Diabolical – We Are Diabolical
Il 16/02/2019, di Maria Teresa Balzano.
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Carl Stjärnlöv, chitarra e penna degli svedesi Diabolical, in merito all’uscita del nuovo lavoro in studio ‘Eclipse’ (qui la recensione), un concept album dalle fosche tinte introspettive, scoprendo un’ apocalittica coscienza ecologista autrice di un symphonic death moderno e avvincente.
Benvenuto su Metal Hammer Italia Carl, mi è davvero piaciuto il nuovo album!
Grazie! Sono felice di sentirtelo dire!
L’argomento del concept è forte, i testi diretti, la produzione eccelsa. Il sound è complesso ma accattivante, furioso ma melodico, puoi dirci qualcosa del processo creativo di ‘Eclipse’?
Abbiamo lavorato duramente per questo album. Tra i circa 20 brani prodotti abbiamo scelto quelli che credevamo sarebbero stati bene insieme. Sverker, il nostro cantante, è il proprietario di quello che è stato il nostro quartier generale qui a Stoccolma, i Wing Studios, negli ultimi due anni. Abbiamo lavorato su quest’album per molto tempo, ma credo ne sia valsa la pena, siamo sicuri di aver fatto le cose nel miglior modo possibile.
Su questo album, dal punto di vista musicale, avete sperimentato abbastanza: una buona dose di cantato in clean, cori sinfonici e parti orchestrali, state consolidando sempre di più il vostro sound personale, fuori dagli schemi comuni di genere, senza tradire le vostre radici. Tutto questo è venuto fuori spontaneamente oppure è il risultato di una evoluzione ragionata? Puoi dirci quali sono state le scelte che vi hanno portato a questo punto?
Credo derivi dal nostro background come musicisti e, soprattutto, in veste di fan, insieme ad una indubbia evoluzione musicale come band in toto. I nostri idoli comuni sono i Morbid Angel, abbiamo passato ore ed ore sui tour bus ad urlare e scuotere la testa in un molesto air drummin con ‘Altars Of Madness’ e ‘Covenant’. Ma, allo stesso tempo, abbiamo dei gusti e delle influenze musicali molto varie, per esempio, io credo che ‘The Dark Side Of The Moon’ dei Pink Floyd sia il miglior disco di tutti i tempi, ha tantissime armonie vocali ed è l’album che più mi ha influenzato per quanto riguarda le linee vocali in clean con i Diabolical. I cori sono un altro elemento che abbiamo sviluppato rispetto a ‘Neogenesis’, è nato come un semplice esperimento ma poi ci è piaciuto molto il risultato, dava alla nostra musica un sapore epico e un tocco maestoso interamente nuovo e allora li abbiamo tenuti.
‘L’umanità è l’entità più diabolica su questa Terra’, cosa ti ha ispirato a scegliere questo soggetto?
Volevamo scrivere di nuovo un concept album. Da quando abbiamo percorso questa strada con ‘Neogenesis’ e il relativo libro, ci siamo resi conto che non avremmo potuto più scrivere un album “normale”. Quando pensavo all’argomento da sviluppare in questo nuovo concept riflettevo sul nome della nostra band e a come lasciarmi ispirare da esso. Ho meditato sulla parola ‘Diabolical’ per un bel po’e ad un certo punto mi è stato chiaro che l’entità più diabolica del nostro mondo siamo proprio noi esseri umani: l’umanità è responsabile per la maggior parte della sofferenza che vediamo nel mondo. Le nostre scelte individuali hanno conseguenze che vanno ben oltre la nostra visione limitata delle cose. Abbiamo creato un mondo pieno di sofferenza, odio e conflitti. Tutto inizia con la nostra coscienza individuale e con le nostre scelte. Non esiste una forza cosmica dietro alla nostra sofferenza, abbiamo creato l’inferno sulla terra e siamo tutti responsabili.
Il termine ‘ignoranza’ ricorre spesso nei testi di ‘Eclipse’, qual è il significato che gli dai? Come pensi sia collegato ai concetti di ‘irresponsabilità’, ‘arroganza’ e ‘mancanza di empatia’ di cui soffre la nostra società moderna?
