Entropy Fest III: al via il celebre music contest
Il 09/01/2019, di Fabio Magliano.
Prenderà ufficialmente il via domani sera, giovedì 10 gennaio presso l’Al Luppolo Saloon di Roletto (TO) la terza edizione dell’Entropy Fest, contest dedicato a band originali e tributi del quale Metal Hammer è orgogliosamente partner. Si tratterà di una sorta di warm up, con tanto di Black Swan Festival ad animare la serata attraverso la musica di Doctor Brown, Akira, WIR e Ride On. Quindi dal 31 gennaio spazio alla gara con le eliminatorie e i 24 gruppi provenienti da tutta Italia a contendersi l’ambito titolo. Nella categoria cover/tributi saranno in lizza Adrenalina, Affittasi Cantina, Bagashi, Bourbon Street, Electric Blue, Electric Universe, Fratelli Chase, Mind The Step, Railroad Crash, Seven Sons, Soundgrunge, Spirit Walkers e Westbound. In gara nella categoria Originali, invece, Black Sheep, Crimson Thunder, Depenna Caimano, False Memories, Inner Twilight, Ivon Spaten, Kormak, Minimal Regrets, Not Even The Dogs, Placeline, The Resa e Selida. A presentare la nuova edizione dell’Entropy, il suo ideatore Douglas R. Docker.
Terza edizione dell’Entropy ma… partiamo dalle prime due. Che ti è rimasto di quella esperienza?
“(Douglas R. Docker) Della prima edizione ho un ricordo un po’ traumatico, era tutto un esperimento, abbiamo fatto diversi sbagli soprattutto a livello di budget, ma abbiamo anche avuto la soddisfazione di avere un successo finale che non ci aspettavamo per niente. La seconda edizione è stata molto più a fuoco, abbiamo limato ed eliminato i problemi della prima, e questo ci ha permesso di vivere il festival molto più serenamente come organizzatori e di avere meno intoppi con i 24 gruppi iscritti. Ci sono stati molti più sponsor, premi più interessanti e un successo maggiore anche a livello di pubblico e di diffusione mediatica”.
I gruppi che hanno vinto sono ancora in contatto?
“Certo! Quattro dei sei vincitori della prima edizione (Doctor Brown, Akira, WIR e Ride On) suoneranno per l’inaugurazione della terza edizione nel contesto del primo Black Swan Festival e siamo diventati tutti amici. I Ride On in particolare hanno un album di prossima uscita che è stato parzialmente finanziato dalla Black Swan Productions. Per la seconda edizione, abbiamo appena finito di implementare i premi e quindi ci siamo appena visti con tutti i vincitori. E’ il bello dell’Entropy Fest, si creano dei legami, delle amicizie, dei rapporti professionali a lungo termine sia tra noi e i gruppi, che tra i gruppi stessi, gli sponsor ecc., il che apre porte nuove a tutti”.
Che percorso hanno fatto? Li stai seguendo?
“Due gruppi della seconda edizione hanno firmato un contratto discografico con la Volcano Records dopo essere stati scoperti all’Entropy Fest. I gruppi di cover proseguono i loro percorsi live con successo. Alcuni gruppi li seguiamo direttamente, altri li lasciamo in buone mani, altri ancora vanno avanti per la propria strada, ma rimane sempre il piacere di vedere che per molti di loro il tutto è partito con l’Entropy Fest”.
E’ difficile fare crescere un festival come l’Entropy?
“In realtà, sorprendentemente, è stato tutto piuttosto facile! Un pizzico di fortuna ha aiutato, anche se io non credo molto nel caso. Sicuramente abbiamo trovato una formula lavorativa molto precisa ed “affilata” nei minimi dettagli, non lasciamo nulla al caso e non prendiamo nulla per scontato. Per esempio nessuno lavora per o con il festival senza lettere d’incarico chiare o contratti. Questo rende tutto più semplice, i ruoli sono chiari, sia tra noi organizzatori che per il locale e i gruppi. Non c’è spazio per malintesi, dubbi, confusione o ancora peggio comportamenti in malafede. Si lavora in armonia e con serenità. In tre anni non credo che nessuno abbia mai litigato con nessuno! Certo, ci sono opinioni diverse, se ne discute e si trova la soluzione migliore per i gruppi, che sono al centro di tutto. Non c’è spazio per ego gonfiati a dismisura né per l’incompetenza. Credo che un punto fondamentale sia quello di mantenere fede a tutti gli obblighi e alle promesse fatte. L’altro è una comunicazione precisa, capillare ed immediata. Niente “ghosting” all’Entropy Fest, un fenomeno moderno che ho particolarmente in astio. E i risultati arrivano. Ogni anno ci sono più gruppi iscritti, il passaparola fa il suo lavoro ormai. Quest’anno abbiamo dovuto selezionare tra più di 50 gruppi e non è stato facile scegliere”.
Quali sono le maggiori difficoltà che hai incontrato nella sua organizzazione?
