Venom Inc. – In Ave We Trust
Il 23/10/2017, di Andrea Schwarz.
Lo devo ammettere, la proposta di effettuare questa intervista non mi ha entusiasmato per niente, anzi mi ha caricato di tensione. Cosa si potrà chiedere o dire ancora di una band dal nome ‘pesante’ e storicamente affascinante come Venom Inc.? Certo, non la band senza quel Inc. che tanta differenza può fare, ma che comunque possiede quel fascino e quel dovuto rispetto imprescindibile per chiunque abbia scritto pagine importanti della nostra beneamata Musica. Ma il nostro interlocutore, Tony Dolan, ha dissipato tutti questi dubbi, incertezze, timori in un batter d’occhio….ecco a voi il risultato di un’interessantissima conversazione dove per motivi di spazio, trovate una minima parte di tutti i svariati argomenti che sono stati trattati…..
Venom. Un nome che suscita rispetto, ammirazione per quanto hanno saputo dare alla nostra beneamata musica che non ci vergogniamo chiamarla Heavy Metal, quella con la lettera maiuscola. Poi nel corso degli anni sono venute fuori dispute sulle quali non ci addentriamo poiché saremo fuori contesto ma una cosa bisogna dirla: ‘Ave’, il primo album dei Venom Inc. di Tony Dolan & Co., è un album heavy, dark, con quell’impasto sonoro che ti ricorda più una band agli esordi con tutta la carica positiva che ciò comporta piuttosto che una band ‘riformata’ pur non nella sua interezza e quintessenza.
Tony, per ‘Avè’ ho asserito che sia un album heavy, dark, con quell’impasto sonoro che ricorda più una band agli esordi con tutta il positivo che si cela dietro questa affermazione piuttosto che una band per così dire ‘riformata’pur non nella sua interezza e quintessenza…
“Mi fa piacere che ascoltando il disco possa essere stato recepito lo spirito che ci accomuna. Niente è stato programmato, è stato un passaggio naturale al quale siamo arrivati con sole due regole: rispettare l’altro senza necessariamente avere la smania di dover provare qualcosa al mondo esterno. Allo stesso tempo una regola non scritta che si è seguita è stata quella del non voler essere copia di nessuno, era ed è importante essere onesti con se stessi guardando al futuro e non al passato. Non possiamo pretendere di piacere a tutti, è normale e quindi questo ci permette di suonare nella maniera più spontanea possibile. Poi è sacrosanto, divertente e tutto quello che si vuole vedere bands riformarsi dopo vent’anni suonando in lungo ed in largo di fronte a fans che non aspettavano altro che ascoltare vecchi classici, lo abbiamo fatto anche noi ma abbiamo sentito che volevamo qualcosa in più, è bello ascoltare le storie della gente che incontri in tour….comporre nuova musica è stato entusiasmante ed allo stesso tempo, rigenerante.”
Il tuo entusiasmo è qualcosa di veramente contagioso, si nota in ogni singola parola quanto la vostra alchimia venga da lontano ma che è scoppiata in maniera nuova ed inaspettata quando suonaste nuovamente per un singolo show al Keep It True Festival del 2015, giusto?
“Con Mantas ho collaborato negli anni scorsi negli M-Pire of Evil, con lui mi accomunano moltissime cose altrimenti non avremmo lavorato insieme così tanto. Il Keep It True Festival è stata la cosiddetta miccia che ha riacceso il fuoco, nessuno di noi tre però si sarebbe potuto aspettare che quello show avrebbe poi potuto essere propedeutico a quello che è avvenuto nei mesi scorsi. Per quanto lavorare ad un nuovo album sia nato da una nostra esigenza, è altrettanto vero che è anche un modo per poter ringraziare i fans che ci hanno accompagnato in tutti i posti dove abbiamo suonato, dal Nord al Sud America, dal Giappone alla Russia, un omaggio in particolar modo all’Italia che adoro e dove ho molti amici. La scelta in alcuni casi dell’utilizzo del latino è anche un modo di dire grazie all’Italia, il video per il singolo ‘Dein Fleisch’ è stato girato nel Belpaese dove torno volentieri ogni volta che posso. Ragazzi, questo è il vostro album, senza di voi tutto questo non sarebbe stato possibile!”
Tony, che bella scoperta sapere del tuo amore per l’Italia con tutti i nostri lati positivi e negativi!
