Butcher Babies – Demoni A Hollywood
Il 27/10/2017, di Marco Giono.
Giunte al terzo capitolo della loro relativamente breve vita musicale noi di Metal Hammer Italia abbiamo deciso di intervistare le Butcher Babies. Le ragazzacce americane hanno pubblicato da poco il nuovo album ‘Lilith’ e si è rivelato non solo uno dei loro lavori migliori, ma anche una dimostrazione della loro genuinità, della loro personalità e della volontà di fare bene. Carla Harvey e Heidi Shepherd confermano quanto di buono riscontrato su disco anche a parole: non tirandosi indietro di fronte a domande magari scomode o quando dimostrano con risposte esaustive di tenerci davvero molto alla musica e di voler essere riconosciute come musiciste degne di essere rispettate (e giustamente ammirate). Non ci rimane altro che incamminarci nel mondo delle Babies…
Ascoltando il vostro nuovo album, sento un forte mix tra elementi diversi che riescono a creare un’energia esplosiva, generata in realtà dallo scontro tra il thrash e il groove. Vi va di raccontarmi le vostre sensazioni riguardo al nuovo album ‘Lilith’?
Heidi:’Lilith’ è un album dinamico dove non vi sono due canzoni uguali o simili. Era importante per noi evolvere verso altro. Abbiamo mixato linee vocali in stile anni novanta con delle armonie mai provate prima, è stato così un grande passo in avanti. Questo album è di certo ancora rozzo e riesce comunque mostra l’energia esplosiva per cui siamo conosciuti.
Carla: Penso che questo album sia il più rappresentativo per le Butcher di ogni altro, ‘Lilith’ definisce chi siamo in una varietà di musica che passa dal thrash al groove fino a toccare anche il pop anni Novanta. Nella band abbiamo tutti gusti diversi ed è sempre stato molto importante che ognuna delle nostre cinque voci venga ascoltata nel nostro nuovo disco. È ciò che in fondo ci rende così unici.
Mi piace molto l’album nel suo insieme, ma apprezzo in particolare quello che avete fatto con le vostre voci. È cambiato il vostro approccio nell’uso alternato di screan e della voce pulita?
Heidi: Questo è il nostro terzo album, volevamo davvero sperimentare diversi approcci vocali. Entrambe siamo cantanti di formazione classica e volevamo dare più risalto a questo aspetto. Ci divertiamo molto ad alternare voci pulite e scream, è una dinamica divertente. Adesso la sento come una cosa che mancava alla nostro musica.
Carla: Su ‘Lilith’ abbiamo sperimentato a livello di linee vocali come mai prima. Abbiamo sempre usato lo screaming, ma su ‘Lilith’ l’equilibrio si è spostato sulle armonie di canto… abbiamo cantato più di quanto abbiamo mai fatto. Le nostre voci denotano anche più personalità su questo album, che credo sia in gran parte dovuto al lavoro svolto con Steve Evetts. Steve è vecchia scuola, lui non ama l’auto tune o comunque la correzione automatica delle imperfezioni… la maggior parte dei produttori oggi utilizzano questi strumenti come una scorciatoia, ma Steve non lo fa. Alla fine, ne risulta un suono più grezzo e autentico. Abbiamo anche provato diversi tipi di screaming su questo album… ci siamo scambiati i ruoli, ad esempio con uno screaming più alto o con Heidi a cantare più in tonalità più basse quando invece avremmo dovuto fare il contrario. Abbiamo messo veramente tutto ciò che avevamo in questo album e di certo te ne rendi conto quando lo ascolti.
Questo è il primo album con il nuovo batterista Chase Brickenden. La sua presenza ha influenzato la nuova musica? Come valuti il suo contributo? E come lo avete scelto?
