Megadeth – Incontrare Una Leggenda
Il 18/09/2017, di Marco Giono.
A poche ore all’unica data italiana per il 2017 dei Megadeth in Italia che si è tenuta l’8 agosto presso Carroponte a Sesto San Giovanni ho avuto l’onore e il privilegio d’intervistare Dave Mustaine, leader dei Megadeth… I metri che mi dividono dal camerino di Dave sono in fondo appesantiti dal dover avere a che fare con una leggenda del metal. Non solo. Dave è una persona gentile e simpatica, ma uno che ha scritto alcuni degli album più importanti per il metal, senza poi dimenticare il suo vissuto, può essere sempre quieto? No, ovvio. Così l’intervista svolta per lo più in piedi, a pochi centimentri, da un Dave impegnato a bere una birra fresca e a firmare alcuni poster, ha avuto un andamento bipolare. Pacche sul mio sterno, risate si sono alternate a momenti di tensione.Tuttavia, i temporali passano in fretta e le leggende rimagono tali. A voi Dave Mustaine, chitarrista e voce dei Megadeth.
Molti fan e critici hanno osannato ‘Dystopia’ come uno dei migliori album dei Megadeth da due decadi a questa parte. In particolare lo hanno paragonato a ‘Youthanasia’, però al tempo fu un album che divise l’opinione pubblica. Non pensi che alla fine un album sia anche funzione del suo tempo?
Dave Mustaine: “Buona domanda. Penso che sia il rischio di quando ti metti in gioco con il tuo stesso pubblico. Quando fai lo stesso album metal, nello stesso modo, di certo è tutto più facile. I Megadeth hanno sempre provato a sperimentare con il jazz, il blues, il punk rock…cose che non senti in altre band. Prendi i Judas Priest, loro fanno heavy metal, a me piacciono così come sono, ma se inserissero elementi alla Queen sarebbe la stessa cosa? Non credo. Ho sentito un discorso del genere tempo addietro…ci hanno paragonato ai Clash, proprio perchè modifichiamo il nostro stile nel tempo, avanti e indietro.”
In questo senso mi piacerebbe sapere se ci sono uno o più album che ritieni essere stati sottovalutati?
“Non te ne posso dire uno in particolare. Non mi va di dire agli altri cosa ascoltare, ma di certo quando a qualcuno non piace quello che hai creato non è una buona sensazione. Sono legato affettivamente a tutti i miei album.”
Anche in considerazione del cambio di line-up, con l’inserimento del nuovo batterista Dirk proveniente da una band death metal e di un chitarrista versatile come Kiko Loureiro, pensi che il prossimo album possa divergere da quanto fatto con ‘Dystopia’?
“No, ‘Dystopia’ rappresenta quello che siamo come band. Nel frattempo sfortunatamente abbiamo dovuto sostituire il batterista Chris Adler che è dovuto tornare alla sua band, i Lamb of God. Però abbiamo trovato Dirk che è davvero grande. C’è ovviamente Kiko che è un chitarrista fantastico e non vedo l’ora di fare il nuovo album assieme. Ci saranno comunque sempre cose diverse, più o meno melodiche come mi piace fare da sempre. Uno dei miei gruppi preferiti sono i Beatles e anche se il mio songwriting è diverso, a mio modo voglio dare varietà ai miei album.”
Nei tempi andati ascoltavi ‘Anarky In The U.K.’ prima di suonare i concerti. Ai nostri giorni hai ancora dei rituali? Se ascolti magari qualcosa di particolare…
“Si trattava di tanto tempo fa, ai tempi di ‘So Far, So Good, So What!’, ma il punk fa parte ancora di quello che sono, per cui ancora oggi mi capita di ascoltarlo di certo.”
Sempre in riferimento ai concerti e quindi ai tour con i Megadeth, mi piacerebbe sapere in che modo scegli le band? Di solito sono sempre grandi band. Ti è mai capitato che qualcuno ti dicesse di no?
“Si, mi è capitato e la cosa mi ha ucciso. Spesso mi piace dare l’opportunità alle band locali di esibirsi con noi, sai sono spesso piccoli gruppi che non hanno magari la possibilità di suonare in grandi palcoscenici. Di certo io scelgo con chi suonare, non mi piace l’idea di avere gruppi che non stimo sul palco.”
L’ultimo concerto a cui hai assistito come spettatore?
“Si è trattato di una cosa da genitore. Ho accompagnato mia figlia a un concerto, ma non riesco a ricordare il nome della band, si trattava di una band non metal comunque. È stata una cosa da papà. Ah sì, poi a dire il vero ho anche partecipato al concerto dei Grammy.”
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi del Grammy Award e se in fondo, malgrado i detrattori, non sia una grande cosa essere premiato davanti ad un pubblico più vasto ed eterogeneo…
“Le persone che non lo considerano una buona cosa è solo perchè sanno che non verranno mai premiati. Io penso che il Grammy sia una grande opportunità, oltre ad essere un premio per cui vado orgoglioso. Quando sono stato nominato e poi non ho vinto, come in passato, pensavo che fosse comunque una cosa positiva. Si trattava in ogni caso di un riconoscimento al tuo lavoro, come una sorta di verifica che le cose vanno bene.”