The End At The Beginning – Un nuovo inizio
Il 24/06/2019, di Angela Volpe.
I The End At The Beginning ci raccontano uno sfortunato e singolare aneddoto che tuttavia non ha bloccato la loro attività, così come i recenti cambi di line-up. Con encomiabile forza di volontà, la band è determinata a portare avanti il progetto, sfidando talvolta anche il fato avverso.
The End At The Beginning, riassunto delle puntate precedenti. Siete in attività dal 2011, aggiornateci sui cambiamenti che sono intervenuti recentemente…
Dal 2017 a oggi sono cambiate molte cose, principalmente a causa dell’uscita dal gruppo del frontman Nicola Roccati e del chitarrista co-fondatore Andrea Marcomini. Ciò ci ha costretto a prendere una pausa per capire come continuare il progetto e, dopo quasi un anno di ricerca e intoppi, siamo riusciti a trovare una nuova line-up grazie all’ingresso di Nicolò Leonardo Bazzani alla voce e di Massimo Bontempi alla chitarra. Abbiamo anche affrontato un cambio di etichetta, in quanto il nostro precedente contratto con Famined Records era terminato. Al momento stiamo collaborando con i ragazzi di Antigony Records/Agency con cui speriamo di crescere vicendevolmente.
Qualche anticipazione sulla vostra nuova produzione: seguirà la scia di ‘Revelations’ (2016) o dovremmo aspettarci qualcosa di diverso?
Al momento non abbiamo in cantiere un album ma stiamo cercando nuove sonorità attraverso singoli che, anche se legati da un filo comune, permettono di avere maggiore libertà. Sicuramente saranno un’evoluzione di ‘Revelations’ in quanto il percorso è un continuum dal passato al presente ma si cercherà appunto di esplorare nuovi lidi, complice anche il cambio di line-up che ha portato nuove menti creative nel progetto.
Ascoltando i vostri brani si avverte una mescolanza di stili. Personalmente non amo etichettare i generi musicali,come descrivereste la vostra musica?
Neanche a noi piace etichettare i generi; innegabilmente rientriamo nel macrogenere del Metal in quella che è la sua forma contemporanea.
Sappiamo quanto sia dura per le band giovani crearsi il proprio spazio, su cosa puntate per emergere?
Quello che più interessa a noi è cercare di produrre sempre materiale di qualità e di cui essere, in primis, soddisfatti.
Raccontateci una delle esperienze più significative fatte finora nel vostro percorso musicale.
Non sappiamo se definirla la più significativa ma sicuramente una delle più memorabili dell’ultimo periodo: abbiamo organizzato un weekend a Massa in Toscana per girare il video di ‘Earth’. Avevamo trovato una grotta perfetta per il playthrough ma durante la notte ha piovuto ininterrottamente e si è allagata mandando all’aria i piani. “Nessun problema!- abbiamo pensato- Abbiamo due giorni per girare, ci muoviamo presto al sabato e facciamo un sopralluogo; il posto è talmente grande che un modo lo troviamo”. Ci mettiamo in viaggio il sabato mattina presto e dopo neanche venti chilometri in autostrada si buca una gomma della macchina, costringendoci a fermarci proprio all’interno di una galleria. Abbiamo dovuto chiamare il carro-attrezzi che ci ha riportati indietro. Ci siamo dunque visti costretti a partire nel pomeriggio, perdendo comunque la giornata anche a causa della pioggia. “Non ci arrendiamo, anche in una sola giornata il video lo portiamo a casa!” La mattina seguente ci siamo svegliati presto per sfruttare la luce a pieno. Nel tornare a valle dal paesino di montagna dove abbiamo passato la notte, il batterista ha sbagliato strada e si è letteralmente incastrato tra due muri con la macchina. Grazie agli abitanti del luogo che hanno fisicamente sollevato la macchina siamo riusciti a sbloccare la situazione.Alla fine abbiamo iniziato a girare il video all’alba di mezzogiorno di domenica.
Di cosa trattano i vostri testi? Hanno un filo conduttore, parlano di quotidianità o di argomenti astratti, si basano su fatti di attualità o realmente accaduti nella vostra vita?
Dipende, alcuni testi traggono spunto da esperienze personali vissute da alcuni membri, altri sono critiche rivolte a fatti riguardanti il mondo e l’umanità.Si può dire che in ogni album abbiamo cercato di dare un background comune tra le canzoni, riguardanti le apparenze nel primo e le rivelazioni nel secondo. Nei nuovi lavori abbiamo preso come filo conduttore i quattro elementi, che faranno da sfondo a quattro tematiche riguardanti l’esperienza umana, ognuna delle quali abbiamo associato ad un relativo elemento.
Come band, qual è il vostro sogno più grande?
Il sogno più grande è ovviamente quello di vivere grazie alla nostra musica. Ci sono però altri piccoli traguardi che abbiamo raggiunto che sono altrettanto importanti, come sapere che i nostri testi sono diventati un punto di riferimento nel percorso di vita di alcuni fans.
Che progetti avete in cantiere? Singoli, video, album, tour?
Abbiamo in cantiere dei singoli, altri tre oltre ad ‘Earth’ e per ognuno di questi faremo uscire il relativo video. Ci piacerebbe in futuro poter raggruppare tutto all’interno di un album. Per quanto riguarda i tour e date per concerti al momento puntiamo ad andare a suonare all’estero in quanto terreno poco esplorato da noi.