Mortiis – Nella Mente Del Genio
Il 12/10/2018, di Giovanni Rossi.
Mortiis è tornato. E lo ha fatto pubblicando una nuova versione, più estesa di ‘Perfectly Defect’. Un album che già al tempo aveva fatto discutere, sia per come era stato distribuito, sia per le composizioni, oscure, metalliche, intrise di industrial metal. Ne abbiamo parlato con Håvard Ellefsen, Mr Mortiis in persona, per capire meglio la differenza tra i due lavori e per condividere il suo punto di vista sulla musica di oggi, nel bene e nel male.
Ci siamo incontrati a Milano nel 2011 durante il tour di Combichrist + Mortiis e mi hai detto che eri molto contento di ‘Perfectly Defect’. Ora, a sette anni di distanza, perché hai deciso di pubblicare una nuova edizione?
Principalmente perché quando lo abbiamo pubblicato per la prima volta, si trattava di una versione download incompleta dell’album. Dapprima l’abbiamo pubblicato come download gratuito di otto brani per tutti attraverso la nostra pagina Bandcamp, e per quel tour avevamo anche stampato circa 500 copie su CD che sono state rigorosamente vendute negli show dal vivo. Alcune copie erano anche state vendute in linea retta ai fan tramite il nostro mail order. Non è mai stato reso disponibile per il commercio dettaglio, neppure come versione digitale.
Inoltre, e questo è ciò che intendo per “incomplete”, le registrazioni complete di ‘Perfectly Defect’, erano di 12 brani. Ho sempre saputo che un giorno avrei dato a questo album una veste commerciale appropriata come LP, CD e versione digitale, quindi volevo assicurarmi che la versione “finale” avesse un senso e non fosse solo una ristampa zoppa. Così, abbiamo aspettato il momento giusto. Non avevo idea che ci sarebbero voluti quasi sette anni per realizzarlo!
‘Perfectly Defect’ non è una semplice ristampa, contiene nuova musica e, diciamolo, in questa forma sembra avere un nuovo sapore, più completo e circolare. È quindi questo il ‘Perfectly Defect’ che volevi fin dall’inizio?
Come ho detto, ho intenzionalmente tenuto da parte alcune canzoni, dal momento che ho sempre voluto dare a ‘Perfectly Defect’ una giusta versione, nel modo in cui meritava. Non voglio sembrare amaro o incazzato, ma l’industria discografica è un posto piuttosto sporco, soprattutto se sei in giro da un po’ e hai determinate richieste, e conosci alcuni degli imbrogli che ne fanno parte e ti rifiuti di firmare questi contratti loschi, che è più o meno quello con cui ho avuto a che fare per molto tempo evitando contratti discografici distruttivi e ingiusti, chiedendo le migliori condizioni. Ecco, in questo modo risulta piuttosto difficile ottenere un contratto. Così alla fine ho pubblicato molti dei nostri titoli sulla mia etichetta con accordi di distribuzione. Vendo molto meno in quel modo, visto che non ho un enorme budget di marketing, ma almeno riesco a preservare la mia anima, la dignità e mantengo il controllo. ‘Perfectly Defect’ è l’ultimo ad essere pubblicato in questo modo. Per farla breve, se fosse arrivato un buon contratto discografico, forse sarebbe stato pubblicato prima, ma la realtà è questa e sì, questa versione di ‘Perfectly Defect’ è la versione che ho sempre voluto.
Da dove vengono le nuove canzoni?
Sono state registrate nello stesso momento, e io sono solo rimasto aggrappato a loro, aspettando il momento giusto per pubblicare questo album nella sua forma completa.
Questo album ha un suono fresco e solido, a mio parere non può essere etichettato come vecchio, perché le sue composizioni suonano molto attuali, sia nella struttura che nell’energia. Qual è il segreto di ‘Perfectly Defect’?
Apprezzo molto il complimento, ma la verità è che non ho quasi idea di cosa succede nel mondo della musica, in qualsiasi genere. Sono stato bravo a tenere il passo con ciò che accadeva quando ero adolescente, ma da allora sono diventato sempre più solitario quando si tratta di rimanere sintonizzati con le ultime tendenze. Non presto molta attenzione al mondo del metal, anche se sono stato un metallaro per quasi 35 anni, il mio primo ricordo nella vita sono i Kiss, e questo ha segnato la mia mente per sempre. Sono altrettanto fuori da qualsiasi aggiornamento nell’industrial, un altro genere che ritengo estremamente interessante e affascinante, a causa dello sperimentalismo e dei paesaggi sonori con cui potenzialmente ci si può cimentare. Ad essere onesti ogni volta che sento un DJ che inizia a suonare dischi appartenenti a questi generi, mi sembra che abbiano più o meno tutti lo stesso suono, quindi credo che in qualche modo questi generi siano diventati molto sbiaditi. Sono probabilmente un vecchio scontroso! Mia moglie me lo dice più o meno ogni volta che apro la bocca! Sono agganciato ai classici, quelle cose che hanno plasmato il mondo, ed è lì che rubo ancora tutte le mie idee!
Abbiamo ricordato che ‘Perfectly Defect’ è stato pubblicato nel 2010 in download gratuito su Internet. Perché avevi optato per quel tipo di distribuzione?
