Entropy Fest II – il bilancio di una grande edizione
Il 21/05/2018, di Fabio Magliano.
E’ andata in archivio ancora una volta con un gran successo di pubblico e, soprattutto, artistico, la seconda edizione dell’Entropy Fest, contest organizzato dalla Black Swan Production con il supporto della metal band Legio Invicta e la collaborazione del Luppolo Saloon di Roletto (TO). Nella categoria cover a trionfare il tributo a Elio e le Storie Tese dei torinesi Supergiovani, mentre tra i gruppi originali ha avuto la meglio il folk metal dei Legacy Of Silence. Ancora una volta il compito di stilare il bilancio dell’evento appena concluso spetta all’anima del festival, Douglas R. Docker.
Entropy Fest II: un primo bilancio a pochi giorni dalla sua chiusura.
“E’ stata un’edizione straordinaria sotto tutti i punti di vista, come organizzatori non potremmo essere più felici. Rispetto all’edizione precedente, che aveva già riscontrato un ottimo successo, quest’anno è andato tutto meglio. Abbiamo tratto lezioni utili dagli errori della prima edizione a livello organizzativo. In questa edizione per esempio abbiamo eliminato le semifinali, ridondanti ed inutili, rendendo il festival più gestibile e snello, cosa che hanno apprezzato anche i gruppi. I gruppi stessi quest’anno sono stati molto più disponibili e collaborativi. In generale fu così anche l’anno scorso anche se alcune mele marce hanno causato problemi non indifferenti (per esempio non rispettare gli orari di soundcheck, ritiri all’ultimo minuto, ecc.). Infine, la risposta del pubblico è stata decisamente superiore, sia come numeri che come partecipazione alle varie serate. Un pubblico attento, partecipe ed interessato alle proposte dei vari gruppi”.
Siete riusciti a far registrare numeri elevati di pubblico in un periodo in cui il live nei club tira poco. Segreto di questo successo?
“Io credo che quando si smette di mettere pressione inutile alle band con i soliti “quanta gente mi porti” oppure “voi non suonate perché siete troppo di nicchia”, tattica che ha come unico risultato l’appiattimento totale dell’offerta musicale, e i promoter, organizzatori e locali fanno il loro lavoro bene, la gente viene da sé. Gli organizzatori siamo noi. La promo, la pubblicità, il lavoro meticoloso con i media e gli sponsor è compito nostro, non dei gruppi. Lo abbiamo fatto, con ampi margini di miglioramento, al meglio delle nostre possibilità e i risultati sono arrivati. E’ un lavorone, ma non è poi così difficile, è solo questione di impegno e voglia. Aggiungo anche che eliminando il principio di sfruttamento così caro ad altre realtà (il gruppo paga per suonare, il pubblico paga per entrare, poi di nuovo per votare, ecc.), tutto diventa più bello e più facile. Esiste un modo etico di fare musica, e funziona. E’ strano che molti continuino a non capirlo”.
Gruppi cover: vincono i Supergiovani. Un commento…
“Gruppo straordinario, sia per simpatia che per talento e competenza musicale. Hanno ampiamente meritato la vittoria, anche per lo spettacolo teatrale veramente professionale e di altissima qualità. Un pacchetto completo sotto tutti i punti di vista. Il pubblico ha apprezzato tantissimo e anche la giuria”.
Gruppi originali: Legacy Of Silence. Vittoria meritata? Sorpreso?
“Vittoria assolutamente meritata, anche loro gruppo molto umile e simpatico con alcune particolarità, per esempio le narrazioni del cantante tra un pezzo e l’altro e l’inserimento di un flauto traverso, che ha anche vinto il premio speciale come miglior solista. Non siamo stati del tutto sorpresi, anche se c’erano altri 2-3 molto vicini come talento e punteggi che avrebbero anche loro meritato una vittoria. Credo che questo gruppo abbia tutte le carte per fare il salto professionale, e avendo vinto anche il premio speciale della critica con un contratto di promozione con la Volcano Records, sono sicuro che sentiremo parlare ancora molto di loro. Gli faccio tutti i miei più sinceri auguri per un brillante futuro in musica”.
A livello tuo personale, da musicista, le vittorie di questi due gruppi rispecchiano i tuoi gusti?
“Parlo personalmente perché gli altri membri della giuria e dell’organizzazione avevano opinioni molto diverse, ma… no! Non sono mai stato fan di Elio e le Storie Tese e nemmeno del metal estremo moderno, ma la bravura, la tecnica e la presenza scenica dei Supergiovani e dei Legacy of Silence sono indiscutibili. Credo che un altro pregio dell’Entropy Fest sia l’assoluta neutralità e obiettività della giuria, e hanno vinto i gruppi migliori, su questo non ho alcun dubbio. Anche se come sempre qualcuno a cercato di sostenere il contrario”.
Come pensi sarà possibile evolvere il Festival in futuro per farlo crescere ulteriormente?
“Per l’edizione III, abbiamo ancora dei miglioramenti organizzativi da implementare, per esempio più varietà di stili nella categoria originali che quest’anno era molto focalizzata su vari generi di metal estremo e moderno. I premi vanno sempre studiati e scelti con cura, la nostra filosofia essendo comunque sempre quella di offrire premi a tutti i partecipanti e soprattutto premi utili ad una band. Il passo successivo potrebbe essere quello di espandere il festival verso altri territori, ma penso sia prima necessario fare ancora molto lavoro per consolidare quanto ottenuto a Roletto. Espandersi troppo in fretta vuol dire soprattutto rischiare di perdere rapidamente il controllo della situazione se i collaboratori si rilevano poco onesti o affidabili, con la conseguenza di un’immediato crollo della qualità e della reputazione del festival, cosa che personalmente mi rifiuto di rischiare. Non possiamo nemmeno essere dappertutto contemporaneamente, quindi sarà una scelta pesata molto accuratamente a suo tempo”.
Per concludere?
“Vi aspettiamo tutti all’Entropy Fest III nel 2019!”