“La prima, risolta ormai con la seconda edizione, sono stati i costi di gestione del festival. Ormai, con un’accurata campagna sponsor, per fortuna siamo in ottima forma a livello economico. Per il resto, a parte la mole di lavoro che non è indifferente, la routine ha fatto il suo lavoro quindi a noi non resta che seguire la procedura ormai stabilita e che funziona molto bene”.
Ogni edizione una sfida. Con che spirito affronti questa edizione?
“Con molto entusiasmo e curiosità per i nuovi gruppi in arrivo! Speriamo ovviamente in un buon riscontro del pubblico che nei primi due anni non è mancato, e ci auguriamo di vedere ancora più fans a sostenere i vari gruppi in gara”.
Musicalmente parlando ci dai qualche anticipazione? Gruppi che potrebbero sorprenderci?
“I 24 gruppi selezionati quest’anno presentano molta più varietà rispetto agli anni passati. Forse un limite dell’ultima edizione è stata quella di avere troppi gruppi di metal estremo, spesso nella stessa serata. Quest’anno per le cover abbiamo una varietà di tributi molto interessante, dagli Iron Maiden ai Cranberries, da Zakk Wilde ai Dire Straits. Per i gruppi originali abbiamo molti generi in più, dal metal estremo, all’epic metal, dal pop rock all’hard rock melodico. Non vediamo l’ora di essere sorpresi da tutte queste novità! Abbiamo anche gruppi da tutta Italia, mentre l’anno scorso era stato un festival piuttosto locale. Ci sono gruppi che arrivano persino da Bari (!)”.
Che edizione sarà quella che va a iniziare? Come si articolerà il festival?
“Siamo ormai alla terza edizione e la struttura sarà molti simile a quella dell’anno scorso. Quindi niente più semifinali. Un’edizione snella con nove serate. Per l’inaugurazione avremo il primo Black Swan Festival con 4 gruppi vincitori della prima edizione. Poi 3 eliminatorie per categoria (originali e cover/tributi) con 4 gruppi in gara ad ogni serata. Una giuria tecnica con 4 giurati con passaggio diretto in finale per 3 gruppi più un gruppo ripescato dal pubblico. Poi ci saranno due finali, una per categoria. Il tutto spalmato su 5 mesi di festival”. Sono cambiati invece alcuni premi offerti da nuovi sponsor. Per i dettagli consiglio di visitare il sito con tutti i dettagli (date, struttura, premi ecc.): blackswan-musicschool.com/entropy_fest”
In un momento in cui si punta molto sulla musica originale, date spazio rilevante alle cover band. Come mai questa scelta?
“Ottima domanda, sulla quale mi piace dilungarmi. Sarò polemico, sperando di non offendere nessuno. Io vengo da una scuola (vecchia) dove per scrivere canzoni di qualità top dovevi prima farti una gavetta pazzesca ascoltando e suonando quelle degli altri. Tutti i grandi artisti hanno fatto questo percorso (Bowie, Yes, Queen, Deep Purple). In particolare studiavano il rhythm & blues e i Beatles, anche se poi facevano metal o hard rock. E si sente. Perché i loro album erano pieni di capolavori. Oggi questo percorso i giovani non lo fanno più. Il risultato è che il 90% della musica originale che ascolto in giro sarebbe meglio se non fosse stata scritta. So di essere brutale. Sono quindi, in generale, estremamente scettico riguardo ai gruppi originali. Per quanto mi riguarda devono dimostrare di essere in grado di scrivere musica di alta qualità. E devono essere umili. Altrimenti meglio fare cover. E’ più onesto e dignitoso. Invece molti iniziano le trite e ritrite, sterilissime ed inutili diatribe sul fatto che i tributi rubano spazio ai gruppi originali ecc. Ma se sono più bravi, è giusto che sia così. Ci sono troppi gruppi in giro in generale, molti sono veramente mediocri e sono proprio loro che rubano spazio a chi ci sa fare davvero. Quindi per me è una questione di principio dare lo stesso spazio a chi fa cover in maniera elegante e professionale, perché il pubblico ha anche bisogno di quello, ha voglia di divertirsi ascoltando musica che conosce, senza doversi sorbire festival di 4 ore con un orrido gruppo di metal estremo dopo l’altro che fan scappare via tutti. So di essere stato polemico, e i miei co-organizzatori non saranno probabilmente d’accordo, ma per me è importante 😉 Quindi il consiglio che posso dare ai gruppi emergenti: fatevi un paio di anni di gavetta, studiate composizione (non sui banchi, sui dischi) iniziate emulando i vostri eroi per poi trovare un vostro stile, ma puntate alla qualità e a sviluppare un vostro linguaggio musicale. Nessuno a bisogno di una altro inutile gruppo metal che non ha nulla da dire”.
In bocca al lupo!
“Grazie mille e a nostra volta auguriamo ai gruppi partecipanti un fantastico festival!”