È una vecchia storia ora. Avevamo cercato con sacrifici di ottenere un contratto discografico che non fosse solo un’altra storia di stupro. Mi era già successo ed ero venuto fuori da quella relazione passata abbastanza traumatizzato, nel senso che avevamo trascorso diversi anni in una situazione di assenza di diritti, senza soldi, dove dovevamo dare tutto a loro e ne siamo usciti oltre misura demoralizzati. Mi rendo del tutto conto che ho firmato un contratto e nessuno mi ha costretto a farlo, ero entrato in quella situazione a causa della mia ingenuità giovanile e di una cieca ambizione. Così una volta finalmente usciti da quell’affare, giurammo che avremmo preferito abbandonare la musica piuttosto che metterci in un’altra situazione simile con un’etichetta diversa. Sfortunatamente, Mortiis è una band / progetto difficile da incasellare, le etichette sono fissate sul come commercializzarci, così ci sono stati molti rifiuti e le offerte che sono arrivate sul tavolo cui avrebbero portati più o meno allo stesso punto. Cosi, per farla breve, abbiamo deciso di fare il dito medio al business e pubblicare una versione dell’album in download gratuito, direttamente dalla pagina Bandcamp della band. Quel gesto ha aumentato la nostra mailing list di circa il 700% e ci ha dato più pubblicità gratuita di quanto avrebbero potuto fare dei PR ben pagati. Ironico, eh?
Da dove viene l’ispirazione per le tue canzoni?
Beh, la risposta noiosa è dalla vita stessa. Per essere interessante penso che tu abbia bisogno della combinazione di musica, esibizione e voce, poi dei contenuti testuali. La vita per me è stata una grande montagna russa di buoni e cattivi e dosi massicce di demoni personali, ma almeno posso trasformare tutta quella merda in qualcosa di creativo, il che mi rende molto privilegiato. Non riesco a immaginare come debba essere l’avere a che fare con tutte le cazzate della vita e non essere in grado di ventilare in alcun modo costruttivo. Cazzo, sparerei a qualcuno!
Puoi dirmi qualcosa di più sul tuo processo compositivo? Ti trovi maggiormente a tuo agio nel lavorare da solo o in un contesto collaborativo?
Non ho una formula unica. Una canzone può iniziare da qualsiasi tipo di idea. Un loop freddo con un beat può scatenare idee per qualcosa di musicale, e viceversa. A volte anche solo degli strani rumori possono scatenare idee ed allora costruisco su di quelli. In queste prime fasi preferisco lavorare da solo, e preferisco lavorare da solo su qualsiasi tipo di arrangiamento. In passato ho lavorato con altri sulla chitarra, armeggiando con un sacco di pedali diversi e altri processori, suonando cose in loop e buttando via il 90% delle cose che abbiamo registrato, mantenendo il 10% che si è rivelato interessante, e usandolo in vari posti nelle canzoni. Ovviamente abbiamo registrato anche riff grezzi, il genere di ossatura delle canzoni, ma passiamo quasi più tempo a cazzeggiare e vedere cosa succede. Alcune cose davvero strane e interessanti possono venirne fuori così. Un sacco di roba pazzesca che puoi sentire sullo sfondo di canzoni come ‘The Ugly Truth’ e ‘The Great Leap’ dall’album ‘The Great Deceiver’ è nata così. Tendo anche a provare a mettere qualsiasi tipo di suono o traccia registrata attraverso diversi processori, solo per vedere cosa succede. Se fanno schifo, non li uso.
Oggi la tua opinione sul music business è cambiata? O è cambiato il business stesso?
Sono abituato a lavorare ai margini dell’industria discografica ormai da diversi anni, quindi diventa sempre più difficile per me rispondere a questa domanda in un modo che abbia senso. Era un incubo cercare di ottenere un contratto che non favorisse l’etichetta più o meno al 100%, e mentre penso che sia sempre stato un po’ così, probabilmente sta solo peggiorando. Voglio dire, devono recuperare le vendite perse in qualche modo, giusto? Perché non succhiarle dall’artista? Mi sono disconnesso da quell’intera faccenda e mi sono trasformato in un vigilante solista, facendo le cose da solo. Il sistema ha fallito! Penso che la maggior parte delle persone siano consapevoli rispetto alle osservazioni che ho fatto. Le vendite fisiche sono eccezionali negli spettacoli dal vivo, le vendite digitali sono ottime come sottofondo e io gestisco il mio mail order con merchandising, vinile, CD e cassette. Le cassette sono tornate! È davvero interessante, ho fatto molto bene a ristampare molte delle mie vecchie cose su cassette in giro per il mondo. Sono ancora piuttosto underground, e non penso che raggiungeranno il livello di hype del vinile, ma sono comunque molto popolari in certi generi.
Nel tuo percorso hai sperimentato in diversi generi e direzioni: secondo te, qual è il genere più attivo e interessante al giorno d’oggi?
Non vi presto molta attenzione, per essere onesto. Ma il movimento Dungeon Synth è in aumento, il che è molto interessante. È estremamente do-it-yourself e non è una scena piena di persone che si preoccupano solo di quanto sei abile e di quanto sia incontaminata la tua produzione. Mi ricorda la scena del primo punk in cui il messaggio e l’atmosfera prevalevano sulla qualità della musica. La maggior parte delle pubblicazioni sono auto-pubblicate / finanziate, molto limitate. È bello vederlo nei suoi primi anni di formazione.
Quali sono i tuoi piani futuri?
Al momento sto ancora facendo una discreta quantità di spettacoli dal vivo basati sulla reinterpretazione del mio album del 1994 ‘Anden som Gjorde Opprør’. Ho intenzione di continuare a lavorare su quella musica in questo autunno, e aggiungere ulteriori strati di musica, voce e struttura, e alla fine pubblicare tutto come un album. Ho fatto uno concerto con questa musica vicino a Milano un paio di mesi fa. Oltre a questo, ho altri pezzi di musica su cui sto lavorando, vari stili, quindi dovremo solo vedere dove finiscono le cose. Penso che il 2019 sarà interessante a prescindere.