Spartan Warrior – Ci Vediamo All’Inferno!
Il 20/02/2018, di Giuseppe Cassatella.
Il guerriero spartano non è ancora stanco. Trent’anni e più passati sul campo di battaglia non hanno ancora scalfito la corazza di puro acciaio britannico degli Spartan Warrior, eroi della NWOBHM tornati alla carica con un album, ‘Hell To Pay’, che è un inno al metallo più puro! Se gli altri eroi di quella generazione hanno modificato le proprie sonorità per adeguarle ai tempi e alle mode, questo non è capitato alla band dei due Wilkinson! E sono proprio Dave (voce) e Neil (chitarra) i protagonisti di questa lunga intervista.
Benvenuti su Metal Hammer Italia! Sono trascorsi più o meno sette anni dall’ultimo album degli Spartan Warrior, ‘Behind Closed Eyes’. Dopo tutto questo tempo non abbiamo trovato grandi cambiamenti nel nuovo ‘Hell To Pay’. Quando si parla degli Spartan Warrior, c’è sempre di mezzo un fottuto album di Heavy Metal!
(Dave): Dopo la pubblicazione di ‘Behind Closed Eyes’, la nostra attenzione si è concentrata sul suonare dal vivo sia nel Regno Unito che all’estero. Volevamo davvero ricostruire la nostra reputazione da grande band live e una volta stabilizzata la line-up, alla fine dell’estate 2011, ci siamo davvero messi al lavoro. È stata una progressione naturale per noi scrivere nuove canzoni. Neil e io siamo sempre stati i principali autori degli Spartan Warrior. Questo è evidente dai credits su ‘Behind Closed Eyes’. Tuttavia, per il nuovo album, ognuno di noi è stato in grado di far confluire le proprie idee. Dan Rochester, il nostro secondo chitarrista, è un songwriter molto abile. Questo di per sé ha cambiato la dimensione di alcune delle canzoni.
Penso che tu abbia ragione, ‘Hell to Pay’ è un album heavy metal, come lo era ‘Behind Closed Eyes’, quindi forse da questo punto di vista non ci sono grandi cambiamenti. Detto questo, penso che i due siano piuttosto diversi. Personalmente trovo ‘Behind Closed Eyes’ piuttosto oscuro. Sicuramente dal punto di vista lirico è alquanto personale. Contiene anche alcune canzoni che risalgono agli anni ’80 come ‘Never Take Me Alive’, ad esempio che è stata scritta per l’album ‘Steel n ‘Chains’, mentre ‘Tear Out Your Heart’ è stata composta in versione demo dopo la nostra prima separazione nel 1986 circa.
‘Hell to Pay’ presenta solo nuovo materiale e, anche se ha dei momenti più commerciali, penso che nel complesso sia un album molto più pesante di qualsiasi altra cosa che gli Spartan Warrior abbiano mai fatto prima.
Alla luce di quanto affermi, credi che ‘Hell To Pay’ sia il naturale successore di ‘Behind Closed Eyes’?
(Dave) Dato che ‘Behind Closed Eyes’ è il terzo album dei Spartan Warrior ed ‘Hell to Pay’ il quarto, immagino che sia un naturale successore. Entrambi sono indubbiamente album heavy metal e hanno alcune caratteristiche simili, anche se ci sono pure alcune differenze significative. Penso che gli Spartan Warrior come gruppo siano un’unità molto più coesa su ‘Hell to Pay’ di quanto non lo fossero nel precedente album. Dan, Tim e James hanno portato le loro influenze e il loro stile, penso che abbiano influito sul modo in cui le canzoni sono state scritte, suonate e registrate. ‘Behind Closed Eyes’ è un album piuttosto oscuro e cupo a volte, e sono estremamente orgoglioso di canzoni come ‘Walking the Line’, ‘Last Man Standing’ e la title track. Personalmente, vedo un legame tangibile tra i due album, una sorta di progressione naturale, ma forse la penso così perché sono stato coinvolto nella scrittura e nella registrazione di entrambi gli album. Ripeto: sicuramente considero ‘Hell to Pay’ molto più pesante di qualsiasi altra cosa che abbiamo fatto prima.
Direi che è arrivato il momento di presentare i nuovi membri…
(Neil) I nuovi membri sono James Charlton – batteria, Dan Rochester – chitarra e Tim Morton – basso. Non possiamo, però, definirli “nuovi” in senso stretto, questa line-up ormai sta insieme da un bel po’ di tempo, probabilmente è già durata anche più di quella originale. Sono tutti musicisti molto abili, Dan e James sono coinvolti in vari altri progetti come Risen Prophecy e Vacivus. Funziona molto bene perché viviamo tutti molto vicini gli uni agli altri e possiamo incontrarci molto facilmente per le prove e le registrazioni. Dave e io siamo molto contenti di come stanno le cose.
Torniamo al disco, ‘Covered In Lust’ è il primo singolo: perché avete scelto questa canzone?
