Visione Divine – anteprima in studio del nuovo ‘When All The Heroes Are Dead’
Il 24/09/2019, di Alex Ventriglia.
Idealmente trasportati sull’ermo colle di Recanati, i Vision Divine svelano i segreti e le numerose sfaccettature nascoste dentro l’avvincente e ambizioso ‘When All The Heroes Are Dead’, nuovissimo full-length che riporta il sestetto toscano sotto le luci della ribalta.
A Pisa, specie nell’ultimo lustro, il sottoscritto è praticamente di casa. Una frequentazione consolidatasi negli anni, ma nata in modo quasi fortuito, una trasferta in Toscana che, neanche a farlo apposta, riguardava proprio i Vision Divine, all’epoca impegnati in una sorta di rivoluzione che ebbe il suo picco con il magnifico ‘Stream Of Consciousness’, tra gli assoluti capolavori del quotatissimo gruppo toscano, per il quale scrissi un esclusivo reportage direttamente dagli studi pisani.
Sono trascorsi ben quindici da allora, il fascino della città celebre nel mondo per la sua Torre pendente rimane immutato nel tempo, ma per la band capitanata da Olaf Thorsen, chitarrista, leader storico e principale mentore del progetto, è tempo di novità e cambiamenti, e la più sensazionale è rappresentata dal nuovissimo full length album, ‘When All The Heroes Are Dead’, emblematico fin dal titolo e che uscirà il prossimo 25 ottobre su Scarlet Records (per Europa e Nord America) e King Records (per il Giappone). Ragion per cui, preparati i bagagli, siamo ripartiti alla volta del Tirreno, l’occasione di verificare in anteprima lo stato di forma di uno tra i gruppi storici del metal stardom nazionale era di quelle imprescindibili, noi di Metal Hammer sappiamo bene di che pasta son fatti i Vision Divine, capaci di gettare il cuore oltre l’ostacolo anche quando le avversità sembrano a dir poco insuperabili.
Siamo agli Eden Studios di Pisa, di proprietà del tastierista e produttore Alessio Lucatti, e, mentre Olaf Thorsen, come ogni buon capo che si rispetti, ama farsi attendere, agli onori di casa ci pensano Alessio, il chitarrista Federico Puleri e il buon Andrea ‘Tower’ Torricini, bassista ed elemento ormai storico di una band che ha da poco festeggiato i suoi vent’anni di carriera. Finalmente Olaf arriva, in compagnia del frontman Ivan Giannini, ovverossia la vera e propria “quadra” di questi “nuovi” Vision Divine, l’elemento attorno al quale ruota l’intero nuovo album, nel corso del quale esplodono numerosi sia gli spunti vincenti, nella loro matrice musicale più classica, sia un’abbondante maturità compositiva e una notevole freschezza d’idee, il tutto sapientemente bilanciato dal genio di Simone Mularoni, chiamato all’opera per registrazione e missaggio. Ad introdurre all’ascolto di ‘When All The Heroes Are’, l’intro ‘Insurgent’, incalzante ed evocativa, un messaggio di tempi nuovamente fecondi, con lo scettro del comando impugnato poi con l’opener vera e propria: ‘The 26th Machine’ mette subito in chiaro le cose con gran dinamismo e un’essenzialità che non lascia prigionieri, nella quale è la sezione ritmica e il cantato di Ivan a sorprendere emotivamente. ‘3 Men Walk On The Moon’, primo singolo dell’album e il cui lyric video sta già furoreggiando in rete, è una canzone strepitosa, dedicata al celebre allunaggio dell’Apollo 11, avvenuto appunto mezzo secolo fa, lasciata alla mercé delle trame chitarristiche della coppia Thorsen-Puleri e della voce che muta via via di intensità, riuscendo in un’impresa non facile, ovverosia descrivere l’immensità dello Spazio. Un pezzo così farebbe gola perfino agli Helloween, ma quelli più ispirati degli anni d’oro, non gli ultimi, pallida copia di un passato glorioso ormai tramontato…