Carla: Conoscevamo Chase in realtà dal nostro primo tour come band nel 2012. Allora suonava per gli Otep e abbiamo trascorso due mesi con loro, quindi siamo tutti diventati grandi amici. Abbiamo pensato immediatamente a Chase quando stavamo cercando un nuovo batterista, perchè è anche un artista fenomenale con influenze diverse. Si è unito ai Butcher Babies, quando abbiamo iniziato a scrivere ‘Lilith’ ed è stato molto coinvolto in tutto il processo. E’ stato entusiasmante lavorare con un nuovo membro che sembrava così dentro al progetto e le sue influenze musicali diverse ci hanno realmente aiutato nella rinascita del nostro suono.
Heidi: Abbiamo conosciuto Chase sin dai primi giorni di attività delle Butcher Babies. Ha suonato nella nostra scena musicale per ben oltre un decennio. Quando è stato il momento di scegliere un nuovo batterista, non abbiamo nemmeno chiesto altro perché sappiamo che sarebbe stato perfetto. La sua energia è una ventata d’aria fresca ed è una cosa emozionante perchè è come se aggiungesse un bel pò vita alla nostra band. Siamo stati insieme per 8 anni, quindi inserire Chase è stato una nuova nascita per il gruppo stesso. È un batterista brillante ed un grande songwriter. Siamo più che felici di averlo come membro permanente della band.
Qual è il significato della parola ‘Lilith’ per voi e se i testi vi sono in qualche modo legati?
Heidi: Lilith nel tempo ha assunto una connotazione demoniaca, a rappresentare la promiscuità e la disobbedienza. Noi, tuttavia, la vediamo come una figura positiva. Un simbolo di autonomia, uguaglianza sessuale e pieno controllo del nostro destino.
Lilith è la rappresentazione ultima della donna lungo il sentiero sinistro, verso l’indipendenza, una volta scartato il giogo patriarcale, non ha paura di utilizzare tutti gli strumenti a disposizione, tra cui la sua sessualità, per ottenere il massimo dalla vita.
Carla: Storicamente Lilith è nota come la prima moglie di Adamo, l’Eva originale, che fu ostracizzata per la sua disobbedienza. Dopo la sua insubordinazione è diventata una figura demoniaca e quindi malvagia. Durante la storia molte donne che esibiscono il potere sono state demonizzate. Ai nostri giorni, Lilith è un simbolo contro la repressione, in particolare la repressione sessuale.
Ci sono canzoni che considerate più rappresentative per definire l’identità del nuovo album?
Heidi: Ognuno di noi ha i suoi brani preferiti sull’album ma ritengo che ‘Lilith’ includa la maggior parte degli elementi del nostro suono. Abbiamo il thrash, il growl, ma anche bei passaggi melodici. Un altro brano che mette in evidenza le dinamiche dell’intero album è ‘Korova’. Mentre rimbalziamo tra screaming e melodie, puoi sentirci appieno la personalità dell’album. Gli strumentali sono altrettanto dinamici. È una canzone stupenda.
Carla: Questo album è così diversificato e bello che è difficile dire quali brani lo rappresentano pienamente. ‘Lilith’ è davvero un ottimo brano, perché ci sento lo screaming e le linee vocali pulite a dar vita ad un groove di grande forza. ‘Korova’ è un altro brano davvero rappresentativo dell’album, qui combiniamo vocalizzi pesanti, riff feroci e cori possenti. Il thrash di ‘Pomona’ che è il classico brano alla Butcher Babies; una sorta di scherzo a tutta forza. C’è dentro tutto il nostro humor, quello per cui siamo conosciute.
Potete raccontarmi dell’idea dietro il video di ‘Lilith’?
Carla: La canzone ‘Lilith’ racconta la storia di Lady Bathory; la regina infame che si è bagnata nel sangue delle vergini per mantenere la giovinezza e la bellezza. Abbiamo pensato che sarebbe stato perfetto mostrarne in video una versione moderna, alla Hollywood Lady Bathory.
Heidi: Una cosa che abbiamo sempre fatto è avere il pieno controllo sui nostri video. Dall’idea, alla location, al casting, ecc. Ci occupiamo di tutto. Questo video in particolare è stato davvero divertente perché abbiamo portato fuori famiglia e amici per farlo accadere. Il nostro regista, Strati Hovartos è stato fedele ad ogni idea che avevamo; creando la nostra versione della contessa Bathory. Abbiamo sempre avuto un fascino per gli assassini seriali e lei è riconosciuta storicamente come uno dei peggiori, ha ucciso oltre 600 donne giovani, per poi bagnarsi nel loro sangue.