(Dave) Siamo stati contattati dalla Pure Steel che ci ha chiesto di selezionare due brani da pubblicare come “singoli” prima dell’uscita dell’album il 23 febbraio. Era abbastanza ovvio per me che noi cinque non saremmo stati in grado di concordare su due tracce, poiché tutti noi abbiamo dei brani favoriti e idee diverse su quali canzoni sarebbe meglio pubblicare per scopi promozionali. Il fatto è che le dieci canzoni di ‘Hell To Pay’ sono piuttosto varie, c’era il rischio di selezionarne due che non avrebbero dato una chiara rappresentazione di ciò che ‘Hell To Pay’ è nella sua interezza. Ho preso una decisione, la scelta delle tracce promozionali doveva essere fatta dalla Pure Steel. Quando si tratta di marketing sono loro gli esperti e finora sono stati molto bravi. L’etichetta ha scelto ‘Covered In Lust’, l’altro credo che sarà la title track.
Che cosa significa veramente il titolo ‘Hell To Pay’?
(Dave) Significa “ci saranno problemi” o che “ci saranno conseguenze”. Quando qualcuno fa qualcosa di sbagliato, la gente spesso dice “ci vediamo all’inferno!”.
Di cosa parlano invece i testi?
(Dave) Di un uomo che ha condotto una vita da criminale e che ha peccato. Sul letto di morte sta pensando a tutte le cose che ha fatto di sbagliato, si rende conto che dovrà pagare un prezzo salatissimo: la sua anima sarà reclamata dall’inferno. Questo è quello che vedi rappresentato anche nella copertina dell’album! Il peccatore morente fa il suo ultimo respiro mentre arrivano un certo numero di demoni per reclamare il suo corpo e la sua anima. Quelle sono le conseguenze per i crimini perpetrati durante la sua vita: ‘ci sarà un inferno da pagare’, letteralmente.
Avete già scelto quali brani proporrete dal vivo?
(Neil) Spero tutti prima o poi. Alcune delle canzoni sono entrate nel live set prima di essere registrate, abbiamo già suonato ‘Hell To Pay’, ‘Bad Attitude’, ‘Fallen’, ‘In Memorium’, ‘Court Of Clowns’ e ‘Covered In Lust’. In buona sostanza, la maggior parte dell’album! Ci sono buone possibilità che a un certo punto faremo anche gli altri perché la scelta della scaletta è sempre una cosa flessibile e siamo consapevoli che le persone che ci hanno già visto potrebbero voler sentire qualcosa di diverso.
Facciamo un passo indietro, vi andrebbe di fare una panoramica sui vostri precedenti lavori?
(Neil) Abbiamo pubblicato il nostro primo album ‘Steel n Chains’ nel 1983 dopo aver realizzato due canzoni per una compilation della Guardian Records chiamata ‘Pure Overkill’. Sono state incise nei momenti in cui potevamo permetterci di pagare lo studio, quindi ci è voluto un po ‘di tempo per completarle.
Subito dopo ‘Steel n Chains’, la Roadrunner ci ha offerto un contratto che ci ha costretti a lavorare tanto sull’album omonimo, perché avevamo appena usato tutto il nostro nuovo materiale sull’esordio. Ci siamo guardati indietro e abbiamo recuperato canzoni molto più vecchie come ‘Black Widow’ e ‘Mercenary’, mentre altre le abbiamo scritte al momento, come ‘Assassin’. Abbiamo fatto tutto in circa due settimane, ma abbiamo trovato l’intero processo un po’ difficoltoso e non siamo mai stati contenti del risultato finale.
Poi c’è ‘Behind Closed Eyes’. Quando abbiamo rimesso in piedi la band, l’unico obiettivo era quello di fare un album e siccome non c’era un’offerta per un contatto, abbiamo deciso di registrarlo da soli, cosa che abbiamo fatto. Di nuovo le canzoni erano un mix di vecchi, alcuni risalenti al 1983, e nuovi brani. In effetti abbiamo scritto ‘Flesh And Blood’ mentre stavamo registrando. Mi sono occupato io della produzione, ho imparare molto, è stato complicato.
Per ‘Hell To Pay’ ho voluto che ci fosse un enorme miglioramento in termini di produzione, quindi ho studiato parecchio e questo, unitamente ad altri problemi, ha rallentato un po’ l’intero processo. Però, alla fine, siamo davvero contenti di come è uscito.
Io posseggo una versione in cd di ‘Spartan Warrior’ realizzato dalla Metal Mind Production, che mi dite questa ristampa?
(Dave) Ne ho sentito parlare qualche anno fa. Credo che sia il risultato di un accordo di licenza tra Roadrunner e Metal Mind, ma non è qualcosa in cui gli Spartan Warrior siano stati coinvolti. Non è il mio album preferito e non è neanche quello di Neil. Non abbiamo avuto alcun controllo su come quel dico è stato registrato, mixato o masterizzato. Non abbiamo avuto nemmeno il controllo sugli arrangiamenti o le immagini! Detto questo, capisco che alla gente piaccia e la copertina è eccellente, quindi non può che essere una buona cosa. Immagino sia quello che conta davvero. Sono passati circa 34 anni dalla sua prima pubblicazione, quindi è abbastanza bello che sia stato ufficialmente ristampato e che sia ancora disponibile.