“Avete il vostro modo di lavorare ma accetto sia i lati positivi come quelli negativi del vostro essere italiani, non si può non rimanere affascinati dalla vostra storia, dall’arte, dalla musica e dal cibo, è un amore nato nel 1985 quando con gli Atomkraft (insieme agli Exodus) fummo la band di supporto dei Venom. Nel corso degli anni ho potuto coltivare moltissime amicizie visitando l’Italia in lungo ed in largo, ho anche un tatuaggio con la scritta Roma….quando c’è stata appunto l’occasione di registrare il primo singolo ‘Dein Fleisch’ ho chiamato tutte le persone che conoscevo in Italia invitandole alle riprese. Ricordo moltissimi shows suonati nel tuo Paese, credimi, non è per essere ruffiani ma se suonare è un piacere, farlo in Italia è qualcosa di gratificante e rigenerante come se fossimo a casa.”
‘Ave’ è semplicemente musica, quella che non si può catalogare a tutti i costi, quella che si ascolta e si fa ascoltare con rispetto senza per forza doversi schierare in un’inutile divisione pro o contro…
“La bellezza della musica è il suo potere taumaturgico, il suo essere di ispirazione e di aiuto nei momenti difficili che ognuno di noi attraversa. È contrariamente a quanto in certe occasioni si tenda a pensare, una forma d’arte che unisce. È come essere tifosi di una squadra di calcio, chi non vorrebbe vedere la propria squadra del cuore vincere? Ma alla fine anche se perdesse assistendo ad una bella partita, sei comunque soddisfatto per aver passato dei bei momenti. E così è la musica che deve unire le persone, non dividerle in inutili fazioni. A volte mi domando dove stia andando il mondo. Non parlo molte lingue straniere ma mi affascina constatare come in qualsiasi parte del globo ci si trovi a suonare, nonostante in taluni casi ci siano enormi differenze linguistiche e culturali ci si riesca a comprendere con chi viene ad assistere ai nostri show, quando suoni la gente canta con te i testi ed è bellissimo, lì ti senti parte di un’unica umanità che né la politica né la religione possono dividere!”
Sono sentimenti universali che possono riguardare il quotidiano di ognuno di noi, anche di chi come voi vi siete trovati in studio dopo moltissimi anni…
“Stupendo…e non è tanto per dire! Siamo stati fortunati perché abbiamo avuto nel nostro percorso una guida, qualcuno che potesse accompagnarci a fare le scelte giuste: John Zazula. Non penso che abbia bisogno di molte presentazioni avendo scoperto i Metallica ed avendo già lavorato negli USA con Venom in passato, ho con lui un rapporto splendido ed il suo coinvolgimento è avvenuto in maniera spontanea quanto inaspettata. Il modo in cui abbiamo lavorato è stato pressoché simile a quello di tantissime bands anche se ognuno di noi abita in posti diversi, è così che è cominciato un fitto scambio di file con moltissime idee che abbiamo discusso e vagliato attentamente con grande attenzione, come se fosse un faro che ci guidasse nel comporre musica che ci rappresentasse realmente, non scrivendo musica perché dovessimo risultare forzatamente old style oppure per così dire contemporanei ed alla moda a tutti i costi. In questo abbiamo sentito un fortissimo legame con i fans continuando a suonare durante le fasi di scrittura dell’album quasi come se ogni cosa che scrivevamo fosse quella giusta, come se fosse parte di un puzzle già scritto dove ogni pezzo si stava magicamente incastrando all’altro in maniera naturale. Mi auguro che si possa sentire la gioia ed il divertimento che abbiamo provato nel lavorare a queste canzoni!”
Tony, in questa nostra lunga ed interessantissima conversazione ho notato come utilizzi soprattutto due parole: onestà, verso il pubblico e rispetto, tra i membri della band. Due ingredienti che pervadono un disco come ‘Avè’….
“Ci siamo sforzati di essere veri, autentici, di metterci totalmente in gioco per questo capitolo della nostra carriera. I fans ci danno la forza, realmente e non come frase fatta, quella forza e spinta per fare tutto questo, lo riscontriamo durante i nostri live shows. Quando ascolti vecchi dischi delle formazioni storiche degli anni settanta ti sembra a volte di essere in studio con quelle bands, ti senti parte di un tutt’uno che ti avvolge…questo è quello che avevamo in mente di fare nella produzione di ‘Avè’. Ti ringrazio e mi fa piacere che si sia notato quali siano state le motivazioni che ci hanno guidato, senza i fans noi musicisti non saremmo nessuno, da questo nasce il nostro rispetto e devozione nei loro confronti. Purtroppo taluni si sentono come fossero degli Dei ma non è così, è triste ma vero.”