Quali sono i piani futuri per le Butcher Babies? Avete intenzione di fare concerti in Europa e magari anche in Italia il prossimo anno?
Heidi: Ogni volta che siamo stati in Italia, è stato un sogno che si è avverato. Abbiamo dei piani per tornare e fare rock nel tuo bel paese entro il 2018.
Carla: Abbiamo deciso di tornare in Europa presto. L’Italia è sulla nostra lista, ci piace stare lì! Sia mia madre che la madre di Heidi sono italiane. La famiglia di mia madre è di Firenze.
Cosa pensate dello show business anche in riferimento a ciò che sta succedendo in questi giorni (scandalo Weinstein)?
Heidi: Queste cose devono essere rese note, devono essere denunciate. Troppe volte le persone chiudono gli occhi ai predatori che hanno potere. A quanto pare, Hollywood ha sempre avuto controversie come lo scandalo Weinstein. Non ho mai affrontato qualcosa di simile, ma in questo senso, conosco persone a cui è successo. Mentre continuiamo a denunciare queste persone, speriamo che altre persone si occuperanno della cosa e che altri predatori in futuro verranno così fermati.
Carla: Dicono che non esiste un business come quello spettacolo ed è di certo una cosa vera… è una bella vita, folle se vuoi, ma ha i suoi lati oscuri ed anche momenti di solitudine. Tuttavia devi stabilire dei confini e un senso incredibilmente forte di te stesso per emergere. In cambio ci è possibile vivere una vita che la maggior parte delle persone possono solo sognare. Per quanto riguarda lo scandalo Weinstein, è cosa davvero sfortunata che queste cose possano ancora succedere. È triste che le persone vicine ai potenti permettano loro di continuare a farla franca; questi servi di Hollywood sono una parte enorme del problema. Tuttavia, ritengo che i giovani, sia uomini che donne, debbano far sentire la proprio voce e parlare quando si trovano in queste situazioni. Devi essere Lilith in ogni situazione.
Puoi dirmi qualcosa della tua evoluzione come musicista? Quale band o genere vi ha influenzato di più?
Heidi: Come artiste ci evolviamo sempre. Negli ultimi 8 anni sono passata da essere una ragazza ad una donna. Sono sempre stata influenzata dalla musica pesante e dalla sua sincerità. È ciò che mi ha fatto innamorare del genere ad una giovane età. Con il passare del tempo, ho incrementato i generi che ascolto oltre il metal. Torno agli anni Novanta, un periodo che è stato lodato per la creatività e per la grande varietà di stili. Invece oggi, ci sono tanti artisti, che sono anche diversi, ma suonano la stessa cosa. Questo situazione è causa dall’industria della musica che rende le cose uguali per arrivare al successo. Siamo stati così fortunate ad avere un’etichetta che ci permette di essere noi stesse senza toglierci la nostra creatività. Mi sento così vicina agli anni novanta e per questo sono davvero immersa nelle in quella bellissima musica, piena di antiche gemme.
Carla: Tutti noi siamo stati musicisti fin dall’infanzia e dopo aver visitato il mondo insieme e scritto tre album, siamo consapevoli dei nostri limiti e delle nostre possibilità. Abbiamo affinato la nostra capacità di suonare negli ultimi otto anni. Abbiamo avuto molto da dimostrare quando abbiamo iniziato con le Butcher Babies e la cosa ci ha spinto a dare il meglio in tutto ciò che facciamo. Ci spingiamo e ci motiviamo ogni giorno. Tutti abbiamo influenze diverse. Le mie più grandi influenze personali sono gruppi come Faith No More, Guns ‘N Roses e Pantera. Ognuna di queste band ha dei frontman dinamici e forti che mi ammiriamo. La prima volta che ho sentito Phil da Pantera mi sono riconosciuta, that’s it! Ecco quello che voglio fare quando cresco!