Quando avete capito che l’Heavy Metal sarebbe stata la vostra religione?
(Dave) Sin dalla più tenera età Neil e io eravamo molto interessati alla musica. Da bambini cresciuti negli anni ’70 abbiamo ascoltato band come Sweet, T Rex, Slade e Queen. Era roba abbastanza mainstream ma si è rivelata una grande porta sulla scena rock. Probabilmente intorno al 1976 sono diventato molto amico con un tipo il cui fratello era un DJ in un rock club delle nostre parti. Suo fratello lo aveva introdotto a band come i Led Zeppelin, Free e Jethro Tull e, naturalmente, a sua volta mi ha fatto conoscere questi gruppi. Da lì ho iniziato ad ascoltare gruppi come Black Sabbath, Thin Lizzy, Judas Priest e poi UFO, Van Halen, Iron Maiden e Saxon. Mio fratello Neil ha due anni meno di me ed è stato ovviamente a sua volta influenzato dalle cose che stavo ascoltando.
Avete ascoltato il nuovo album dei Saxon?
(Dave) No per mancare di rispetto ai Saxon, ma io personalmente non l’ho fatto. Devo ammettere che ho perso il contatto con ciò che i Saxon hanno pubblicato dopo ‘The Eagle Has Landed’ nel 1982. Se devo essere sincero, non mi è piaciuta neanche la versione del brano di Christopher Cross di ‘Ride Like The Wind’. Quando ero giovane, i Saxon suonavano regolarmente nel del circuito dei club del nord est inglesi e io andavo a vederli sempre. Ho i primi cinque album, tutti ovviamente dei classici. Abbiamo suonato con loro nel 2010 all’Hard Rock Hell Festival in Galles e ci siamo anche esibiti o con gli Oliver Dawson Saxon l’anno scorso. Sono una grande band e sicuramente hanno avuto un’influenza su di me. Forse dovrei ascoltarlo il nuovo?
Sinceramente non mi ha entusiasmato, come un po’ tutta la loro produzione degli ultimi quindici/venti anni: non so se consigliartelo o meno! Altro accadimento recente è la scomparsa di Fast Eddie Clarke, che ha raggiunto i suoi compari Phil e Lemmy. La line up classica dei Motorhead non c’è più, possiamo parlare della fine di un’era?
(Neil) Beh, è molto triste, e non solo per i Motorhead. Recentemente abbiamo perso un sacco di musicisti e produttori che hanno dato un enorme contributo al rock e al metal, e chissà quante gemme avrebbero potuto ancora scrivere se fossero ancora qui! Suppongo che in qualche modo si possa parlare di fine di un’era in questo senso. Tuttavia, ciò che non finisce è l’influenza che quelle persone hanno avuto su altri musicisti e sui più giovani e vedo che la scena metal è fiorente, con una quantità di musica prodotta come mai prima! È una buona cosa. Anche se quelle persone non sono più con noi, la loro eredità sta ancora influenzando le cose, quindi forse non è la fine, ma solo un nuovo inizio.
Non posso esimermi dal chiedere che cosa ne pensate allora delle nuove leve della scena metal.
(Dave) Dipende da quelle che intendi per nuove leve. Se ti riferisci al tipo di band che Kerrang tratta in questi giorni, in verità, non ne so molto di loro. Da quel poco che ho sentito, è in gran parte pop punk americano, che non è proprio di mio gusto. Se stai parlando della scena nu metal come Korn, Linkin Park, Slipknot e band come quelle, di nuovo non ne so molto da per poter esprimere un’opinione. Anche perché non è che la mia opinione conti molto!
Se stai parlando di alcune delle band più giovani che suonano in uno stile NWOBHM o che dicono di essere state influenzate dalle vecchie band della NWOBHM, quelle che vengono etichettate oggi come New Wave of Traditional Heavy Metal, di nuovo, non ne so molto. Ma penso che sia bello quello che questi gruppi stiano creando, suscitando anche interesse su quello che la vecchia scuola ha fatto. Alla fine, è molto positivo per la comunità metal nel suo insieme. Comunque, dovendo fare un nome, posso dirti che mi piacciono particolarmente i Toledo Steel.
E voi vecchi leoni come ve la passate di questi tempi in Gran Bretagna?
(Neil) Ci sono un sacco di band che si sono riformate, da quello che posso vedere, l’intera scena è fiorente, come non lo era da diverso tempo. Si è creato un network con persone, provenienti da diversi gruppi, che lavorano tutti insieme, senza divisioni di stili ed età.
Grazie mille per la splendida chiacchierata!
(Neil) Grazie a te questa intervista. Non vediamo l’ora che ‘Hell To Pay’ esca e speriamo che vi piaccia. Se volete, ‘Covered In Lust’ può essere ascoltato su www.spartanwarrior.bandcamp.com oppure seguiteci sulla nostra pagina Facebook per tenervi aggiornati! Grazie per il vostro sostegno!
Photo courtesy of Barry Win