A ribadire il concetto arriva ‘Fall From Grace’, ennesima riprova di quanto sia stata azzeccata la scelta di Ivan, il quale, con timbro caldo e stentoreo, colora un altro brano meraviglioso, finemente cesellato dalle tastiere di Alessio e irruvidito quel tanto che basta dagli assoli di Olaf. Un brano che non può non finire sul podio dei migliori tre. Il passo successivo, ‘Were I God’, è probabilmente quello che desta maggiori sorprese, con il suo taglio romantico volutamente retrò (personalmente parlando, dentro vi ho ritrovato lo stesso humus di ‘Rage For Order’, l’immenso secondo album con il quale i Queensryche fecero scalpore per il coraggio e la grandiosità del repertorio espresso), tra la pomposità delle tastiere e la melodia del cantato, inutile forse aggiungere che anche qui Ivan ha fatto gli straordinari… È il turno ora di ‘Now That All The Heroes Are Dead’, pezzo in cui il six-piece si lancia maggiormente a briglie sciolte, con il Tower e Mike Terrana a fare il bello e cattivo tempo, sempre sotto l’occhio vigile di Lucatti, maestro alle tastiere, e della coppia Thorsen-Puleri. L’ottavo studio-album dei Vision Divine sta via via sfumando, ma è l’artiglieria pesante a farla ora da padrona se all’appello sono chiamati prima ‘While The Sun Is Turning Black’ – un brano sensazionale per l’intensità emozionale che sprigiona, una “lectio magistralis” su come si possa trasformare in musica la bellezza interiore, seppur velata di malinconia, con un Ivan Giannini da applausi a scena aperta – e successivamente ‘The King Of The Sky’, canzone di color rosso fiammante che richiama alla memoria i primissimi Vision Divine, più istintivi e virulenti, che a modo loro riscrissero la Storia del power metal nazionale, un brano questo che, soprattutto dal vivo, non lascerà scampo. La plumbea ‘On The Ides Of March’ e l’oltranzismo di ‘300’ dichiarano infine i tratti distintivi di Olaf Thorsen, da appassionato di Storia qual è sempre stato gli riesce splendidamente render vivida e reale sia la congiura contro Giulio Cesare che il sacrificio degli Spartani alle Termopili, per un avvincente trait d’union storico che non può non aggiunger valore a un album estremamente importante già di per sé; che si presenta competitivo anche a livello di contenuti, in grado di passare sotto la lente d’ingrandimento Storia e Filosofia, meglio però se imparentata con la psicanalisi, viste le varie teorie sull’Assoluto, sul Simbolismo e sul confronto Heidegger-Jung che, ebbene sì, fanno qua e là capolino lungo il corso di ‘When All The Heroes Are Dead’ che, a conti fatti, ha la valenza di un concept-album. E dei più autorevoli ed eruditi. Autorevole è anche il finale, affidato a ‘The Nihil Propaganda’, quasi una prova di devozione nei riguardi di Giacomo Leopardi e del suo Pessimismo Cosmico, un pessimismo che, diciamola tutta, indossava vesti non sue, perché altri non era che un atto d’amore nei confronti della vita… Sono gli immortali versi de ‘L’Infinito’ a vergare la parola fine, suggellando una correlazione ideale, tra il Poeta di Recanati e il sestetto toscano.
Per dovere di cronaca va inoltre riportato che, nella versione digipack del CD, sarà inserito come bonus ‘Angel Of Revenge’, il singolo dello scorso anno con il quale i Vision Divine annunciarono l’ingresso di Ivan Giannini, e che, per quanto riguarda l’edizione giapponese di ‘When All The Heroes Are Dead’, come bonus track farà invece bella mostra di sé una notevolissima cover di ‘Rusty Nail’ , tra gli assoluti classici degli X Japan (eh sì, abbiamo ascoltato anche questa, e va sottolineato che molte sono le similitudini sonore, tra i due gruppi, con i Vision che a volte si fanno prendere la mano e raddoppiano quasi l’intensità originale del pezzo…), probabilmente la metal band più celebre e influente partorita dal Giappone. Anche se io, da buon bastian contrario, ho sempre parteggiato per i Loudness…