Earthless – La Voce Del Cambiamento
Il 14/03/2018, di Giuseppe Cassatella.
‘Black Heaven’, il nuovo album degli Earthless, porta con se un mucchio di novità. In primis, si tratta di un disco quasi del tutto cantato, cosa impensabile solo qualche anno fa. Poi ci sono stati il cambio di etichetta – con il passaggio dalla Tee Pee Records alla Nuclear Blast – e il trasferimento di Isaiah Mitchell da San Diego in California del Nord. La risultante di questi mutamenti è un lavoro di transizione, che solo in coda presenta il volto più abituale della band, che probabilmente farà storcere il muso alla maggior parte dei fan. La band, come traspare dalle parole di Mario Rubalcaba e Mike Eginton, però, appare tranquilla delle scelte fatte e reclama il proprio diritto di poter andare avanti in piena libertà.
Benvenuti su Metal Hammer Italia! Sono trascorsi cinque anni dall’ultimo album degli Earthless, ‘From the Ages’, vi ritroviamo nel 2018 con alcune grandi novità, la principale è la presenza della voce sul nuovo ‘Black Heaven’, a cosa è dovuto questo cambio epocale? Vi siete messi in cerca di un cantante o avevate ben chiaro dal primo momento che sarebbe toccato a Isaiah cantare?
(Mario) È sempre stata una cosa su cui abbiamo scherzato in tutti questi anni, però abbiamo sempre saputo che Isaiah poteva cantare. Ha una grande voce. Cincischiavamo dicendoci ‘faremo una cover qui, forse scriveremo una canzone per un progetto o una collaborazione speciale’ ma non in realtà non ci siamo mai concertati sulla scrittura delle parti vocali. È stato davvero piacevole provare questo nuovo approccio su un disco.
Ma non pensate che questa scelta possa procurarvi qualche critica da parte dei fan più integralisti?
(Mario) Sono sicuro che alcune persone là fuori si aspettavano gigantesche jam di space rock e magari hanno trovato il disco poco interessante. Ma sono pronto ad affrontare un po’ di disappunto da parte dei fan che vogliono solo cose strane. Allo stesso tempo, penso che ad altre persone possa piacere sentire un’altra versione di noi. Se si ascolta davvero quello che abbiamo inciso, si sente ciò che noi siamo. Questo è il genere di cose che ci appaga maggiormente alla fine.
Il fatto che Isaiah si sia trasferito da San Diego in California del Nord ha in qualche modo ha influenzato il processo di songwriting?
(Mario) ‘From The Age’ è nato in un periodo in cui potevamo provare insieme un paio di volte a settimana, questa volta non abbiamo avuto quel lusso, quindi il disco è stato fatto nel giro di pochi mesi con Isaiah che veniva a trovarci tre giorni alla volta. Ci chiudevamo in studio e lavoravamo sulle idee. Senza ombra di dubbio questo ha influenzato il risultato finale.
‘Black Heaven’ mi pare più classic rock oriented rispetto ai suoi predecessori, non so se questa sensazione sia dovuta alla presenza della voce o meno. Voi che ne pensate?
(Mario) Per me la psichedelia ricopre sempre un ruolo importante, però non è detto che tutto quello che faremo sarà sempre ispirato a quel tipo di sonorità. Anche in questo disco ci sono momenti fuori di testa, ma siamo sempre stati grandi fan di cose rock come ZZ Top, James Gang, Allman Brothers e, naturalmente, Cream. Non ci sarebbero stati gli Earthless se non fosse stato per i Cream. Sono i bisnonni dei power trio! Alcune di queste influenze sono emerse in modo più spontaneo in questo disco. ‘Gifted By The Wind’ ha un’atmosfera più James Gang o ZZ Top che Flower Travellin Band.
‘Gifted By The Wind’ che è stata scelta come primo singolo, perché proprio questa canzone?
(Mike) Riteniamo che ‘Gifted By The Wind’ sia è una canzone robusta e perfetta da utilizzare come singolo singolo. Mi piace, però non posso affermare che sia la mia canzone preferita nell’album.
Due canzoni nel primo album, tre nel secondo e quattro nel terzo. ‘Black Heaven’ ne contiene sei, come ti spieghi questo aumento costante del numero dei brani nei vostri dischi?
(Mike) Sinceramente, non te lo so spiegare. Non c’è davvero alcuna ragione dietro questa crescita del numero delle canzoni. Si tratta di una semplice evoluzione spotanea, credo.
Siete passati dalla Tee Pee Records, un’etichetta specializzata in gruppi psych-stoner-doom-blues a un’etichetta prettamente metal come la Nuclear Blast? Non credete che questa possa rivelarsi una scelta rischiosa?
(Mike) Provo solo infinito amore per la Teepee Records, hanno fatto molto per noi, ma il nostro rapporto aveva fatto il suo corso. Immagino che potrebbe essere un rischio, come dici tu, questo cambio, ma cerco di non preoccuparmi di cose del genere: se alla gente piace il disco, allora spero che non abbia importanza se è stato pubblicato su un’etichetta di metal o su una specializzata in psichedelia.