L’ignoranza è un difetto peculiare della natura umana che ci allontana dal compiere scelte pulite e coscienziose. Credo che il pericolo maggiore dimori nel non riconoscere la propria ignoranza. Siamo tutti ignoranti da un certo punto di vista ma la maggior parte delle volte la nostra mente non è libera abbastanza dal rendersene conto. Quando si prende una decisione, o si fallisce nel prenderne una, mossi dall’ignoranza è molto probabile che ne risulteranno conseguenze negative. Ad esempio, in Svezia sta diventando un hot topic il fatto che il consumo di carne sia ecologicamente distruttivo per il pianeta. Mangiare carne è un fenomeno culturale molto radicato nella maggior parte delle culture e la maggior parte delle persone non sta a pensarci due volte: tutti quelli che ti circondano lo fanno, per cui non ci pensi, si agisce come di consuetudine senza valutarne criticamente le conseguenze. Molte persone non mettono mai in discussione le proprie scelte di vita, su nessun piano, e questa è una pecca non indifferente del nostro modo di pensare e di educare le nuove generazioni. Riguardo all’irresponsabilità penso che il problema principale sia insito nella nostra capacità limitata di vedere la causalità tra le nostre azioni e conseguenze su larga scala. Non siamo bravi a capire grandi numeri e grandi fenomeni globali. Ad esempio, non concepiamo ciò che sta accadendo in altri luoghi del mondo (schiavitù, povertà, estinzioni, fusione delle calotte polari) come diretto risultato del nostro stile di vita. Come individui e come specie siamo immensamente arroganti. Ci mettiamo prima di ogni cosa, non importa a quale prezzo, tutto il resto è di minore importanza. Nonostante gli strumenti tecnici e le capacità mentali per governare questo pianeta siano in nostro possesso, mostriamo un’immensa mancanza di empatia in veste di custodi (autoproclamati) di questo mondo. In teoria abbiamo i mezzi per porre fine ai mali della nostra era (disastro climatico, povertà, fame nel mondo, disuguaglianza, conflitti e molte altre questioni), ma ignoranza, arroganza e mancanza di empatia ci impediscono di farlo. Se questo non è diabolico, allora non so cosa sia.
Il nostro mondo è spacciato?
Il mondo ha un futuro, la domanda è se l’umanità ne farà parte. Io ho l’impressione che l’essere umano abbia delle qualità innate che ci spingono contro la nostra capacità di sostenere la nostra stessa specie su questo pianeta. Dovremo modificare radicalmente i nostri modi e le nostre abitudini come individui e come specie se vogliamo restare in gioco. Se le cose non cambieranno presto, potremmo finire in uno strato di sedimenti radioattivi nella crosta terrestre o, nella migliore delle ipotesi, come una marmaglia di creature pietose e spaventate allo sbaraglio in un deserto senza vita.
Senti, in qualità di artista, il dovere di sensibilizzare i tuoi fans su queste problematiche o è soltanto una presa di coscienza personale?
Penso che un artista abbia una voce che la gente ascolta e quindi dovrebbe usarla. Non è necessario avere un messaggio profondo che tenti di cambiare radicalmente le vite delle persone, ma almeno dovrebbe esserne consapevole e prendere decisioni coscienziose su come usarla, sui testi e sul messaggio che vuole trasmettere. Personalmente prendo la mia voce molto seriamente e voglio stimolare il pensiero di chi mi ascolta, di chi legge i nostri testi e guarda i nostri artwork. Per chi è disposto ad aprirsi, portiamo un messaggio ed invito le persone a riflettere su di esso.
Credi di aver raggiunto un obiettivo con ‘Eclipse’?
Sì, penso che abbiamo superato noi stessi e abbiamo portato la nostra arte ad un livello superiore rispetto agli altri album. Come band cerchiamo sempre di progredire e migliorare, e credo davvero che ci siamo riusciti stavolta. Volevo un album con canzoni estremamente forti, con un messaggio potente e diretto, e credo che ‘Eclipse’ lo sia.
Ho sempre pensato che possa essere difficile per un artista scegliere i giusti pezzi da mettere in scaletta quando arriva il momento di presentare un concept album sul palco, e tra poco meno di un mese, sarete in tour in Europa con i Septicflesh e i Krisiun, che show proporrete?
Effettivamente può essere difficile scegliere le canzoni giuste, ma penso che siamo arrivati ad un buon compromesso per la scaletta del tour imminente. Ci saranno un sacco di canzoni di ‘Eclipse’. Faremo tutto il possibile per offrire uno spettacolo completo.
Ho notato molto impegno anche nell’artwork del booklet, c’è qualche dettaglio speciale o nascosto di cui dovremmo essere a conoscenza?
Ho realizzato personalmente l’artwork per questo album con l’aiuto di Pär, il batterista. La foto del cranio in copertina l’ho realizzata con la collaborazione di Jens Rydén, un fotografo di grande talento nonché cantante dei Thyrfing. L’artwork è stato concepito in modo da intensificare l’esperienza di ascolto dell’album, far crescere la curiosità, la necessità di porsi delle domande e invitare alla riflessione. Prendiamo sul serio i nostri artwork tanto quanto la nostra musica. C’è molto lavoro dietro alla grafica, alla simbologia e al loro significato. Vorrei che i nostri fans ascoltassero le ultime note di ‘Eclipse’ e chiudessero il booklet pensando di aver vissuto qualcosa di autentico che li invogli a guardarsi dentro. Qualunque cosa possa essere nascosta, si trova principalmente in noi stessi, e la mia speranza è che ‘Eclipse’ vi aiuti a trovarla.