Amenra – Istinto Di Conservazione
Il 21/03/2018, di Federica Sarra.
Una forte identità, una visone artistica molto interessante e il desiderio di toccare l’anima dell’ascoltatore, questi sono gli Amnera. Colin H. Van Eeckhout, cantante e pilastro della band, ci ha raccontato molto del loro mondo sempre in bilico fra luci e ombre durante la nostra intervista.
Prima di tutto congratulazioni per il vostro ultimo album Mass VI che è stato decretato fra i migliori album del 2017 e Top Album da noi di Metal Hammer Italia e da molte altre testate. Vi aspettavate un tale successo?
Colin: In realtà no, non siamo mai troppo sicuri di noi stessi. Cerchiamo di dare sempre il massimo ma non sai mai poi se questo verrà apprezzato o meno. Ci ha stupito parecchio tutta questa attenzione nei nostri confronti.
Siete andati a registrare Mass VI nelle Ardenne, so che hai un episodio da raccontarci…
Colin: Sì, qualcosa di abbastanza buffo, durante le registrazioni siamo rimasti bloccati per alcuni giorni nello studio di registrazione a causa delle massicce nevicate. Non nevicava così tanto in Belgio da anni! Lo studio è situato in una valle circondato dalle montagne, per giorni non abbiamo avuto la possibilità di muoverci con le macchine. Ma questa esperienza ha sicuramente aggiunto qualcosa, sai stare lì tutti insieme senza poter uscire o raggiungere il paese vicino.
Qual è stato il primo pezzo a cui avete lavorato durante la fase di scrittura dell’album?
Colin: Il primo è stato ‘A Solitary Reign’. Non eravamo molto sicuri del risultato finale però, il pezzo ci piaceva ma ha delle dinamiche molto diverse dal nostro sound. Ci domandavamo se fosse abbastanza Amenra o se ci fossimo discostati troppo dalle nostre sonorità. Ma in un certo senso ci risultava un esperimento interessante.
A che punto vi siete resi conto che Mass VI aveva preso forma?
Colin: Avevamo passato molto tempo a scrivere sia separatamente che insieme, ma l’incipit è stato sicuramente la scomparsa della mamma del nostro batterista. A quel punto abbiamo avuto la consapevolezza che era il momento di dire qualcosa attraverso la musica e mettere insieme tutto il materiale. È avvenuto tutto molto velocemente, in modo fluido e diretto. Sentivamo davvero un’emergenza comunicativa in quel momento.
Quale delle canzoni vi ha impegnato maggiormente?
Colin: Sicuramente Plus Pret De Toi, ci abbiamo lavorato più a lungo rispetto alle altre.
“Reinventarsi senza perdersi” cosa vuol dire per una band come la vostra attiva da 20 anni?
Colin: Ammetto che è dura e lo diventa sempre di più. Sarebbe molto semplice per noi inserire nel nostro organico dei nuovi strumenti come le tastiere ad esempio, che possano portare nuove ispirazioni, aggiungere qualcosa di più creativo ma in realtà non vogliamo fare un’operazione del genere. Semplicemente se guardo alle mie band preferite del passato, dopo un certo numero di album, il sound è cambiato, dal mio punto di vista che è molto vicino al punto di vista di un fan, non ho sempre apprezzato un cambiamento del genere. Ecco perché non rientra nei nostri piani, vorremmo restare fedeli alla nostra identità.
Come hai più volte detto tu, questo è album su cui avete lavorato tutti insieme, potresti indicarmi la migliore qualità di ciascun membro degli Amenra e come hanno influenzato Mass VI?
Colin: Bella domanda! Vediamo… Sicuramente il nostro bassista Levy cha dimostrato molta determinazione, ha influenzato molto l’album, è il primo a cui ha preso parte e ha avuto un ruolo rilevante in fase di scrittura ed è stato d’ispirazione. Lennart, il chitarrista, è molto introverso ma è un maestro nel conferire al nostro sound quel tocco in più. Il batterista, Lebon, ha un ruolo piuttosto minimale all’interno della nostra musica ma sa sempre come intervenire nel momento giusto. Mathieu è molto bravo a scrivere e suonare del materiale che sa veramente toccare le corde dell’anima.
La scena in Belgio è molto diversa dal resto d’Europa, avete degli ascoltatori variegati provenienti anche da altri generi musicali mentre in Europa siete legati al Metal, come vi rapportate con queste differenze?
Colin: In Belgio abbiamo raggiunto un audience decisamente vasta, proprio come dici tu, appena fuori l’audience è decisamente molto più nella scena Metal.
Possiamo affermare che in Belgio siete considerati Mainstream, anche se ha un’accezione negativa come termine?
Colin: In realtà non l’ho mai vista sotto quest’aspetto, mi piace pensare che con la nostra musica siamo riusciti a entrare nelle vite di molte persone diverse, la musica appartiene a tutti. Non ho mai pensato di fare musica solo per la scena Metal o viceversa.
Immagini, fotografie, grafiche, artwork è tutto molto coerente. Quanto è importante per voi comunicare anche attraverso un’estetica così ricercata?
Colin: Per noi lo è molto, racconta tutto prima che tu possa ascoltare la nostra musica e anche incuriosire. E necessariamente sia la musica che la nostra estetica devono procedere su binari paralleli. Mi stupisco sempre nel vedere altre band che non fanno questo sforzo di combinare una forte identità estetica alla loro sound e penso che sia un peccato perché alla fine rientra tutto in un concetto artistico espressivo. È una forma d’arte!