quasi che non possa esserci all’interno del Paese mediorientale un vero e proprio movimento. La realtà è diversa, non molto migliore, ma comunque lontana dallo zero assolto che un occidentale può pensare. Però da quello che traspare dalle parole di Pooyan Ahmadi, leader dei Bloody Sadism, la situazione non è affatto semplice, i musicisti sono costretti a muoversi ai limiti della clandestinità. Poi c’è l’embargo delle nazioni occidentali a rendere tutto ancora più complicato, basti pensare che lo stesso autore non ancora è entrato in possesso delle sue copie fisiche del recente ‘Eloquent Atrocity’.
Benvenuto su Metal Hammer Italia Pooyan Ahmadi. Ammetto che per un occidentale la scena iraniana è un mistero, mi viene quasi spontaneo chiederti se la formazione ad uno è una scelta oppure è dovuta alla mancanza di altri musicisti dediti a certe sonorità in quel di Teheran?
Entrambe le cose: è effettivamente difficile trovare altri membri per la mia band ma anche io preferisco fare tutto da solo. In questo modo nessuno può tentare di farmi cambiare idea e poi trovo stimolante essere una sorta di esercito formato da un solo soldato!
Potresti andare più nello specifico e descrivere lo stato del movimento del metal in Iran e, in particolare, della scena estrema?
È tutto sommato stato in buone condizioni attualmente, è in forte crescita. Niente di eccezionale, ma sicuramente è molto meglio rispetto ai decenni scorsi. Ci sono molte band rock e metal, ma ci sono anche così tante pecche in tutto ciò che riguarda la musica in Iran. Non c’è una scena ufficiale nel mio Paese e i musicisti come me sono semi-clandestini.
Quindi in un ambiente del genere non deve essere facile incidere un disco, come è nato ‘Eloquent Atrocity’?
Ho intrapreso questo progetto nel 2014 e nel corso del tempo è cresciuto poco a poco. Nel 2016 l’arrangiamento delle canzoni è terminato, nel 2017 ho imparato a cantare e nel 2018 ho iniziato a registrare. Tutto ciò che ascolti è l’essenza dei mie sentimenti.
E di cosa parlano i testi frutto dei tuoi sentimenti?
I testi parlano di misoginia, sangue, tortura, violenza, depressione e umiliazione. Le liriche riguardano tutta una serie di questioni interiori che ogni essere umano può anelare o sperimentare. (Fortunatamente viviamo lontani Nda).
Hai detto che la tua musica è la voce della tua essenza interiore, però non vedo particolari legami con la tua terra. Nella tua musica non ci sono influenze folkloristiche, non pensi che inserendone alcune partiture tu possa trasformare le tua canzoni in qualcosa di originale ed esotico?
Forse. Non ho mai preso in considerazione di inserire elementi che facessero riferimento alle nostre influenze popolari, ma forse in futuro potrei cambiare i cambiare anche idea. Non so dirti cosa accadrà nei prossimi mesi.
Mi sa che ce ne intendiamo più noi italiani di musica iraniana, qui spopola ‘Pariya’ di Shahram Shabpareh, nella versione italianizzata ‘Lascia Entrare Ascanio’. I Nanowar Of Steel ne hanno fatto addirittura una cover!
Conosco questo brano, di solito lo utilizziamo nei matrimoni! Ho ascoltato la loro versione, è fantastica!
Recentemente un italiano si è presentato a Persia Got Talent portando proprio questa canzone nella versione italianizzata!
Figo, però la giuria l’ha tagliato proprio per il testo fake. Però capisco che a voi possa piacere questo pezzo, il ritmo è un 6/8, dovresti vedere l’headbanging che fa il suo autore, Shahram Shabpareh, quando l’esegue: potrebbe produrre energia elettrica con il movimento della sua testa!
In passato, molte band brutal qui in occidente sono state censurate per il contenuto dei testi e delle copertine. Hai avuto questi problemi nel tuo Paese?
Come ho detto prima, opero in uno stato di semi-clandestinità nel mio Paese e non potrei fare neanche dei concerti o forse mi sarebbero permesse solo alcune esibizioni limitate senza parti vocali o cose del genere. In tutta sincerità, non importa: io faccio e farò musica per tutto il mondo, non per il mio Paese.
Questa situazione rende difficile promuovere la tua musica al di fuori dell’Iran?
In questo momento avviene tutto tramite Internet e non è poi così difficile promuovere la mia band fuori dei miei patri confini.
Al di là della promozione, come riesci a superare l’embargo per poter vendere all’estero i tuoi CD e il merchandising?
Fuori dall’Iran si occupa di tutto, come da contratto, la mia etichetta. Ma ti basti sapere che non ho ancora ricevuto le mie copie dopo quattro mesi dalla sua pubblicazione proprio a causa dell’embargo. Cosa posso fare? Niente, quindi non ci penso. In questa situazione preferisco piuttosto che siano i fan ad apprezzare le mie canzoni e che mi supportino comprando attraverso i canali che permettono di farlo. La cosa peggiore è che ho perso ben due contratti a causa dell’embargo e delle sue stupide motivazioni razziste. Odio vedere il resto del mondo parlare continuamente di diritti umani e altre cose del genere! Le altre nazioni dovrebbero essere meno false e mettere in atto gli ideali di cui tanto blaterano.
Concentriamoci sul futuro allora, cosa hai in serbo per la tua band?
Ci saranno nuove canzoni e altre grandi cose in futuro: un secondo album molto presto e spero dei concerti, se solo fosse possibile…